Alfabeta - anno VII - n. 76 - settembre 1985

L ive Aid - il megaconcerto per l'Africa che si è svolto, contemporaneamente, a Londra, a Philadelphia e in altre parti del mondo, il 13 luglio - ha sollevato sulla stampa uno sciame di luoghi comuni quale solo un concerto rock sembra in grado di sollevare. Per esempio: da tante parti, all'indomani, si è levato un grido di dolore per l'assenza delle ugole italiane dall'Evento. Sono rimbalzate accuse e persino querele. Sembra essere però sfuggito, ancora una volta, il punto essenziale. Guardandoci intorno, in questa estate italiana, possiamo osservare non soltanto la scomparsa delle lucciole pasoliniane, ma un'altra assenza, altrettanto sconvolgente: la gente non canta più; non si canta nelle strade e neppure davanti allo specchio del bagno; del resto non cantano più neppure i cantanti che - appena è possibile - si fanno sostituire dal nastro registrato, simulando l'emissione della voce con un boccheggio da pesci rossi. È difficile dire quando gli italiani abbiano smesso di cantare, il fenomeno (se la memoria non ci inganna troppo) è vecchio di qualche anno. Sembra che nessuno abbia dato molta importanza alla cosa. Tuttavia è proprio per questo, forse, che i poeti hanno ricominciato a modulare versi con la propria voce: il loro inconscio millenario deve avere registrato l'improvviso silenzio. Il poeta, si sa, all'inizio cantava. È ancora più difficile dire perché nessuno canti più. Ma è certo che non è facile cantare in una lingua diversa dalla propria. E si sa che da tempo i dischi più venduti e ascoltati -in Italia sono cantati in inglese. Se c'era bisogno di conferma, Live Aid ha confermato che l'inglese è la lingua standard degli scambi giovanili a livello interconEf stata recentemente diffusa l'indagine /spi 1985 sulla lettura dei periodici in Italia. L'indagine Jsegi, che misura la lettura dei quotidiani, è stata sospesa dopo la ricerca del 1983 per una verifica delle metodologie adottate, riprenderà nel 1986. L' }spi invece prosegue il suo corso con puntualità. È del 1958 la prima indagine italiana sulla stampa periodica, che aveva come committente l' Upa (Utenti di pubblicità associati). De~'attuale indagine sono committenti gli editori, ed è realizzata dagli istituti Abacus, Doxa e Makrotest. L'indagine /spi si occupa della lettura dei periodici e non della loro diffusione, questo ci fa aprire una leggera parentesi definitoria. In un mezzo a stampa, la «tiratura» indica il numero delle copie stampate; la «diffusione» indica il numero delle copie distribuite in abbonamento e/o in edicola, sottratta la «resa», che indica il numero di copie che l'edicolante restituisce al distributore, solitamente al momento di ricevere il numero successivo della rivista. La «lettura» indica il numero di persone che leggono il mezzo a stampa, a prescindere da tiratura, diffusione e resa, sia che siano abbonati o acquirenti sia che se lo Giornale dei Giornali liveAid Index - Archivio Critico de~'Informazione tinentale. Una lingua può convivere con i dialetti: i gruppi rock jugoslavi e tedeschi intervenuti a Live Aid cantavano nella propria lingua; però sotto le loro immagini scorrevano didascalie con la traduzione inglese, consentendo qualche comprensione anche al pubblico italiano. Ciò può far meditare quanti invocano barriere protezionistiche per la difesa dell'italiano discografico. Live Aid è stato un evento soprattutto sul piano della comunicazione, un evento televisivo. Un giornale italiano ha riferito le parole di una ragazza di Philadelphia che ha ammesso candidamente di non essere andata allo stadio né per la musica, né per gli africani affamati, ma soltanto per stare con gli altri: il concerto lo avrebbe visto a casa, dove il videoregistratore acceso stava guardando l'Evento per lei. L'Evento è stato tale proprio per l'ampiezza senza precedenti dell'audience televisiva, che - si dice - ha raggiunto la dimensione olimpica del miliardo e mezzo di spettatori. Bisognerebbe chiedersi perché solo le Olimpiadi e il rock siano in grado di aggregare pubblici televisivi su scala planetaria. Sia consentita una piccola digressione a proposito di sport e di rock. Fra il massacro dello stadio di Bruxelles - di cui ci siamo occupati nello scorso numero - e quanto è accaduto negli stadi di Wembley e Philadelphia, corre più di un filo, e neppure tanto sottile. Non solo perché entrambi si sono svolti sul piano degli «effetti di massa», dentro uno stadio e sotto l'occhio delle telecamere. C'è innanzi tutto un rapporto di opposizione: là una folla barbarica e assetata di sangue; qui una folla composta fino allo svenimento da insolazione, ufficialmente ansiosa di dare il proprio contributo a una causa umanitaria. In entrambi i casi, al centro della scena c'è un pubblico inglese, prevalentemente giovanile. Dall'Inghilterra vengono i nove decimi dei musicisti che hanno dato attualità a Live Aid; tutti hanno potuto constatare che la partecipazione americana era poco più di una sfilata di vecchie glorie, per quanto illustri. Da Liverpool provenivano i «selvaggi» che hanno impazzato nello stadio di Bruxelles; da Liverpool provenivano i Beatles, la cui ipotetica riunione in occasione di Live Aid ha fatto salivare la platea mondiale. VietarHallaux Rock e sport appartengono alla scala dei fenomeni di massa, ma sembra verificarsi tra essi una paradossale inversione: le conformiste e cloroformizzate platee ·del calcio assumono sempre più spesso un comportamento protervo e violento; le platee del rock, un tempo sinonimo di droga e protesta, appaiono ora simili ad assemblee di dame di San Vincenzo. Ma - si sa - spesso le apparenze ingannano. Nessuno sembra in grado di spingere le proprie affrettate soIndice della comunicazione ciologizzazioni d'occasione al di là dell'apparenza, il più delle volte di un'apparenza di un'apparenza mediata dai media. Torniamo al canto. La scomparsa del canto, evidente in Italia, ha però una sintomatologia internazionale. Alla scomparsa della voce - sostituita dalla registrazione - ha tenuto dietro la scomparsa dell'immagine stessa del cantante. Nel video-clip anche la figura di colui che canta è infatti decomposta e ricomposta artificialmente in un racconto arbitrario, dove la musica ha lo stesso ruolo della colonna sonora in un film. Ma non si calpestano impunemente forme di comunicazione che affondano le proprie radici nei cantastorie omerici, nel coro che canta e danza davanti alle gradinate in un teatro all'aperto, così simili a quelle di uno stadio moderno. Ne sanno qualcosa le compagnie discografiche. Live Aid è una formula composta da due parole; i commenti si sono spesso soffermati sulla seconda, Aid, l'aiuto all'Africa della fame; bisognerebbe soffermarsi un poco anche sulla prima, Live. Live Aid è stato un concerto dove quasi tutte le star del rock si sono esibite dal vivo, davanti a platee immense, spesso con un apparato di accompagnamento ridotto ai minimi termini: il canto era il protagonista. Il «sound», il «look» e altre baggianate sono state spazzate via impietosamente. Live Aid è stato uno sforzo corale del rock per mostrarsi vivo, per aiutare se stesso, ricomponendo una presenza e un'immagine unitaria, essendo questa mortalmente smembrata dalla moltiplicazione dei canali media e dalla frammentaria fungibilità delle registrazioni. L'emozione di Live Aid era tutta. qui. C'è da dubitare che ciò basti a riConf'!~!!,~del!~lnelegge ritrovino in casa o al bar acquistato da qualcun altro. Può esserci un legame proporzionale tra il numero di copie diffuse e il numero di lettori, ma può anche non esserci. È cioè possibile che i giornali più venduti siano meno letti di giornali meno venduti. Le cifre che daremo ·si riferiranno esclusivamente ai «lettori». Ali' /spi sono stati iscritti 43 settimanali e 64 mensili da quaranta editori committenti. I maggiori editori, Editoriale Corriere della sera (IO), Mondadori (18), Rizzoli (10), . Rusconi (10) sono tutti presenti (fra parentesi il numero di testate iscritte da ciascuno di essi). Gli istituti che hanno realizzato l'indagine definiscono lettore «tutti gli individui che in relazione a precisi intervalli di tempo hanno dichiarato di aver letto o sfogliato in casa o fuori casa un numero qualsiasi di una determinata pubblicazione, acquistata da sé o da altri». Il riferimento ai termini di tempo è giustificato da una sottoclassificazione adottata: a) lettori totali, b) lettori ultimo periodo, c) lettori a frequenza alta (9 numeri su 12 di una pubblicazione), d) lettori ·a frequenza media (4-8 numeri su 12), e) lettori a frequenza bassa (1-2 numeri su 1?)- Chiariti questi punti va ricordato che ognuno può leggere e indicare quanti periodici vuole, quindi non è possibile rapportare il numero di lettori complessivo alla popolazione nazionale. Va inoltre ricordato che l'/spi misura solo l(l lettura dei suoi committenti. I dati che citeremo si riferiranno sempre ai «lettori ultimo periodo», che sono quelli da considera~ re più significativi ai termini statistici. Le cifre fra parentesi indicano le migliaia per i milioni. Il settimanale più letto d'Italia è Sorrisi e .Canzoni Tv, con 9 miliòni..128 mila lettori, su un totale di 45,5 milioni di lettori. Segue, con 6 milioni di lettori, Famiglia Cristiana; al terzo posto Gente (4.120) seguito da Oggi (3.992). Nella classifica particolare dei lettori «uomini» Oggi e Gente hanno ordine inverso, mentre la classifica «donne» conferma quella generale. C'è un'altra classifica che interessa molto gli editori, perché a questa appartengono i lettori più appetiti dalla pubblicità: i «responsabili acquisti», che vengono venduti a più caro prezzo. La classifica dei r.a. conferma l'ordine generale, ma riduce notevolmente le differenze numeriche fra le testate: Sorrisi e Canzoni Tv (2.953) e Famiglia Cristiana (2.468); seguono sempre Gente (1.747) e Oggi (1.531). Fra i mensili quello che batte tutti f Quattroruote (5.664), seguito da Selezione del Reader's Digest (3.559), Gente motori (3.271) e L'Automobile (2.618). Questa classifica mostra impietosamente come le donne siano uscite sconfitte dalla battaglia con i motori, come oggetto di discussione e di pubblico dibattito. E infatti di pubblico dibattito si tratta, poiché la classifica dei responsabili acquisti è sensibilmente diversa da quella generale dei mensili più letti. È primo Selezione del Reader's Digest (1.243), seguito da Milleidee (1.227), dal Messaggero di S. Antonio (1.159) e da Tutto uncinetto (1.147), che annovera tra i suoi lettori anche 166 mila uomini. Una analisi particolare riguarda la «duplicazione di lettura». In questa parte si esaminano i lettori di più periodici andando a vedere come incrociano o raddoppiano le loro letture. Osservando i dati relativi a tre settimanali d'opinione si scopre che il 37,5 per cento dei lettori di Panorama (che in tqtale sono 2.656) legge anche L'Espresso (totale 2.279), il quale ha quindi il 42, 7 per cento di lettori in sollevare le sorti di una branca espressiva che agonizza da più di un decennio. C'è qualcosa di strano nel fatto che il culmine della carica erotica, ingrediente essenziale della comunicazione rock, sia stato raggiunto nel duetto fra Mick Jagger e Tina Turner, entrambi poco meno che cinquantenni. Almeno in un senso, il reiterato e fastidioso paragone con Woodstock era calzante: anche Woodstock stava allafine, e non all'inizio, di un periodo. Queste considerazioni, e tutti i luoghi comuni che abbiamo dovuto sorbirci, non possono nascondere l'emozione che il concerto del 13 luglio ha saputo trasmettere a un pubblico enorme attraverso un linguaggio comune, per quanto logoro e vecchiotto. Nell'emozione non predeterminabile del canto di un grande «coro» (attore e spettatore, com'è nella migliore tradizione della tragedia) si annidano i possibili effetti-boomerang di un evento altamente artificioso. Nonostante le apparenze, i media hanno arrancato faticosamente dietro Live Aid; la Rai, dopo aver afferrato l'Evento per la coda, sulla Terza Rete, non è stata capace di mantenere la diretta nelle ore di massimo ascolto, nonostante il tradizionale vuoto estivo della programmazione delle sue tre reti. La stampa, svegliatasi tardi, ha sbadigliato cronache lacunose e commenti che si commentano da soli. Poi ha pensato bene di tacere, risparmiandoci ulteriori lepidezze. Live Aid, probabilmente, non preannuncia niente. Ma, dentro l'Evento, si è manifestato qualcosa che, essendo sfuggito, tornerà a riemergere da qualche altra parte, chissà in quale forma. Postilla accademica. Tutte le forme artistiche quando raggiungono la «maturità» (spesso quando sono comune con la testata concorrente. Anche L'Europeo registra gli incroci di lettura più alti con Panorama, il 44 per cento dei lettori dell'Europeo legge anche Panorama, e con L'Espresso, per il 43,8 per cento. Segno che i lettori dei settimanali d'opinione sono aftezionati al «genere», e che nessuna delle tre testate li soddisfa davvero. Una buona novità del/'/spi '85 è rappresentata da due tavole poste in coda al volume, dove si affronta il rapporto tra lettura e ascolto della televisione. È stato chiesto ai lettori «ultimo periodo» se avevano guardato la televisione il giorno precedente, ne~'ora di punta dopo il Tg, e cioè tra le 21 e le 23. Ebbene, il settimanale che tiene più lontano dalla televisione è Mondo Economico. Il 51,9 per cento degli adulti lettori di M.E. non guarda la tv. Il mensile che allontana di più dai programmi televisi è, fatti tutti i conti di adulti, uomini, donne e responsabili acquisti, Scienza 2000 con il 52,4 per cento; seguito da Zoom (52,1) e da Frigidaire (51,2). Abacus, Doxa, Makrotest lspi '85 La lettura dei periodici

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