Alfabeta - anno VII - n. 77 - ottobre 1985

e\ Albatros Il piacere di leggere Alma Mahler Werfel Autobiografia Mahler e Gropius, Werfel e Kokoschka, Hofmannsthal e Klimt: i protagonisti della cultura mitteleuropea nei ricordi della pili celebre donna della "grande Vienna" Lire24.000 Notturno ltallano Racconti f antastlcl dell'Ottocento a cura di Enrico Ghidetti Lire 25.000 Racconti f antastlcl del Novecento a cura di Enrico Ghidetti e Leonardo Lattarulo Lire 25.000 Il sorprendente e affascinante incontro con misteri, incantesimi, fantasmi e incubi di casa nostra. I. Asimov, J. Bixby, R. Dahl D. Westlake, R. Silverberg Halluclnatlon Orblt La pslcologla nella fantaaclenza Presentata da Asimov, una raccolta di racconti che affrontano il rapporto tra la fantascienza e la "meno conosciuta delle scienze". Lire 20.000 a giorni in libreria I. Asimov, R. Bradbury F. Brown, U.K. Le Guin R. Silverberg Nove vite La biologia nella fantascienza Un altro volume della serie di antologie di "science fiction" dedicato alle incredibili possibilità della vita nel futuro e in altri mondi. ~ Editori Riuniti~~ TEATRO LA PIRAMIDE diretto da Antonello Aglioti e Memè Perlini stagione 1985-86 LAGIOVINE ITALIA ottobre-dicembre 1-20 ottobre Il cavaliereazzurro (da Kandinski) di Marco Solari e Alessandra Vanzi presentato da Giuseppe Bartolucci A.DANZATEATRO O DANZADANZA? 25-30 ottobre Chiarodi luna e // pozzo degli angeli Compagnia di danza «Efèsto» Catania presentato da Vittoria Ottolenghi I Premio al Concorso internazionale di coreografia di Bagnolet 1985 5-1Onovembre Il cortile Sosta Palmizi Torino presentato da Elisa Vaccarino Premio Nami Opera Prima 12-16 novembre La fabbricatenebrosadel corpo Occhesc Roma presentato da Leonetta Bentivoglio Per informazioni,iscrizioni, prenotazioni Teatro La Piramide Via Benzoni 43, Roma tel. (06) 576162 strutturalmente, quindi i più «fora ti», a partire dal bellissimo saggio di Chiara Frugoni, L'antichità dai Mirabilia alla propaganda politica, in cui seguendo la letteratura periegetica si imposta uno dei temi di fondo, l'analisi dell'atteggiamento verso l'antico prima come luogo demoniaco, poi come meraviglia e infine come repertorio di i5tudio. Ed emerge un primo dato: l'antichità è il «diverso» del Medioevo, il luogo obbligato del confronto con ingombranti rovine di cui si ha un timore misto a reverenza, con epigrafi in una lingua ormai quasi completamente indecifrabile, con manufatti prodotti con tecniche che solo in pieno Trecento si riuscirà a imitare. E in questo momento sono fittissime le cronache delle distruzioni: di idoli pagani, di automi, di statue che si credono dotate di poteri magici - se non altro perché la loro verosimiglianza appare straordinaria rispetto alle sommarie sculture contemporanee - e naturalmente di rovine. Anche per queste il viaggiatore che si reca a Roma nell'XI e XII secolo non trova nel suo presente niente che si avvicini per grandezza, dimensione o perfezione tecnica alle colonne altissime o agli anfiteatri alla cui sommità l'occhio quasi non riesce ad arrivare. Distruzione o conservazione: i comportamenti sono semplicemente un derivato dell'«uso» deli' antico, per cui nelle sue zone di rimonta di interesse e di coscienza si può scrivere una storia embrionale dei problemi di tutela e prima di tutto di quella ambigua forma di recupero-reimpiego-distruzione che è nei suoi comportamenti l'architettura medievale. E qui è opportuno andare dal • saggio di Michael Greenhalgh, Ipsa ruina docet: l'uso dell'antico nel Medioevo, che segnala città per città, chiesa per chiesa la tessitura di questi muri e di queste pareti che si riempiono di pietre antiche, a quello di Gisella Cantino Wataghin, Il rapporto con l'antico tra mito, arte e ricerca, che rileva una specie di percorso di autocoscienza di Roma alla ricerca della propria identità secondo un arco cronologico che va dal Medioevo al Settecento passando per le Mirabilia urbis Romae, già rilette da Chiara Frugoni, per la Roma instaurata di Flavio Biondo, per le Antichità romane di Aldrovandi fino a Piranesi. Considerata in altri termini, questa è da sola una vera e propria storia breve dell'archeologia della città, prima percorsa e ammirata nella sua superficie; poi penetrata .da avventurosi esploratori sotterranei come Antonio Bosio, che inizia nel 1593la scoperta delle catacombe e si fa accompagnare. da un pittore come i grandi viaggiatori o principi che visitano il Nuovo Mondo. I sensi di lettura del materiale sono certamente molti e si fa giustamente notare l'importanza della Metallotheca Vaticana di Michele Mercati, compilata alla fine del Cinquecento con le splendide incisioni di Anton Eisenhoit, che classifica per la prima volta tra i reperti archeologici i manufatti preistorici, fino a allora ritenuti formazioni naturali. Ma in questo senso è certamente altrettanto importante il Musaeum metallicum di Ulisse Aldrovandi in cui quegli stessi manufatti, compresi gli oggetti precolombiani, trovano po-. sto in una classificazione che ha un altro punto di vista o criterio discriminante:· quello della natura dei materialì. È veramente singolare riflettere sul fatto çhe Aldrovandi - autore di una precocissima guida delle collezioni antiquarie di Roma - per esemplificare un certo marmo della sua collezione naturalistica ricorra a una statua classica, comportandosi in modo non molto di- _versoda quei costruttori, ai quali appunto un certo marmo serviva come materiale edilizio e che quel materiale usavano senza nessuno scrupolo conservativo. Aldrovandi è uno dei luoghi di coincidenza, di cui si diceva più sopra, del volume. Le sue Antichità di Roma appaiono, in contesti diversi, in più d'uno dei saggi raccolti, così come valica più di un saggio quella figura chiave del rapporto con l'antico che è Petrarca, che ritroviamo nello scritto di Massimo Miglio, Roma dopo Avignone, e in quello di ,Maurizio Bettini che gli è dedicato, Tra Plinio e Sant'Agostino: Francesco Petrarca sulle arti figurative, che si chiude opportunamente con i capitoli 41 e 42 del De remediis utriusque fortunae tradotti in appendice. E varrebbe la pena di interrogarsi, come faceva Chastel («Petrarque et son illustrateur devant • la peinture», in Études d'art médiéval offerts à Louis Grodecki, Paris 1981, pp. 343-48) sulla fortuna del trattatello petrarchesco che ha ben ventotto edizioni dal 1474 al 1758, molte delle quali sono accompagnate da illustrazioni di grande interesse sullo studio del pittore e dello scultore. Il testo di Petrarca, come l' Historia Naturalis di Plinio, ha un ruolo di primo piano nell'avviare la riflessione rinascimentale sull'antico, perché certamente non è solo da un incontro fisico, se così possiamo dire, con l'oggetto che si accresce la stratificazione classica, ma c'è tutto un materiale proiettivo di cui si deve tenere conto, una specie di sogno dell'antico che diventa, freudianamente, un oggetto di spostamento. Vi si catalizza per un lungo periodo tutta l'insoddisfazione del presente, la sua ansia di rinnovamento, il senso del romanzesco. In questo c'è un vero processo di appropriazione delle forme esteriori del «decoro», potremmo dire, del potere che si dà un'immagine romana. E qui il volume offre un altro percorso parallelo da Cola di Rienzo all'ambiguo atteggiamento di Paolo II, collezionista di antichità da cardinale e poi, una volta papa, persecutore dell'Accademia del Platina. U n'altra traccia che è possibile seguire è il percorso verso la privatizzazione del reperto raccolto prima nelle forme più svariate e diversamente motivate in luoghi pubblici della città dove. viene posto sotto gli occhi di tutti, per passare invece al momento in cui l'oggetto può essere collezionato quasi esclusivamente per le sue valenze estetiche, e siamo già in pieno Quattrocento quando entra prepotentemente sulla scena del rapporto con l'antico l'umanista-collezionista privato. Il punto di approdo dell'argomento è il saggio di Claudio Franzoni, Le collezioni rinascimentali di antichità, da leggersi con altri saggi in sottofondo che raccontano l'uso dei classici come propaganda politica e il suo lento affrancarsi da essa. Uscito dalle piazze, dalle facciate dei palazzi pubblici e dalle chiese, l'oggetto entra nel chiuso dello studiolo, e sono naturalmente piccole sculture quelle che si vedono sugli scaffali di interni o accanto ai ritratti di collezionisti. Fuori si inaugurano questi primissimi scenari di musei di sculture all'aperto che sono gli orti, i giardini e gli androni dei palazzi. Può essere difficile dire se si tratti di collezioni di sole antichità, e quasi imprudente applicare, a questo come a altri casi, concetti maturati piuttosto nel contesto delle collezioni post-illuministe. Certamente, se ci si interroga sulla presenza di oggetti devianti dalla collezione di antichità, cioè di «naturalia et mirabilia» già posti precocissimamente accanto"a statue e bronzetti, si stanno rivedendo schemi già passati al vaglio di quella importante serie di studi sul collezionismo che si enuclea intorno a Schlosser. Qui farei mia la riserva che Giovanni Romano aveva formulato recensendo il volume e questo saggio in particolare (in Indice, 1985, n. 3. pp. 40-41). L'ossatura della ricerca poggia sull'importante contributo dello storico dell'arte viennese, che è ormai citato quasi per dovere e talvolta con incredibili inesattezze. Ma c'è un lavoro di quattro anni precedente, che è altrettanto necessario tener presente, quello di David Murray (Museum. Their history and Their Use, Glasgow 1904), ignorato dallo stesso Schlosser, ma eh.e altrettanto autorevolmente pone le basi per una indagine sul collezionismo enciclopedico dal Medioevo all'Illuminismo. Se l'occhio dello studioso sta allargandosi a scoprire le marginalità di raccolte fino a ora credute solo di antichità e invece piene di oggetti meravigliosi come quelle dei Medici o di Isabella d'Este, questo è doverosamente da ascriversi a un mutamento di prospettiva e di interesse, nutrito per tutto l'Ottocento dalle ricerche e dalla pubblicazione di inventari delle principali collezioni, a opera soprattutto di studiosi francesi e tedeschi (Bonnaffé, Burckhardt, Guiffrey tra gli altri). Rimane la curiosità di scoprire - ma questo è argomento che oltrepassa largamente l'assunto del collezionismo, quando gli oggetti antichi allineati prima negli studioli e poi nelle collezioni enciclopediche assumano la loro vera identità storica, cioè quando sia restituito alla Grecia quello che è della Grecia, a Roma quel che è di Roma, e così via agli Etruschi, all'Egitto, su cui si concentrano tutte le attese esoteriche e iniziatiche del Rinascimento, fino alla preistoria. Ma questo, ed altri, saranno presumibilmente argomento dei futuri due volumi che Memoria dell'antico promette. Claudio Lolli L'INSEGUITORPEETERH. Romanzo,presentazione di Gol/redoFofi L'esordio di un narratore dotato (Il Messaggero) addirittura un giallo (Panorama) colmodi indizi, relazioni, testimonianze (Linus) condotto con una scrittura sciolta e divertita (La Stampa). Favorevolmente accolta dallacritica,questa funambolicae circuente opera prima di Claudio Lolli stupisce per la ricchezza singolaredi situazioni, personaggi e invenzioni. Dietro le sue pagine coinvoltee coinvolgenti «si muovono», come ha scrittoGoffredo Fofi «gliamati fantasmi di Kafka e di Landolfo>. Gilberto Severini SENTIAMOCI OUALCHEVOLTA Romanzo,presentazione di Pier Vittorio Tondelli «Un tenero romanzo epistolare a una solavoce, redatto cioè dallaparte di un solo protagonista, evitando però le secchedi unjournal d'intimité»: così scrive Pier Vittorio Tondelli di questo secondo romanzo di Gilberto Severini definito dalla critica «una lieta sorpresa fin dalla prima lettura» (Il Manifesto), e con cui l'autore marchigiano «dimostra ormai di essere uno fra i miglioritalenti letterari della sua generazione» (Linus). Claudio Piersanti CHARLES Il nuovo romanzo dell'autore di Casadi nessuno Dopo il feliceesordio narrativodi Casa di nessuno, Claudio Piersanti affronta in questo suo nuovo e raffinato romanzo una vicenda collocata sullosfondo inquieto di un'Europa in allarme, minacciata dalla guerra. La nullificazionedelle esistenzedei protagonisti si compie, in questa narrazione asciutta ed esemplare, lungo il filosordo di un destino«generazionale» domestico, inevitabile, normale. (Imminente) AttilioLolini MORTESOSPESA Romanzo,presentazione di SebastianoVassalli La confessione di un delitto dimenticato, tra delinquenti miserabili, barboni ed emarginati: questo romanzo «così diverso da ciò che la narrativa italiana ha prodotto fin qui», come scriveSebastianoVassalli nella presentazione del libro, ben riverbera quella«rabbia» che giàPier Paolo Pasolini aveva indicato quale segno dominante dello stile dissa• crante e colto di AttilioLolini. (In preparazione) LuigiDi Ruscio PALMIRO Romanzo,presentazione di Antonio Porta «Gli aspetti risentitidel parlato»e «le accuse, le scomuniche, le invettive» di cui hanno scritto Franco Fortini e SalvatoreQuasimodo a proposito del talento letterario di Luigi Di Ruscio, tornano intatti anche nelle pagine scatenatee esilarantidi questo suo nuovo straordinario romanzo. Ma con il gusto felice e irrefrenabile di un'ironia scintillante. (In preparazione) LENGUA Numero Quinto. In sommario:Pasolini, Loi, Scalia,Tjùtcev, Vilarifio,Jooris, Léautaud, Scataglini, Roversi, Di Ruscio, Lolini e altri. MaurizioFlores D'Arcais DOPPIACITTADINANZA Tutti gli scritti letterari e politici. Presentazionedi GoffredoFo/i. Prodi, Casalie altri PERUNASTORIA DELL'EMILIAROMAGNA CollanaAemilianaa cura dell'Istituto Gramsci EmiliaRomagna. IL . LAVOROEDITORIALE Ancona- PiazzaStamira5, c. post. 118 - ~ 071/22355-50378

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