Alfabeta - anno VIII - n. 83 - aprile 1986

I n una fase culturale dove è ritornata attuale l'affermazione di quella distinzione un poco contemplativa e stupefatta che contrappone grande arte e arti minori, Alfabeta con questo inserto inizia un programma di tre interventi dedicati, rispettivamente, a tre aree principali della produzione di cultura. . Il primo inserto è dedicato all'intreccio dei temi legati alle comunicazioni visive, che manifestano attualmente in Italia una innegabile vitalità produttiva e riflessiva. 1 Il secondo tema di discussione sarà la produzione materiale, il mondo degli oggetti d'uso e di consumo, l'equipaggiamento tecnico e l'armamentario del corpo, il contesto degli oggetti quotidiani. Nel terzo inserto Alfabeta si oc- • cuperà della produzione edilizia, della produzione dei connotat.idell'abitare, della. qualità del m1Supplemento ad Alfabeta n. 83 • Aprile 1986 Aldo Colonetti Il committente e l'interprete pagina II Giovanni Anceschi La cultura dell'imitazione. pagine III-IV Intervista a Maldonado pagine V-VI croambiente urbano, dell'orientar- !iinella città, ma anche del vivere e del sopravvivere nel macroambiente. Anche se con una doverosa perdita di rigidezza dei margini disciplinari, si tratta della riproposta (nel senso di una messa in discussione) di una parte sostanziosa di quello che può essere definito l'attuale sistema delle arti o delle discipline: grafica/pubblicità, disegno industriale, architettura/urbanistica, e dei rapporti che questo sistema intrattiene con l'arte di ricerca e con il mercato dell'arte. Il fatto che Alfabeta, luogo deputato della lettera, si occupi dell'ambito del «non solo verbale» di- . pende da due motivi: un vuoto e un pieno. Il vuoto è quello lasciato dal neodisciplinarismo della riflessione di settore. Sull'ondata del rigetto di certe confusioni mascherate da interdisciplinarità, hanno finito per Antonio Porta L'infinito di Mallarmé pagina VII Maurizio Ferraris La citazione del moderno pagina IX Giovanni Baule Le testate della grafica pagine XI-XII dominare, poi, la costatazione e poi la conferma e poi l'agiografia della produzione professionale. Il pieno è rappresentato dalla straordinaria fase di modificazione e di riassetto dell'universo delle relazioni e delle realizzazioni che è in atto, di cui la capillarizzazione della tecnologia informatica è solo la più appariscente delle componenti. Si pensi al rivolgimento che sta avvenendo nel mondo dell'alimentazione. Vale forse, infine, la pena di attirare l'attenzione sul fatto che l'avvio di questa riflessione si realizzi a partire dall'area della produzione grafica e comunicativa, secondo una dinamica concettuale, cioè, che cataloga, forse, l'ambiente come categoria riassuntiva ma che non ipostatizza certamente nessuna disciplina come matrice di tutte le arti. Qui la questione non è tanto Roberto Grandi I pastori del consumo pagine XIII-XIV Omar Calabrese Un vestito per le idee pagina XV quella di constatare, o addirittura di rispecchiare il fatto che i fenomeni, le pratiche della comunicazione e i loro prodotti vengono acquisendo un peso sempre maggiore nella società: si tratta piuttosto della necessità che si vengano formando aggregazioni di sapere che diano il cambio a strumentari concettuali che si dedicano alla esaltazione (o alla simmetrica negazione) dei valori della cultura industriale. Soltanto rinnovati approcci teorici sono in grado, secondo noi, di riattivare una capacità critica, nella direzione di tutti coloro i quali, appellandosi a una sorta di deregulation comunicativa, si limitano ad angelicare, o a demonizzare (è la stessa cosa), i meccanismi dell'industria culturale. Albe Steiner, redattore-grafico, non certo sospettabile di acriticità, affermava che «il progettista grafico dev'essere sempre più orientato scientificamente, non è un venditore di fumo. La sua è una vera specializzazione». Alfabeta vorrebbe, con questo primo inserto, ridare luce a una · teoria critica delle comunicazioni visive.2 Note Giovanni Anceschi, Aldo Colonetti, Gianni Sassi (1) Vedi in proposito la rifondazione, in poco più di un anno, di /,.,ineagrafica, rivista di grafica e comunicazione visiva, e la fondazione di Grafica, rivista di teoria, storia e metodologia. (2) Cfr. sugli stessi temi: Giovanni Anceschi: «L'enfasi del design», inA/fabeta n. 56, gennaio 1984; «La grafica di pubblica utilità», in Alfabeta n. 60, maggio 1984; «Le immagini di questo numero. Grafica culturale», in Alfabeia n. 60, maggio 1984; e Aldo Colonetti: «La cultura del progetto» in Alfabeto n. 72, maggio 1985; «Le immagini di questo numero. Il braccio e la mente di Cresci» in Alfabeto n. 77, ottobre 1985.

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