Non meno singolari e interessanti sono le indicazioni di un sondaggio, abbastanza inconsueto, che il Corriere della Sera ha commissionato alla Telemark e pubblicato il 16maggio; non ci sembra, a memoria, che vi siano casi precedenti di sondaggi effettuati dopo una tornata elettorale per rilevare l'opinione dei cittadini sui risultati medesimi. Se alcuni dati sono abbastanza prevedibili (il 66,9 per cento indica nella Dc il vincitore delle elezioni, il 57,1 indica invece il Psi; il 58 per cento si dichiara abbastanza o molto soddisfatto dei risultati) altri sono molto meno scontati: un cittadino su tre (32,5 per cento) dichiara di non conoscere l'esito delle elezioni o di avere nozioni confuse in proposito. Poi c'è un 20 per cento che indica nel Pci uno dei vincitori del 12 maggio. Anche in occasione di quest'ultima consultazione elettorale i sondaggi hanno registrato una povera performance in sede di previsioni; vi è più di una ragione per prendere con le molle anche questo insolito sondaggio consuntivo. Non è difficile trovare spiegazioni abbastanza semplici ai dati più stravaganti: un sondaggio telefonico, verosimilmente, incontra una percentuale consistente di intervistati che ha poca voglia di dare retta agli intervistatori e preferisce liquidarli dicendosi disinformata; l'alto numero di intervistati che si dice convinto della vittoria Pci si può attribuire (come suggerisce il Corriere) a dichiarazioni «di bandiera» o riferite a situazioni locali. Comportamenti di questo genere sono più che sufficienti, da soli, a rendere traballante la credibilità ·di simili sondaggi. Tuttavia, l'iniziativa :;,imaneinteressante perché apre lo sguardo su un aspetto spesso trascurato: la differenza fra voto «reale» e voto «percepito». Nella formazione di quest'ultimo, indubbiamente, concorre in modo notevole l'influenza dei mezzi di comunicazione. Il sondaggio del Corriere della Sera è stato condotto «a caldo», quando l'influenza determinante ;era, probabilmente, quella della televisione; sarebbe interessante confrontare i dati con quelli di un sondaggio a qualche giorno di distanza, sia per controllare l'attendibilità dei primi, sia per verificare la situazione una volta che si fosse consolidato il «voto percepito», sulla base di una più lunga esposizione ai media. La distinzione fra voto «reale» e voto «percepito» è del resto implicita in tutte le interpretazioni. In termini «reali» (e istituzionali) l'unica conseguenza di una elezione è che modifica la composizione delle assemblee rappresentative (locali, nazionali o europee); indirettamente, può modificare anche la struttura dei rispettivi organi esecutivi. Dal punto di vista del voto «reale», dunque, l'unico confronto è quello con la precedente consultazione dello stessd tipo. Seguendo questo criterio, però, si giunge a conclusioni abbastanza paradossali. Infatti, il partito unanimemente indicato come il vincitore (o almeno tra i vincitori) del 12 maggio, la Democrazia cristiana, diventa il maggiore sconfitto: circa il 2 per cento in meno alle regionali e alle provinciali. Nelle °' elezioni provinciali (le più signifil"r\ c::s cative per estensione dell'elettora- .!:; to, in questa circostanza), il re- ~ i:::i., gresso «reale» del Pci non solo è ~ molto inferiore a quello della Dc ~ (0,6 contro il 2 per cento), ma è e inferiore anche a quello del Psdi ~ (1,1 per cento). ·Ò-0 Questi paradossi si spiegano con ~ il fatto che un'elezione conta moli::: to più per le conseguenze «perce- ~ pite» che per quelle «reali», quindi l le valutazioni tengono più conto ~ delle prime che delle seconde. In altri termini, soprattutto quando non si tratta di elezioni politiche nazionali, il voto è considerato soprattutto come un «supersondaggio» delle tendenze dell'elettorato. Ecco perché molti commenti hanno fatto ricorso, come termine di confronto, più alle europee dello scorso anno o alle politiche del 1983 che alle ormai distanti amministrative di cinque anni fa. La prospettiva torna a rovesciarsi quando si considera il dato delle comunali nelle grandi città: qui il voto «reale» conta. Se oggi si parla soprattutto (a nostro avviso, correttamente, date le premesse sopra descritte) della sconfitta del Pci, è perché - abbastanza inspiegabilmente - il Pci non ha tenuto conto di questo «alfabeto» elettorale, dimenticando che l'esito delle amministrative sarebbe stato confrontato soprattutto con quello delle europee del 1984, elezioni che si tennero in condizioni (morte di Berlinguer, scarso peso dei fattori locali e clientelari, ecc.) che non si sarebbero ripetute il 12 maggio. Un anno fa, diversi lettori della nostra rubrica con simpatie comuniste ci fecero notare un eccesso di scetticismo: nell'analizzare le condizioni «comunicazionali» che avevano propiziato la «storica affermazione» del Pci come primo partito italiano. Avevamo allora scritto: «non è possibile negare l'evidenza di una campagna elettorale quasi inesistente, dominata da • flussi informativi che per molti giorni hanno posto in primo piano una immagine positiva del Partito comunista». Ma avevamo aggiunto: «d'altra parte, insistere sull' 'ondata emotiva' e sulla 'irrazionalità' del voto significa attribuire la prerogativa della razionalità solo alle posizioni proprie, relegando il voto espresso da milioni di italiani nelle contingenze della psiche». Oggi appare evidente che le elezioni dello «storico sorpasso» avevano disegnato una sorta di «cerchio massimo» del consenso . elettorale comunista (almeno nel medio periodo). Il voto del giugno 1984andava perciò interpretato in termini di voto «percepito», non in termini di voto «reale». Evidentemente, il Pci ha scambiato le proprie percezioni per realtà, accreditando un «sorpasso» che - veniva già notato l'anno scorso - favoriva il voto alla Dc, mentre i voti comunisti difficilmente avrebbero potuto raggiungere il livello record del 1985, in circostanze mutate. Queste considerazioni elementari valgono anche a indicare l'opportunità che nelle scuole, durante le ore di educazione civica, si insegni - dal vivo - quali sono i criteri con cui si debbono e si possono valutare i risultati di una elezione. Sfortunati quei partiti che dimenticano ciò che si dovrebbe apprendere sui banchi di scuola. Le prossime elezioni in Italia saranno quelle politiche, dove è minore la distanza fra «voto reale» e «voto percepito». Per questo, a vincitori e vinti di oggi è opportuno rinnovare gli inviti alla «cautela interpretativa» di un anno fa. Le elezioni europee dell'84 e quelle amministrative dell'85 concorreranno poco alla formazione del «voto percepito»; anche se saranno passati molti anni dalle politiche del 1983, saranno soprattutto queste ultime a costituire il prinèipale termine di confronto. I paradossi dell'aritmetica elettorale vogliono che partano avvantaggiati i partiti che hanno ottenuto risultati deludenti nell'83, e viceversa: ciò che conta sono i più ( e i meno) che .. compaiono, nelle proiezioni della Doxa, dal raffronto con le elezioni precedenti. Rassegna dei commenti Da sinistra al centro di Giuliano Urbani, Corriere della Sera del 14 maggio 1985, p. 1 «Questa volta è indubbiamente più facile individuare chi ha vinto e chi ha perso. Per il semplice fatto che ci sono alcuni risultati che parlano da soli: a cominciare dal successo del Psi per arrivare al forte calo del Pci in tutto il territorio nazionale, fino al forte recupero della Dc. «( ... ) A questo punto la parola torna ai partiti, che dovranno interpretare politicamente il voto di domenica, facendo il massimo tesoro possibile tanto delle sconfitte quanto delle vittorie. Ma una conclusione è evidente fin d'ora: in campagna elettorale si era presentata una maggioranza di pentapartito indebolita da più di un contrasto e da più di un timore: ora, questa stessa maggioranza esce dalle urne considerevolmente rafforzata. E, più di ieri~senza alternative praticabili. L'augurio è che sappia ben utilizzare questa fiducia che il Paese le ha dato'». Altre spiagge di Gianfranco Piazzesi, La Stampa del 15 maggio, p. 1 «(... ) Da ieri qualcosa è cambiato, nella vita politica italiana: dai tempi del primo centro-sinistra, democristiani e socialisti non hanno mai avuto una così chiara convenienza a fare un lungo tratto di strada insieme. Va da sé che non debbono approfittare dell'isolamento comunista per favorire un processo involutivo che renderebbe la nostra democrazia zoppa fino al Duemila. Non è proprio il caso di stravincere. Ma sarebbe ancora più grave dilapidare fin da ora tutti i frutti di una duplice vittoria». Più deboli e più soli di Giorgio Bocca, La Repubblica del 16 maggio, p. 1 «(... ) Ma questa volta qualcosa di nuovo e d'importante c'è nel risultato elettorale, questa volta il mutamento epocale sembra arrivato anche nel mondo addormentato e refrattario della politica. «Tutti abbiamo notato nei giorni scorsi la dualità del paese, la differenza netta fra Italia economica e Italia politica. Due linguaggi, due culture, due concezioni del mondo sempre più divergenti. «( ... ) il dato di fatto è questo: i rappresentanti del pentapartito sono cittadini del mondo,. rientrano, sia pure 'obtorto collo' e per meriti altrui, nella sua modernità e comunque sono ritenuti affidabili dalle potenze internazionali, mentre il Partito comunista e i suoi esponenti no». L'Italia che ruota intorno alla Dc di Alberto Cavallari, La Repubblica del 17 maggio, p. 1 «Le elezioni hanno fotografato l'Italia dopo quarant'anni di democrazia. È comprensibile l'eccitazione per i punti acquisiti o perduti, ma va detto che il paesaggio politico risulta quello di sempre. In primo piano, il solito 65 per cento di italiani che vota democristiano e comunista. In secondo piano, il noto 13 per cento che vota socialista. In terzo piano, il consueto 10 per cento che vota laico nelle varianti repubblicana, liberale, socialdemocratica. Sullo sfondo, l'eterno 12 per cento di voti sfusi, sciolti, frammentati, e di destra estrema. «La fotografia di famiglia è la stessa da circa quarant'anni: salvo l'eccezione 1948, salvo gli arrotondamenti e le approssimazioni implicite in questa semplificazione. Vi sono stati certo mutamenti nella composizione del 65 per cento dominante, più comunisti, più democristiani, volta per volta. Vi sono state variazioni nel rapporto 13/10 laico-socialista, o all'interno del gruppo laico. Ma le cifre costanti sono state pressappoco queste mentre passavano i lustri e si succedevano le generazioni. Gli amanti di citazioni classiche possono ricordare la freccia di Zenone d'Elea che vola ma non si muove: poiché il moto è composto da tante immobilità e il mutamento è una successione di stati statici. Effettivamente l'Italia politica è un capolavoro di movimento senza moto, una traiettoria senza freccia, una freccia senza traiettoria». Caro Giovanni di Indro Montanelli, Il Giornale del 17 maggio, p. 1 «Le interviste e le dichiarazioni che Spadolini sta rilasciando a man salva - ultima quella in cui praticamente chiede ai partiti della maggioranza di aiutare il Pci a uscire dalla crisi - ci forzano a vincere le reticenze che la vecchia amicizia ci aveva fin qui imposto. «(... ) Non ricordo quale sondaggio appurò che, come indice di popolarità e di gradimento, Spadolini veniva subito dopo il Papa e Pertini. Ma il Papa ha la Chiesa, Pertini il Quirinale, Spadolini ha soltanto Spadolini. «Ed è proprio di questo che ogni tanto ha il torto di dimenticarsi. Se n'è dimenticato per esempio in certi passaggi della sua campagna elettorale in cui sembrava che il Partito repubblicano fosse sceso in lizza più contro i propri alleati che contro l'opposizione. Se n'è dimenticato quando, dopo aver cercato di farlo fallire, ridicolizzò il 'vertice' che Craxi aveva all'ultimo tuffo convocato per dare alla maggioranza una parvenza di coesione. E se ne dimentica ora enfatizzando, per negare quella dei socialisti, la propria vittoria, reclamando per il suo partito una parte di protagonista che l'aritmetica elettorale non gli attribuisce, e assumendo, all'interno della coalizione pentapartitica, la funzione di un Parkinson». COLLANA «SEGNI DI SEGNI» diretta da Prof. Augusto Ponzio e Prof.s.g Maria Sollmioi CALEFATO Patrizia Tempo e segno ...... ... L. 8.000 PONZIO Aapsto Spostamenti ...........L... 6.800 MININNI Giuseppe Psicosemiotica .. . ...... L. 12.000 SOLÌMINI Maria La materia culturale. Strutture, miti, riti, scambi, maschere ......... .. ......L. 10.500 PONZIO Augusto Polifonie. Soggetto e scrittura, desiderio e devianza, moda e fiaba ..................... L. 12.000 PONZIO A., TUNDO M., PAULICELLI E. Lo spreco dei significati. L'eros, la morte, la scrittura .............................. L 12.000 BUONANNO Ro.unna L'altra donna. Devianza e criminalità ..............L.....13.000 MININNI Giuseppe Dialogo e Argomentazione . .................L... 14.000 CORVINO F., MICCOLI L., PONZIO A., CALEFATO P., MININNI G., BONFANTINI M.A. Linguistica Medievale .. L. 18.000 PONZIO Augusto Tra linguaggio e letteratura .: .. ... L. 8.000 PONZIO Augusto Soggetto e alterità. Da Lévinas a Lévinas ................................................................... L 8 000 BONFANTINI Massimo Semiotica ai media ............L.... 20.000 SLAMA-CAZACU Tatiana Analisi contestuale-dinamica del testo letterario ............ .. ....L. 16.000 MORAVIA Sergio Il ragazzo selvaggio dell'Aveyron . ................L.....20.000 PONZIO A., BONFA.l'ITINIM.A., MININNI G. Per parlare dei segni. Talking about signs ......L. . 25.000 In preparazione: SEBEOK Thomas Il segno e i suoi maestri Trad. di Susan Petrilli Fuori Collana: Theuth. Bollettino dell'Istituto di Filosofia del Linguaggio dell'Università di Bari: 1. Dialogue Iconicity and Meaning. Readings. Edited by Susan Petrilli ...................L... 9.600 2. Ideologia linguaggio potere: 1984 di G. Orwell a cura di Nicola Pantaleo .........L. 15.000 ZAMBONI Chiara Favola e immagini nella matematica .. L. 15.000 ADRIATICA EDITRICE BARI A cura di VITTORIO SPINAZZOLA IL SUCCESSO LE1TERARIO pag. 328 L.22.000 Saggi di: M. Barenghi, G. Canova, L. Clerici, B. Falcetto, G. Gallo, F. Gambaro, M. Sofia Petruzzi, B. Pischedda, G. Rosa, P. Soraci, G. Turchetta Perchè autori come Liala, Guareschi, Fallaci, Montanelli, Scerbanenco, Biagi o Villaggiohanno avuto successo? Quali elementi originalie scontati, tra la ripetizione dell'ovvioo lo scatto di estrosità inventiva, compongono le loro opere? Nonostante la critica letteraria tenda ad occuparsi di loro ilmeno possibile, bisogna pur interpretare il loro successo se si vuole finalmente avere un'idea di cosa è la letteratura per larga parte del pubblico italiano. EDIZIONIUNICOPLI Distribuzione Promeco O Tel. 8462130 Via Volvinio, 22 • Milano
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