bile, dice Cruciani esponendo esempi, identificare la tradizione del teatro novecentesco con la sua normalità. Tradizione teatrale del Novecento è il rifiuto dello status quo, la ricerca, l'eterodossia, la visione acratica dell'arte. Ora - e qui sta il punto - questa idea non combatte un'altra idea, un'argomentazione articolata razionalmente. Combatte un abito mentale forte per l'uso inveterato, per la presunzione della sua normalità: quanto vi è di più immotivato e di più solido. Quando per esempio Cruciani sostiene con evidente ragione che un progetto di scuola teatrale, la pagina d'un regista, l'immagine irrealizzata d'un modo di far teatro fanno teatro né più né meno di un'importante messinscena o d'un testo drammatico, enuncia un'idea che presa a sé è agevole, ma che in realtà si scontra con uno dei più solidi e inconsapevoli a-priori del pensiero teatrale, per cui la storia del teatro si identifica nella storia dei testi e degli spettacoli. Di qui la scelta quasi obbligata d'una forma particolare di discorso, quella del morality-book che cerca no~ di confutare, ma di convertire la mentalità del lettore ad atteggiamenti più adeguati alla rea!tà, distaccandola a poco a poco dalle visioni abitudinarie, dal vuoto senso comune. Un'opera prefatoria, in cui lo storico rinuncia ai propri strumenti per compiere una preliminare pulizia e libera il campo dagli automatismi che impedirebbero l'impostazione stessa del problema storiografico. Usa, a questo scopo, armi persuasive ed accerchiamenti, che sono le sole adeguate a combattere i nemici più duri a morire: i molli. Molli sono gli a-priori, le categorie di pensiero che si nascondono nei recessi del mondo delle idee sul teatro fabbricatosi nella nostra cultura, capaci di assorbire e digerire idee nuove senza lasciarsi scomporre dai loro principi. Per alcuni gli studi teatrali sono un campo d' amours ancillaires in cui passeggiare per far quattro chiacchiere intelligenti o per raccogliere qualche notizia nuova per i vecchi e per gli stanchi. Ma per altri sono un territorio in subbuglio. Il disordine che Cruciani contribuisce a seminare è un punto d'onore: dice che c'è un'energia possibile <leidiscorso, una dignità della disciplina ed una sua esemplarità, data la complessità dei nodi da sciogliere. Affrontata con atteggiamento ligio al senso comune, la storia del teatro non è che un ammennicolo, ma guardata con occhio straniato diventa una zona di frontiera che per la sua stessa penuria obbliga a trovare nuovi strumenti. I libri migliori, così, almeno per un po', saranno i più inquieti. Singolari non solo nelle idee, ma nella forma. Fabrizio Cruciani Teatro nel Novecento. Registi, pedagoghi e comunità teatrali nel XX secolo Firenze, Sansoni, 1985 pp. 201, lire 20.000 Calculemus! Fabio Bazzani Philosophie Scientifique, tenutosi a Parigi nel 1935, esprime così uno dei motivi ispiratori della nuova filosofia scientifica che l'empirismo logico intende rappresentare: una unificazione dei linguaggi delle scienze, «gettando ponti tra di esse» ed «evitando le formule metafisiche». Eguale aspirazione verso un ideale enciclopedico, verso una sensato, la scienza, il suo linguaggio, lo si definisce non-metafisico e il gioco è fatto, cadendo definitivamente nella metafisica scientista. Nelle parole di Rougier, Russell, Enriques, Reichenbach, Carnap, Morris, Feigl (i cui interventi si trovano nell'antologia in esame), si riflette la marginalità, rispetto soprattutto alla tradizione PRATO PAGANO Giornale di nuova letteratura pliesie.prliJe.diJef!,ni Gabriella Sica, Marco Lodoli, Beppe Salvia, Valerio Magrelli, Claudio Damiani, Paolo Prestigiacomo, Felice Levini, Giacomo F. Rech; Luca Archibugi, Bizhan Bassiri, Edoardo Albinari, Arn,1ldo Colasanri, Patrizia Valduga, Giuseppe Salvacori, Beate von Essen, Paolo Del Colle, Gaetano Carbone. È IN TUTTE LE LIBRERIE IL N. 2 Q11estn1u1merornntieneil lihrlidi prmie Estate di ElisaSanso1•ino. a mra di BeppeSalvia. Il Melograno Abete Edizioni. Via Prenestina 685 • Roma - TeL 221841 Distribuzione CLD.S. una discesa alle falde intime e autentiche della ricerca lirico-espressiva da Bertolani condotta negli ultimi anni fino a portare alla luce veri e propri grumi o nodi biologici è il caso di parlare per delineare il corso (e il dis-cursus) di questi • versi. È in essi in gioco la presa di parola, quando non la stessa rivendicazione di esistenza, di un dialetto che, come avverte Giudici (suo naturale prefatore per esser nato sulla sponda del golfo di La Spezia che fronteggia l'altra dove •è nato e vive Bertolani), è raccolto in un'area ridottissima la quale si estende in linea d'aria per alcune centinaia o magari solo per poche decine di metri: quella della frazione lericina della Serra. Ed è proprio l'essere geograficamente irrilevante e letterariamente inesistente del dialetto serrese a conferire al verso di Bertolani un sovrappiù di vitalità, quello stesso che hanno i dialetti periferici e marginali, la cui mancanza di pedigree letterario (ma non certo di storia sociale) non impedisce di scoprire nei loro registri lessicali piacevoli partiture foniche e timbriche. Queste parole costringono il let- ~·tore,smarrito e spaesato di fronte .- a un dialetto che non conosce, a un singolare quanto paradossale ambientamento in un borgo accentrato e unito fino a poche geneunificazione dei linguaggi- indice, filosofica tedesca, del movimento razioni fa nella sua chiusura malin quanto-tale, di un nuovo meto- dell'empirismo logico, ma si riflet- grado il suo affacciarsi su un mare do conoscitivo -, viene espressa te, ad una, la forza che quel movi- luogo di viaggi e scambi, che ha anche da Russell che, sempre in mento fa della propria condizione perso la propria identità in un proquel congresso, si dchiama esplici- marginale. Una marginalità, mi cesso di degradazione socio-amtamente al Calculemus leibnizia- sembra, dovuta ad una duplice in- bientale durato decenni e oggi non no. L'enciclopedia moderna del comprensione: da parte di quella sa né può ritrovarla negli ultimi sapere è lontana dalla metafisica tradizione, che non sapeva scorge- vigneti e nei diruti muretti a secco dei precedenti progetti enciclope- re l'empirismo logico quale mani- di un sito (e quanto mei pertinente dici, inadeguati a sostenere gli as- festazione ultima, esito estremo e ad esso è l'accezione chariana del salti dell'irrazionalismo contem- conseguente di se stessa e da parte termine) infestato da ville abitate poraneo, della cultura filosofica dell'empirismo logico che non per pochi giorni l'anno. Processo del frammento. Riscrivere, dun- comprendeva di rinnovare, ma di spossessamento mirabilmente que, il linguaggio della scienza, non di rompere con, quella tradi- reso nel suo peculiare spessore di anzi, più radicalmente, riscrivere zione. perdita linguistica nelle parole anl'intero modello della ragione clas- Se poi osserviamo nello specifi- dà (parole andate) dei Torci sica, espungeme i problemi vuoti co l'azione promossa dall'empiri- (Frantoi) dove la perdita degli di senso, proprio perché simili smo logico, vediamo che l'unifica- ogèti (cose) che facevano parte problemi ingenerano frammenta- zione a cui tende si scontra, in ef- della vita contadina si configura zione, irrazionalismo, metafisica. fetti, con una reale incapacità di quale dissoluzione di un contesto Obiettivo polemico appare, per- superare le divergenze tra i suoi insieme materiale e culturale, e se ciò, la metafisica, anche se questo componenti: non c'è unità pro- qualcuna di quelle cose-parole antermine-concetto sembra, nell'em- grammatica, le sollecitazioni sono cora permane è quella «repietà dai pirismo logico, più un feticcio da diverse, si registrano differenze foresti e menà/aa lunta da chi,/da abbattere che un reale oggetto metodologiche e differenze nel mete en bèlo vede/'nte quele bèle d'analisi. pensare la scienza .medesima. Il cà" (racimolata dai forestieri e Ma nonostante la reiterata Congrès, che tenta di giungere ad portata/lontano da qui,/da mettere istanza antimetafisica, una simile un punto di raccordo, su questo in· bella vista/in quelle belle catensione unificante fa cadere il. versante, come mette bene in luce se)». neoempirismo -in un nuovo genere Polizzi nell'introduzione, fallisce. Cosicché il piacere che si ricava di metafisica, che pur distanzian- Il movimento dell'empirismo--logi- dalla lettura di un dialetto che na-· dosi «da una filosofia metafisica co non è mai stato unitario - nep- sce ora alla letteratura è offuscato dei problemi privi di senso», come pure dal punto di vista della sua dalla sensazione di star leggendo sottolinea Gaspare Polizzi nel- diffusione, frammentata in molte- una lingua mortua (per dire con l'ampia e vivace introduzione alla plici centri di irradiazione - se per una poesia di Fortini) fatta di perraccolta da lui curata, «si configu- unitario non intendiamo il generi- dite e spaesamenti e oblii che solo ra come metafisica scientifica, si- co appartenere di esso ad un unico l'esercizio d'una memoria insieme sterna completo di asserzioni logi- modello di ragione. Sotto questo storica e privata può contrastare, che assolute il cui luogo si pone al profilo, il Calculemus resta come contrapponendo ai frastornanti e di fuori dello scorrere della pratica l'unico reale elemento di congiun- artificiali modelli socio-culturali scientifica». E, potremmo aggiun- zione di una cultura filosofi- che i foresti recano con sé a ogni gere, una metafisica che appunto co-scientifica in sé estremamente estate l'autenticità antica di questo si dà - ed altrimenti non potrebbe differenziata. entroterra di collinette e ulivi, di essere - nella logica che la sostie- ripe e poggi dove Bertolani ha un ne, del tutto interna al modello di La filosofia scientifica a congresso. lungo conto aperto - fatto non di ragione dal quale si vogliono sem- Parigi 1935 sole parole, per dire con un poeta plicemente eliminare i tratti insen- a cura di Gaspare Polizzi a lui molto caro, Vittorio Sereni. sati. D'altronde, l'insistere sull'e- Cooperativa Editrice Dimensioni Non da oggi l'entroterra è il persige~a di unificazione del sapere Livorno, 1985 sonaggio per eccellenza della poealtro non è che l'esigenza che da sia di Bertolani; dame conto signisempre anima ogni concezione fica soffermare lo sguardo su piemetafisica del mondo, debole o Seinà coli fatti quotidiani, registrandone forte che dir si voglia, di superficie Roberto Bugliani gli eventi minimi ma inquietanti, i È finito il tempo delle enciclope- o di profondità - e ammesso che dettagli traumatici come la moto :::!; die alla Comte, Spencer o Come- possa esistere una superficie senza Dopo due libri di buona poesia in che irrompe come na saeta (una -~ nio e Leibniz, ma l'ideale enciclo- un rimando, pur se inconsapevole lingua (l'ultimo, Incertezza dei saetta) nella quiete serale di Sei- ~ pedico non è morto. Si tratta, ora, o mascherato, ad un fondamento-. bersagli, edito da Guanda nel '76) nà, tutto sconvolgendo col suo ~ di riscrivere un'enciclopedia del I testi che Polizzi raccoglie, e che e narrazioni di notevole fattura rombo arrogante e violento che ~ °' sapere in forme nuove, di riscrive- per la prima volta appaiono in lin- confluite nel Racconto della con- echeggia in ogni pagina del libro -. re, in altri termini, il linguaggio gua italiana (grazie all'accurato la- tea di Levante (11 Formichiere, fino a segnare il titolo (e il centro, 1 medesimo della scienza. A tal fi- voro di traduzione di Alessandro 1979), Bertolani compie, con que- giacché la lirica in questione cam- E . ".c..u ne, si deve guardare non tanto agli Zuccotti, di Gabriella Baldrati e sto einaudiano Seinà (Serata), un peggia a metà volume) con una ~ "I::! scarti esistenti tra le molte aree di- dello stesso Polizzi) mostrano tutti recupero delle proprie radici lin- perdita estrema, totale nella sua ~ sciplinari, quanto ai loro tratti co- una pari oscillazione, se così è le- guistiche che affondano in una irrilevanza. Tentati con ostinaziomuni, ai toro isomorfismi. Chiara- cito esprimersi, tra una metafisica parlata da lui ricostruita sulla pagi- ne quotidiana, i viottoli dell'entro- ~ mente, Otto Neurath, intervenen- piena di senso ed una metafisica na tramite i ricordi di come gli terra bertolaniano sono troppo fa- ~ .i::, do al Congrès International de senza senso: quel che si ritiene giungeva con la voce materna. Di miliari per non apparire inquietan- ~ L------------------i.........---------------L----------------'--------------~ ~
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