importa. Importa invece come è stata ricreata questa immagine, il modo in cui è stata suscitata, che si costituisce anche attraverso il processo di nominazione di personaggi ben presenti al lettore nel mondo reale, a cui sono stati associati"stati intenzionali casualmente e intenzionalmente evocati. Per spiegare quest'ultimo punto bisogna ritornare a Searle e fermare l'attenzione sul suo ultimo libro recentemente tradotto in Italia e intitolato Della Intenzione. In particolare nel capitolo intitolato «Nomi propri e intenzionalità», Searle sviluppa alcuni concetti che possono tornare utili in questa sede. Il libro del filosofo americano si presenta come uno sviluppo del concetto di intenzionalità attraverso vari campi del processo di conoscenza; dalla percezione all'azione, al rapporto dell'intenzionalità con·il cervello, sino alla elaborazione del problema dei nomi propri attraverso una soluzione più sofisticata e articolata di quella già proposta dallo stesso autore in Nomi propri e poi nel libro Atti linguistici. P er comprendere appieno la soluzione che ne dà Searle è necessario fare un passo indietro e riandare ai concetti di Rete e di Sfondo che vengono introdotti e sviluppati da Searle allo scopo di ben comprendere e definire l'intenzionalità. Detto brevemente, la Rete è per Searle una interrelazione di stati intenzionali, definibili secondo contenuto e modo della rappresentazione mentale che contengono. Vari tipi di stati intenzionali, amore, odio, credenza, fede ecc... possono essere intesi come veri e propri oggetti che sono quello che sono, cioè veri stati intenzionali, quando hanno il loro posto in una Rete. Un esempio di Searle in merito spiega che se un attore decid~ di diventare presidente degli Stati Uniti deve avere una serie di stati intenzionali inseriti in una Rete. Deve non solo sperare di farcela ma anche credere, ad esempio, che gli Stati Uniti siano una repubblica presidenziale e non una monarchia, e via di seguito. Inoltre, perché questa Rete funzioni, essa deve essere riflessa verso uno sfondo di stati mentali indifferenziati, composti da pure capacità e possiGennaio 1986 Numero 31 Anno 4 Lire 4.000 propri, il concetto di intenzionalità così come è stato caratterizzato sopra, riesce a dare una soluzione che in parte si differenzia sia dalla teoria «descrittivista» che dalla teoria «casuale» (come le chiama Searle), teoria, quest'ultima, propugnata in particolar modo, anche se con alcune differenziazioni, da Kripke, Devitt e Donnellan. Le due teorie si distinguono in base alle diverse, Scienza Esperienza La salute come busines.s: pubblicoe privatonel sistemasanitario Le fonti dell'eutrofizzazione La sperimentazionesugli animali in Italia Definiamole tecnologieappropriate La doppiamorte Che cos'è procreare? Dal I di ogni mese in tutte le edicole e nelle migliori librerie Editore Media Presse srl - Via ~ino Bixio, 30 - 20129 l\'lilano bilità che permettono poi alla Rete di strutturarsi per dare forma agli stati intenzionali. Quindi da un lato gli stati intenzionali vengono soddisfatti rispetto alla loro posizione nella Rete. Dall'altro, esiste uno Sfondo costituito da «capacità mentali non-rappresentazionali» contro le quali hanno condizione di soddisfazione e funzionamento tutti i tipi di rappresentazioni (stati intenzionali inclusi). Applicato al problema dei nomi anzi opposte risposte che danno alla questione: i nomi propri hanno senso (o sensi)? La teoria descrittivista afferma che il nome ha riferimento e senso perché associato a descrizioni o a grappoli di descrizioni. La teoria casuale, invece, nega che i nomi propri abbiano senso, rifugiandosi nella ricerca di un riferimento che viene dato mercé una catena casuale la quale si diparte dal battesimo iniziale del nome proprio in avanti. Non è il caso, in questa sede, di sviscerare a fondo le due posizioni qui appena esposte. S earle, dopo averle analizzate e discusse, riferisce in proposito questo dilemma: i nomi propri hanno riferimento quando formano condizioni di soddisfazione interne in un modo che è consistente con l'approccio generale all'intenzionalità, oppure hanno riferimento in virtù di qualche relazione casuale esterna? I due termini, interno ed esterno, vanno intesi rispetto alla capacità che è della mente di usare i nomi propri (e in questo senso di renderli interni), piuttosto che essere usati da quelli, adeguando così la mente ad una catena casuale che ha battesimi lontani e che preesiste e funziona linguisticamente nel processo di comunicazione in maniera, per l'appunto, esterna agli stati intenzionali. Prendendo decisamente posizione, Searle dice allora che in realtà l'unica catena che può avere valore è quella che trasferisce il contenuto intenzionale dall'uso di un'espressione al suo successivo, e che quindi è il contenuto intenzionale descrittivista quello che dà senso a un nome. Riprendendo in parte un esempio dello stesso Searle, può allora accadere che in una catena casuale composta da dieçi anelli vi sia un battesimo iniziale che nomina /cosmo/ l'intero universo,' e che in seguito il signor Nove decida di usare la medesima parola, non per definire la stessa cosa a cui ci si riferiva in precedenza, ma per riferirsi alla criniera del suo cavallo (che poi in parte è il reale percorso, qui rovesciato, disegnato dal termine /cosmo/ dal greco antico in avanti). Esternamente nulla sembra accadere, internamente invece sono completamente cambia-. te le intenzionalità. Ciò pare dimostrare che non si può dare alcun processo di nominazione al di fuori della rappresentazione mentale dei fatti od oggetti del mondo evocati dai nomi. Vi deve essere un contenuto intenzionale sufficiente a identificare a quale oggetto o a quale fatto il nome venga associato. In seguito, la pratica di Sfondo che ci consente di usare nomi ci lascia spazio e possibilità per continuare la connessione nome-oggetto, quasi in maniera indipendente. Per tornare al nostro esempio di nominazione letteraria operata da Kaminsky, si comprende adesso che l'autore sembra agire come se avesse da sempre avuto ben chiara in mente tutta la tematica dei contenuti intenzionali associati ai nomi propri. Egli usa i nomi propri riferendosi ad un contenuto intenzionale ben fisso e radicato nella mente del lettore nel mondo reale. Contemporaneamente e surrettiziamente egli man mano cambia il contenuto intenzionale associato ai nomi propri dei personaggi del suo romanzo. Cooper, Hemingway e tutti i numerosi personaggi biologicamenti esistiti o esistenti, acquistano un po' alla volta altri significati semplicemente svolgendo le azioni che Kaminsky ha predisposto per loro, muovendoli lungo i binari della trama del romanzo. Facendo subire a Cooper un ricatto in realtà mai avvenuto, o facendo sostenere a Hemingway una scazzottata mai esistita, Kaminsky ridefinisce e nomina di nuovo quei nomi, aggiungendo descrizioni o, se si vuole, proseguendo e cambiando vecchie catene casuali iniziate nel mondo reale. È questa una peculiarità del romanzo e del racconto; e cioé non tanto di essere ontologicamente fittizio e menzognero, ma, invece, di poter contaminare ad libitum mondi reali e mondi possibili. Qui sta forse una certa difficoltà a definirne lo statuto logico. Montague Rhodes James Tutti i racconti Carmelo Samonà Profilodi letteratura '::s ~ e ~ ""\ oO .... e e ~ C\ <u . ~ ~ <u ~ ~ <u "- ~ o -~ ;:, C.) '::s e "l:S ~ ~ '::s N N .... "- ~ ;.;; ~ .... <u~ <.; .... a.. ... -~ ... "l:S <u = '::s ..., ~ o ~ - '::s -~ e ~ e N ..... '::s ... ~ -~ ~ ~ <u ... <u "l:S ~ <u ... ~ <.; ... ~ vol. I: Racconti di fantasmi di un antiquario lire 1 6.ooo· vol. II: Uno spettro scarno e Altri racconti di fantasmi di un antiquario lire 19.500 Rudyard Kipling Raccontainglo-indiani del misteroe del!o}rrore lire 15.000 Paul Valéry L'ideafissa lire 16.000 ... spagnola lire 16.000 Jervis, Galimberti, Gri.inbaum, Pagnini, Caretti, Fornari L'animae il compasso Saggi su psicoanalisi e metodo scientifico lire 25.000 Charles Dickens La casadeifantasmi lire 6.000
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