Alfabeta - anno VII - n. 79 - dicembre 1985

Nel laboratorio della letteratura G li anni Venti sono il periodo di maggiore sviluppo del formalismo russo. Dall'analisi del fatto letterario considerato nel suo specifico, come universo chiuso, si passa, seppure non linearmente, al concetto di sistema, in cui la letterarietà non è che una delle serie, seppure determinante, della struttura complessiva dell'opera: su questa agiscono anche serie extraestetiche. L'allargamento dell'orizzonte di indagine ebbe una parte non indifferente nella formulazione di questa più matura visione delle cose. Nel 1928 Jurij Tynjanov e Roman Jakobson pubblicano sul Novyj Lef un intervento in cui sottolineano il superamento del primo formalismo. «La storia della letteratura - essi dichiarano - è strettamente connessa con le altre «serie storiche». Ogni serie è caratterizzata da particolari leggi strutturali. Se non si conoscono queste leggi è impossibile fondare un rapporto fra la serie letteraria e altri ordini di fenomeni culturali. È un grave errore metodologico quello di studiare il sistema dei sistemi quando s'ignorano le leggi interne di ogni sin~olo sistema». E facile vedere quanto queste considerazioni si avvicinino alle successive formulazioni del Circolo linguistico di Praga, gruppo alV. Sklovskij a Ju. Tynjanov l'interno del quale, del resto, Jakobson ebbe importanza non trascurabile. In realtà questé posizioni, in germe, possono essere rintracciate già in precedenti lavori di Sklovskij e di Ejchenbaum. In Tret'ja fabrika (La terza fabbrica, Mosca, 1926) Sklovskij si riconosce colpevole di aver ignorato la «serie extraestetica»: «I mutamenti possono avvenire e avvengono nell'arte a causa di elementi extraestetici, sia per l'influsso di un nuovo linguaggio sul linguaggio preesistente, sia per l'insorgere di una nuova esigenza sociale» (pag. 96). In un articolo del '27 Ejchenbaum introduceva il concetto di literaturnyj byt (costume letterario, o quotidianità letteraria). Il termine indicava un gruppo di problemi come il rapporto tra artista e pubblico, le condizioni di lavoro dello scrittore e quelle del mercato letterario, ecc. In questa maniera Ejchenbaum cercava di trovare un legame concreto tra letteratura e sociologia, là dove le considerazioni di Sklovskij erano forse più influenzate da un intento compromissorio con la critica marxista ortodossa. In ogni caso la seconda metà del decennio porta con sé la crisi del movimento. Da un lato le spinte centrifughe, dall'altro le crescenti difficoltà causate da motivi storici ben noti, conducono alla frammentazione delle posizioni, allo sfaldamento ed alla ritrattazione delle tesi, anche delle più produttive. Famoso è il monumento che Sklovskij eresse in onore della sua abiura: Pamjatnik naucnoj osibke (Monumento ad un errore scientifico, Literaturnaja gazeta, 1930). Sklovskij era emigrato a Berlino nel '22 per sfuggire ad un processo. Cominciò così a tenere una fitta corrispondenza con i suoi «amici e compagni» Tynjanov ed Ejchenbaum, pietroburghesi. Una volta tornato in patria, alla fine del '23, si trasferì da Pietroburgo a Mosca, così la corrispondenza con gli amici continuò fitta per diversi decenni. Quasi contemporaneamente alla morte di Sklovskij, nel dicembre dell'84, la rivista Voprosy literatury ha pubblicato una scelta di queste lettere, purtroppo afflitta da numerosi tagli. Una parte di quelle che qui presentiamo riguardano gli anni '28 e '29. Vi sono testimoniati gli sforzi per una rifondazione della scuola formalista, il lavoro comune di Tynjanov e Jakobson a Praga, le successive polemiche metodologiche. La seconda parte è assolutamente disomogenea. Ci sono un paio di lettere degli anni Trenta, nelle quali si avvertono ancora gli echi di una polemica tra Sklovskij e Tynjanov riguardo la redazione delle opere di Chlebnikov. Tynjanov muore nel dicembre del '43, in piena guerra. Sklovskij scrive ad Ejchenbaum: «È finita la vita di un amico. Io e te siamo in due». Le altre lettere parlano del terribile dopoguerra, di una visione consapevolmente globale del tempo trascorso, del nuovo vigore degli anni Cinquanta. C'è ancora un motivo, però, per cui questi testi sono interessanti. Nei primi decenni dell'800 il circolo letterario «Arzamas», cui appartenevano Puskin e Vjazemskij, era impegnato nella creazione di un nuovo linguaggio letterario. Questo nuovo linguaggio fu trovato nella forma epistolare. Scrive Tynjanov: «Nelle lettere furono scoperti i fenomeni più duttili e necessari, che avanzavano nuovi principii costruttivi con una forza inconsueta; l'incompiutezza del discorso, la frammentarietà, le sfumature, la piccola forma 'familiare' della lettera motivano l'introduzione delle minuzie e dei procedimenti stilistici, contrapposti ai procedimenti 'grandiosi' del secolo XVIII. Questo materiale necessario era extra-letterario, si trovava nel costume» (A vanguardia e tradizione, Bari, 1968). La rivoluzione del '17 aveva portato in primo piano l'interesse per forme letterarie legate alla realtà. In quegli anni si gonfiò a dismisura un filone «memorialistico», con la guerra civile come sfondo: la rivoluzione era un enorme serbatoio di materiale letterario. Attorno alla metà degli anni Venti i formalisti incoraggiavano la nascita di un nuovo genere, strettamente legato alla realtà quotidiana. Il rinnovamento della letteratura russa, a loro parere, doveva passare per l'assimilazione di forme tratte dalla quotidianità: le memorie, la lettera privata. È in questo contesto che vanno considerati Viaggio sentimentale e Zoo o letterenon d'amore di Sklovskij, rispettivamente libro di memorie ed epistolario. Così almeno li considerarono sia Tynjanov che Ejchenbaum nel 1924. Scrive Sklovskij: «Non si può scrivere un libro alla vecchia maniera. (... ) Abbiamo introdotto nel nostro lavoro l'intimità, chiamata per nome e cognome per quello stesso bisogno di un nuovo materiale nell'arte» (Zoo o lettere non d'amore, Torino, 1966). L'attenzione dedicata dai formalisti al genere epistolare fu dunque grande. Sarà per questo che leggendo queste lettere si ha a tratti l'impressione di sbirciare il materiale grezzo di un'opera letteraria, di penetrare nel laboratorio di un gruppo di creatori di letteratura. Fabio Squillante (Settembre-inizio di ottobre del 1928) vazione che le sue strade somiglia.,noa stanze, esaurisce il problema. Perfettamente simile. E addirittura difficile capire, guardando una casa, se il lato visibile della parete sia quello esterno o quello interno. Ciò è ancora più evidente d'estate, con i fiori, i tavolini davanti ai caffè e la città profumata non si sa se di fiori o di gelato. (... ) limite della mia ignoranza. Ho scritto per la seconda volta il soggetto di Vazir-Muchtar e ne sono soddisfatto. Ho esaminato passo passo il tuo lavoro su Griboedov, confrontandolo con il materiale. Hai un ottimo metodo di lettura del materiale. Caro Jurij, di fatto adesso sto scrivendo di te. La linea arcaista nella letteraturaè la linea della letteratura comparata e, per così dire, d'inerzia. L'arcaismo è legato alla parodia, e la maniera letteraria de~'arcaista J urij Tynjanov consiste nel superamento del carattereparodistico, cosa evidente soprattutto nel lavoro su Paskevic (1). lo scriverò su Matvej Komarov (2) e ancora una volta ti propongo molto seriamente di scrivere insieme un qualche lavoro. Prendiamo, ad esempio, il libro: il Ilf' secolo. Mi annoio, immalinconisco, non riesco ad esser capriccioso, scrivimi la tua opinione sul mio libro su Lev Tolstoj (3). (... ) V. Sklovskij a Ju. Tynjanov (15 novembre 1928) Caro Jurij, ho ricevuto la tua seconda lettera. Ho dato un'occhiata a tutto il materiale per Vazir-Muchtar( 4). Il tuo romanzo è buono e costruito in modo inconsueto ma, certamente, il materiale smontato appar_ediversamente. Hai il modo di parlare di un avvocato. E riuscita bene la letterarietàdi Griboedov. Senso di responsabilità per il lavoro. Scrivo la sceneggiatura, intanto prepa- . ro il soggetto. Farlo non è facile, a causa dell'abbondanza di materiale. Ho l'impressione che il soggetto sarà peggiore del romanzo. Scrivimi a questo proposito lettere compassionevoli. . Il Lef si è sfasciato. (.. .) Io uscirò da ciò che ne rimane. Se abbiamo bisogno di un raggruppamento, sarebbe bene dare alla nostra amicizia carattere ufficiale e richiedere uno spazio nella federazione (5) e un giornale. Per quanto sia strano, si può fare. La simpatia delle grandi masse è dalla nostraparte. Medvedev ha pubblicato il libro Il metodo formale nella critica letteraria, introduzione critica alla poetica sociologica. Tutto sommato si ferma ne~'anticamera. La tua unilaterale definizione di Berlino, e cioè l'osserE stato da me Polivanov, strano, inquieto, fantasioso, malato. A casa dorme con la moglie su una pelle d'alce. I manoscritti in un angolo. Il cane ringhia agli ospiti, pensando siano ladri. Di letteraturae di Polivanov Ven'ka (6 ) capisce meno di quanto un gonococco non capisca di medicina. Scrivimi, tenere una corrispondenza è una buona occupazione. (... ) Bacia da parte mia Roman Jakobson e raccontagli tutto nei dettagli. I soldi, a me, arrivano sempre domani. Compra una copia di Zoo (7), e con quella vai a visitare qualche posto di Berlino - fallo per me. Scrivi da ogni ufficio postale, scrivi che cosa succede nella scienza tedesca e se non si possa far uscire da loro un libro su di noi per istruirli, altrimenti resteranno indietro. Ti bacio forte, ali'originale ho apposto la firma. ... V. Sklovskij a Ju. Tynjanov (27 novembre 1928) Caro Jurij, questa è la seconda lettera che ti scrivo, non so perché tu non le riceva. Lavoro sul llf' secolo, leggo romanzi cavallereschi russi ed ho comprato Ostalopov (8). ( ... ) Il Lef è crollato, o meglio, Majakovskij l'ha sciolto per raccoglieresulla porta un nuovo raggruppamento. Ho ricevuto una lettera di Roman Jakobson, una lettera molto bella, scrive che si sta verificando non una crisi del formalismo, ma una crisi dei formalisti, ciò non è privo di arguzia, ma tu mettiti d'accordo con lui. Noi siamo pochi e di quelli come lui non ce ne sono. Bisogna stare insieme e lavorare insieme, bisogna pubblicare una raccolta teorica al massimo e della massima qualità sulle posizioni comuni. Gli articoli si trovano presso di te, Roman, me, e forse Polivanov. Il mio idillio con Osja (Brik, ndr.J è finito. Scrivo il libro su Komarov, sento già nel llf' secolo il Oggi è il 27 novembre, il futuro non è chiaro, so che presto arriverà dicembre. Ti bacio. V. Sklovskij a Ju. Tynjanov (5 dicembre 1928) Caro Jurij. (... ) Quando arrivi? Scrivimelo immediatamente. La mia proposta r(!alenel dato momento è la seguente: presta attenzione. E crollato il Lef Alla «Federacija»si sono liberati cinque posti e un certo numero di fogli. Tu torni, ci raccogliamo nell'Opojaz o in una società sotto nuovo nome. I componenti della società: io, te, Boris (il suo libro su Tolstoj non mi piace), Roman Jakobson, Jakubinskij, Sergej Bernstejn, ciò che resta di Polivanov, magari Tomasevskij e la giovane generazione, da non invitare subito. E così, ridotti all'osso, suoneremo a raccolta. Otteniamo un posto alla «Federacija»come gruppo autonomo, diciamo due raccolte l'anno, e cominciamo a pubblicarle. Noi siamo in aumento, questo è sicuro. Nei VUZ (Istituti superiori, ndr.J i circoli dei formalisti sono molto forti e, purtroppo, sono fermi al nostro punto di vista antidiluviano. Faremo risorgere la nostra intelligenza collettiva. Parliamone con Roman. (.. .) Bisogna stabilire legami con l'Occidente, garantirsi anche solo con continue recensioni dei nostri articoli. Mi sono ammalato per il troppo lavoro, ma mi sono già ristabilito, dato che tutto sommato sono una persona elastica. Da quando sei assente non sono stato neanche una volta nella città di Leningrado, il che dovrebbe persino commuoverti. (... ) • Il soggetto è finito. Scrivi, quando sarai arrivato, ho una gran voglia di mostrarti la sceneggiatura. Certo l'ideale sarebbe che tu, arrivato a Piter (Pietroburgo, ndr.J, non cominciassi ad annullare la continuazione della tua vita

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