Alfabeta - anno VII - n. 79 - dicembre 1985

ve per salvare la vita degli ostaggi, nella speranza che alla fine non debba pagare l'intero riscatto. A sua volta anche il dirottatore vorrà ·negoziare, ad esempio per stabilire il luogo in cui i prigionieri verranno liberati, ecc. Di conseguenza il minimo M nella fase I si sposterà gradatamente a sinistra verso il minimo N nella fase II. Per controbilanciarlo comparirà un secondo minimo in n che rappresenta un atteggiamento presente nel profondo della mente del dirottatore t-.. per il quale egli sarà pronto ad uc- ~ cidere un ostaggio se diventasse s:: necessario. L'aggressione totale ·t del dirottatore non diminuirà ma verrà divisa in modo bimodale tra N e n. All'inizio egli adotterà l'atteggiamento N perché il livello di N è inferiore a quello di n, in altre parole è meno rischioso. Se però la vittima prevaricasse il dirottatore, sfruttandone l'apparente ammorbidimento, questi potrebbe ~ allora punirla uccidendo un ostag- i gio. Ad esempio durante il dirot- ~ tamento di Mogadiscio del 1977 il u n - ordinario inate e di dirottatore uccise improvvisamente il pilota a sangue freddo come ritorsione e avvertimento nei confronti del servizio di sicurezza. Un così rapido cambiamento di atteggiamento si può spiegare con la sequenza dei grafici illustrata nella figura 2. In questo momento l'atteggiamento «negoziare» N sta diventan- .. do gradatamente più rischioso perché il dirottatore incomincia a pensare che la vittima non lo prenda sul serio e quindi diventa poco probabile· che la trattativa finisca bene. Contemporaneamente l'atteggiamento di uccidere n sta diventando relativamente meno rischioso perché egli incomincia a pensare che la situazione potrebbe avere una conclusione positiva. Al grafico 3 della figura 2 infatti N diventa più rischioso di n provocando il brusco cambiamento dell'atteggiamento che balza catastrqfisticamente da N a n. Perciò, nonostante la funzione di rischio si sia modificata gradualmente, si è verificato un brusco cambiamento . p1 m ritoriale e urbanistica, A lano 1985). Tra le tecniche di simulaz astratta unJuolo particolare coperto ~ai giochi, 'nel sen ·':' ,::;:.:-r~r • -.= dell;atteggiamento. In sintesi la teoria della catastrofe dice questo: cause continue producono effetti discontinui. In realtà l'evoluzione della funzione di rischio dalla fase I alla fase II nella figura 1 è stata provocaRischio R 5 4 3 2 1 Negoziare ta dal crescere della tensione nel dirottatore con il passare del tempo; l'evoluzione_nella figura 2 è invece dovuta al crescere della frustrazione nel dirottatore. La figura 3 mostra come l'atteggiame~to del dirottatore dipenda da questi due . Atteggiamento X Uccidere un ostaggio Figura 2: cambiamento di atteggiamento. L'intransigenza della vittima provoca un graduale cambiamento da 1, 2, 3, 4, 5 nella funzione di rischio e quindi un rapido cambiamento di atteggiamento nel dirottatore da N a n. Per esemplificare meglio la situazione abbiamo disegnato i grafici uno sopra l'altro. L'elemento importante è dato dai livelli relativi di N e n. parametri: frustrazione e pressione del tempo. I parametri sono rappresentati dagli assi orizzontali, l'atteggiamento da quelli v~rticali. Il valore di ogni.parametro è rappresentato da un punto sul piano orizzontale; sopra ogni punto segniamo il minimo corrispondente della funzione di rischio, in questo modo diamo origine 1 alla superficie dell'atteggiamento. La linea tratteggiata !lello spazio parametrico rappresenta quei parametri per i quali N e n hanno lo stesso rischio, al di sopra dei quali la superficie è tagliata verticalmente (parte tratteggiata) e dove di conseguenza si possono verificare cambiamenti di atteggiamento. La linea p nello spazio parametrico rappresenta l'accrescersi della pressione seguito dall'accrescersi della frustrazione che porta alla formazione della linea p dove si realizza un improvviso balzo catastrofista da N a n nel momento in cui p* attraversa la linea tratteggiata in y. Si noti che la figura 3 non è una

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