DanielChirot I mutamenti socialinel XX secolo Al centro e nella periferia Introduzione di Giuseppe Galasso pp. 288 L. 22.000 MassimoMontanari L'alimentazione contadinanell'alto Medioevo pp. 520 L. 33.000 Colin Morris Lascoperta dell'individuo (1050-1200) pp. 200 L. 18.000 ClaudeMeillasoux Gliultimibianchi Il modello sudafricano pp. 296 L. 18.500 GiovanniLazzari Librie popolo Politica della biblioteca pubblica in Italia dal 1861 ad oggi pp. 194 L. 15.000 GiovanniMarchi L'immaginazione in libertà pp. 248 L. 20.000 G.Bataille • A. Kojève • J. Wahl - E. Weil - R. Queneau Sullafine dellastoria a cura di M. Giampa e F. Di Stefano pp. 168 L. 13.000 Psicoterapia familiare Un'approccio psico-analitico a curadi S. Box, B. Copley, J. Magagna, E. Moustaki pp. 200 L. 18.000 CarmineDi Biase GiorgioSaviane pp. 180 L. 15.000 MarioPuccini L'odoredella Maremma a cura di Antonio Palermo pp. 144 L. 14.000 AntonioSaccone Marinettei il futurismo pp. 172 L. 13.000 :,;:_ lii Più libri più idee Bibliografia analitica Il «Cfr.» (confronta) è la sigla dei rimandi nella ricerca teorica, cri- . tica e saggistica. In questo giornale la sezione indicata «Cfr.» è la sola serie di recensioni in senso proprio, e raccoglie dunque le scelte di lettura dei direttori e collaboratori frequenti del giornale. Noi non ci fidiamo più della sistematica delle varie discipline, e usiamo qui, riproponendo più fitto e continuo il nostro «Cfr.» bibliografico, vari modi di approccio (recensioni e notizie, soggetti, veline delle riviste, stato dell'arte, pagine degli editori, ecc.). Storia dell'arte Omar Calabrese Ernst Gombrich, L'immagine e l'occhio, Torino, Einaudi, 1985, pp. 378, lire 45.000. Si tratta di una raccoltadi saggi, come quasi sempre nelle opere di Gombrich, di diversa data e argomento. Il più antico risale al 1964, il più recente al 1980. I temi sono quelli più cari all'illustre storico dell'arte austriaco-inglese: la convenzione e la codificazione visiva, la fisiognomica, la gestualità, la cartografia, i criteri di verità nell'esperienza pittorica, il tempo e il movimento nell'arte. Tuttavia, l'apparente eterogeneità delle materie trattate finisce come sempre per avere un orizzonte comune, e cioè in questo caso la teoria già espressa da Gombrich in Arte e illusione che l'immagine pittorica non sia imitazione della realtà ma piuttosto frutto del sapere degli artisti. Le idee di Arte e illusione vengono così rivedute, approfondite, e quando necessario corrette in una ventennale riflessione successiva. Fondamentali, fra l'altro, almeno tre saggi anche per gli studiosi di comunicazione: «Lo specchio e la mappa» dove si discute di due strategiedella visione; «L'immagine visiva come forma di comunicazione» e «Immagine e codice: limiti e possibilità delle convenzioni nella rappresentazione pittorica» dove per la prima volta Gombrich parla esplicitamente della semiotica nell'analisi dell'opera d'arte figurativa. Ernst Gombrich, Il gusto dei primitivi. Le radici della ribellione, Napoli, Bibliopolis, 1985, pp. 34, lire 4.000. Ernst Gombrich, Arte e progresso, Bari, Laterza, 1985, pp. 112, lire 10.000. Queste due recentissime opere di Gombrich risalgono entrambe al 1984, per laprecisione all'epoca del suo ultimo soggiorno in Italia, presso l'/.;tituto di Studi Filosofici di Napoli, dove Gombrich tenne un seminario appunto sul gusto dei primitivi. Il primo breve libretto è in effetti il testo della conferenza principale, pubblicato dal medesimo Istituto nelle sue «Memorie».· Il secondo invece contiene tre saggi sempre sul medesimo tema, ispirati all'omonimo libro di Lionello Venturi del 1926, appunto intitolato Il gusto dei primitivi. Sulla medesima materia Gombrich sta preparando un ulteriore volume in Inghilterra, che uscirà nel 1986 per la Phaidon Press. Il tema del primitivismo viene affrontato non tanto dal punto di· vista della storia del!'arte in senso stretto, ma da quello della storia delle idee. Ernst Gombrich, Custodi della memoria, Milano, Feltrinelli, 1985, pp. 272, lire 45.000. È una sorta di autobiografia intellettuale di Gombrich, dal momento che contiene saggi su grandi pensatori del passato più o meno recente ai quali Gombrich si è variamente indirizzato. I personaggi principali sono filosofi come Lessing e Hegel, storici come Huizinga, antropologi come Boas, il fondatore della psicanalisi- Freud, e storici dell'arte non tradizionali come Aby Warburg (cui Gombrich ha dedicato oltretutto una monografià, sempre pubblicata da Feltrinelli), Ernst Kris (un collaboratore di Gombrich a cui il Nostro deve l'introduzione alla psicanalisi) e Otto Kurz. Francis Haskell, Nicholas Penny, L'antico nella storia del gusto, Torino, Einaudi, 1984, pp. 589, lire 65.000. È uno dei libri più eruditi che si possano trovare attorno al tema del gusto dell'antico nella storia dell'arte. Haskell e Penny ne ripercorrono le tappe secondo una griglia cronologica (dal Cinquecento alla prima metà dell'Ottocento); una griglia oggettuale (la seduzione della scultura classica, come recita il sottotitolo del volume); e una griglia «sociologica» (ovvero osservando quali siano le linee di gusto e -di interpretazione dell'antico nell(! diverse società ed epoche). Questo volume fa in qualche modo «serie», anche se l'impostazione è diversa, con la collana diretta da Salvatore Settis dedicata a La ripresa dell'antico, giunta adesso al secondo volume. Ma mentre in quest'ultima opera si parla del- /' antico come ripresa di temi e motivi, nella monumentale trattazione di Haskell e Penny si riduce l'analisi alla vera e propria riproduzione delle statue più famose dell'antichità classica. Una riproduzione che, nelle sue diverse minime varianti, testimonia delle diverse concezioni del medesimo oggetto. Max Dvorak, The History of Art as the History of Ideas, London, Rontledge & Kegan Paul, 1984, pp. 155, f. 14.95. Fra le tante pubblicazioni straniere di storia dell'arte uscite nell'ultimo periodo, segnaliamo questa riedizione inglese del famoso libro di Dvorak del 1924perché si tratta di uno dei f andamenti della storia dell'arte del Novecento, che qui appare peraltro mutilato di un capitolo rispetto ali'originale Kunstgeschichte als Geistesgeschichte (quello dedicato a idealismo e naturalismo nell'arte gotica) che esiste in inglese in altro volume del 1967. I sei capitoli del saggio s.ono rispettivamente dedicati alla pittura catacombale, a Schongauer e all'arte olandese, all'Apocalisse di Durer, al romanico fiammingo, a Bruegel il vecchio, a El Greco e il manierismo. Quel che importa di più, tuttavia, non sono i singoli temi (che talora rivelaao l'età), quanto piuttosto la concezione generale di una storia dell'arte come storia delle idee. L'iconologia, e in particolare Panofsky e Gombrich, sono senz' altro debitori di quest'opera. Svetlana Alpers, Arte del descrivere.Scienza e pittura nel Seicento olandese, Torino, Boringhieri, 1984, pp. 146, lire 50.000. Il libro è uno dei maggiori contributi teorici alla storia dell'arte apparsi negli ultimi tempi. La Alpers, allieva di Gombrich, vi espone l'idea che la pittura del nord, e in particolare quella che sfocia nel Seicento olandese, sia debitrice di una particolare concezione scientifica del mondo, quella proveniente dalle scoperte del- /' ottica e di altre scienze fisiche. Vi sarebbe insomma una sorta di «ricaduta»fra la visione del mondo che scaturisce dall'universo scientifico e quella espressada pittori come Vermeer, Huyghens, Rembrandt e così via. Forse meno convincente è invece il concetto generale secondo il quale, mentre la pittura italiana sarebbe sostanzialmente «narrativa» (perché concretizza una tradizione scritta), l'arte nordica sarebbe «descrittiva» perché rappresenta la realtà come essa è. Nulla da obiettare sull'opposizione fra «narrazione» e «descrizione» che appare anzi fondante. Da obiettare invece sull'introduzione del concetto di «realismo» come mimesi della realtà. Un libro tuttavia affascinante, con l'ottima introduzione di Enr:icoCastelnuovo. Otto Runge, La sfera del colore e altri scritti sull'«arte nuova>➔ , Milano, Il Saggiatore, 1985, pp. 196, L. 32.000. Giustamente, il curatore del volume, Renato Troncon, suddivide gli scritti di Runge (per lo più costituiti da lettere) in due parti. Una dedicata ali'«arte nuova» e una dedicata al colore. La' prima parte, infatti, è il generale terreno teorico sul quale si innesta la seconda tematica, trovandone espressione concreta. L' «arte nuova» di Runge è l'arte romantica, e queste pagine ne sono una specie di mani[esto ideologico e figurativo, elaborato a partire dal 1789, e continuato fino alla morte avvenuta nel 1810. Non per nulla Runge è un autore che deve esseremesso in relazione con Goethe, sia per le vicinanze dialettiche con quest'ultimo (anche a proposito della teoria del colore), sia per una vera e propria contrapposizione. Le teorie di Runge sono infatti pienamente romantiche, ma contengono anche elementi che saranno invece ripresi dà/ Novecento, ad esempio da Klee e Wittgenstein, nonché dall'Espressionismo tedesco e da quello americano. Heinrich Wolfflin, Psicologia dell'architettura, Venezia, Cluva Editrice, 1985, pp. 104, lire 15.000. È la traduzione del primo scritto di Heinrich Wolfflin, risalente al 1886. La datapermette di capire quale sia il senso in cui vada inteso il termine «psicologia». Non si tratta, infatti, dell'accezione moderna, quanto piuttosto di una nozione filosofica, da mettere in relazione con le nascenti elaborazioni di Wilhelm Wundt, e le applicazioni ali'arte di Fechner e Vischer, che sfoceranno nel concetto di «empatia» che Worringer perfeziona nel 1908. Peraltro, anche la nozione di «architettura»è limitativa: Wolfflin è ancorato non ad una visione globale del- /' oggetto architettonico, ma alla sua riduzione a facciata e superficie da vedere. Per quanto non siano ancora mature le idee dei Principi fondamentali della storia dell'arte, già possiamo dunque notare alcuni elementi che porteranno al «purovisibilismo». Erwin Panofsky, Galileo critico delle arti, Venezia, Cluva Editrice, 1985, pp. 114, lire 15.000. È una dellepoche opere «monografiche» di Panofsky (accanto a quelle su Durer, Piero di Cosimo,. Michelangelo e l'abate Suger). Fu scritta nel 1954, in pieno periodo americano, ovvero in un periodo di minore speculazione teorica e maggiore analiticità concreta, secondo la prassi statunitense. Vi si prende in esame il ruolo avuto da Galileo nella critica delle arti, sia in modo diretto (ad esempio per le sue analisi dell'Ariosto, amato, e CABARET VOLTAIRE TOREAT STAGIONE DEL DECENNALE 1975-1985 MAGAZZINI CRIMINALI Marion D'Amburgo Concerto Ritratto dell'attore da giovane FALSO MOVIMENTO Coltelli nel cuore GAIA SCIENZA . Animalisorpresie distratti Il ladro di anime FRONTIERE DEL TEATRO 1986: NUOVE TENDENZE DEL TEATRO EUROPEO In collaborazione con Centro Regionale Universitario per il Teatro C.R.U.T. Centro Internazionale lnteatro Polverigi Centro di Ricerca per il Teatro C.R.T.Milano INGHILTERRA: IMPACT THEATRE Carrier frequency INGHILTERRA: HESITATE ANO DEMONSTRATE A woman alone OLANDA: MICKERY THEATRE Tyrans POLONIA: TADEUSZ KANTOR • CRICOT 2 Crepino gli artisti GLI ULTIMI: LATERZAGENERAZIONE TRADIMENTI INCIDENTALI RAFFAELLO SANZIO OPERA DELLA DISCORDIA TEATRO PERSEO TEATRO ANDREIDE CABARET VOLTAIRE PRODUZIONI «REQUIEM» di Edoardo Fadini e Olivier Minardo «GENERAZIONI DEL CIELO» di Roberto Cacciapaglia Fuori abbonamento: MORIRE DAL RIDERE: I NUOVI COMICI In collaborazione con F.I.A.T. Teatro Settimo PAOLO HENDEL DONATI & OLESEN COMASCHI RUGGERI SALA PANNA ACIDA FANTECCHI & CAVALLERO JOHNNY MELVILLE SPAZIO VIDEO MAGAZZINI CRIMINALI - FALSO MOVIMENTO - GAIA SCIENZA - «MADE IN ENGLAND» - MICKERY THEATRE - KANTOR - CABARETVOLTAIRE-PARCO BUTTERFLY - PADIGLIONE ITALIA - KRIPTON - RAFFAELLO SANZIO - TEATRO DELLA VALDOCA ABBONAMENTI INTERO L. 60.000 RIDOTTO L. 45.000 GIOVANI L. 35.000 CABARET VOLTAIRE VIA CAVOUR 7 10123 TORINO TEL. 516046 - 541438
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