.. .. .. .. .. c:::s .s ~ Cl.. 'O ~ ..... o ·- c:::s :! :! ~ Oo ~ ~ c:::s - ~ ..C) ~ - c:::s meno neganti. Anche il tuo diario di segrete carte deve essere micronizzato con il gusto dei tuoi solfeggi atonali, con il rifiuto del boccone, con il volubile dei capitomboli. Riprodurre l'attrito nella competizione sempre più stringata de~'altro che ti erodi a scimmiottare e a schernire barlumi ispessiscono bellezze e pudori, qualità di azzurro. Potresti correre flessuosa sull'erba fra strani effetti geroglifici. Importante è la chiave di vita e di chiarezza per addomesticare le belve con tossine segrete. Individuare la nostra copia fedele la tua infanzia rimbalzante sul ci-là agglomerati di paraparole coincidenti caccauda ocapipì conconghella. È assurdo questo montaggio povero. Narciso muore di stupidità. Spostiamo un po' il riflesso sul pelo dell'acqua increspiamo i cerchi del sasso, invochiamone l'enfasi semantica, tu sai radicalizzare l'afasia della libertà allora le tue domande compiacevano il binario e mi strappano le valvole e le coronarie, sono la tua cattedrale sommersa, giuro che muovono il primo ossigeno del tuo milieu transverbale. Nelle trappole del gioco non acuire la sete maiuscola, non assopirti vai alla festa. Non ritradirti, così mi termopili mi sarcofagi mi barbari mi cerberi, intrecciati alla mia passione non vendermi alla falce. Amplifica la prova poetica «transfigura» sfilacciata in sciarade zodiacali. Nella gonade antica l'arte poetica e il sangue si rifanno speranza ed illusione. Marion~tte si rassegnano nelle opere e nei giorni nel derivarti brucia le scorie psicologiche per un poema sullo spazio nudo e crudo. Il tuo acquario intriga il nondetto allaga il deserto e l'anacoreta in una parodia ermetica eccitante hanno paura di una direzione eccessiva simili al ficton nelle paludi verso sera che non rincorre la luce e si inebria in fusi oscillanti di vertigine. Riproponi dalle quinte la fandonia palliativa e chimere exanguinotrasfusioni. Già placentata ti avvertivo sintagma anarchico, le figure neonate alludono con brio al cipresso al budda al gabbiano ferito, gracile miniatura catastrofica. Mi ha sempre sedotto la tua farsa seriosa e girovaga ci rendi colpevoli delle strategie, irridi l'abisso contingente e la nostra disponibilità ti stupisce la rieducazione aleatoria non vuoi rivestirti baby. Il tratto di un pensiero delira fra tanti oggetti, l'occhio perde sguardo e parola ,, assolvi sempre il libro della storia, ti privilegio di ansia euforica per affascinarti benché mi ritrovi registrazione senile con solchi e angectasie. Per fortuna vieni dal nulla e vi ritorni, dal paradigma privilegiato sembrerebbe piuttosto subito. Non so se a torto o a ragione negandoti. Non basta neppure questo, non piace più la disgregazione. Vorrei con schlegel suddividerti impastarti in PAROLA FORZA LUCE in levitazione incantevole se tu levassi il capo oltre l'aria la matrice del senso affinerebbe che cosa e come vedere, la filosofia della persona, i trucchi del segreto, il lavoro delle apparenze. Il santuario alla fine ti stranierebbe in citazioni fondamentali sulle rive della luce. Mostrine bottoni e gingilli sono tasselli vischiosi, sterili esibizioni non disperdere il logos, collega il chiaro di luna prediletto al desiderio di armonia interstiziale, non anticipare il sospetto, vale la pena che ascolti l'insoddisfazione per l'esperienza la dislettura virtuale. Tutto accade nulla si perde e nel toccare la polvere non temere macchie smarrimenti l'andare delle cose nello scafo, concediti alla linea pura, al flusso femminile squisitamente creativo. L'enigma da intendere ci perde nel labirinto, ingrediente di un brodo spinello trapezio di pietre dure feticcio del falso i colletti d'acciaio equilibrano l'acqua pesante, tu e noi dobbiamo scendere oltre il centro «prendi due misure di sale marino e macinalo con un mulino a mano, recitando spesso la preghiera fino a che non ti appare il dio ... tu non temere sei comunque al sicuro con la protezione che io ti rivelerò» e conservare qualche sigla per scartare nell'aria. Esci dalla viscosità per altri fronti. Le soluzioni non soddisfano, forse oltre portata, ma il conflitto è già un impegno debole citoclesico più vicino all'universo primordiale nel suo stupendo quadro di inflazione e quanto se ne osserva è solo una piccolissima parte forse sorta dal nulla. Riprodurre in noi questo evento di energia, il tuo globo di fuoco eidetico accesissimo si scolma alla periferia del tesoro nascosto ove si spegne l'arcobaleno. Il tuo nanosecondo non sorpassa la fiaccola della distanza-orizzonte e·devi stravolgere la densità piatta e rendere il tuo spazio aperto una curva dalla capienza infinita la simmetria spezzata ci imperfeziona, ma tu devi mantenere sistole e diastole e lo stile potenziale del falso vuoto. L'istante incompreso della creazione è forse la causa apprensiva del caos, un nulla singolare una folgorazione della energia totale. Per la rosa che ieri languiva affronta i sentieri delle domande e il mare che sopra si richiude anche nel timore di aree sconosciute e che ti ignorano. Riassumiti nelle mille vibrazioni midollari mentre abbocchi all'impermanenza ti riporto il cestino delle fragole e il grande lupo al guinzaglio ammansito con vincoli insostanziali quali il baffo felpato del gatto, il rizoma di una montagna, l'escieato di un uccello, la ventilazione di un pesce, mostra i denti per infor_martisulla carie non vuole destarti paura e lingua biforcuta. Il presente melmoso rimedita e ritratta la freccia fra terra e cielo. Qualcosa di caldo e nutriente una manna per non afflosciare. Nelle tane bivaccose riconcilia le desquamazioni, le caviglie tumide, le depressioni, il poco fegato in sosta, fuma • il lume endocrino della parola, il rumore complice la cecità dell'esaurimento. In intimità ridirti le nozioni patologiche con salti di amnesia per non offenderti, sottrarti alla sclerosi mesangiale e rinverdire accuratezza sensibilità e specificità. Ti ripropongo i precetti per l'educazione ali'aria detersa del Principe Infante del millecinquecentodiciannove « ... l'huomo in essa s'indura alle fatiche, s'esercita per luoghi disastrosi, sta al sole, sprezza le piogge, rompe le nevi, non cura i venti, corre, avventa dardi e zagaglie, avvezza gli occhi e il cuore al sangue, si spoglia di ogni tema, s'infiamma di nobil ira, destasi dal sonno per tempo al suon di tromba, si scorda delle morbidezze, divien robusto disprezzato, de gl'agi». Sorridi sdegnosa ambretta, l'oroscopo de Il Giorno due settembre 1984 dei pesci, mio segno illusorio, scherza accanto al bateau di debussy del terzo programma «... certe cose riescono solo a voi, proprio perché solo voi sapete strappare dalle fauci della vita le uniche cose che debbono essere strappate». Bagnavo il letto di notte nel profumo più buono di mia madre, bevevo il caffelatte alla sveglia senza panna, chiedevo il sale per la coda del passero sul filo elettrico, tentavo la sagoma della tua splendida cicogna o altro limpido mandato del tuo destino. Quasi per empatia il messaggero che ho sempre sventato, la scala armonica viziata e adorata oggi scombussola nell'oro-cancro tuo segno « ... dove va l'avvoltoio de~'aggressività idiota e dell'arrivismo cieco? Non permettete che si cali nelle vostre praterie e carpisca le pecorelle della creatività della bellezza e della gioia di vivere che sono vostro unico e indiscusso patrimonio ... in amore il fuoco sacro non si è spento». Vorrei rifarti al pianoforte la piega ed ogni sistema seducente nelle note amletiche di tanti notturni, ma il telefono a vuoto spinto paralizza la volta del mio corso, tentenna la nostra religione, lo schema d'occidente
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