ti al povio caminad6e sbandà (povero viandante sbandato) che li percorre con patie e mag6n (patire e dispiacere) fin dove la loro praticabilità lo consente. E alle selvatiche presenze che li abitano, sorta di bestiario pascoliano contenuto in titoli come Picéto (Pettirosso); Frenguélo (Fringuello); L'usuleto der freddo (L'uccellino del freddo); Coà (Nido); E luçeghe (Le luGciole, dedicata a Pasolini), viene da Bertolani assegnata una funzione non già rassicurante e in qualche modo di risarcimento, bensì di testimonianza quando non di rivelazione della perdita di identità del microcosmo serrese. Paolo Bertolani Seinà presentazione di Giovanni Giudici Torino, Einaudi, 1985 pp. VIII + 95, lire 10.500 L'esperienza francofortese Glauco Casarico Curata da Giuseppe Bedeschi, l'Introduzione a La ; Scuola di Francoforte si propone attraverso la puntuale ricostruzione d_ellastoria dell'Istituto per la ricerca sociale dal 1.922al 1950, di rischiarare e di riproblematizzare alcuni nodi problematici fondamentali del marxismo in vista di un suo proficuo ripensamento. La suddetta ricostru•zionedell'esperienza francofortese ~è infatti condotta dall'autore con l'intento - esplicitamente dichiarato - di evidenziare il suo carattere intrinsecamente marxista e di mostrare che la «Teoria critica» svolge diversi motivi interessanti i quali costituiscono «un elaborato tentativo di superare le difficoltà sempre più evidenti del marxismo classico a tenere il passo con gli sviluppi delle società industriali avanzate», anche se poi non è in grado di offrire ad essi soluzioni soddisfacenti. Prendendo le mosse dalla fondazion~ dell'Istituto, Giuseppe Bedeschi ne esamina attentamente l'evoluzione teorica attraverso l'analisi dei contributi dei singoli rappresentanti e la discussione delle loro tesi e dei loro apporti al rinnovamento e allo sviluP,po del marxismo. Nella sobrietà e nell'obiettività di questa valutazione critica dell'esperienza francofortese; sono ora individuabili gli aspetti po~itivi clel testo in oggetto, testo che tuttavia denuncia i propri limit:Ìnel relativo approfondimento déi---temiaffrontati e soprattutto netla pubblicazione di una bibliografia critica ampiamente superata - un limite questo assai grave per uno scritto inserito in una collana che si propone di offrire al pubblico strumenti critici aggiornati. Giuseppe Bedeschi Introduzione a La Scuola di Francoforte Bari, Laterza, 1985 pp. 185, lire 12.000 La filosofia imperfetta Glauco Casarico Redatta da Costanzo Preve, La filosofia imperfetta. Una proposta di ricostruzione del marxismo contemporaneo aspira a configunusi come un nuovo percorso teorico all'interno del marxismo, un percorso che, muovendo dalla prospettiva ontologico-sociale del1' «ultimo Lukàcs» - l'autore della Ontologia dell'essere sociale - analizza le contraddizio~i filosofiche presenti nel pensiero eliMarx e, esaminando alcuni problemi teorici del marxismo e dei momenti alti del pensiero del Novecento, mira a sfociare nell'accettazione del punto di vista lucacciano giudicato il migliore e ritenuto l'unico in grado di riprendere in modo attuale l'originaria impostazione marxiana. Questo impegnativo progetto viene sviluppato dall'autore in cinque parti, ognuna delle quali - come egli stesso tiene a precisare nell'Introduzione - è, al tempo Lè avventure del fantastico Elio Franzini Aprire le porte all'avventura, sia nell'evasione sia nel ritorno ad Itaca: con questa immagine Barbolini introduce i suoi viaggi nelle linee contorte della letteratura fantastica, dove vive la magica certezza di conquistare nuovi mondi soltanto •-rtQuadrimestrale del Centro di Ricerca sulla Tradizione Manoscritta di Autori Contemporanei. Universitàdi Pavia Nel sesto numero: Intervista a Italo Calvino Una sceneggiatura inedita di Delio Tessa Il «Fondo S. Quasimodo» dell'Università di Pavia Saggi di Tomaso Kemeny, Giorgio Orelli, Silvana Tamiozzo Goldma_nn, Anna Modena In libreria a lire 8.000 Abbonamento per un anno (3 numeri) Lire 22.000 Inviare l'importo a Cooperativa Intrapresa Via Caposile 2, 20137Milano Conto Corrente Postale 15431208 stesso, interconnessa con le altre e parzialmente autonoma. Dopo aver analizzato nella Prima parte la forma filosofica del pensiero di Marx ed aver individuato in esso la coesistenza di tre differenti discorsi filosofici - «grande narrativo»; «deterministico-naturalistico»; «ontologico-sociale» - l'ultimo dei quali soltanto merita di essere valorizzato, Costanzo Preve procede nella Seconda parte ad una lettura delle avventure filosofiche del marxismo - sia occidentale sia orientale - la quale si propone di dimostrare che «senza l'abbandono esplicito e convinto di moltissime rendite di posizione marxiste non ci può essere né un confronto produttivo fra. materialismo storico e i cosiddetti punti alti del pensiero borghese né una ricostruzione della dicibilità della critica marxiana dell'economia politica nell'attuale situazione storica». Nella Terza e nella Quarta parte Preve prende quindi in considerazione rispettivamente «l'insieme del pensiero di Martin Heidegger come punto alto del pensiero borghese novecentesco, degno di essere confrontato con il materialismo storico» e «il pensiero di Ernst Bloch visto sotto l'angolatura dell'opposizione determinata al destinalismo heideggeriano». Nella Quinta parte, infine, egli interroga il pensiero del «terzo ed ultimo Lukàcs» come «portatore di una proposta aperta di ricostruzione della forma filosofica del discorso del materialismo storico sulla base esplicita di un'ontologia dell'essere sociale, individuato nella sua determinatezza e nella sua storicità». Ora, se lo scritto si fa apprezzare per l'esemplare chiarezza delle sue argomentazioni, per il considerevole spessore delle sue analisi e per l'accuratezza dei riferimenti bibliografici, esso, tuttavia, suscita qualche perplessità laddove l'Autore evita di prendere in esame esperienze culturali decisive della tradizione marxista, quali la «Teoria critica» e l' «Esistenzialismo marxista» di Jean-Paul Sartre e di Maurice Merleau-Ponty. Costanzo Preve La filosofia imperfetta. Una proposta di ricostruzione del marxismo contemporaneo Milano, Angeli, 1984 pp. 261, lire 15.000 nominandoli. I saggi raccolti in La Chimera e Terrore toccano infatti, in una rubrica dell'immaginario che non ne annulla l'incanto, i temi dell'orrore, del diavolo, del viaggio avventuroso, degli enigmi polizieschi truccati, dei tentativi provvisori e chimerici di abitare il nostro magma e di dargli una forma. L'esercizio della critica non è qui, tuttavia, applicazione di una regola fissa, di una serie di dogmi, ma un gioco d'azzardo con la libertà della letteratura, un gioco piacere della scoperta e dell'attraversamento nei territori del romanzo gotico e dell'avventura, nell<1logica simulatoria del poliziesco e nelle mostruosità della natura: la critica non rende cadaveri gli oggetti delle sue analisi ma, vivi, li pone nella vita e nelle logiche dell'immaginario. Il romanzo gotico nelle sue molteplici forme - cui Barbolini dedica il saggio più ampio del suo libro - è esempio emblematico di queste trasformazioni immaginarie alla ricerca delle loro proprie forme spettrali: incubi dell'immaginazione in cui si configura l'ideale iconografia del romanzo gotico, sorta di «delirio oppiaceo della fantasia» che conduce al cuore dell'estetica e delle poetiche settecentesche del sublime. Se infatti, nel Settecento, l'analisi delle passioni porta, da un lato, all'illuministica spiegazione del piacere sensibile, dall'altro, proprio con la nozione del Sublime, già possiede la consapevolezza intellettuale di un tipo di bellezza morbosa, connessa a un'idea di imperfezione. Da qui derivano sia le nomenclature metafisiche di Blake sia la genialità isionaria della natura di Turner per giungere infine al Terrore cosmico di Poe, Lovecraft, Hoffmann. Il fascino demonico del gotico non muore neppure nell'Avventura e in quei romanzi che ne perpetuano la magia: Ulisse, Robinson, il capitano Nemo, Gordon Pym illustrano quei percorsi, a loro volta avventurosi, in cui la scrittura della critica disegna la fantastica mappa delle avventure. Un fascino che diviene inganno là dove Barbolini analizza le istituzioni del romanzo poliziesco presentando quegli ingegnosi congegni che lo scrittore, come un assassino, continua ad escogitare e rivelare, in un gioco di paradossi e di trappole ermeneutiche: anche in questo caso, come in tutti i saggi di Barbolini, le vie che portano al cuore dell'avventura si rivelano come viaggi nel profondo delle specifiche procedure dei generi letterari, prove o indizi dell'aprirsi del fantastico alla cultura. Roberto Barbolini La Chimera e il Terrore. Saggi sul gotico, l'avventura e l'enigma Milano, Jaca Book, 1984, pp. 217, lire 16.000 Cfr. Mostre d'arte I disegni di K.lossowski Marco Meneguzzo Il più alto grado di figurazione è il più estremo esempio di astrazione: su questo problema - ormai risolto da tempo, sin dalla pipa di Magritte - insiste molto il dotto saggio di Vittorio Sgarbi, per questa recente mostra milanese di grandi disegni di Pierre Klossowski, ma sembra piuttosto l'imbarazzata difesa di un'opera sempre in lotta tra ciò che si vede e ciò che si sa. Se è vero che ogni segno linguistico - sia esso letterario o visivo - appartiene alla categoria dell'astrazione, non è altrettanto vero che questa identità concettuale dei segni rispetto alle cose si risolva in una sostanziale identità tra linguaggi diversi. Certo Klossowski gioca una partita tra avversari inconciliabili come la parola e l'immagine, conscio della capacità di cecità dell'occhio rispetto all'accumulo di memoria letteraria: è senz'altro il caso letterario Klossowski a costruirne il caso artistico, tanto che risulta impossibile parlare di «autonomia estetica dalla letteratura» come invece fa Sgarbi. Che sarebbe dei disegni di Klossowski, se essi non fossero il fantasma delle ossessioni del Bafometto o di Roberta, stasera? E anche in questo guardare con l'occhio della mente, lo sforzo fantastico che lo scrittore vuole imporre nei disegni è spesso frustrato dall'evidente pregnanza dell'immagine, talora sterotipata nelle sue figurazioni dell'erotismo, e lontana dall'ossessività della scrittura. Al contrario di questa, l'immagine non è diacronica: viene così a cadere la sostanza dell'ossessione klossowskiana, che non sta nel sesso ermafrodito o androgino, e neppure nel rapporto sadomasochista, ma nell'iterazione della scrittura e nella ripetitività - quella sì ossessiva - delle situazioni incompiute. È l'estenuante rincorrersi delle minime varianti, e una voluta macchinosità dei casi della seduzione, che inducono nel lettore la vera fantasia erotica, persa nei labirinti di torri medievali mai aperte. La parola, nelle magistrali pagine dei suoi romanzi, è una spola che corre nel prima e nel poi, nel tempo, richiamando le situazioni già trascorse, prefigurando le successive, in un'eccitazione sempre crescente e sempre irrisolta: l'obbligatorietà sincronica dell'immagine, invece, distrugge la narrazione, il viaggio continuo attraverso parole e storia, fornendo di converso una e una sola versione delle infinite possibilità offerte dalla pagina. L'imitazione della parola da parte del disegno non deve passare attraverso una traduzione di immagini, ma per un'analogia di linguaggio. Pierre K.lossowski Studio Marconi - Milano casa editrice mari etti NARRATIVA Carlo Alberto Rizzi I CIOCCOLATINI DI SOZIGLIA ' Pagine 248, lire 20.000 Un «giallo» e un romanzo di costume. Un «pasticciaccio» ligure di raffinato umorismo Theodor Fontane IPOGGENPUHL Pagine XXI+124, lire 15.000 Traduzione, introduzione e note di MariaTeresa Mandalari La piccola nobiltà prussiana nella sarcastica elegia della sua decadenza. SAGGISTICA Edoarda Masi IL LIBRO DA NASCONDERE Pagine 176, lire 16.000 Un'intensa esperienza nei più vivi problemi del/'Italia contemporanea. Un libro da nascondere per chi non ha il coraggio di discutere. J. Maier - P. Schafer PICCOLA ENCICLOPEDIA DELL'EBRAISMO Traduzione di Daniela Leoni «Fuori Collana», pagine XIV+680, lire 45.000 In oltre 2000 voci, le vicende, le istituzioni, i movimenti, i personaggi e i costumi del popolo ebraico nel corso della storia. Distribuzione: PDE, Dif. ed. (Roma), Magnanelli (To). Paul Veyne La poesia, l'amore l'occidente L'elegia erotica romana Una poesia che è solo finzione e gioco, i dotti inganni di una letteratura che simula la passione e sconcerta il lettore moderno: dalla lettura dissacrante della poesia d'amore romana una riflessione sull'eterno variare dei regimi di verità, su un rapporto col passato che si fonda sul fraintendime.nto e l'equivoco Marshall Bernìan L'esperienza della modernità Goethe, Marx, Baudelaire, Dostoevskij, la città del flaneur e gli scenari terribili del Bronx: una civiltà che si confronta con l'orrore· - e il fascino del moderno Dino Grandi Il mio paese Ricordi autobiografici a cura di Renzo De Felice Dalla Romagna di Andrea Costa alla Grande Guerra, dalla marcia su Rom·aal 25 luglio, mezzo secolo di storia nell'autobiografia di una delle massime figure del Ventennio fascista il Mulino
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