°' N <:::! .s ~ Cl., ~ ...... ~ i.. fi, ~ ~ .s ~ ..C) ~ stico/elettronica si coniuga felicemente è nelle videoinstallazioni, scenari narranti che meglio interpretano la sostanza dell'immaginario collettivo. Quadro ma anche cornice, la installazione video destabilizza le funzioni storiche della produzione e del consumo dell'arte: quelle del ruolo dell'artista (d'avanguardia o di massa) e quelle del pubblico colto e non. Poetica- • mente, invece, la magia del mezzo elettronico reale libera le più felici intuizioni della Sf dalla schiavitù di una scienza autoritaria nelle sue leggi fisiche e da una letteratura dal medesimo carattere nelle sue finzioni dichiarate. Così la Sf partecipa discretamente alla costruzione di nuove forme dell'immaginario, in qualità di referente culturale. Una dinamica che è possibile toccare con mano in Vedute, videoracconto per dodici monitor, dodiA Imeno a giudicare dai numerosi titoli presenti in libreria (tra i quali, recentissimi, i due volumi editi dalla Mondadori nella collana «Saggi») e dai sempre più frequenti articoli pubblicati· su riviste di divulgazione scientifica, assistiamo oggi ad un felice ravvivarsi dell'interesse verso Lacosmologia, per quanto i complessi calcoli su cui essasi basa e Lamqncanza di immediatezza delle sue formulazioni teoriche, surrogate.solo talora, solo parzialmente e, soprattutto, spesso solo mediatamente da dati osservativi e sperimentali, ne rendano Le teorizzazioni irrimediabilmente lontane ed avulse ai non specialisti. Ciò è probabilmente dovuto ad una nuova, importantissima svolta che in questi anni si sta delineando all'interno delle teorie cosmologiche. Da più di un decennio la descrizione scientifica dell'evoluzione cosmica si è consolidata nella famosissima teoria del big bang (considerato dalla maggi.or parte degli specialisti un meccanismo estremamente efficiente che consente di elaborare un modello sufficientemente attendibile dell'universo e della sua evoluzione). Ora, nel tentativo di ipotizzare i primissimi istanti successivi al grande scoppio iniziale da cui ebbero origine materia, spazio e tempo - quando Le dimensioni dell'universo erano infinitamente piccole - gli astrofisici, in stretta collaborazione con i fisici esperti in particelle elementari, hanno elaborato la cosiddetta cosmologia Gut (Gtand Unified Theory). Con essa il nostro universo, il «macrocosmo» degli ammassi galattici, i cui confini osservabili oggi si estendono per circa diecimila milioni di anni luce, ed il «microcosmo» quantico delle particelle subatomiche si rivelano inconcepibilmente legati in un'unica teoria, descrivibili con un unico apparato fisico-matematico. Non solo: le risposte che siamo in grado di fornire ai perché dell'uno, si rivelano fondamentali per comprendere i misteri del/'altro. Questa possibilità di un'indagine unificata • dell'intero cosmo, considerato tanto nelle sue strutture infinitamente grandi quanto in quelle infinitamente piccole, riaccende sicuramente l'interesse di ciascuno di noi verso la cosmologia, tanto per il misterioso, affascinante presagio che l'umanità sia giunta ancora un poco più vicino ali'enigma ultimo della realtà fisica, quanto perché la possibilità di conoscere la storia dell'universo ci telecamere di sorveglianza e croma-key, che lo Studio Azzurro di Milano ha progettato e realizzato al Palazzo Fortuny di Venezia nell'ambito dell'iniziativa «Cuore di video». La topografia del progetto ha una doppia articolazione; da un lato le dodici telecamere, disseminate in punti diversi in maniera del tutto casuale, ispezionano il territorio, dall'altro i dodici monitor assemblano all'interno in tempo reale una porzione di città, riproducendo nel medesimo istante il simulacro di un ambiente urbano. Sulle immagini, trasmesse in B/n dai monitor, entrano ed escono i personaggi, figure colorate, che con rapide azioni propongono il testo, opportunamente trattato, di S. Leone. Passaggi veloci di figure di un altro tempo e di un altro spazio (provenienti da un nastro magnetico), che si sovrappongono ad un paesaggio già altro rispetto al reale. Persi i connotati ontologici di tutti gli elementi messi in campo, la ricognizione iniziale può lecitamente dirsi alla ricerca di tracce possibili delle figure che non stanno mai ferme. Vedute si pronuncia implicitamente per un racconto possibile di fantascienza. Tra le pieghe del suo organismo ritroviamo citazioni dichiarate (l'ambiente interno costruito sulla falsariga di Stranamore), modelli topici (l'assunzione del concetto di universo parallelo è la fonte vitale della narrazione), l'elezione a soggetto narrante di uno scenario, l'uso pretestuoso di un testo le cui caratteristiche specifiche si azzerano nella sua pura esibizione ed infine la perdita di identità dello spettatore che si trova a svolgere anche il ruolo di componente dello scenario interno e di possibile parte di quello esterno ripreso dalle telecamere; una clonazione, l'ipotesi più radicale del simulacro, il tema/cancro dell'ultima science-fiction. Troppo? No, visto che il progetto non si esaurisce qui. Perché tutto questo è funzionale alla creazione di una atmosfera intessuta di visioni e non di una logica onnipotente (quella della macchina) che spieghi tutto, e di questa atmosfera Vedute vive, alimentando una costante esitazione rispetto agli accadimenti e offrendo una suggestione primordiale, rispetto al dato concreto che gli avvenimenti si realizzino. Magia di un sistema aleatorio, anarchico, stocastico, che mette in gioco tutto senza preferire nulla. In questa direzione si muove anche la presenza sonora, assunta a ennesimo protagonista, invertendo la tradizione ci!)ematografica di colonna Notiziseull'universo attraverso lo studio delle particelle subatomiche rende, almeno parzialmente, possibile procedere mediante sperimentazioni (attuabili, soprattutto, nei grandi acceleratori di particelle), permettendo così alla ragione umana, anche in un ambito tanto cruciale, di venire istruita dalla natura «ma non in qualità di scolaro che stia a sentire tutto ciò che piaccia al maestro, sibbene di giudice, che ca.stringai testimoni a rispondere alle domande che egli loro rivolge» (Critica della ragion pura, prefazione alla seconda edizione). Le risposte più significative ed essenziali che la «cosmologia quantistica» è riuscita a far pronunciare all'universo sono esposte dagli astronomi fohn Barrow e Joseph Silk (fra i più noti e quotati esponenti della «cosmologia Gut», insieme a Carlo Rubbia, premio Nobel nel 1984, che ha scritto una breve presentazione al testo) nel Loro La mano sinistra della creazione. Nei primi zo- 43 secondi, l'infinitesimo intervallo di tempo denominato «tempo di Planck» («senza dubbio l'intervallo più breve di tempo che il lettore abbia mai incontrato. Per darne un'idea, diremo che il tempo impiegato dalla luce per attraversare il nucleo di un atomo, 10-24 secondi, al confronto è enorme», p. 75), tutte Leforze della natura, compresa Laforza di gravità, si trovano unificate, in uno stato di indeterminatezza quantica. Questa situazione, scarsamente descrivibile mediante le attuali teorie scientifiche, rappresenta certamente un paradiso di perfezione e simmetria, che viene però irrimediabilmente perduto negli attimi immediatamente successivi al «tempo di Planck», con l'inesorabile diminuire della temperatura nel cosmo primitivo. «Mentre l'universo si raffredda, le differenti interazioni [gradualmente] si separano e diventano distinte per intensità e portata» (p. 98); fino a che, dopo circa 10- 10 secondi dall'istante iniziale l'unità è definitivamente spezzata e tutte le forze di natura appaiono ormai tra loro differenziate. Frattanto l'asimmetria vince la sua seconda, capitale battaglia: la temperatura, scesa a circa la15 gradi Kelvin, permette a quark e antiquark, formatisi in numero ineguale dal decadimento di un ugual numero di particelle X e anti-X nell'intorno dei 10- 35 secondi dopo L'inizio, di unirsi dando luogo a protoni, neutroni e antiprotoni, antineutroni. Immediatamente Alberta Rabaglia materia e antimateria iniziano il processo di annichilazione reciproca (che avrà termine anch'esso dopo circa 10- 11 secondij dal quale, causa LaLievesproporzione verificatasi nei primissimi istanti, rimarrà superstite quella «piccola» porzione di materia che, riunitasi a formare Legalassie, costituirà il nostro universo. Il cosmo che oggi osserviamo, Localmente costituito di superammassi galattici e globalmente omogeneo ed isotropo, è dunque il risultato di una drammatica storia di simmetrie spezzate. «Per ogni neutrino che oggi ruota verso sinistra, esisteva un tempo, ali'epoca del big bang, un neutrino che girava verso destra. Attorno a noi, oggi, scorgiamo solo neutrini sinistrorsi; i Loro compagni destrorsi non sono sopravvissuti ai primi stadi dell'evoluzione dell'universo, per giungere fino ali'epoca presente di simmetria spezzata. Ma non sono solo i neutrini a non essere ambidestri .. Perfino Losviluppo biologico sulla Terra rappresenta una rottura della perfetta simmetria: tutte Lemolecole di Dna, i mattoni elicoidali della vita, sono spirali sinistrorse. Nella sostanza vivente si trovano soltanto aminoacidi sinistrorsi, e mai Le loro immagini speculari» (p. 16). Eppure proprio questa rottura, a prima vista «stonata», di una armoniosa simmetria è la mano sinistra della creazione: «invariabilmente scopriamo che le piccole imperfezioni nello schema perfetto che ci saremmo aspettati di trovare sono in realtà i denti di uno splendido meccanismo e una delle condizioni che rendono Lanostra stessa esistenza possibile» (ivi). Si tratta di una meravigliosa, incredibile «coincidenza» oppure nel mistero della vita è nascosta qualche altra possibile «spiegazione» del darsi di queste «piccole imperfezioni»? Nell'ambito di un testo che si propone esclusivamente di essere «un resoconto», a tutti accessibile, dei progressi compiuti negli ultimi anni dalla cosmologia scientifica, «che inizia con la creazione dello spazio e del tempo, e con gli eventi incerti del mondo delle particelle elementari, e termina con la condensazione delle galassie, delle stelle, dei pianeti, quindici miliardi di anni dopo» (p. 212), affiorano così (anche se solo implicitamente e marginalmente) considerazioni, «speculazioni» filosofico-esistenziali. A mpio spazio a pensieri che, non essendo specificamente scientifico-tecnici, aprono la via a suggestioni di caratterefilosofico o teologico è dato anche da Paul Davies, docente di fisica teorica, nel suo Sull'orlo dell'infinito. Il volume, scritto da Davies nel 1981, vuole esaminare le imprevedibili implicazioni nascoste nel concetto, per ora poco maneggiabile a livello scientifico, di «gravità quantica». Quando la forza di gravità, la più familiare, Lapiù potente eppure la più infida delle forze presenti nell'universo, raggiunge un valore infinitamente grande, si verifica, inevitabilmente, L'implosione e l'annullamento non solo della materia, ma della stessa struttura dello spazio-tempo: siamo di fronte ad una singolarità. Nessuno oggi può dire se Lasingolarità, questo estremo prodotto di un campo gravitazionale, sia solo L'inquietante indizio che, come Lafisica newtoniana si rivelò agli inizi del nostro secolo insufficiente nella spiegazione dei fenomeni cosmici o microscopici, così Leattuali teorie fisiche hanno trovato qui un Limite oltre il quale il Loro potere esplicativo viene meno o se essa sia qualcosa di ancor più· drammatico e sconvolgente, una autentica Lacerazione nel tessuto spazio-temporale di cui il mondo fisico è costituito. Comunque la si pensi, la singolarità costituisce, secondo Leparole di John Weelher, «Lamaggior crisi a cui mai Lascù:.nza si sia trovata di fronte» (p. 19). Inoltre può sembrare teoricamente impossibile, seguendo il teorema formulato da Roger Penrose, «osservare» sperimentalmente una singolarità. Pare che sempre, immancabilmente, Làdove sorgono singolarità - nei punti «nevralgici» dell'universo in cui non si dà più legame causale e Lamateria può essere distrutta o anche, imprevedibilmente, creata - intervenga una sorta di «censura cosmica» volta a coprire sollecitamente La singolarità con un orizzonte degli eventi tale da impedirle di influenzare il mondo circostante con La sua casualità caotica e misteriosa. Questo velo protettivo e rassicurante ci impedisce però anche di coglierne i segreti. Solo inoltrandosi all'interno di un buco nero dotato di carica elettrica o in rotazione pare sia, almeno teoricamente, possibile essere colpiti dalla Luce proveniente da una singolarità finalmente nuda. Ma, dell'ipotetico osservatore, curioso quanto incauto, «è possibile seguire matematicamente il percorso, e Le conclusioni a cui si giunge lasciano senza fiato: la regione che attornia la singolarità sonora, figura comprimaria di puro commento. Il videoracconto sta dunque per fantascienza, e questa sta per magia del mezzoelettronico che esprime poeticamente il carattere oramai indeterminato del binomio realtà/finzione. Fenomeno adolescente ma diffuso. Adottando la grammatica della musica, United States di L. Anderson si nutriva della medesima linfa; Crystals di B. Eno navigava verso terre multisensoriali, in base al medesimo principio. Una proliferazione silenziosa, forse la condizione utile perché la fantascienza torni a inseguire il suo desiderio più infantile ma anche più degno di rispetto: conquistarsi l'immortalità. (. ..) è una specie di tunnel spazio; temporale che introduce in un altro universo, completo di buco nero; lo si potrebbe descrivere come un buco bianco da cui emergerà l'osservatore» (pp. 168:169). Tuttavia non è forse questa l'unica rischiosa possibilità che ci sia data per incontrare una singolarità nuda e per subirne però anche gli incontrollabili effetti. Per Davies l'ipotesi di un «buco nero in evaporazione e l'assenza di una dimostrazione definitiva dell'esistenza di una censura cosmica inducono a ritenere che L'ideadi una singolarità nuda merita di essere presa sul serio. Se questo è vero - ma molti fisici sarebbero piuttosto riluttanti ad ammetterlo - la natura è minacciata dall'anarchia; allorché una singolarità esplode nell'universo, l'organizzazione razionale del cosmo si trova di fronte al pericolo della disintegrazione» (pp. 190191). Anche questo imbarazzante concetto-limite, al di Làdelle complesse equazioni da cui trae origine, può dunque offrire stimoli e sollecitazioni di enorme portata alla filosofia nella sua prospettiva epistemologica e, ancora più fondamentale, nella SL(aindagine ontologica. Di questi ottimi testi di divulgazione della cosmologia scientifica, pare quindi importante sottolineare anche Lapossibilità, in essi solo implicitamente e forse inconsapevolmente accennata, del sorgere di una nuova cosmologia che si riproponga come disciplina globale, in cui astronomia, astrofisica, teologia, filosofia trovino un punto di incontro e di collaborazione su un piano paritario di dialogo. Se in- ! atti La cosmologia scientifica sta ottenendo risultati notevoli, resta però vero, secondo una famosa espressione di Russell, che le sue teorie possono giungere, al massimo, a leggere correttamente la «partitura musicale» dell'universo, ma, basandoci esclusivamente sulle conoscenze scientifiche, «non possiamo sapere se la musica rappresentata dalle partiture sia bella o noiosa; anzi, in ultima analisi, non possiamo essere del tutto sicuri che Le partiture rappresentino qualcos'altro oltre a se stesse». John D. Barrow, Joseph Silk La mano sinistra della creazione presentazione di Carlo Rubbia Milano, Mondadori, 1985 pp. 263, lire 18.500 Paul Davies Sull'orlo dell'infinito Milano, Mondadori, 1985 pp. 281, lire 18.500 <:::!L---------------------------------------------------------------------------
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