Alfabeta - anno VIII - n. 81 - febbraio 1986

ADELPHI Guido Ceronetti COME UN TALISMANO « Biblioteca Adelphi », pp. 214, L.18.000 Parole in versi per accompagnarci nella vita, da Pindaro a Kavafis. Un'essenza di Ceronetti. Thomas Bernhard IL SOCCOMBENTE « Fabula 4 », pp. 186, L. 18.000 Un romanzo perfetto dedicato al dramma di un pianista che non riesce a raggiungere la sua immagine della perfezione: Glenn Gould. Bruce Chatwin SULLA COLLINA NERA « Fabula 5 », pp. 290, L. 20.000 Il mistero dell'identità nella vita di due gemelli che attraversano il nostro secolo senza mai allontanarsi da una fattoria del Galles. René Daumal LA CONOSCENZA DISÉ A cura di Claudio Rugafiori « Biblioteca Adelphi », pp. 232, L.18.000 La conoscenza ultima, che è la « conoscenza di sé», filtrata dagli antichi testi indù alla mente cristallina di Daumal. Henry-Charles Puech SULLE TRACCE DELLA GNOSI « Il ramo d'oro», pp. 614, L. 65.000 La summa di una vita di ricerche su un fenomeno inesauribile della storia religiosa. Douglas R. Hofstadter Daniel C. Dennett L'IO DELLA MENTE « Biblioteca Scientifica», pp. 496, L. 38.000 Dopo Giidel, Escher, Bach, un viaggio ;alla" scoperta ;di ,quell'entità che sta leggendo queste righe: la coscienza. ·Jurgis Baltrusaitis LA RICERCA DI ISIDE « Fuori collana», pp. 256, 139 ili. e 12 tavv. a colori, L. 80.000 L'invincibile, millenaria, fascinazione dell'Egitto: erudizione e follia, esoterismo e moda, in un'indagine del maestro delle « prospettive depravate ». Paul Valéry QUADERNI VOLUME PRIMO A cura di Judith Robinson-Valéry « Biblioteca Adelphi », pp. 552, L. 38.000 La rivelazione di un nuovo Valery, autore silenzioso di una immane esplorazione nell' « impero nascosto» della mente. Neiami LEYLA È MAJN0N A cura di Giovanna Calasso « Biblioteca Adelphi », pp. 206, 4 tavv. a colori, L. 20.000 La più celebrata storia d'amore dell'Oriente islamico, un Giulietta e Romeo fra giardini smaltati e aspri deserti. Etty Hillesum DIARIO 1941-1943 SECONDA EDIZIONE « La collana dei casi», pp. 260, L.18.000 La morsa della persecuzione na-. zista si chiude sul «cuore pensante» di una ragazza ebrea. scono. Alla ricchezza di questo testo si accede attraverso una lettura raddoppiata che può prescindere dalle convinzioni e teorie dell'autore e puntare direttamente alla ricchezza del materiale. Il lettore italiano è avvantaggiato da una traduzione agile,. fluida, liberata da alcune prolissità del testo originale, scritto in un tedesco letterariamente poco apprezzabile, e che in una certa misura è una riscrittura, tesa a far leggere un classico senza modificarne lo spirito. Se ne sono incaricati due psicoanalisti, J. Vennemann e A. Sciacchitano, che su questo far leggere hanno scommesso. Eugen Bleuler Dementia praecox o il gruppo delle schizofrenie presentazione di Luigi Cancrini traduzione di J. Vennemann e A. Sciacchitano Roma, La Nuova Italia Scientifica, 1985 pp. 365, lire 42.500 Testo e lettera Stefano Rosso A partire dalla tradizione del romanticismo filosofico (Schleiermacher) e letterario (Mallarmé, Valery), la nozione di «testo» e di «lettera» è venuta ampliandosi sino a indicare la totalità della cultura: «testo» non è solo un libro, ma quell'insieme di testi, tradizioni, pregiudizi e parole-chiave che definiscono la nostra visione del mondo. Con lo strutturalismo, la semiologia e l'ermeneutica, negli ultimi decenni, questa prospettiva si è consolidata sino a divenire un · presupposto imprescindibile. È proprio muovendo da questo presupposto che si è parlato a Bergamo, nel convegno «Testo e lavoro della lettera», articolato in due settori specifici, teatro-cinema (a cura di B. Cuminetti) e letteratura (a cura di S. Agosti). Impossibile rendere conto analiticamente dei lavori. Mi limito quindi a alcuni interventi caratteristici. G. Brunetta, per la sezione cinema, ha mostrato la «tenuta» testuale di un corpus molto esteso (l'intera storia del cinema americano). F. Casetti (il cui intervento anticipa il suo ultimo volume, Dentro lo sguardo_.Il film e il suo spettatore, che uscirà tra pochi giorni da Bompiani), parlando del punto di vista, ha fissato nel testo il luogo di una distribuzione di funzioni percettive e narrative che interessano le due posizioni testuali di enunciatore ed enunciatario. S. Ghislotti ha parlato di testo filmico come punto di passaggio di strategie comunicative (relative al polo autore) e di strategie interpretative (relative alla ricezione) che trovano punti di appoggio anche nella dimensione paratestuale. F. Cruciani, per la sezione teatro, ha esposto una teoria basata sul rapporto tra testo drammaturgico e spettacolo teatrale: ha mostrato come La Calandria del Bibbiena sia da considerare una delle tecniche della rappresentazione nel teatro rinascimentale e non il suo punto di origine. B. Cuminetti ha illustrato la vicinanza tra il linguaggio critico di Mario Apollonio e il dibattito attuale intorno all'estetica della ricezione. Nella sezione letteratura presieduta da M. Spinella (buona parte degli interventi di questa sezione usciranno nei prossimi fascicoli de Il piccolo Hans), l'accento è stato posto sulla «lettera» nelle sue varie accezioni. S. Agosti ha aperto i lavori con una nuova interpretazione di un sonetto di Mallarmé («ALA NUE accablante tu ... »). Richiamandosi.all'opera di I. Matte Bianco, Agosti ha rintracciato le corrispondenze nascoste nel testo, mostrando come il valore di una logica simmetrica determini il crollo di una logica «diurna». M. Lavagetto ha invece preso la lettera alla lettera, sottolineando l'abilità narrativa di Freud in una lettera del 13 settembre 1883 a Martha Bernays e mostrando come Freud sia sempre stato guidato da un ideale .«aristotelico» di letteratura (ha qui ripreso alcune questioni sviluppate nel suo recente Freud la letteratura e altro, -Torino, Einaudi 1985). A. Fabio Pusterla Mauro Bersani I lettori più attenti di Alfabeta ricorderanno di aver letto sulla rivista la seguente poesia, intitolata «Le parentesi» un paio di anni fa (n. 50-51, 1983): L'erosione I cancellerà le Alpi, prima scavando valli, I poi ripidi burroni, vuoti insanabili I che preludono al crollo, .._lllllllllllllll'iQuadrimestrale del Centro di Ricerca sulla Tradizione Manoscritta di Autori Contemporanei. Universitàdi Pavia Nel sestonumero: Intervista a Italo Calvino Una sceneggiatura inedita di Delio Tessa Il «Fondo S. Quasimodo» dell'Università di Pavia Saggi di Tomaso Kemeny, Giorgio Orelli, Silvana Tamiozzo Goldmann, Anna Modena In libreria a lire 8.000 Abbonamento per un anno (3 numeri) Lire 28.000 Inviare l'importo a Cooperativa Intrapresa Via Caposile 2, 20137Milano Conto Corrente Postale 15431208 Prete si è soffermato «Sulle vocali», A. Casto Idi su «Lettera inaugurale/lettera postuma: la scrittura sacrificale», S. Finzi su «Forma, materia, natura e luogo della lettera» nella scrittura di Darwin. A. Marzola (sulla scia di una proposta formulata tempo fa da Agosti) ha messo in luce elementi di dialogo intertestuale tra Novembre di Flaubert e il Portrait di Joyce e ha opposto un'indagine sulla scrittura «decostruttiva» di Joyce a un tradizionale studio delle influenze. La scrittura di Hopkins è stata al centro delle analisi di R. Bonadei («Hopkins: incursioni naturali in forma di parola») e di E. Krumm («Una teoria d'alberi: la zolla di Hopkins»). Infine, seguendo un percorso venato di ironia, T. Kemeny ha rintracciato elementi comuni nella struttura narrativa di quattro testi, Le avventure di Cherea e Caliroe di Caritone di Afrodisia, l'Orlando Furioso, una novella del Bandelle Febbraio 1986 Numero 32 Anno 4 Lire 4.000 gorghi. Lo scricchiolio I sarà il segnale di fuga: questo il verdetto. I Rimarranno le pozze, i montaruzzi casuali, I le pause di riposo, i sassi rotolanti, I le caverne e le piane paludose. I Nel Mondo Nuovo rimarranno, cadute I principali e alberi sintattici, sperse I certezze e affermazioni, I le parentesi, gli incisi e le interiezioni: I le palafitte del domani. I Questo testo costituisce il prologo della prima raccolta in volume di un giovane poeta del Canton Ticino, Fabio Pusterla. La poesia appare, anche per la sua collocazione, come una dichiarazione di poetica. La lingua della poesia, sembrerebbe, non può che essere apocalittica, una lingua da «sopravvissuti». La disorganicità di elementi minori, ormai casuali perché slegati dalle strutture portanti, sintattiche e ideologiche, sarebbe l'unica realtà destinata a contare, tanto nel Mondo Nuovo di domani come • già oggi, per chi sa avvertire il futuScienza Esperienza Nuove tecnologiee occupazione perchétante previsionicontrastanti? Schizofrenia,famigliae società conversazionecon JulianLeff Letterada Londra Anche il principe è preoccupato ~ Reportage:Terremotocinqueanni dopo Viaggionel «cratere» Dal I di ogni mese in tutte le edicole e nelle migliori librerie Editore Media Presse srl - Via Nino Bixio, 30 - 20129 Milano e Molto rumore per nulla di William Shakespeare, sottolineando i diversi livelli di «insistenza della lettera». «Testo e lavoro della lettera» Convegno organizzato . dal Dipartimento di lingue e letterature comparate Istituto Universitario di Bergamo 13-16novembre 1985 ro nelle possibilità espressive del presente. È .dunque Pusterla un poeta Novissimo che ha perso l'autobus vent'anni fa, non fosse altro che per ragioni ànagrafiche? No; non si potrebbe dire nulla di più sbagliato. Se leggiamo le poesie di Pusterla vediamo che effettivamente sono fitte di «parentesi, incisi e interiezioni», espressioni marginali apparentemente superflue, «scricchioli» del discorso, «pause di riposo». Però questi relitti convivono con la realtà preapocalittica. Sono solo scollamenti di un discorso che, per il momento, tiene. Ecco che allora il prologo va interpretato correttamente: «l'erosione cancellerà le Alpi», ma Pusterla non anticipa i tempi: è ancora capace di osservare il panorama. Certo, in qùesto panorama avverte annunci di morte: è il Mondo Nuovo che, con tutto il suo spoglio bagaglio di nuovo caos primordiale, si insinua in quello vecchio. Sono avvisaglie, avvertimenti, piccoli conti che non tornano, inquieti contatti delle cose. Oppure fantasmi, lucidi deliri del poeta. Ma la realtà non è mai spazzata via. È anzi descritta con un puntiglio amoroso che fa quasi tenerezza. Si tratta di una realtà referenziale generalmente ben identificabile. Paesaggi naturali delle montagne svizzere, oppure galleggianti sulle nebbie della Bassa Padana. Personaggi emblematici, esperienze vissute: l'ospedale, il servizio militare. In questi ultimi frangenti, dove cioè la realtà sociale si fa istituzione, Pusterla mostra più che altrove la sua insofferenza e soprattutto la sua impotenza nel trovare un contatto positivo con le cose che lo circondano, nella loro presunzione di razionalità e di risibile eternità. Ma più che la sezione ospedaliera, la suite sulla vita militare o gli altri testi più organici, mi piace concludere citando una delle poesie più marginali, una delle poesie minori, che costituiscono poi il nucleo fondamentale della raccolta. Da essa si può ricavare, oltre altono molto gradevole nella sua ironia, che è il tono dominante del libro, anche l'aspetto di una realtà costituita da minute coincidenze e combinazioni che necessitano di osservatori esterni ed intermedi (in questo caso il poeta e i gatti) per svelarsi ed esistere. «A Piacenza»: Fuor di metafora I la donna della casa rossa I ( con maglione· bordeaux) I alla donna della casa azzurra I pavesata di lenzuola blu. Il Foschia (umidità) sullo sfondo. I Anche nebbia. Dai tetti, il prodigio I cromatico è osservato I da gatti, I indifferentemente colorati. I Fabio Pusterla Concessione all'inverno poesie Bellinzona, Edizioni Casagrande, 1985 pp. 120, frs. 18 La palazzina di Job Lea Vergine Bisogna essere solidali col presente di coloro che meritano un futuro in quanto rispettano il passato. Enrico Job, scenografo e costumista, nel '73 costeggiava le problematiche della body art. Il suo «Mappacorpo» veniva descritto dall'autore stesso nel seguente modo: «Il Mappacorpo è composto da circa mille foto. La pelle del soggetto ritratto è stata disegnata suddividendola in quadrati di centimetri 4,50 per il corpo e 2,50 per la testa. I quadrati sono stati fotografati e ingranditi del doppio e applicati su pannelli, ricomponendo il corpo come in un gigantesco puzzle. Una pelle di uomo scuoiato, un animale ridotto a tappeto. L'intenzione del Mappacorpo, come quella di qualsiasi mappa, è di costringere ad un'unica dimensione ciò che è vivo e quindi agisce nella doppia dimensione spazio-tempo». Nella carriera di Job la mostra del Mappacorpo fu un· episodio; non per questo privo di tutti quei caratteri per cui la scelta del corpo come mezzo d'espressione rappresentava quel che si dice un forte investimento narcisistico. Narciso

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