matico è la caratteristica di molte direzioni del pensiero del ventesimo secolo. Pensatori molto diversi, come Wittgenstein, Merleau-Ponty e Adorno, hanno in comune lo scetticismo di fronte alla possibilità di una filosofia intesa come canone ordinato delle verità. Come difenderebbe la necessità e la possibilità di una filosofia sistematica contro queste ben radicate obiezioni? Habermas. Fin dalla morte di Hegel, i sistemi filosofici sono buone coscienze che però non bisogna più avere. Chiunque nel ventesimo secolo abbia sostenuto e praticato la morte, il superamento, la fine o il commiato dellafiloso- . fia, ha solo eseguito in ritardo un decreto che era già stato elaborato dalla prima generazione degli allievi di Hegel. Fin da allora, il pensiero filosofico tenta _diconvertirsi in un altro mezzo - a questo riguardo noi siamo rimasti contemporanei dei giovani hegeliani, a dispetto di tutte le.ambizioni postmoderne. Il titolo della raccolta di articoli progettata da Tom McCarthy, After Philosophy, indica unp situazione che per me è diventata così ovvia che ritengo abbastanza superflui i grandi gesti degli antisistematici. Ogni lavoro filosofico che si infili senza pretese fondamentalistiche e con coscienza f allibilistica nella ramificata rete delle scienze umane e delle scienze sociali, per contribuire utilmente là dove si trovano i presunti fondamenti universali del conoscere, del parlare e dell'agire, rinuncia tacitamente al pensiero sistematico. D. Nei suoi più recenti lavori, le riflessioni stilistiche sembrano passare in seconda linea a favore di un modo di esprimersi più funzionale. Probabilmente si tratta di un cambiamento che rappresenta una conseguenza del crescente significato che per la sua opera ha assunto la filosofia analitica. Secondo lei - tenuto conto delle sue osservazioni in Wozu noch Philosophie? sulla fine della «grande tradizione», sulla trasformazione della filosofia in settore particolare della «ricerca» e sulla sopravvivenza dello «stile di pensiero filosofico legato all'erudizione individuale e alla rappresentazione personale» - la preoccupazione che riguarda lo stile, nell'~pera del filosofo contemporaneo, è una deviazione o una regressione? Una posizione filosofica può essere sempre espressa con un enunciato diretto? Habermas. Il tipo di testo varia di volta in volta con lo scopo, a seconda delle circostanze: se per esempio mi presento al pubblico politico con il tema del Berufsverbot o della disubbidienza civile, se tengo un encomio per Gadamer o polemizzo contro Gehlen, se scrivo un necrologio per Scholem o se ,rii sforzo di motivare un principio morale o di classificare atti linguistici. Con gli scopi variano appunto anche !e par/i retoriche. Sappiamo bene, al più tardi dopo Mary Hesse, che anche il linguaggio delle scienze è attraversatoda metafore: questo vale, più che mai, per il linguaggio della filosofia, che proprio a causa del suo ruolo di vicario delle teorie scienti/che non eleva una pretesa universalistica forte.· Dal carattere inevitabilmente retorico di ogni linguaggio, anche di quello filosofico, non si può certo concludere, come Derrida (per Derrida nella notte della 'scrittura' tutte le vacche sono grigie) che tutto sia unificabile, che le categorie del quotidiano e della letteratura, della scienza e della fiction, della poesia e della filosofia, debbano crollare. Non desidero affatto trarre questa conclusione. L'uso linguistico quotidiano ha invece limitazioni differenti da quelle dell't!.Solinguistico della teoria e dell'arte, specializzato nella soluzione di problemi o nel- /' apertura innovativa del niondo. D. Negli anni scorsi lei ha polemizzato contro le teorie del postmoderno, usandole in collegamento con il concetto di «posthistoire» e le implicazioni neoconservative del poststrutturalismo. Però non è chiaro se vuole negare l'esistenza degli sviluppi che corrispondono al concetto di postmoderno o se contesta l'adeguatezza del nome. Per esempio, contesterebbe che l'abbandono dell'esoterismo da parte della cultura superiore e la svolta verso la fusione tra la cultura superiore e quella di massa rappresentino uno sviluppo sul quale si possa impiegare il concetto di «postmodernismo»?. Nella sua Theorie des kommunikativen Handelns5 fa riferimento alla formazione di un' «arte di postavanguardia», che «è caratterizzata dalla simultaneità tra direzioni realistiche e impegnate, mentre sviluppa autenticamente il ClassicoModerno, che aveva preparato l'ostinatezza dell'estetico». Ci potrebbe nominare delle opere d'arte che si muovono in questa direzione? E, poiché la fusione tra la cultura superiore e la cultura di massa sarebbe un aspetto dell' «arte di postavanguardia», non negherebbe così ogni potenziale progressivo alla cultura di massa? Habermas. Peter Burger vede l'arte di postavanguardia, l'arte dopo il naufragio della rivolta surrealista, in genere la scena d'oggi, come caratterizzata dalla . coesistenza di stili che attingono dalle forme del linguaggio di avanguardia e da~'eredità degli stili e delle letterature realistiche o politico-didattiche. Si trovano esempi in qualsiasi museo di una grande città. Questa coesistenza include anche le forme, nel frattempo ritualizzate, del/'«Aufhebung» del- ['arte esoterica. Non vorrei interpretare la scena contemporanea nel senso del cosiddetto posmodernismo come un segno de~'esaurimento o della «fine» del modernismo, nel- /' arte e ne~'architettura. La nostra condizione semmai parla di qualcosa d'altro: le esperienze estetiche aperte ali'avanguardia non trovano alcun accesso in una prassi quotidiana razionalizzata unilateralmente, ma girano irrequiete davanti alle sue porte, in culture esperte separate: Condivido le riserve di Adorno contro la cultura di massa, contro la precipitosa speranza di Benjamin nelle sue «illuminazioni profane», ma solo in quanto la fusione tra .la cultura superiore e quella triviale ha fallito il suo obiettivo programmatico. La desublimata arte delle masse non interviene per trasformare, illuminare e liberare le forme di vita capitalistiche, reificate, deformate e alterate in senso consumistico .e burocratico, ma favorisce queste tendenze. Non era sbagliata la speranza dei surrealisti, ma era controproducente la loro via: il superamento del!'apparenza estetica6. (Traduzione di Renato Cristin e di Roberto Benatti) Note (1) Il testo qui tradotto è estratto da «Ein Interview mit der New Left Review», in Die Neue Unubersichtlichkeit, Kleine Po/itische Schriften V. Suhrkamp, Frankfurt am Main 1985, pp. 213-257; dalle seguenti pagine: 219-220,222-223,224, 226-2'27,239-40.L'intervista nella versione in lingua inglese si trova, con il titolo «A Philosophico-Political Profile», in New Left Review, 151, May/June 1985, pp. 75-105. (2) Theorie des Kommunikativen Handelns, 2 voli., Suhrkamp, Frankfurt am Main 1981, voi. II, p. 491. (3) Kleine Politische Schriften I-IV, Suhrkamp, Frankfurt am Main 1981, p. 463. (4) A questo proposito si veda: Richard Rorty, «Habermas and Lyotard on Postmodernity», Praxis International voi. 4, 1, 1984;J. Habermas, «Questions and Counterquestions», Praxis International, voi. 4, 3, 1984. (5) Voi. Il, p. 586. (6) Le citazioni di Habermas sono riferite ai seguenti testi: J. Habermas, Der philosophische Diskurs der Moderne. Zwolf Vorlesungen, Suhrkamp, Frankfurt am Main 1985. Martin Heidegger, «Brief iiber den 'humanismus'», in Platons Lehre von der Wahrheit, A. Franke, Bern 1947. H. Liibbe (Hrsg.), Wozu Philosophie?, De Gruyter, Berlin 1978. Mary Hesse, Modelli e analogie nella scienza, Feltrinelli, Milano 1980. Peter Biirger, Zur Kritik der idealistischen Àsthetik, Suhrkamp, Frankfurt am Main 1983. Saggistica Mondadori. Il piacere di approfondire. Edward O. Wilson BIOFILIA L'equilibrio delle specie, il ruolo dell'uomo nell'ecosistema del mondo, i limiti che non dobbiamo valicare per non compromettere le nostre chances di •soprawivenza. Konrad Lorenz NATURA E DESTINO Che posto occupiamo nel grande disegno dell'evoluzione naturale? Una nuova awincente riflessione del più famoso etologo contemporaneo. Giulio Giorello LO SPETTRO E IL LIBERTINO Aggressivo, irriverente, sempre originale, un invito a riscoprire il gusto dell' awentura intellettuale e del libero pensiero Ivan lllich LAVORO OMBRA Come evadere dalle sottili forme di controllo e di oppressione create dalla società industriale.
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