ADRIATICA EDITRICE Segni di segni: THOMAS A. SEBEOK ILSEGNO E I SUOIMAESTRI AUGUSTO PONZIO FILOSOFIADELLINGUAGGIO PIETRO ISPANO TRACTATUS Summule logicales SERGIO MORA VIA ILRAGAZZOSELVAGGIO DELL'AVEYRON TATIANA SLAMA-CAZACU ANALISICONTESTUALEDINt\MICA DELTESTOLETTERARIO Via Andrea da Bari, 121, Bari MARIETII ad averne frainteso clamorosamente il senso, probabilmente perché abbagliati da colui che avrebbe prima o poi ridimensionata la loro egemonia - fu appunto la sua capacità di riciclare, rilanciandone la posta, tutto quanto di attivo, sul piano teorico ma anche pratico, attraversava il suo tempo. Maestro ante-litteram di intertestualità, Bataille dialogò con tutti i saperi e tutte le voci nei quali di volta in volta s'imbatteva. Prima di tutti Sade, Nietzsche e poi Hegel quale lo leggeva Kojève ma anche Mauss e la sociologia francese, la psicoanalisi freudiana praticata con Adrien Borel; gli amici scrittori (Leiris, Queneau, Klossowski, Caillois), pittori (Masson, Picasso), etnografi (Métraux, G.H. Rivière e di nuovo Leiris), i compagni rivoluzionari (Boris Souvarine, Colette Peignot, Simone Weil). Intorno a Bataille ruota una comunità policefala, senza limiti né capo, fluttuante ma sempre attiva, nella quale si ritrovano via via i nomi di tutti quelli che hanno fermentato il clima culturale di quegli anni. Perché Bataille, che amava dire «Niente mi è più estraneo di un modo personale di pensare. Quando propongo una parola, in realtà, "sto giocando" il pensiero degli altri; ciò che ho raccolto, a caso, di sostanza umana intorno a me», non smise mai di radunare intorno a sé i membri eterogeneri di una comunità che avrebbe potuto raggiungere ciò che non sarà mai raggiunto ma sempre ricercato - una conoscenza estrema tesa ai limiti dell'impensabile, il residuo o il rimosso di ogni forma di sapere. E così abbiamo potuto seguirlo da Documents alla Critique sociale, da Masses a Acéphale fino, alla vigilia della guerra, al famoso «Collège de Sociologie», in un percorso reso sempre più difficile dal peso degli eventi. Poiché, per una volta non meramente storicizzante, la delimitazione cronologica ha permesso di verificare come l'esperienza conoscitiva di Bataille si sia districata attraverso una serie di incontri-scontri con la realtà e il pensiero del suo tempo. Gli anni Trenta sono quelli in cui Bataille scopre il nucleo costitutivo intorno al quale ruoterà la sua opera: l'eterologia e il sacro, l'erotismo e la sovranità, la «dépense» e il non-sapere, la comunicazione e l'estasi. Ma sono anche gli anni in cui questi temi affiorano con uno spessore di vissuto animato dall'urgenza di apertura all'altro che spinge Bataille verso forme di esperienze comunitarie. Ovunque sia, qualunque cosa scriva o intraprenda il Bataille degli anni Trenta, sempre più sensibile al pericolo nazi-fascista, non smette di interrogare se-stesso attraverso una radicale messa in questione di tutti i fondamenti della vita associata - e questo sia nella scrittura dichiaratamente «finzionale» (Histoire de l'oeil, Le bleu du ciel) che in quella più teorica (gli articoli su Documents e La critique sociale, il Dossier de l'oeil pineal, le conferenze del «Collège de Sociologie»). Tutto ciò è risultato innanzitutto da un'attenta analisi di testi per lo più frammentari e sparsi (raccolti nelle Opere complete da Gallimard o nel volume Le collège de sociologie curato da D. Hollier e di prossima pubblicazione da Rizzoli) che ha suscitato in tutti i partecipanti il desiderio di interrogare ulteriormente una scrittura polifonica che si è sempre rifiutata alla conpiutezza dell'opera completa nel continuo e ripetuto slittamento dei suoi nuclei germinali. Sempre in bilico tra il significante e il significato, negli strati scandalosi nei quali non ha paura di inabissarsi, il testo bataillano sperimenta una pratica del senso che è il segno stesso della sua irriducibile sovversione. Perché di questo anche si tratta: dopo un lungo e silenzioso isolamento Bataille comincia ad imporsi e ad essere riconosciuto nelle diverse stratificazioni della sua attività. Ma un rischio di incomprensione di segno opposto può affiorare, è il pericolo di assimilazione e di rigetto cui vuole sottrarsi un autore che sfugge alle rigide reti interpretative, e, irriducibile alla univocità delle definizioni, si situa nell'eterogeneo. Si aspettano gli atti per una più compiuta analisi. Hanno partecipato F. Marmande, M. Ciampa, J.M. Rey, C. Maubon, M.C. Lala, M. Gaietti, C. Pasi, D. Hollier, A.M. Laserra, G. Agamben, G. Didi-Huberman, R. Bishop, G. Orlandi. Odissea in concert Piero Lo Sardo Perché «Odissea in concert»? A dire il vero a lungo non avrei saputo rispondere a questa domanda, ed anzi in un primo momento ho accolto con un certo scetticismo l'avventura in cui si stava lanciando il Beat 72 ed in particolare il mio amico Antonello Neri. Debbo aggiungere che i concerti che ho ascoltato non mi avevano del tutto soddisfatto. La mia sensazione era quella di un progetto un po' pretenzioso, partorito dalla lucida testa di Ulisse Benedetti, che nella sua articolazione rischiava di essere leggermente farraginoso. Ero io a pormi in una prospettiva sbagliata, guardavo, infatti, il particolare, perdendo di vista il disegno di insieme. Antonello Neri (Filottete?) ed Ulisse Benedetti (Ulisse?) mi stavano facendo un regalo molto prezioso: mi riavvicinavano al testo dell'Ulisse di Joyce. Debbo confessare che la mia frequentazione di Joyce risale ad un tempo ormai lontano, alla fine degli anni Sessanta, quando studente di Ingegneria leggevo di narrativa, senza pormi però il problema della costruzione del testo, della sua intima struttura. Negli ultimi anni la mia passione per il Rinascimento italiano mi ha posto per la prima volta s<!riamentea confronto con il problema dell'opera, della grande opera. Nel Rinascimento ho personalmente riscoperto la funzione strutturante del mito, della sua capacità di operare come forza e potenza interna della narrazione. Il Beat 72con la sua rassegna alla Sala Borromini in Roma mi ha messo a diretto contatto con la sorgente dell'Ulisse, mi ha permesso, per così dire, di rileggere l'Ulisse di Joyce a partire dal lato giusto, dall'indice, cioè... Telemaco... nostalgia... Proteo... flussi di coscienza... i Lotofagi... letargo, fuori dell'ozio ... distillar liquori ... fiori, incenso ... inalando l'aroma acuto delle droghe ... Scilla e Cariddi... dialettica... le Simplegadi ... i berlinesi si muovono per le vie della città salutando il passaggio di padre Conmee (la chiesa) e del vicerè (lo stato) ... labirinto mobile fra due sponde. Nell'occhio del Ciclope ... Attualità di Joyce anche noi in viaggio tra le Simplegadi: nazionalismo tricolore, Chiesa ed Impero: falsi ritorni nel passato. Pensiero che si incancrenisce nel presente: nella politica intesa come lotta per il potere, come lotta fra poteri. Sullo sfondo il mare magnum della Storia ... Ai confini le potenze proteiche del Mito. Il pensiero che affonda nell'origine si immerge nell'abisso fino a ritrovare la scintilla apollinea della creazione, dell'ordine. Ed è ordine, quello degli Ulisse, che trova in ogni dove il suo · centro: nella sua variazione di ritmi, di atmosfere, nel sapiente dosaggio del montaggio. Esso riposa però nei sostrati insondabili del Nous. Così nella giornata quotidiana di un dublinese dei primi del secolo si incontrano il passato ed il futuro. Il futuro di una scrittura sapientemente nuova che passa come è noto attraverso tutti gli stilemi deLlinguaggio contemporaneo: dal monologo interiore, che si svolge su più piani, al dialogo, fino ad incontrare la forza dei luoghi, strade, letti ... Un mondo di relazione e di vibrazioni fra oggetti, atmosfere e soggetti. Un universo di relazioni sintomaticamente vicino alla musica, alla sua capacità di attraversare l'universo magico delle emozioni... Il testo l'Ulisse, insieme matematicamente aperto, che risuona, come le cattedrali gotiche della sua musicalità «occulta». E musica hanno sagacemente e con passione esplorato Frederic Rzewski, Daniele Lombardi, Giancarlo Cardini, Antonello Neri, Massimo Terracini, Giancarlo Schiaffini, Luca Febbraro, Alvin Curran, Fernando Grillo. Ulisse Odissea in concert Roma, Sala Borromini 31 ottobre-21 dicembre 1985 Assessorato alla cultura del comuné di Roma, Associazione musicale Beat 72 Cetta Petrolio Gianna Sarra «Giostra», «celata», «guardia», «arengo», «armatura»,· «corteo», «battaglia»: una dama medievale, del nostro Medio Evo occidentale e cavalleresco, è colei che fraseggia tra le rime un lessico di questo tipo? o si tratta forse del Medio Evo magico e posdatato, rivisitato dal- !' Ariosto e dal Tasso («morgana», «sovrana», «amor», «perizia»; «malia», «destrezza», «prodigio»; «tu sei mago» ma «maga sono anch'io»)? Si direbbe quasi un corrispondente poetico e amoroso - al femminile - del Medio Evo ironico, intellettuale, assai virile, per esempio di Calvino: duellante; ma qui i duelli e l'arte della scherma («fioretto», «scherma», «cuore») son rigirati e volti all'arte dell'amore e della festa di corte («grazia», «favola», «viola», «musico», «maggio», «giocoliere», «danza»). O non si tratterà infine di pagine dal diario d'una i:affinata signora, medievale sì, ma dal lontano oriente - così sfuggente e sottile nel mimo delle allusioni, del velare con grazia la propria intelligenza - il merletto dei versi e delle rime- per renderla accettabile alla corte dei potenti («telaio», «tela», «intelletto», «ingannatore»)? Cetta Petrollo è una giovane poetessa siciliana d'origine, romana per studi e formazione, c;he ha già pubblicato su Braci, Altro versante, Bollettino del Laboratorio di poesia, e riscuote tanta stima da Amelia Rosselli da indurla a presentare questa sua prima raccolta, Sonetti e stornelli: «... d'altra parte la vocazione è autentica e resiste», realizzando uno stile di poesia «che non è solo prettamente femminile (a volte femminista)» - come quando si rivolge alla figlia, con ritmo di quieta favola pedagogica: " ... e per voce di donna attenta impara"». «Necessità di canto che accompagna/lana rossa domestica», questa di Cetta, dalla sensualità disinibita e tenera degli stornelli («Fiore di luna/avevi un piscio come uno zampillo/allegro chiurlo fresco e vanerello») alla perfetta sensibilità metrica dei sonetti: «E lì rimango/dove il suono è finito e inizia il canto». Cetta Petrolio Sonetti e stornelli introduzione di Amalia Rosselli supplemento al n. 44 di Tam Tam Gll abbonamenti (ordinario L. 34.000, so.tenltore e per entl e assoclaslonl L. 50.000) yanno indJriuatl a: EdJslonl Arcl S.r.l .. Via GlanbattJsta Vico 22, 00196 Roma ,ul conto corrente po,tale numero 71333009. IJaca Bookl Sawako Ariyoshi KAE O LE DUE RIVALI Il dramma della rivalità e del sacrificio in una grande autrice giapponese contemporanea Pagine 208, Lire 15.000 Régine Pernoud STORIA DELLA BORGHESIA IN FRANCIA Dalle origini all'inizio dell'età moderna. Un classico della storiografia francese Pagine 448, Lire 45.000 Giovanni Lista IL FUTURISMO Una nuova, grande collana tascabile d'arte moderna Pagine 120, Lire 15.000 L'ANNO DI POESIA A cura di Roberto Mussapi Antologia annuale di poesia contemporanea internazionale Pagine 272, Lire 24.000 A Maggio in italiano il primo numero di L'UMANA AVVENTURA Volume trimestrale di scienze, cultura e arte MILANO, NEW YORK, PARIGI, STOCCARDA
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==