Alfabeta - anno VIII - n. 80 - gennaio 1986

Q in Shi Huangdi (221-210 a.C.), il primo imperatore della Cina, divenuto famoso in Occidenteper quella che è ormai considerata la più importante scoperta archeologica del secolo, la sua straordinaria armata di terracotta, ha tra i suoi maggiori meriti la prima sistemazione della più imponente opera muraria della storia, la Grande Muraglia. Non fosse altro che per queste ed altre non meno importanti imprese meritorie, tra cui aver fatto scavare una gran parte di quello che sarebbe diventato il Canale Imperiale, tuttora una delle vie di comunicazione della Cina, il primo imperatore avrebbe dovuto occupare un posto rilevante nella storiografia ufficiale. È stato bollato invece dai suoi successori come «Feng shu ken ru», «Colui che ha bruciato i libri e mandato al rogo i letterati». Qin Shi Huangdi concepì infatti il progetto senza precedenti di riscrivere la storia a cominciare dal suo primo anno di regno e a questo scopo fu costretto a fare tabula rasa della cultura confuciana preeesistente. I letterati confuciani non glielo perdonarono mai, additando al biasimo delle generazioni future non solo il suo nome, ma anche in parte la sua opera più vistosa. Scriveva il poeta Lu Yu (11251209): «Si costruisce la Muraglia con grida roche e tristi/ La luna e la via lattea sembrano basse al suo confronto/ ma se non le toglievano le ossa bianche dei morti/ sarebbero giunte ali'altezza della Grande Muraglia». Fu certamente enorme il tributo di fatica e di sangue pagato per la costruzione di questo gigantesco baluardo, originariamente concepito come linea di frontiera tra il Regno di Mezzo e i cavalieri barbari della steppa. Per attuare il suo progetto megalomane l'imperatore fece deportare trecentomila soldati e contadini, distribuendoli su un territorio di circa cinquemila chilometri, tra montagne e dirupi inaccessibili, dove ogni mattone doveva essere trasportato sulle spalle degli uomini. «Anche oggi, nelle operazioni di restauro», dichiara Li Deshun, capo de~'Ufficio lavori di Bada/in, il tratto più noto e più affollato di turisti, presso Pechino, «siamo co- • stretti a trasportare tutto a spalla, con un grande dispendio di energie e di tempo». Il lavoro di rafforzade in quisquilie. Si fa sfuggire il fatto fondamentale che un discorso è un legame sociale e che l'analisi lega il soggetto al fantasma che attraversa. Perso il filo del discorso, si smarrisce in questioni secondarie, ad esempio se gli analisti debbano essere medici, se il setting divanopoltrona sia intoccabile, quando e quanto si debba agire nel transfert, se l'analisi sia una scienza o una tecnica, se agli analisti gli ci vuole un albo professionale ecc. Chi si arrischia a mettere in parole il discorso analitico deve passare tra Scilla e Cariddi. È preso nella stretta alienante: o fa della sintattica o fa della semantica. Della corrente sintattica, certo più rigorosa della semantica, l'alfiere italiano è Gian Paolo Lai che, dai tempi delle Parole del primo colloquio (Boringhieri, Torino, 1976) fino ad oggi (intervista concessa a Riza Psicosomatica n. 55, settembre 1985), propaganda la «Tecnica senza teoria». Con una sua tecnica, fondata sulla clinica e corroborata dalla teoria degli atti linguistici di J.R. Searle (Boringhieri, Torino, 1976), è in grado di cogliere, sin dalle prime battute, il tema di fonLaGran~m!,JYluraglia mento e di restauro, che si può dire non sia mai stato interrotto per duemilaquattrocento anni, fino alla penultima dinastia, quella dei Ming (1368-1641), alla quale si deve l'assetto attuale, richiede un enorme impiego di manodopera e di mezzi, per raccogliere i quali il governo centrale si è fatto promotore di una campagna a livello nazionale, mobilitando l'opinione pubblica sulla necessità di contribuire finanziariamente alla manutenzione del maggiore monumento .. ,.., , .... 't: ..:....- ,,..v· 1. v. 1 ·1 ,·i 1 .. , ....... Nel salotto di rappresentanza dell'ufficio di Bada/in, oltre al direttore e ad alcuni architetti, si trova anche una delegazione appena giunta da una provincia che conta trenta milioni di abitanti, per consegnare la somma raccolta con le sottoscrizioni. «Ci siamo mobilitati», dice il rappresentante del- /' amministrazione provinciale «per raccogliere fondi in tutti gli ambienti di lavoro. Ci sono state compagnie teatrali che hanno devoluto l'incasso di una serata; mo/- .. :;. •.. -· -<..-::-: '";;· Atleti del paese, che non è l'ultima delle attrazioni che convogliano ogni anno milioni di turisti stranieri in Cina. «Amiamo la patria, restauriamo la Muraglia» è il motto del manifesto che riproduce un autografo di Deng Xiaoping, diffuso in tutto il paese. «La gara di generosità», conferma Li Deshun, «da parte dei privati cittadini, delle organizzazioni di lavoro e delle amministrazioni locali, ha dato risultati superiori ad ogni aspettativa. Abbiamo ricevuto contributi persino da alcuni governi stranieri. Il Pakistan, ad esempio, si è accollato le spese per il restauro di una torre. Un quotidiano americano ha indetto una sottoscrizione tra i suoi lettori e ha auspicato la fondazione di un club per la protezione della Grande Muraglia». do dei colloqui successivi. Lavora con criteri scompositivi (metonimici) non estranei ai metodi della critica musicale o letteraria, quella, per intenderci, che nella famosa ouverture proustiana «Longtemps, je me suis couché de bonne heure» coglie l'anticipazione sintetica di tutta la Recherche. I semantici, invece, spaziano nello spazio teorico aperto da Freud con la questione dell'Altra Scena (scene sessuali, seduzioni, coito dei genitori) e ulteriormente scavato da M. Klein con l'analisi del fantasma, inteso come fatto arcaico che precede il complesso di Edipo. Alla lunga i risultati hanno deviato dalla linea freudiana contaminandosi di psicologia della conoscenza (oggi Intelligenza Artificiale) e di psicologia dell'Io. In America H. Kohut sopravvaluta l'importanza del narcisismo, una questione non sempre chiara in Freud (H. Kohut Narcisismo e analisi del Sé, Boringhieri, Torino, 1976;M. Fiumanò «Edipo e Narciso in Us?», Alfabeta, n. 30, nov. 1981). In Inghilterra D.W. Winnicott distingue un vero e un falso sé, frutto del compromesso tra deboti artisti hanno messo ali'asta le loro opere. Siamo qui per partecipare alla cerimonia ufficiale che la municipalità di Pechino ha indetto a conclusione del primo anno di campagna promozionale». I dieci milioni di yuan (circa sette miliardi di lire) che il governo cinese stanzia ogni anno per i lavori di restauro non sono sufficienti che alla manutenzione ordinaria delle parti frequentate dai turisti, anche se a questa somma si aggiunge il ricavato dalla vendita dei biglietti di accesso e quello dei negozi di souvenir. Chiediamo alcune cifre al direttore dell'ufficio. «Qui a Bada/in lavorano complessivamente sessantamila persone, distribuite nei servizi e nel lavoro di restauro vero e proprio. A questo si dedicano quarantamila operai. In un anno si riesce a restaurare al lezza dell'Io e convenzioni sociali (Gioco e realtà, Armando, Roma, 1974). Già prima, Helene Deutsch aveva elaborato il concetto di personalità fittizia o «come se». Non si può sfuggire all'impressione, che in G.P. Lai diventa critica, che questi analisti, tutti ottimi clinici, concepiscano la psiche dei loro pazienti come una sfera magica in cui leggono il destino delle pulsioni. Indicazioni per superare la magia e rifondare l'analisi come un discorso a più livelli vengono da W.R. Bion che ordina il sapere delle trasformazioni soggettive in una griglia organizzata secondo una scala di complessità di formazioni psichiche e di comportamenti conoscitivi (W.R. Biòn, Trasformazioni. Il passaggio dall'apprendimento alla crescita, Armando, Roma, 1979). N ella recente intervista concessa a Mondoperaio (n. 10, ott. 1985)Cesare Musatti dice che non ci sono più isterici. È vero: non ci sono più gli isterici di una volta con tanto di paresi, anaestesie e altre somaticherie. Di isterico rimane solo il discorso, quello che il sapere, anche sull'analisi, lo massimo un tratto di millecinquecento metri. Quest'anno fino ad oggi ne abbiamo restaurato m_illeduecento metri. Le dimensioni del terrapieno, l'ampiezza e l'altezza del muro sono imponenti e indicano da sole la complessità dei lavori. Il terrapieno misura sei metri e mezzo alla base e si restringe leggermente fino a cinque metri e ottanta centimetri nel punto di transito, l'altezza del muro è di sette metri e ottanta centimetri. Ogni due chilometri c'è una torre, che richiede una manutenzione diversa». Quali sono le principali cause di deterioramento? «Il piede umano», risponde un architetto. «Ogni anno vengono qui due milioni di turisti stranieri e forse il doppio o il triplo di turisti cinesi. I gradini che accompagnano l'andamento montuoso del terreno, per la grande usura, vanno sostituiti ogni due anni. Poi ci sono gli agenti atmosferici, l'erosione del vento accompagnata dal loess, la sabbia fine che leviga e consuma, le infiltrazioni d'acqua nel terrapieno, ecosì via. Quest'anno abbiamo dovuto riparare una torre seriamente danneggiata da un fulmine. Paghiamo inoltre le conseguenze dei continui atti vandalici e delle demolizioni fatte durante la rivoluzione culturale. Prima della campagna di sensibilizzazione lanciata dal governo, molti contadini delle zone attraversate dalla Muraglia venivano a saccheggiare i mattoni, che utilizzavano poi nella costruzione delle loro case. Molti mattoni di epoca Ming, con il marchio di fabbrica della dinastia, un tipo particolarmente resistente, mai eguagliato nei secoli, si trovano ancora nelle costruzioni rurali. Oggi i contadini vengono spontaneamente a restituirli». L'ormai celebre mattoncino grigio, il cui numero sarebbe sufficiente, dicono, a costruire un muro di un metro di altezza che copra tutta la circonferenza della terra, viene oggi prodotto in loco, da piccole fabbriche artigianali. Una considerazione sulla qualità del restauro: non appare troppo «nuova» oggi la parte della Muraglia che è stata restaurata?«I criteri a cui ci atteniamo», spiega uno degli architetti «sono quelli stabiliti dall'ufficio centrale del restauro, in base allo studio dei documenti di epoca Ming. Certo, trattandosi produce. L'insegnamento analitico che oggi ci intriga di più è quello prodotto da Lacan, isterico perfetto, come si definiva, cioè senza sintomi. Un quarto di secolo di seminari ininterrotti, Scritti monumentali, una scuola fondata, disciolta e rifondata, cosa ce ne facciamo dell'im;egnamento di un signore che pretende di reinventare l'analisi come se fosse la prima volta? Il paradigma lacaniano dei tre registri reale, simbolico e immaginario, legati alla borromea, cioè a tre a tre ma non a due a due, è analisi o eresia? Se anche potessimo rispondere non lo faremo ora. Diamo solo la cornice teorica entro cui potrà inscrivere il suo insegnamento il prossimo isterico che vorrà prendere la parola sull'argomento. Di analisi ce ·nesono tante quanti sono i discorsi. In ciascuno di essi -l'analisi· è il momento d'avvicinamento al sapere immerso nel reale. Analisi come approssimazione al reale è il discorso dell'analisi matematica. Cantor costruisce i numeri reali come limiti di successioni convergenti (a differenza di Dedekind che associa i reali a sezioni del cordi opera muraria, per quanto si riproduca fedelmente il colore dei mattoni e della malta cementizia, il restauro, che deve anche garantire l'assoluta stabilità, non potrà che essere un rifacimento. E d'altra parte, se non operassimo questi restauri, in breve tempo resterebbero solo le tracce del terrapieno, come in moltissimi tratti delle zone più impervie». Chiediamo se sarà possibile il recupero integrale de~'enorme costruzione. «È un compito che riguarderà solo le generazioni future. E poi non ha molto senso il restauro totale. Dobbiamo considerare che neppure la sua estensione, comprese le varie diramazioni secondarie, è stata ancora calcolata in maniera attendibile. Le cronache dinastiche riferiscono che la sua lunghezza totale è di oltre seimila chilometri. Ma ci sono errori di calcolo, come abbiamo potuto constatare dai rilevamenti parziali, che a volte sono inferiori di un terzo alle dimensioni reali. A quanto ne sappiamo, la Muraglia potrebbe avere una lunghezza totale di diecimila chilometri! Nel suo lungo viaggio, dal golfo di Bohai a Jiayuguan nel Gansu, attraversa sette provincie e regioni, si arrampica sulla dorsale di due catene montuose e percorre una vasta zona desertica. In alcuni tratti per la sua costruzione sono stati impiegati materiali locali: sassi, sabbia, tralicci di legno e bambù. Una notevole parte della Muraglia non è che un rudere irrecuperabile. Tuttavia negli ultimi anni abbiamo restaurato alcune sezioni di grande importanza strategica e valore artistico, oltre che paesaggistico: Mutianyu, a sessanta chilometri da Pechino, che sarà presto aperta al pubblico e si potrà visitare per mezzo di una teleferica, data l'altitudine; Shanhaiguan, nell'Hebei e Jiayuguan nel Gansu, dove possono già accedere i turisti. L'anno scorso è stato fondato a Shanhaiguan l'Istituto per la ricerca sulla Grande Muraglia, che si occuperà di studiare sistematicamente la grande costruzione e di coordinare i lavori di restauro nei diversi tratti. Contiamo naturalmente, anche per ilfuturo, sul/'aiuto finanziario da parte di tutti coloro che, in Cina e all'estero, hanno a cuore le sorti di un monumento che è il simbolo del duro lavoro dell'uomo». po razionale). Weierstrass formula il teorema fondamentale dell'approssimazione: in un intervallo chiuso e limitato le funzioni continue si approssimano a piacere mediante polinomi. Anche di reale ogni discorso conosce il suo. Quello filosofico sa del reale dell'essere. Il discorso universitario, invece, mira al reale scritto. Agisce il sapere per produrre il soggetto. Ma, poiché l'oggetto del discorso è la scrittura, è l'Altro che parla. Nella scrittura, almeno in quella fonetica, il soggetto è afono. Perciò l'analisi analitica non si può fare per iscritto anche quando è il ritrovamento della lettera. L'analisi freudiana è ~ analisi della lettera perduta nell'a- .s more di transfert. Il suo reale, pro- ~ prio perché la lettera manca, «non t:).. cessa di non scriversi». Così Lacan ~ definisce la categoria logica del- ...._. .9 l'impossibile. Vuol dire ricomin- ~ i;:: ciare dall'analisi logica del discor- s:: Cl,) so. Il reale analitico è l'impossibile. l:>-0 Parola d'isterico. ~ C'è da fidarsi? ~ ~ Cl,) .e ~ - ~

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