<lenze e delle determinazioni tra economia e diritto quanto sulla «economie analysis of law», sull'accertamento dei costi degli strumenti giuridici, dei loro effetti indotti, delle alterazioni che essi producono sul mercato ecc. Significativo in tal senso è il libro di R. Bowles, Diritto e economia (Bologna, Il Mulino, 1985, pp. 300, lire 20.000), con una introduzione di G. Alpa, che bene colloca l'opera dello studioso inglese nei possibili interessi del giurista italiano. Ma non è di questo che qui vogliamo principalmente parlare. D'altra parte, la stessa enciclopedia (che pure ha alcune voci chiave del rapporto diritto-economia, come «Teorema di Coase» o colpire alcune particolarità, forse riconducibili proprio a questo problema. La voce «Pentiti», per esempio, è di una «oggettività» tale da ridurre a mera distorsione quell'effetto di esautoramento delle corti giudicanti e di perdita delle garanzie della giurisdizione, che appare come un danno del pentitismo di lungo periodo e non facile da riparare. Tale situazione attuale del sa interessare, magari per consultazione, qualunque persona colta che abbia un qualche interesse per i problemi del rapporto, così difficile ed aspro, tra l'individuo e lo Stato» (dalla Prefazione). Il libro esamina le libertà fondamentali tenendo conto del loro formarsi storico e degli sviluppi più recenti: dalla libertà personale a quella del domicilio, dalla libertà e segretezza delle comunicazioni la chiarissima «Responsabilità ci- ,❖ vile») per lo più giustappone e interseca «materialmente» voci giuridiche ed· economiche, ognu.na autonoma, dotata di senso proprio e autosufficiente, salvi ovviamente i rimandi ad altre voci della stessa disciplina. L'accostamento risulta così privato di senso e depotenziato. Esso è piuttosto reso evidente e giustificato semplicemente dalle sollecitazioni provenienti «in questa direzione dall'informazione giornalistica e televisiva, dalle discussioni politiche, dai problemi personali, familiari, di lavoro, di impiego delle proprie risorse economiche» (dalla Premessa). Le teorie giuridiche o economiche o di diritto ed economia sono altra cosa oppure seguiranno, sembrano lasciare intendere i curatori, che invece, e non a caso, scelgono un taglio «oggettivo e dottrinale» degli argomenti e della loro presentazione. Nel complesso l'enciclopedia è strumento sicuramente interessante e utile, che invita alla lettura anche gli specialisti o gli addetti ai lavori, che, fuori del loro frammento di applicazione quotidiana, ignorano spesso gli ultimi sviluppi degli stessi campi confinanti. La massa di informazioni è veramente notevole e si articola non solo nelle voci (da «Abbandono» a «Zweigert Konrad»), ma anche in sette appendici di storia del pensiero giuridico ed economico e di informazione sui grandi sistemi giuridici (romanista, di «common law», socialista, islamico e indiano) e sugli sviluppi economici recenti. Per averne un'idea basti pensare che l'opera contiene (p. 1279) il corrispondente - secondo un calcolo approssimativo di battute - di sette volumi «normali» di circa cinquecento pagine l'uno. Il che non è una pura questione di forma. È piuttosto una indicazione di modo di uso, quotidiano e «manuale» (sta in una mano), e di collocazione, non lo scaffale ma il tavolo di lavoro, di studio ecc. Ma torniamo ancora al senso complessivo dell'opera e a ciò che vuole essere. Si legge nella Premessa che l'enciclopedia è «strumento di rimando dalla prima informazione a informazioni complementari; ( ... ) repertorio di termini giuridici ed economici segnalati nella loro consistenza oggettiva e dottrinale, ( ... ) 'guida' alle singole discipline». Ora è in qualche modo normale che un'enciclopedia tenti una descrizione della Giampiero Neri processo, inoltre, non traspare minimamente dalle voci «Processo penale di cognizione», «Codice di procedura penale», «Pubblico ministero» ecc. Manca infine inspiegabilmente la voce «Diritti civili», che non può dirsi sostituita del tutto da quella «Diritti fondamentali», e che in ogni caso avrebbe richiesto una voce di rimando per il lettore meno smaliziato. In tema di diritti fondamentali, presentati in forma di raccolta globale, anche se non enciclopedica, è di rilievo poi il libro di P. Barile, Diritti dell'uomo e libertà fondamentali (Bologna, Il Mulino, 1985, pp. 512, lire 30.000). L'autore proclama le sue opzioni: «Ho dovuto fare una scelta. Ho perciò tralasciato le libertà che investono la sfera economica: il lavoro, l'impresa, la proprietà, il governo dell'economia. Ho trattato le libertà tradizionali, quelle 'negative', ma intersoggettive individuali alla libertà di associazione e di riunione, al diritto di azione e difesa giudiziale ecc. Qui il rigore dell'elaborazione nulla toglie alla dichiarata «partigianeria» per i diritti di libertà, per la valorizzazione del polo della libertà all'interno del rapporto persona-ordinamento. Il criterio fondamentale risiede in quella «presunzione della massima espansione delle libertà costituzionali» (p. 41), che significa, tra l'altro, che i diritti e le libertà riconosciuti non possono avere altri limiti se non quelli contenuti direttamente dalla stessa Costituzione o da essa richiamati. Con la conseguenza, per esempio, che non sono limiti di carattere generale né quello dell'ordine pubblico, che non è mai citato nella Costituzione, né quello della sicurezza pubblica, che è stato utilizzato in modo circoscritto. -•~Quadrimestrale del Centro di Ricerca sulla Tradizione Manoscritta di Autori Contemporanei. Universitàdi Pavia Nel quinto numero: Maria Vittoria Molinari: Il «dono di Odino» Maria Antonietta Grignani: Varianti di Saba Massimo Bocchiola: R. Baldini, la coazione poetica in un labirinto Gino Rizzo: Immagini della Russia sovietica in Italia Fenoglio traduttore di Eliot. U~ libello 1943 di Delfini In libreria a lire 8.000 Abbonamento per un anno (3 numeri) Lire 22.000 Inviare l'importo a Cooperativa Intrapresa Via Caposile 2, 20137Milano Conto Corrente Postale 15431208 realtà e ponga delle questioni per ---------------..--------------- il modo in cui_gli argomenti risultano accostati, piuttosto che fornirne la «chiave» o dare delle risposte. Certamente però parlare di consistenza «oggettiva e dottrinale» mentre, per giunta, si maneggia il presente, comporta non pochi rischi. La valorizzazione acritica del presente o di un suo aspetto particolare è infatti sempre possibile e costituisce un problema anche per un'enciclopedia. D'altra parte, non possono non anche quelle sociali, 'positive': lo Stato di diritto che si trasforma nello Stato Sociale. Ho tentato di non dimenticare nessuno dei diversi profili di ciascuna libertà: anzi, ho cercato di approfondirli anche a livello tecnico, senza cadere in quel tecnicismo che si esprime nel gergò dei giuristi, insopportabile ai più. Non dirò che sia sufficiente aver dato la licenza liceale per leggere questo libro: ma dico che spero vivamente che esso posSe questo è il quadro di base, risulta in certo senso stonato il limite generale delle situazioni di emergenza, che l'autore legittima in ragione del carattere contingente e temporaneo della sospensione delle libertà. Sta di fatto che partendo da quella particolare teoria giuridica che considera la «necessità» come. fonte «naturale» e, conseguentemente, anche «straordinaria» del diritto, Barile giustifica un po' tutto quello che in questi anni è stato ricondotto alla cosiddetta emergenza, senza per altro definire, anche solo in termini giuridici, che cosa !'«emergenza» è effettivamente stata e se «quel che è accaduto» è definibile come tale e all'interno di quali confini (mentre i dubbi su ciò sono da tempo numerosi). L'emergenza come necessità che può sospendere i diritti, anche in modo informale (vedi la giustificazione della sentenza n. 15/82 della Corte costituzionale), getta un'ombra su tutte le libertà prima trattate, delle quali risulta vanificata quella «presunzione di massima espansione» vista prima (la Costituzione, tra l'altro, non prevede alcun meccanismo di sospensione dei diritti fondamentali per emergenza o affini). L'Enciclopedia Garzanti e il libro di Barile hanno in comune un certo taglio divulgativo, e vogliono anche fornire strumenti di base di conoscenza e di orientamento per una sfera ampia di persone. E in tal senso può essere a essi accostato il recente tascabile Dizionario dei termini giuridici di N. Parisi e D. Rinoldi (Firenze, Sansoni, 1985, pp. 287, lire 14.000). Si tratta in ogni caso di forme particolari di divulgazione. Barile, abbiamo visto, dichiara di rivolgersi alla «persona colta»; l' Enciclopedia, «oltre che alla persona colta in genere», presenta nella Premessa persino un elenco dei destinatari: «lo studente, l'insegnante, il giornalista ( ... ), il sindacalista, l'imprenditore, l'operatore aziendale, il libero professionista, il pubblico amministratore ecc.». Ed analoga è la tipologia sociale riportata nella Nota introduttiva del Dizionario della Sansoni. Ora va detto che opere del genere pongono un problema non facile da risolvere. Se è vero, infatti, che esse risultano comunque utili, è anche vero però che quella tuttora carente in Italia in campo giuridico è la divulgazione che unisca rigore di contenuti, semplicità espositiva e la massima ampiezza di destinatari «comuni». Ma qui si scontra un problema diverso e cioè la assoluta debolezza nella nostra tradizione (fatta eccezione per i radicali in un certo periodo) di movimenti per i diritti civili, che siano indipendenti dagli apparati e dalle ideologie di partito. In Italia, in effetti, vi è maggiore disponibilità ad approfondire la questione della fondazione teorica dei diritti che a proteggerli in concreto. Discutono proprio questo tipo di argomenti Giuliano Pontara e Norberto Bobbio in «Vi sono diritti fondamentali?» (in N. Bobbio-G. Pontara-S. Veca, Crisi della democrazia e neocontrattualismo, Roma, Editori Riuniti, 1984, pp. 119, lire 6.500), dove il primo individua il loro fondamento essenzialmente nella natura razionale dell'uomo e il secondo sostiene la loro indeterminatezza, rilevando comunque come essi diritti siano ormai ampiamente riconosciuti nelle dichiarazioni e convenzioni internazionali. L'interesse di questa breve pubblicazione non sta tanto nella originalità dei temi trattati (che rientrano in quelli tipici della letteratura rawlsiana) quanto nel contesto scelto dagli autori: due filosofi si confrontano su uno specifico tema attraverso scritti brevi e finalizzati esplicitamente allo scopo. La «disputa» si rivela occasione di chiarificazione e, soprattutto, di intelligibilità ampia delle questioni. Il che, dopo tutto, non è una sventura. Enciclopedia del diritto e dell'economia a c. di Giuseppe Barile Milano, Garzanti, 1985 pp. 1280, lire 32.000 Sansoni Editore Informazioni LE GUALCHIERE Piero Bigongiari VISIBILE INVISIBILE Emilio Cecchi FIORENTINITÀ E ALTRISAGGI prefazione di Mario Luzi Massimo Pallottino CIVILTÀ ARTISTICA· ETRUSCOITALICA Francis Haskell MECENATI E PITIORI Studio sui rapporti tra arte e società italiana nell'età barocca NUOVI SAGGI Mirko Bevilacqua PASSAGGI NOVECENTESCHI Da Marinetti a Benjamin BIBLIOTECA MUSICALE Dietrich Kamper LUIGI DALLAPICCOLA traduzione di Laura Dallapiccola e Sergio Sablich Massimo de Vico Fallani RAFFAELE DE VICO E I GIARDINI DI ROMA prefazione di Isa Belli Barsali FONÈ Collana di letteratura contemporanea Antonio Porta NEL FAREPOESIA Antonio La Penna LA CITTÀ MORIBONDA Variazioni su Petronio e altre poesie prefazione di Gianni Scalia CLASSICI DELLA FILOSOFIA Giordano Bruno DIALOGHI ITALIANI note di Giovanni Gentile a cura di Giovanni Aquilecchia MANUALI SANSONI Polsinelli - Buiatti Ottaviano - Ritossa GENETICA DIZIONARI PRATICI Nicoletta Parisi Dino Rinoldi DIZIONARIO DEI TERMINI GIURIDICI Michele Gagliardo DIZIONARIO DELLE VOCI LATINE RICORRENTI NELL'USO ITALIANO
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