Poesiai:~!f, percorsi Elio Pagliarani Esercizi platonici Palermo, Acquario La Nuova Guanda, 1985 pp. 85, lire 14.000 Segni di Poesia/Lingua di Pace (Libro di poeti per la pace) a c. di Filippo Bettini Lecce, P. Manni, 1985 pp. 102, lire 10.000 Letteratura degli anni Ottanta a c. di Filippo Bettini, Mario Lunetta, Francesco Muzzioli Foggia, Bastogi, 1985 pp. 467, lire 24.000 W La Poesia! a c. di Marco Marchi Firenze, Vallecchi, 1985 pp. 259, lire 15.000 Prato pagano n. 1, primavera 1985 II Melograno pp. 87, lire 8.000 Lf uscita di un nuovo libro di poesie di Elio Pagliarani, dopo alcuni anni di silenzio, non è certo un evento che la critica dovrebbe lasciar passare inosservato. Eppure questa raccolta ancora non ha suscitato le reazioni che merita. Ma Pagliarani non era stato indicato come uno degli autori più singolari e fertili dell'area neoavanguardistica, come il più efficace raccordo tra lo sperimentalismo «realistico» degli anni Cinquanta e la ricerca metalinguistica del decennio successivo? Raccordo, per altro, che permetteva di conservare intatta, nelle diverse temperie socioculturali, la tensione antiermetica e antintimistica, proiettandola nella sperimentazione costante di un realismo poetico, efficace interprete di mondi e di linguaggi in evoluzione. Dalla lezione di Pagliarani - che, nel pieno del «desiderante» decennio Settanta, faceva intravvedere la strada di una poesia capace di «esplorare intensivamente un suo 'corpo' ristretto ed elementare» (Mengaldo) - s'era tratta sinora l'indicazione di una ricerca sul piano del ritmo e della serialità, del plurilinguismo e della semantizzazione degli episQdi fonici, con una rigorosa fedeltà all'assunto poundiano, caro a Pagliarani, della poesia come «igiene del linguaggio». Certo ora può apparire difficile collocare questi Esercizi platonici in un milieu sperimentale, questa trascrizione in versi duttilissimi, ora cantati ora parlati, ora sentenziali ora narrativi, di frammenti di dialoghi platonici (dal Filebo e dal Convito). Eppure, a leggere una terzina del genere: «non vi è dubbio; ma quale la conseguenza? / Questa conseguenza: i nomi/ bisogna soltanto cambiare i nomi», si ~ avverte la tensione che focalizza il (:;s testo ora su valenze referenziali ·i ora metalinguistiche; vale a dire c::i.. emerge ancora un procedimento ~ O\ ...... tipico della ricerca di Pagliarani. Se il movimento di partenza di questa scrittura è, come si legge in una nota del libro, il desiderio di una «facoltà di articolazione più variegata», rispetto al tradizionale verso lungo delle precedenti rac- ~ colte, solo apparentemente allora ~ il testo può leggersi· chiuso nella ~ sua misura, magari identificata in una serie di brevi componimenti in successione, che completano una riflessione, un'atmosfera, una domanda. In realtà, l'intera gamma degli Esercizi platonici andrà analizzata, in dettaglio, ancora come una sperimentazione metalinguistica: a) che «gioca» sul trascorrere del senso e del suono della parola dal testo originale alla traduzione, una riscrittura cioè che mette in 1 ,;. i • campo l'ambiguità fonica e semantica del frammento tradotto, b) che costruisce un proprio regime semiotico sull'intreccio del piano della contiguità dei singoli testi poetici - una serie che a volte segue l'andamento discorsivo della fonte platonica e a volte lq spezza - e il piano paradigmatico dei differenti esiti enunciativi e retorici che si ottengono con la frammentazione del discorso; si hanno cioè, generati per schizogenesi, differenti discorsi: colloquiale, sapienziale, lirico, narrativo. ecc. La poesia di Pagliarani •non ritorna all'ordine - se vogliamo usa~ re slogan - ma, concentrandosi su una calibratissima costruzione e scansione della frase, riapre la ricerca su prospettive che già appaiono fertilissime. L'analisi, ovviamente, richiederebbe maggior spazio ma qui ci occorre solo come avvio di una riflessione. P o~sie d( Paglia~ani le ritroviamo m cospicua compagnia in due recenti antologie, diverse nell'occasione e nell'impaginazione, ma che pure rivelano molte analogie. La prima è Segni di poesia! Lingua di pace (Libro di poeti per la pace), a cura di Filippo Bettini per Piero Manni, giovane e coraggioso editore leccese, e raccoglie testi di poeti come Cacciatore, Lunetta, Leonetti, Caproni, Luzi, Giuliani, Porta, Sanguineti, Volponi, Zanzotto ecc. La seconda è Letteratura per gli anni Ottanta, edita dal foggiano Bastagi (e, se si ricorda che gli Esercizi platonici escono con edizioni palermitane, occorrerà pure cominciare a interrogarsi sulle dinamiche della nuova editoria meridionale); raccoglie i materiali dell'iniziativa «Scrittori nelle scuole», realizzata dall'assessorato alla Cultura della provincia di Ro- . ·., ··• .. me tre lucidi saggi dei curatori. Anche in questo caso la compagine antologizzata è ampia e variegata. Vi troviamo istituzioni della letteratura novecentesca come Luzi, Caproni, Bassani, Bernari, sperimentali come Cacciatore, Zanzotto, Frabotta, Volponi, Zavattini, Leonetti, Lunetta, avanguardisti come Sanguineti, Giuliani, Porta, quasi esordienti come Ottonieri e Archibugi: pochi esempi di un lunghissimo elenco. Si diceva delle diverse occasioni che sono alla base di queste anto- t logie. Per la prima, una serie di . ,. manifestazioni per la pace organizzate a Roma nell'aprile 1985: f, un'istanza, dunque, di forte motivazione etico-politica, che tende a acquisire una propria specifica dimensione letteraria. Per la seconda, una vasta «campagna» realiz- _z. ata portando nelle scuole di Rol . ma e provincia i nomi più rappre- ~ ' . sentativi della nostra poesia e nar- .,i;?///. ~.-.1~: rativa. Un'occasione in primo luogo didattica ma che permette di offrire un amplissimo panorama di testi contemporanei. Si è detto di alcuni tratti analoghi nelle due iniziative: si tratta di linee di tendenza che emergono anche nella pluralità delle voci ospitate nell'antologia; tensioni diverse ma convergenti che animano scritture apparentemente lontane fra di loro, ma che mantengono alcuni punti di riferimento costanti. Li riassume bene Francesco Muzzioli, nel saggio introduttivo: «1) La lotta contro l'io lirico ( ... ) l'io lirico infatti nasconde le conflittualità del linguaggio, ricucendone gli strappi ad uniformità ed omogeneità (... ). 2) Il lavoro sul corpo della parola. Nasce dall'esigenza di ri-modellare il linguaggio sfruttando possibilità non utilizzate( ... ). 3) Le pratiche di irriverenza. Per disperdere l'aura sacrale dell'arte e spezzare il cerchio magico del rito, lo sperimentalismo adotta le armi dell'irrisione». II che equivale a dire che le tendenze più riconoscibili, dominanti, all'interno di queste antologie, sono quelle che presiedono alla ricerca di una poesia che sceglie di operare in senso innovativo rispetto alle categorie etico-culturali vigenti. O ccorre rifletter~ sullo spazio che possono avere quelle che vengono definite pratiche sperimentali nella letteratura odierna. II discorso deve muovere dalla constatazione delle difficoltà di una qualsiasi strategia d'avanguardia in un'epoca in cui il postmoderno pare agire come un meccanismo predisposto a disinnesca- ' !, . , .. ~ ' ,,,: . ,.,.,·,r .: :il ,' ,t1',1,• - l .,:..- , -·· .i re qualsiasi operazione di contestazione. Lo scacco della progettualità, che Lyotard riconosceva alla base del post-moderno, è oggi divenuto l'alibi per una giustificama e dall'Associazione culturale Scrimat. A curarla è ancora Filippo Bettini, con Mario Lunetta e Francesco Muzzioli. Letteratura per gli anni Ottanta raccoglie testi di circa settanta scrittori divisi in tre sezioni («Lingua poetica e dialetto», «Le donne dalla parte della scrittura», «Tradizione e avanguardia»), ciascuna delle quali è aperta da un dibattito a cui partecipano autori e critici; come introduzione all'intero volu- - zione, diffuso e spudorato, del presente - spudorato: con l'incapacità di aver pudore e di provar vergogna del ;presente - che tende a legittimare+ la necessità dell'esistente con l'ifnpossibilità/incapacità di delineare la diversità, e a legittimarne gli eventi (o come fenomeni appiattiti contro una «porta del paradiso» a cui bussare, in Cacci ari; o come episodi di un declino dell'umanesimo sostituito da un'articolazione precaria dell'identità, in Vattimo). La vocazione del pensiero post- .moderno a coniugare il citazioni-
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