Alfabeta - anno VIII - n. 81 - febbraio 1986

ne del!'«avanguardia» intorno al quale, proprio in quegli anni, si giocavano i destini dello sperimentalismo letterario. Così, sotto la maschera di un commento alla famosa Expressionismus-Debatte di intellettuali come Bloch e Lukacs, si cela la decisa presa di posizione di Chiarini per una lettura complessiva e unitaria del fenomeno delle avanguardie: quella «classica» o «storica», tutta tesa a una decostruzione dei paradigmi dell'humanitas borghese, e quella «neo» degli anni Sessanta, una vera e propria «aggressione al linguaggio» e un attacco frontale alle «simmetrie» delle grammatiche borghesi. I due estremi però, secondo Chiarini, si toccano in una peculiare mistica del negativo dalle molteplici sfumature e ancora oggi tutta da definire nei suoi percorsi e nella sua portata ideologica. Non ci può stupire dunque, in questo contesto problematico, l'evidenziazione, «inpieno regime di post-moderno» come riconosce Chiarini, della storica alternativa tra «avanguardia» e «realismo» alla quale lo studioso italiano ha dedicato ampi e «pionieristici» commenti in altri lavori (L'avanguardia e la politica del realismo, 1961; e Brecht, Lukacs e il realismo, 1970). Ovviamente le movenze di untale contrasto no'n potranno, a distanza di tanto tempo, esser le stesse, e l'autore se ne rende conto; purtuttavia è da esso che bisogna ripartire, non tanto per dare, come allora, «scomuniche» poetiche e politiche, ma per interrogarsi, ancora una volta, sulle «varie problematiche sia sul piano del rapporto fra impegno ideologico e scelte stilistiche [... ] sia su quello - non meno importante - del periodizzamento» (p. 62). Intorno a questi problemi «teorici» si struttura poi la ricca rassegna di Chiarini che ci propone un'appassionata storia della critica e della ricezione delle tematiche dell'Espressionismo, nonché un tentativo di definizione di quella «nebulosa epocale» che fu l'avanguardia storica. Difficile ripercorrere tutte le categorie ermeneutiche proposte da Chiarini nella sua lettura delle varianti stilistiche dell'Espressionismo che hanno fatto scuola nella germanistica italiana: da quella della «polarità ideologica» della filosofia espressionista, al rilevamento della sua peculiare «tonalità teologico-reli~iosa», dal!'«anti-lirismo» della sc~ittura espressionista alla «polifonia» dei referenti culturali ed ideologici. Tutto ciò, ben inteso, nel quadro di una decostruzione dell'ideologia nella forma del linguaggio (p. 181) alla quale bisognerà fare riferimento anche per comprendere certi esiti dell'arte a noi contemporanea. Paolo Chiarini L'espressionismo tedesco. Storia e struttura Bari, Laterza, 1985 pp. 208, lire 13.000 Il cantore dell'infinità Ubaldo Fadini · È opportuno richiamare le seguen- . ti parole di Emst Bloch- «La grande esplosjone della filosofia del Rinascimento, il suo vero inizio, si ha con Giordano Bruno, il grande . cantore dell'infinità cosmica, è stato- il primo a tentare di dipingere l'immanenza con i colori della maestà e del mistero che ilMedioevo aveva riservato al mondo del1' Aldilà» - per cogliere quel carattere pluridimensionale e «aperto» della filosofia nolana che si esprime con chiarezza in un testo come lo Spaccio de la bestia trionfante, da sempre al centro di varie e contrastanti interpretazioni: da ultimo, anche quella «ermetica» di Frances A. Yates. Lo Spaccio appartiene a quel breve giro di due anni (1584-1585) in cui Bruno pubblica alcuni dei suoi capolavori, veri e propri testichiave della filosofia moderna: la Cena de le ceneri, il De la causa, principio et uno e il De infinito, universo e mondi; e poi gli Eroici furori e la Cabala del cavallopegaseo. Esso rappresenta un momento di svolta e di profonda rielaborazione dei precedenti programmi filosofici di Bruno, portando infatti ad espressione motivi strutturali del suo pensiero, della sua mente. Un elemento di questo testo viene lucidamente colto da M. Ciliberto, nella sua ricca e ben articolata Introduzione: la decisiva polemica antiluterana che in esso si svolge. La germinazione dello Spaccio, scritto a Londra nel 1584, avviene in una situazione di profonda crisi religiosa e ideale che travaglia appunto l'Inghilterra di quegli anni: Bruno vuole intervenire in questa crisi, in forme proprie, prendendo posizione contro i puritani e proponendo ad Elisabetta il modello politico raffigurato nella persona di Enrico III di Valois, vero «principe cristiano». L'ideale politico di Bruno è quindi quello della pace religiosa, della pace tra i popoli, che è di fatto contrastato dalla politica religiosa dei puritani, di parte di essi. È vero allora che il «lessico» dello Spaccio presuppone il «lessico»dei puritani, ma accanto a ciò si deve rilevare, come fa con molta acutezza Ciliberto, che Bruno risale alla fonte originaria dei «cattivi frutti» inglesi, tornando a Lutero, Lutero con l'angelo del male, con uno di quegli angeli nocentes, che, secondo la profezia, domineranno sanguinosamente il mondo. Gli angeli nocentes si sono ormai incarnati sulla terra e stanno però per perire, in quanto il «signore e padre Dio» porrà «senza dubbio fine a cotal macchia del mondo». La riforma luterana apre così il tempo dell'Apocalisse: e Lutero è la «macchia» che deve essete cancellata per riavere la pace tra gli uomini, per restaurare la giustizia, per ridare un senso alle parole. - «Rovesciamento, Apocalisse, renovàtio sono inscritti nel ciclo universale, e si incarnano in 'figure' polarmente antagonistiche. Bruno e Lutero stanno ai punti OPf>OSti della 'ruota'. Rappresentano luce e tenebre, bene e male, sapienza antica e decadenza ebraico-cristiana.» Quést'ultima osservazione di Ciliberto introduce un altro elemento di riflessione: per Bruno, a differenza del maestro Erasmo, è lo stesso cristianesimo la causa prima della decadenza storico-universale che si chiude con la riforma luterana. San Paolo e Lutero aprono e concludono il «ciclo» del cristianesimo, il punto più basso dell'universale «ruota del tempo». E Lutero rappresenta con i suoi seguaci l'avvento dell'Apocalisse, ma insieme anche il preannunzio della prossima renovatio mundi, che coincide con il ripristino del concetto di giustizia, cioè con laricostituzione dei nessi infranti tra Dio, uomo e natura: al posto dell'asimmetria, dell'opposizione, dell'incomunicabilità affermate • ~{:i•---, ola Mensile del cibo e delle tecniche di vita materiale In questo numero: Cucine, arredi, utensili: 1g1enee sporco in collaborazione con la rivista Modo A. Branzi: Achtung Kilche C. Morozzii per casalinghe riflessive M. Riva: Dopo la rivoluzione • Inoltre: E. Faccio/i: La gola Ìn guerra P. Meldini: Pasticcio alla Borges 48 pagine a ,colori, Lire 5.000 Abbonamento per un anno ( 11 numeri) Lire .50.000. Inviare l'importo a Cooperati\/a Iµtrapresa Via Caposile, 2, 20137 Milano Conto Corrente Postale 15431208 Edizioni Intrapresa al De servo arbitrio, a quella «pedanteria» universale che travaglia anche l'Inghilterra. Servendosi di Erasmo e di Ermete, Bruno dispiega il suo programma filosofico, definendo insieme la situazione generale di crisi del suo tempo, che pretende di capovolgere per la rinascita dell' «antico volto» dell'umanità. La radice di questa crisi sta nella rottura dei legami tra Dio e mondo, uomo e natura. Ciliberto osserva che da tale crisi non si esce, secondo Bruno, «senza ricostituire il linguaggio umano, divino, naturale; senza riafferrare i nessi tra cose e parole, sentimenti e concetti, lingua e natura. Al fondo la renovatio mundi coincide con il ristabilimento della comunicazione tra Dio, uomo, natura». • Ma prima che entrambe (la renovatio mundi e la comunicazione) si realizzino, è necessario che si apra il tempo dell'Apocalisse, da cui soltanto germinerà la renovatio, come sosteneva Ermete. È in . questa .prospettiva che Bruno interpreta la figura di Lutero e il suo programma di riforma etico-religiosa. Ciliberto insiste opportunamente, sulla base di una lunga ed articolata frequentazione dei testi bruniani, sull'identificazione di dalla religione pedantesca di Paolo e Lutero deve subentrare l'individuazione della molteplicità inesauribile delle vie della comunicazione tra l'uomo e Dio, che avviene. sempre sul piano della natura, dell'essere comunicato. In fondo, per Bruno la «decadenza» è la «crisi» della comunicazione umana, civile, naturale: in breve, la «vecchiaia», mentre la giovinezza coincide con il massimo sviluppo possibile della comunicazione. Rovesciando completamente il rapporto tra cristianesimo e sapienza antica, contestando radicalmente i modelli critici delle filosofie della storia cristiana, Bruno delinea questo programma per l'ordine e lo svilup- . po umani: «La renovatio mundi germinerà solo quando si riattiverà la comunicazione umana, divina, naturale; si riscopriranno i linguaggi specifici, e inconfondibili, .della natura e ·della civiltà; si restaureranno le leggi e la magia che, in modo organico e unitario, hanno distinto la luce dell'antica religione prossima a illuminare nuovamente l'umanità. Solo allora il mondo ridiventerà giovane». Giordano Bruno Spaccio de la bestia trionfante introduzione e commento di Michele Ciliberto Milano, Rizzoli, 1985 pp. 307, lire 9.000 Dementia praecox Marisa Fiumanò È un testo classico, tradotto per la prima volta in italiano a ottant'anni dalla sua pubblicazione. È il capolavoro clinico di Bleuler. (Bleuler era il direttore di Jung e Abraham all'ospedale psichiatrico di Zurigo, il Burgholzli, e primario della cattedra di psichiatria della città. Fra i suoi allievi vanno segnalati Biswanger, Minkowski e l'italiano Benedetti). Inventa una categoria nosologica, «schizofrenia», perché: «Il nome finora utilizzato (demenza praecox) è troppo poco maneggevole. Serve solo a denominare la malattia, non i malati. Non se ne può ricavare un aggettivo corrispondente alle caratteristiche della malattia .... Chiamo schizofrenia la demenza praecox perché, come spero di dimostrare, una delle sue caratteristiche più importanti è la scissione delle diverse funzioni psichiche». Il termine di paragone antecedente è Kraeplin, quello coevo è Freud per il tramite di Jung che a Zurigo (all'epoca della stesura di questo testo, pubblicato nel 1911) era suo corrispondente e discepolo dichiarato: «Gran parte dèl saggio, l'ampliamento dei confini della patologia, altro non è che l'applicazione delle idee di Freud alla demenza praecox». Malgrado l'esplicito e dovuto riconoscimento a Freud, Bleuler resta saldamente ancorato alla medicina psichiatrica e non cede un millimetro sulla concezione della schizofrenia come malattia organica, anche se la tesi è indimostrabile e la sua attenzione è catturata più dalle manifestazioni psichiche che dalle cause biologiche della malattia. Misteriosamente, come dimostra il ritardo nella traduzione, questo testo non ha avuto fortuna in Italia. Gli psichiatri, che già conoscevano il Trattato di Psichiatria del 1924 (tr. it. Feltrinelli 1967), finora avevano letto il Bleuler clinico nella traduzione inglese. Il perché di questo ritardo imbarazza anche Luigi Cancrini, autore della presentazione dell'edizione italiana; eppure, sottolinea, l'intento di Bleuler è estremamente moderno giacché si propone di verificare la compatibilità della ricerca psicoanalitica con quella psichiatrica. Ma era davvero questo il suo proposito? Non sottoscriverei quest'ipotesi, anche perché è Freud stesso a smentirla appena qualche anno dopo. In Per la storia del movimento psicoanalitico (1914), pur considerando un successo per la psicoanalisi «la grande opera di Bleuler» sulla schizofrenia, sottolinea la differenza nell'indirizzo di lavoro delle due scuole: Bleuler e Jung non tengono conto della teoria della libido ed oltretutto il primo continua a sqstenere la causa organica della demenza praecox. (È noto che la scissione junghiana si consumò proprio sul dissenso intorno alla teoria della libido). Proporrei invece un'altra compatibilità del Bleuler con la psicoa-. nalisi, rintracciabile non tanto nelle intenzioni, quanto nel materiale clinico che offre ..La patologia che· descrive non è lontana da una nor~ male patologia nevrotica. La dissociazione nelle associazioni di pen-. • siero, manifestazione caratteristica della schizofrenia, in psicoanalisi costituisce la regola fondamentale: è la cosiddetta «libera» associazione. Con questo voglio dire che la compatibilità non va tanto cercata tra la psicoanalisi e la psichiatria di Bleuler, quanto tra la prima e ciò che i malati del sec0ndo suggeriLongo Editore c.p. 431 - 48100 Ravenna Tel. 27026 (ltaly) G. Bovini - C.G. Argan P. Portoghesi - P. Fischer Mosaici di artisti contemporanei Cartoni originali e realizzazione musiva di grandi artisti contemporanei fra i quali: Birolli, Campigli, Chagall, Gentilini, Guttuso, Mathieu, Moreni pp. 72, 34 tavv. col., L. 15.000 Chymica Vannus dell'Alchimia o la scienza sognata a cura di D. Domini con saggio introduttivo di J acques van Lennep pp. 132, 121 tavv., L. 20.000 Il lettore . ;. . d1 protinc1a rivista trimestrale Dicembre 1985, fascicolo speciale dedicato a: RENATO SERRA con inediti di Renato Serra ed Eugenio Montale Scritti di: E. Raimondi, A. Acciani, D. Ceccherini, S. Briosi, R. Turci, A. Pellegrino Ceccarelli, F. Pappalardo, G. Lasala, M. Biondi, B. Brunetti, C. Pedrelli, R. Serra, F. Contorbia. E. Montale (L. 10.000) Fascicolo di marzo 1986: INDICI DELLE SEDICI ANNATE PUBBLICATE - Autori, materie, soggetti (L. 10.000) 6 bertanieditore Via S. Salvatore Corte Regia, 4 37121Verona - Tel. 045/32686 NOVITÀ SILVIO GUARNIERI STORIA MINORE Con illustrazioni di Vico Calabrò ... Ciascuno di noi, durante l'intero corso della sua esistenza, sin dall'infanzia, ha udito riferire o raccontare, dai propri famigliari, dagli amici, dai conoscenti, .da chi ne era stato testimone o da chi li . aveva appresi da altri, - magari tramandati da persona a persona e così svolti, arricchiti, anche deformati, - episodi, aneddoti, battute, riferentesi ai più diversi eventi e momenti, ai più diversi personaggi del passato o del presente, dell'ambiente, della società di cui fa par- .te... Anch'io sono stato e sono deposita- •rio di una tale piccola eredità di episodi, di aneddoti, di battute; alla quale sono andato di tempo in tempo attingendo, col raccontare ora l'uno ora l'altro di essi, a seconda della compagnia e dell'argomento della conversazione; specie quando ne giungesse opportuno il riferir mento, il confronto con un fatto, con un evento presente ... Ecco che [...] mi è venuto il desiderio di riprendere questo che sempre più mi è apparso come un patrimonio da conservare; di disporlo nei suoi diversi momenti, nella sua articolata distribuzione cronologica; e di ancorarlo ad una realtà ... f: (dalla Introduzione) Silvio Guarnieri, nato a Feltre nel /910. ha compiuto gli studi universitari a Firenze dove si è legato in amicizia con gli scrittoridella rivista «So/aria». sulle cui pagine ha iniziato la sua attività di critico letterario.Successivamen1eè stato direi/oredi Istituti italiani di cultura e /euore d'italiano nelle Università'di Timisoara, i~ Romania, e di Bruxelles. Rientrato in Italia. ha• insegnato negli istituti medi superiori e quindi per vent'anni all'Universitàdi Pisa. Ora abita a Feltre. 'RléHIEDETE IL NUOVO CATALOGO 6 bertanieditore

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