Alfabeta - anno VII - n. 79 - dicembre 1985

[i]Novità Marsilio Alvise Sapori STAR2 Dive, divi, divismo nella Hollywood degli anni quaranta pp. 248 con 240 ili., L. 42.000 Luigi Barzini DA PECHINO A PARIGI IN SESSANTA GIORNI La metà del mondo vista da un'automobile Un'automobile, un giornalista e sedicimila chilometri: il più avvincente reportagedi viaggio del Novecento pp. 360 con 200 ill., rilegato, L. 90.000 Donato Riccesi GUSTAVO PULITZER FINALI. IL DISEGNO DELLA NAVE L'architettura del transatlantico dall'artigianato all'industria! design nelle opere di un grande architetto della Trieste del '900 pp. 232 con 300 ill., rilegato L. 70.000 • Giuseppe Berto GUERRA IN CAMICIA NERA Alle origini del male oscuro: l'eroismo della sconfitta pp. 240, L. 18.000 Neri Pozza PERSONAGGI E INTERPRETI Uno scrittore di fronte ai protagonisti dell'arte del '900 Premio Settembrini 1985 pp. 232 con 18 ili., L. 15.000 & Ovidio I COSMETICI DELLE DONNE a .cura di Gianpiero Rosati con testo latino a fronte Il più antico elogio dei cosmetici della civiltà occidentale pp. 104, L. 12.000 Sergej M. Ejzenstejn TEORIA GENERALE DEL MONTAGGIO a cura di Pietro Montani saggio introduttivo di Francesco Casetti li montaggio come cifra del mondo. Un libro rivelatore e segreto pubblicato in prima edizione mondiale pp. 468 con 55 ili., rilegato, L. 50.000 Gianfranco Bettetini L'OCCHIO IN VENDITA « Verità» e persuasione nella comunicazione audiovisiva pp. 138, L. 14.000 -.. ,.~ -~tf'':i' --,;·- Quatremère de Quincy DIZIONARIO STORICO DI ARCHITETTURA a cura di Valeria Farinati e Georges Teyssot La teoria architettonica neoclassica dell'ideologo delle belle arti nella Francia del primo '800 pp. 448, con 114 ili., fuori testo, L. 40.000 G. C. Leoncilli Massi LA COMPOSIZIONE. COMMENTARI Il progettare è arte del comporre. L'architettura torna a essere pensiero pp. 184 illustrate a colori, L. 25.000 ciologia (che svolse un ruolo importante nella formazione di tutti questi filosofi). Ma, sempre secondo Rochlitz, si può notare qui anche l'ambiguità del ruolo dell'estetica: accompagnata da forti istanze etico-normative (l'arte permette ancora una comunicazione di soggetto e oggetto, pur nella forma della dissonanza) e profondamente legata alla diagnosi di filosofia della storia relativa alla crisi e alla negatività del presente, la forma di conoscenza e di ragione più concreta assicurata dal momento estetico finisce per assumere uno statuto provvisorio. Per esempio, il saggio, teorizzato dal primo Lukacs in rapporto diretto alla crisi del sistema e alla sua incapacità di render conto del particolare, non rappresenta che una forma espressiva valida in attesa del nuovo sistema, cioè della redenzione. Proprio intorno a questo problema si assiste a una maturazione importante della forma estetica della filosofia. Ponendo il problema dei limiti della conoscenza razionale, l'estetica apre sempre più la filosofia all'esperienza vissuta e in particolare a una riformulazione di grande portata del rapporto soggetto-oggetto. Un soggetto non più compatto, colto nei suoi aspetti chiaroscurali e ombreggiati di affettività, si apre a un reale che a sua volta non presenta più un'ordinata sequenza di fenomeno e noumeno, apparenza e essenza, ma sembra. quasi essersi raggrumato in una superficie tutta visibile e apparente e ad un tempo così frastagliata, stratificata di immagini, figure, finzioni da richiedere una costruzione anche solo per essere percepita. Si tratta qui di un punto decisivo: Bloch (in Tracce, 1930, e in Eredità di questo tempo, 1935) e Benjamin nei suoi scritti su Parigi degli anni '30 forniscono una chiave di lettura della realtà contemporanea come allegorizzazione, intrico di forme e figure che rinviano oltre se stesse. Ed è chiaro che in questa prospettiva il pathos metafisico dell'estetica viene superato, in quanto balza in primo piano la crisi dell'autonomia dell'opera d'arte nella società di massa, la nascita di un'estetica della merce (Benjamin) in cui l'arte diventa merce e la merce opera d'arte. Gli anni '20, con il passaggio dall'espressionismo alla nuova oggettività, diventano, come ha sottolineato Gérard Raulet, il punto focale di questo sviluppo. Se estetica è «andare alla cosa stessa», si impone allora il problema dell'oggetto, delle sue forme e delle sue molteplici stratificazioni di senso: come diceva Bloch in Eredità di questo tempo, non bisogna perdere nell'oggetto (Gegenstand) il senso della «cosa stessa, la nostra questione», giocando sul duplice significato del termine tedesco Sache. Proprio questa tensione è estremamente rappresentativa del momento in cui l'immobilizzarsi _:·dellecontraddizioni con il nazismo e il venir meno dell'inquietudine attivistica degli anni della rivoluzione russa portano al fissarsi teorico delle dimensioni della rottura, dell'interruzione, della cristallizzazione, a mettere in definitiva in discussione la struttura di un pensiero rivolto in avanti, nutrito dalla tensione al futuro. Molto significativa a questo proposito è la maturazione della teoria blochiana dell'oscuro dell'istante vissuto che, definita in Spirito dell'utopia (19-18, 1923) «metafisica della nostra tenebra>>,negli anni '20 e '30 riceve la formulazione, poi sistematizzata in Principio speranza (1955-59), di teoria di una temporalità discontinua. Come ho svilupP.atonella mia relazione al convegno di Cerisy, l'hic et nunc, il presente vissuto, lungi dall'essere hegelianamente astratto inizio, diventa in Bloch ritorno, caduta, salto nella presenza, acquisisce il carattere di un'esperienza vivente, concettualmente non obiettivabile, data la sua origine affettivo-immediata, ma articolabile in termini sensibili-immaginativi, attraverso simboli, metafore, narrazioni. L'attimo vissuto diventa così una sorta di superficie di attrito, una situazione differenziante e dinamica (viaggio, narrazione, sogno) che mette in discussione la presunta continuità o spontaneità dell'e- · sperienza e fa emergere le fratture interne all'io medesimo. La forma dell'esperienza diventa una formatensione verso l'interno e verso l'esterno, del vicino e del lontano, del prima e del dopo. Struttura analoga hanno le immagini di pensiero (Denkbilder) di Benjamin, nonostante la diversa collocazione nell'ambito della filosofia della storia. Compare qui il significato di fondo della svolta estetica della filosofia: l'estetica diventa modello dell'esperienza storica, in quanto permette, costruendone miniature o drammatizzandola mediante la sovversione dell'ordine consueto dei modi temporali, di penetrarne l'opacità. Si può così parlare di un'ultima possibile fondazione della filosofia della storia (Raulet), in quanto, più che essere un'alternativa alla reificazione, l'estetica diventa una forma di costruzione del senso in un'epoca incui non si può più parlare della sua sostanzialità, tantomeno della sua -raggiungibilità. Stéphane Moses, che ha presentato a Cerisy un esemplare intervento su Benjamin, ha ricostruito in questi termini l'estetica come modello di intellegibilità e di instaurazione di un rapporto non causale tra gli avvenimenti. Riferendosi in particolare alla Premessa gnoseologica al Dramma barocco tedesco, egli ha notato che le opere d'arte si sottraggono alla successione, ognuna di esse è qualcosa di nuovo e si situa in una zona di temporalità autonoma. Ne risulta una visione della storia come serie discontinua di unità e dotata di una pluralità di centri (ogni opera, ogni fenomeno sociale è centro di intelleggibilità autonoma). L'idea di allegoria è a questo riguardo fondamentale, poiché combina livelli di temporalità diversi. In questo modo, soprattutto, il momento della durata viene introdotto nel flusso: la costruzione della storia a partire dal presente ne fa una galassia di eventi unici e irripetibili contro la relativizzazione storicistica. Tali premesse incidono sulla stessa struttura della conoscenza: la ricerca della verità si modella sull'opera d'arte, che diventa archetipo della verità in quanto restituisce, goethianamente, un fenomeno originario, mai indipendente dal fenomeno concreto. La verità si commisura inoltre alla pluralità delle esperienze artistiche: essa non si costituisce mediante un procedimento analitico graduale, ma è data d'un colpo come discontinuità originaria, apparizione della totalità in un fenomeno particolare, mentre il discorso filosofico si alimenta di segni, di immagini, più che di concetti. Se si vogliono accogliere le molteplici suggestioni che derivano dall'approfondimento del momento estetico della filosofia, occorre fissare l'attenzione sul fatto che, allorché l'estetica, come si è visto, appare una peculiare declinazione delle problematiche del senso nell'epoca della sua crisi e dispersione, essa diventa organo del nonliquidato, dell'irreconciliato, di ciò che è eccentrico e non-contemporaneo. E ciò tanto più se si pensa all'atteggiamento di Bloch, di Benjamin e della loro generazione verso il disincanto, la Sachlichkeit, la freddezza della tecnica, in una parola, verso le forme della civiltà moderna reificata e razionalizzata. Rileggendo «a contrap~ pelo» il capitolo sull'ornamento di Spirito dell'utopia di Bloch, rileggendo cioè un tema che può avere molti collegamenti con la postmoderna rivalutazione dell'ornamento, Raulet ha inteso confutare qualsiasi interpretazione della posizione blochiana in termini di rifiuto neoromantico della tecnica. Al contrario, l'interesse blochiano per le arti plastiche e l'architettura legittima la ripresa di un'aspirazione utopica e critica verso l'esistente, una riassunzione del problema della reificazione (e quindi una critica dell'ornamento eclettico e storicistico in nome di un ornamento della liberazione). E ciò è possibile se il vuoto, la razionalizzazione della tecnica vengono letti come fantasmagorie, forme, figure in tensione, totalità parziali e spezzate al cui ipterno - all'interno cioè del loro materiale, della loro natura di oggetti storici, prodotti in primo luogo della tecnica - si svolge una dialettica concreta di spirito e natura, di utilità e _bellezza. Questo discorso è sostenuto (cfr. lo scritto di Raulet nel volume su Weimar, dal titolo Moderni epostmoderni) dalla volontà di recuperare uno _statuto dialettico della rottura, la cui forma può essere quella di una totalità, secondo l'espressione di Bloch, autoiconoclastica, capace cioè di interrompersi, di frantumarsi: di questo tipo è la forma-schizzo o forma-esodo (Auszugsgestalt), il cui carattere simbolico non può però • più essere garantito, come in Bloch, da un riferimento unitario di senso. L'ermeneutica blochiana del reale in termini di linguaggio simbolico-allegorico, la sua appli- • cazione della «funzione utopica» dalle ideologie agli archetipi fino agli ideali può pertanto valere come modello di interpretazione della realtà attuale: ogni costellazione provvisoria e frammentaria può così apparire-una totalità dal punto di vista del suo essere formata, del suo essere una condensazione di senso in ogni caso parziale e in radicale contrasto con la realtà. costa&nolan Philip J ohnson Verso il postmoderno Genesi di una deregulation creativa Nina Kandinskij Kandinskij e io presentazionedi Pontus Hulten_ Gillo Dorfles La moda della moda Hubert Damisch Teoria della nuvola Per una storia della pittura Vito Russo Lo schermo velato L'omosessualità nel cinema .Calvin Tomkins Vite d'avanguardia Cage Castelli Christo Cunnigham Johnson Warhol Reyner Banham Los Angeles L'architettura di quattro ecologie presentazionedi Vittorio Gregotti Standish Lawder Il cinema cubista Dick Hebdige Sottocultura - Il fascino di uno stile innaturale Edizioni Costa & Nolan Genova Via Peschiera 21 rei. (010) 873888/9 Distribuzione in libreria Messaggerie Libri Longo Editore c.p. 431 - 48100 Ravenna Tel. 27026 (ltaly) Ezio Raimondi - D. De Robertis Fausto Curi - Cino Pedrelli Renato Serra. Il critico e le responsabilità delle parole pp. 160, 33 ili., L. 16.000 Con inediti Serriani A. Corsaro - M. Verdenelli Bibliografia campaniana (1914-1985) Con un'appendice di contributi critici pp. 144, L. 18.000 Gerhard Rohlfs • Dizionario storico dei cognomi in Lucania pp. 236, L. 30.000 Franco Mosino Glossario del calabrese antico (sec. XV) pp. 288, L. 30.000 Donatino Domini Giochi a stampa in Europa dal XVII al XIX secolo Con LXX tav. a col. e bn., carta vergata, L. 38.000 •L 1e~tl'•r~ .. ··•- .. ~ • . ~· . d I pro,incta rivista trimestrale Dicembre 1985, fascicolo speciale dedicato a: RENATO SERRA con inediti di Renato Serra ed Eugenio Montale Scritti di: E. Raimondi, A. Acciani, D. Ceccherini, S. Briosi, R. Turci, A. Pellegrino Ceccarelli, F. Pappalardo, G. Lasala~M. Biondi, B. Brunetti, C. Pedrelli, R. Serra, F. Contorbia. E. Montale

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