Sono già intervenuti nella discussione avviata da Alfabeta sui temi de~ambiente e-,dell'evoluzione in varie discipline,· .Eleonora Fiora- -ni, Carlo Formenti, Umberto Curi .. (Alfabeta n.,71, aprile '85), Franco Berardi, Ernesto Mascitelli ( Alfabeta n, 72, maggio '85), Adelino Zanini, ,Marina Fumagalli (Alfa- ·beta n. 73, giugno '85). Pro$eguia- ., mo qui con gli articoli .di Ezio . Manzini. e di Luigi Manconi, il quale avvia -unasezione «Interventi», mentre_ la pagina di Miche/ Sen:es viene a, arr,iechire la. rassegna :antologie.a,che ha già ospitato -Bateson, luh,:nann_e una scelta di materiali sul tema della com.p/essità . in . diverse • disciplir,e• scientifiche, ripre$idalla rivista Se-Scienza •esperienza. I I Vivere è passare da uno • '' spazio all'altro cercando di non urtare» (G. Perec, Espèces d'espaces, Paris, Galilée,. 1974, p. 14). Forse è sempre stato così, ma oggi lo è più di ieri. E non urtare negli stipiti delle soglie è più facile se si possiede una mappa,. cioè un'idea·, mfimmagine complessiva dei luoghi. Proprio quello che oggi ci manca. «La questione che si pone non è dunque tanto quella della 'crisi della modernità' come progressivo declino degli ideali comuni, (... ) a beneficio di narrazioni più o meno ristrette e legate allo sviluppo autonomo degli· individui, ma è la crisi della narrazione. stessa. Cioè la crisi del discorso e del modo di rappresentazione ufficiale, ereditati dal Rinascimento e dati dalla capacità, fino a oggi universalmente riconosciuta, di dire, descrivere, inscrivere i.I reale» (P. Virilio, L'espace critique,. Paris, Ch. Bourgois, 1984, p. 27). In L'espace critique Paul Virilio sfida questa crisi di dicibilità cercando di descrivere le indescrivibi-. Le immagini dell'ambiente IV l'età.:·psE~a,dolitica li qualità dello spazio-tempo in cui lo sviluppo della tecnica ci ha immersi. «Ormai assistiamo (in visione diretta o differita) a una coproduzione della realtà sensibile in cui. le.percezioni dirette e quelle attra- • verso i media si confondono per dare una rappresentazione istantanea dello spazio e dell'ambiente» (Virilio, p. -37). Uno spazio e un ambiente in cui le dimensioni si annichiliscono sot,. to l'effetto delle nuove tecniche di comunicazione e in cui la velocità diventa il vettore primario d'organizzazi~ne. Si dissolvono così «le strutturazioni tradizionali d~lle apparenze, cioè la tradizionale strutturazione dello spazio sensibile, fondata fin dall'antichità sulla geòmetria <liEuclide ( ... ) la profondità . di · tempo . (la teleologia opto...elettronica) soppianta la tradizionale profondità di campo della topologia» (Virilio, pp. 36-~7).. In questa era-«pseudolitica», in cui l'effetto. del reale soppianta l'esperienza della realtà,. lo schermo video apre nell'intorno di ciascuno una finestra su un mondo «sovraesposto», un mondo che offre allo sguardo non solo ciò che sta alla nostra scala dimensionale (mostrandocelo interamente, «senza antipodi, senza facce nascoste»), ma anche ciò che sta al di fuori di essa (con le tecniche attuali, «le.grandi distanze non nascondono le immagini di un mondo lontano più di quanto l'opacità dei materiali non nasconda lo stato intimo della materia» Virilio, p. 71). D'altro lato, proprio· per le sue qualità, questo mondo ipervisibile e ipertrasparente sfugge alle nostre attuali possibilità di rappresentazione: nel momento in cui non sono più le dimensioni l'elemento organizzatore dell'esperienza spazio-temporale, spazio, ambiente e territorio diventano irrappresentabili, perdono di immagine. Ne deriva una sensazione di crisi e di .difficoltà diffuse, ma che hanno il loro punto· di massima . • evidenza nelle discipline che più da vicino sono state implicate negli aspetti dimensionali. .· ·Lf architettura, la cui funzio~ • . ne storica era quella di organizzare lo spazio: e il tempo delle· società, .di definire un'unità di tempo e di luogo per le attività, «entra in-conflitto aperto con.le capacità strutturali dei mezzi di comunicazione di massa» (Virilio, p. 24). E anche il design, inteso come intervento cultl,lrale e criti,conella produzione di oggetti, nel momento. in cui l' «oggetto» diventa radicalmente altro da ciò che è stato tradizionalmente,.· si scontra con problematiche esterne alla propria storia che ne modificano profondam.ente lo stessQsta- . . tuto d:esistenza. È come se l'interesse per gli oggetti si. stesse progressivamente spostando dalla loro realtà volumetrica alla loro superficie e al loro sistema di relazioni. Una dinamica di cui l'elemento motore è proprio il diverso ~ignificatoche il termine ,«superficie» viene ad assumere. in un ambiente dominato dai flussi informativi. Ciò che prima era il limite di uno spazio.chiu-. so, diventa oggi luogo di scambio, interfaccia: «Ciò che fino •ad ora .era la frontiera -di una materia, il 'terminale' di un materiale, diven-, ta via d'.ac.cesso(... ), l'apparenza della superficie nasconde una trasparenza . s~greta, uno spessore senza spessore, un volume senza volume, una quantità impercettibile... » (Virilio, p. 18). L' «espace critique» dominato dalla velocità, dal «te.mpo reale» dell'informazione, è il nuovo am- • biente con cui ci troviamo a misurarci. L'interesse del lavoro di Virilio sta proprio nella precisione, Luglio·•' nella radicalità con cui l'autore de- avranno un ruolo del tutto diverso linea alcuni aspetti del nuovo .- •e stravolto rispetto a quello svolto emergente. Ma in questo pregio· . ·all'intemo•del precedente sistema sta per converso anche il suo li- • ·spazio-temporale (dominato dalle mite. dimensioni., • •da.Jl'organizzazione Il «reale» che percepiamo ·è, .,in- • prospettica e dal tempo omogeneo fatti, se possibile, ancora più com-..,. e Hneare) ma che non· per questo plesso di quello da lui indicato. Si- cesseranno di contribuire alla deficuramente è ,proiettato fo. modo nizion~ dei nostri itinerari percet- , meno folgorante e omogeneo nel · tivi: «flash» .de!Fimmagine-informazio- L'ambiente che ne risulta è più ne istantanea. Nella fase pseudoli~ ·frammentario di quello proposto tica, l'immateriale. risulta l'ele- "da Virilio. I «luoghi» che lo costimento dominante, _ma.ciònon im- • .tuiscono perdono certamente la -plica la ·disparizione della compo~ necessità dell'adiacenza geometrinente materiale, della comp<)Oen-.. .-;ca, .per costruirsi attorno alla adiate «litica», del nostro. intorno spa- cenza percett_iva (cioè attorno ai zio-temporale. E questa compo:-• mezzi di comunicazione), ma· si nente concorre, con le ·proprie •·stratificano anche in base al loro specificità, alla definizione del- .grado di fisicità. l'immagine finale, o meglio,',del- ·Sul-fondo della metropoli ·telel'attuale non-immagine finale. matica resta l'appiccicosa promi-: D'altro lato, se pure è stimolan- · : scuità e la decadenza materiale dei te e suggestivo proporre· la ,yelqci- livelli inferiori della Los Angeles tà come vettore organizzante (o di Biade Runner; a fianco· dello disorganizzante) delle nuove qua- scintillio immateriale dei monitor lità ambientali-, occorre dire : che restano le budella. palpitanti in· essa non è più solo la velocità della avaria delle case di Brazil. Queste luce con cui corrono le informa- immagini fiction hanno il pregio di • zioni della telematica, ma anche i . •rimettere la questione del ,nuovo .3 km/h con cui avanza ancora il ambiente con i piedi per terra - passo dell'uomo. dove l'espressione «coi piedi per , D alla lettura del saggio di Vi- , rilio, emerge una figura di . osservatore di questo spazio-tempo prodotto dalla tecnica assolutamente interna alla fuga verso l'immateriale, l'istantaneo, il puntiforme. Come se la miniaturizzazione e l'accelerazione nella manipolazione dell'artificiale potesse coinvolgere il soggetto umano in tutte le sue stratificazioni. A partire da queste considerazioni può essere sviluppata una linea di ricerca che, pur accettando il quadro di riferimento proposto da Virilio, tenda a introdurvi elementi che ripropongono l'inerzia e la pesantezza della materia e della biologia. Inerzia e pesantezza che terra» va intesa in senso non metaforico. • La radicale novità del contesto in cui l'ambiente fisico· costruito viene a collocarsi mette in discussione i nostri ·modelli tradizionali di lettura e di interpretazione. Ma se le basi disciplinari dell'architettura ne risultano scardinate, ciò non toglie il fatto che, in un mondo dominato dall'immateriale e · dal transitorio, la costruzione resti comunque un «bene stabile», qualcosa che non attraversa il nostro· campo- percettivo, ma·che è, viceversa, attraversata dalla nostra esperienza di vita. Se l'immagine-informazione è istantanea, se coincide col tempo . della persistenza retinica e quindi '. ·'
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==