Alfabeta - anno VII - n. 76 - settembre 1985

sul viale del tramonto) incontrano sulla strada i propri critici, i propri cultori, i propri musei. È accaduto anche con le forme artistiche legate alle tecnologie del nostro secolo. Per esempio con il cinema, che nell'ora del suo inarrestabile declino è solidamente insediato nelle università e avidamente auscultato da legioni di cinefili in miriadi di festival, cineteche e rassegne. Tutto questo può anche non far piacere. Ma assolve un compito prezioso di conoscenza, di conservazione delle opere, di trasmissione ai posteri. Le epoche alessandrine, essendo scarsamente creative, si riscattano per la loro capacità di erigere musei e trascrivere pergamene. A quello straordinario mezzo di comunicazione e di espressione «popolare» rappresentato dalla musica pop è toccata finora una strana sorte. Mentre nel cinema si «rivalutano» anche i generi più triviali e commerciali, la canzone - pur vantando avi letterari e musicali con molti quarti di nobiltà - continua a essere trattata alla stregua delle scatole dei detersivi. Anzi, peggio, poiché le pubblicità dei detersivi e il design delle scatole sono a loro volta entrati nei templi della Cultura. La «canzonetta» è invece affidata agli amatori e alla sottocultura di alcuni «esperti» che sanno tutto sulla zia di Elvis Presley. Ciò poteva ancora rallegrare, essendo questi i sintomi tipici di una forma di comunicazione vitale, «popolare», capace di schiacciare sotto l'abbondanza della produzione a getto continuo qualsiasi pretesa di museificazione in sede di Alta Cultura. Purtroppo, da almeno un decennio, si moltiplicano i segni che la musica pop-rock sta entrando nella storia. E non le sono mancati i riconoscimenti culturali. Ma sono rimasti episodici. Non sarebbe tempo che i vari specialisti (filologi, storici, musicologi, storici della letteratura) intraprendano un 'opera di rivisitazione e di catalogazione dei testi, delle registrazioni sonore, delle testimonianze, dell'iconografia? Si parla molto di «microstoria»; è op-. portuno cominciare a esercitarla sui documenti del secolo che sta per concludersi, non trascurando ciò che ha ronzato continuamente nella testa di milioni di individui, quando cantavano ancora nelle strade stupidi ritornelli. ! Visto dall'Italia Carlo e Diana guidano il giorno più lungo del rock, «finestra» all'interno di un servizio di tre pagine dedicato alla musica leggera italiana. Corriere della Sera, 13 luglio Mai visto un concerto così. Tv: oggi 10 ore di musica per l'Africa, titolo di prima pagina, con foto. Reporter, 13 luglio Per l'Etiopia 15 ore di rock, notizia su tre colonne nella pagina della cultura. Il Manifesto, 13 luglio Contro la fame forse i Beatles tornano insieme, titolo di prima pagina, con vignetta di Forattini (bambino ischeletrito tende un piattino a pianista in frac). °' La Repubblica, 13 luglio rri <::s -S Dai «gladiatori» del rock un'allu- ~ l:::l.. vione di miliardi per la fame, titolo di prima pagina, su sette colonne. Corriere della Sera, 14 luglio C'era una volta Woodstock, articolo di commento in prima pagina. Il Manifesto, 14 luglio ~ Tre miliardi• di orecchi, titolo di l testa della quinta pagina, con foto. ~ Il Giorno, 14 luglio Il mondo per platea/hanno cantato per battere la fame (titolo di prima pagina); A colpi di rock contro la fame e Il mondo è un villaggio (pa• gina interna). La Repubblica, 14 luglio Adesso per il mondo intero rock è un sinonimo di pace, titolo di commento in pagina degli spettacoli. Il Giornale, 15 luglio Di italiano c'era solo un contocorrente, commento di prima pagina. Il Giornale, 15 luglio Concerto Aid. Per la fame solo rock di lusso, commento nella pagina della cultura. Il Manifesto, 16 luglio L'assenza italiana al megaconcerEve - tapisserie Musica, dollari, satelliti: successo pieno per l'evento planetario/Cara Africa, ti è piaciuto il nostro rock- 'n roll?, titolo di testa della prima pagina, con foto; servizio di sei pagine. Reporter, 15 luglio Concerto del secolo, richiamo in prima pagina; Per 16 ore un monto: invano la Rai cercò i «big» del rock, articolo nella pagina degli spettacoli. Corriere della Sera, 16 luglio L'assenza italiana al megaconcerto e la distribuzione dei cento miliardi di incassi / Polemiche e querele a ritmo di grande rock, titolo di prima pagina, su sei colonne; Se alLa femme au pantin (1877) do senza frontiere, titolo a tutta pagina, in terza, interamente dedicata al concerto. Stampa Sera, 15 luglio Oltre 100 miliardi col megaconcerto/E già si discute come spenderli, titolo di prima pagina su cinque colonne; Così ha parlato il popolo del rock, commento in prima pagina. L'Unità, 15 luglio Solidarietà può anche voler dire divertimento, commento di prima pagina. Il Giorno, 15 luglio meno fossero spesi bene, commento in prima pagina. Il Giornale, 16 luglio David Zard: «Se l'Italia non c'era la colpa è degli impresari di Baglioni e Vasco Rossi», titolo su quattro colonne, pagina «Spettacolo, cultura e varietà». La Stampa, 16 luglio I sindacati: non si ripeteranno assenze come quella da «Live Aid»/L'Italia canterà per la fame, articolo nella pagina degli spettacoli. Corriere della Sera, 20 luglio Un atlante da leggere Index I nostri settimanali cosiddetti d'opinione reagiscono alla crisi di vendite e di idee trasformandosi, spesso, in salumi termoretraibili dove sono insaccati, insieme al giornale, oggetti di varia natura, non sempre prelibata. La pratica non è commendevole ed è peraltro appena sufficiente a indurre una scarsa salivazione del lettore inappetente, disavvezzo a regolari pasti informativi. Proprio per questo è opportuno segnalare uno degli insaccati che non merita di raggiungere il cestino: anzi consigliamo chi non l'avesse di procurarselo in ogni modo. Alludiamo all'Atlante dei nostri inviati di tutto il mondo, diffuso in omaggio da Panorama con il suo numero 1000. Il libretto è presentato come un «atlante giornalistico». La definizione è azzeccata, poiché non si tratta né di un atlante geografico tradizionale, né di un atlante geopolitico. Semplicemente, a ogni paese del mondo viene dedicata una paginetta (al massimo due) con un brevissimo articolo, corredato a piè di pagina da alcuni dati essenziali. Dov'è la novità? Nella qualità dell'informazione e nella scrittura dei testi, redatti in una lingua secca, chiara, vivace senza concedere nulla al «colore». Le notizie sono aggiornate fino al momento di andare in stampa (cioè al 15 aprile); sono esplicite, senza peli sulla lingua, con scarse concessioni al luogo comune. Il risultato ottenuto con mezzi apparentemente così semplici è strabiliante. L'Atlante di Panorama si può leggere tutto d'un fiato, trasformandosi in una rara avventura intellettuale. Anche coloro che leggono con accanimento le pagine degli esteri e qualcuno dei migliori giornali stranieri scoprono via via un mondo ignoto, negletto dai media o sepolto nella memoria sotto cumuli di notizie frammentarie, semicasuali, rimosse dai pregiudizi alla moda. Questo Atlante è una lezione di umiltà per tutti coloro che credono di avere il mondo in tasca, già munito di etichette pronte per la sua gestione ideologica. E sono tanti, anche nell'epoca della morte apparente delle ideologie. Ma è anche una piccola, durissima lezione per i pontefici dell'inconoscibilità dell'universo: qui si tocca con mano che cosa può fare la concisione abbinata all'onestà dell'informazione. È inutile esemplificare qualcuna delle centinaia di notizie e di angolazioni (minori e maggiori) che costringono il lettore a dire: «Questo non l'avrei mai pensato». Ciascuno misura i pezzi mancanti del suo puzzle. Provare per credere. Il volumetto - robustamente rilegato come non capita più anche per molti libri costosi - è uscito il 10 giugno scorso. Siamo contenti di riparlarne ora, quando non è più di attualità. Perché è attuale, e meriterebbe da parte di Panorama una riedizione aggiornata, a distanza di un anno. Sarebbe interessante che il settimanale, inoltre, pubblicasse di tanto in tanto alcune schede da sostituire a quelle più superate. Pensiamo con un brivido a quanto potrebbe fare uno strumento così «modesto» nella scuola, in mano a insegnanti svegli. Ma anche a quello che potrebbe fare per inoculare in lettori e giornalisti italiani l'abitudine a .un orizzonte informativo senza «salti» in cui la sensazione sia sostituita dalla concisione, l'unica virtù che renda l'informazione alla portata della memoria umana. L'Atlante dei nostri inviati di tutto il mondo in Panorama n. 1000 10 giugno 1985 A cura di VITTORIO SPINAZZOLA IL SUCCESSO' LE1TERARIO pag. 328 L.22.000 Saggi di: M. Barenghi, G. Canova, L. Clerici, B. Falcetto, G. Gallo, F. Gambaro, M. Sofia Petruzzi, B. Pischedda, G. Rosa, P. Soraci, G. Turchetta Perchè autori come Liala, Guareschi, Fallaci, Montanelli, Scerbanenco, Biagio Villaggiohanno avuto successo? Quali elementi originalie scontati, tra la ripetizione dell'ovvio o lo scatto di estrosità inventiva, compongono le loro opere? Nonostante la critica letteraria tenda ad occuparsi di loro ilmeno possibile, bisogna pur interpretare il loro successo se si vuole finalmente avere un'idea di cosa è la letteratura per larga parte del pubblico italiano. Premio Diego Fabbri per la saggistica delle comunicazioni sociali. EDIZIONIUNICOPLI Distribuzione Promeco - Te!. 8462130 Via Volvinio, 22 - Milano 6bertani editore Via S. Salvatore Corte Regia, 4 37121Verona - Tel. 045/32686 AA.VV. COMO RIECUBA Rassegna dell'umorismo cubano RASSEGNA DELL'UMORISMO CUBANO .. MARIO CASTELLA A EPISTEMOLOGIADEBOLE Bachelard, Desanti. Raymond Epistemologia debole PERIPEZIE N. 4 Ebraismoe Occidente DISTRIBUZIONE: RETI REGIONALI 6 bertani editore

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