P.:••·••• r-• "'' •t •~• .,,::.. ·' Traétuzioòè contemporanea Mann·Mfu~ Falso trattatosull'agnello [Alfabeta 73] Nota Marin Minçu è un çavaliere danubiano che nel suo viaggia.reavanti e indietro tra Oriente e Occidente non dimentica mai le profonde radici neolatine della propria discen-. denza culturale. Scrittore e critico, • da molti anni insegna Letteratura romena in Italia e promuove nel suo paese la conoscenza della nostra poesia. Nel 1980, in collaborazione con Marco Cugno, ha pubblicato una eccellente antologia della Poesia romena d'avanguardia (Feltrinelli) che ci ha fatto scoprire espressioni non trascurabili del modernismo europeo. Nella prefazione, presentando il poeta Ion Caraion, il più noto autore sperimentale del dopoguerra, Mincu gli attribuisce «una concezione avanzata dell'atto poetico, che lo avvicina ai 'novissimi'». Questa tranquilla osservazione comparativa suona elogio da parte 1. Mi stupisce la mano che scrive ora questo verso • • . che si muova pigramente e si fermi nella pausa tra due parole nella pausa tra dente e labbra del critico e reca implicitamente .µn chiaro indizio dei suoi orientamenti. Sia come teorico, sia come poeta, Mincu appartiene al filone innovatore della letteratura romena, il quale ha avuto non di rado spiccate tendenze italianizzanti. Intorno alla metà del secolo scorso Ion Heliade-Ràdulescu, traduttore di Dante ma anche di Lamartine, scrisse in un gergo romeno-italiano ·cheMincu considera una cospicua invenzione formale. Heliade-Ràdulescu propose addirittura di italianizzare la lingua poetica romena, impedendole così di subire gli influssi troppo graziosi del francese. Mincu non arriva a tanto, ma spesso le sue poesie (come nella raccolta Proba de gimnastica del 1982) includono frammenti e interi versi scritti in italiano. Il lettore non deve credere che io sia un esperto della lingua e della poesia romene. Quasi tutto il 5. je suis fatigué disse l'agnello je suis très fatigué poco che ne so l'ho imparato da Mincu. E quanto al volµme <ti prossima pubblicazione con le versioni italiane di sue poesie, dichia- • ro che ho semplicemente aiutato a ritoccare e in qualche caso ad assettare la traduzione che l'autore stesso aveva già abbozzato. L'unica vera difficoltà che abbiamo incontrato (ma infine si tratta di una difficoltà non priva di gratificazioni) stava nel fatto che mentre lavoravamo le poesie si movevano. Tale qualità stupisce anche il poeta e appare fin dai primi versi del «Falso trattato sull'agnello». Intere poesie se ne sono andate dal libro e l'autore le ha lasciate andare; altre hanno cambiato più volte direzione finché non hanno trovato un giusto modo, un modo esatto, di restare sospese. Le parole di che sono scritte queste poesie devono essere segni semplici e chiari, non devono tramutarsi in 7. oggetti, non devono pretendersi a simboli, devono conservare una . instabilità naturale., Che i segni abbiano l'ambiguità dei segni. Questa credo sia la poetica di Miocu. Com'è nella buona tradizione della poesia moderna, almeno dai sacri testi di Mallarmé, i versi di Mincu interrogano obliquamente se stessi e il poeta è il loro soggetto preferito. S'intende: il poeta e la sua scrittura. I versi non s'ingannano sul fatto che il loro muoversi avviene nella scrittura. La realtà galleggia sopra un foglio, si insinua con tutte le sue apparenze, pigre o ansiose, nelle parole; le parole, a loro volta, si accoppiano nel discorso amoroso di un corpo che si sfarina nell'immaginazione. Mincu registra con intensa partecipazione, ma con un tono blando di enigmi, questo carattere di fluttuazione e di ostinata disillusione 9. .,. I ~ che è proprio della poesia.di oggi, assediata. da_l«grugnito domestico delle cose» e_dal fantasma della storia che «si avventa» con la spada. Nelle sue poesie rabbia e ironia le trascina, dissimulandole, una corrente che si perde nel paesaggio, gioco di orizzonti e di agguati. Le poesie di Mincu, raccolte nel volume di prossima pubblicazione presso Scheiwiller, si strutturano in apparenza come sequenze di poemetti narrativi, ma la narrazione non va da un principio a una fine; ogni poemetto si può leggere (o rileggere, e vorrei invitare il lettore a provarlo) dal principio alla fine; rovesciandolo si vedrà che innesca la medesima tensione e segue la stessa traccia inquietante. Alfredo Giuliani mi pare che quel signore sia il lupo guarda come vedete forse mi è possibile scamparla meglio questa volta guarda meglio disse l'agnello scrollando il musetto inverdito è il lupo è proprio lui questo poema si autoscrive è lui l'agnello che fa tutto si presenta da solo immolare l'agnello che salvò Isacco impedendo al pubblico alza il sipario applaude tra il dente e il suo alveolo impregnato di sangue alla mano di Abramo di cadere sulla nuca innocente del figlio tanto lui non muore che simbolicamente e non si verserà neppure una goccia di sangue ogni sacrificio ha uno scenario astratto (è una pura finzione una simulazione) perché ma perché non si avventa a ghermirci d'un balzo la pecora tremava vedendolo avvicinarsi con calma a volte si ferma e ci dice qualcosa bisbigliando del poeta nella pausa tra osso e carne come se essa la mano fosse tutto 2. il poeta s'aggira qua e là sul pianeta in cerca d'un filo ,' a cui appoggiare la sua • stànclìetz:0;come in le petit prince . do_vevai tu agnello oppur~ quo vàdis sulla via appia antica il poeta è spesso un esser~privo di tatto che va a caccia di fulmini con proiettili ciechi che si ritorcono su di lui e lo illuminano tenendolo appeso alla svastica di un lampo 3. lui il poeta si alza presto verso le sei quando lo prende maldoror indossa la tuta di segnonauta e si china sulla pagina bianca il poeta guarda la sua mano con occhi assonnati la sua mano che s'appoggia. su questa carta e . dalla quale·sgocdo_la /1 proiettile fil-fil · quando il poeta guarda questa mano con la quµ.lescrivo • si trova vicinissimo alla morte dove vai tu agnello oppure quo vadis domine 4. apro la finestra perché entri l'agnello con le ali colorate aspetto con la penna agganciata alla punta de/1'1,!,nghicahe cominci a parlare ma la finestra è troppo stretta e non passano le sue ali spiegate chiudi le ali gli dico ed entra una buona volta caro nevermore perché fa giorno e mi vede il poliziotto mentre parlo con te non peraltro ma con il mio mestiere puoi sentirti dire di tutto chiudo la finestra e guardo la garitta giù ali'angolo nessun fischio vuol dire che dorme ancora o che finge di non avermi visto comincia sono pronto non simuliamo l'atto metteremo un po' di vernice rossa sul collo de~'angelo e la gente sarà tratta in inganno si può anche sostituire il coltello con uno di plastica e persino l'angelo farlo di cartone e muoverlo con fili a distanza nessuno .se ne accorgerà e poi tutti saranno stupiti della noyit(Ì . immolare un angelo ecco un'idea formidabile _immolare lo stesso intermediario e perché no dal momento che egli essendo una convenzione non esiste immoliamo le convenzioni per ritorsione affinché non sia più versato vero sangue disse l'agnello je suis très fatigué per lasciarmi condurre di nuovo al ceppo_disse ancora . strappando l'angelo dalla finestra e rovesciandolo sulla mia mano 6. mentre riceve ferite terribili il poeta in tunica bianca si sforza di avvicinare alla sua bocca il muso de/l'agnello con un'ultima contrazione ha toccato la superficie vellutata della carta eccolo felice .. aveva disegnato una nuvola e aveva detto con terrore là dentro ho chiuso l'agnello prendete sul serio questo giocattolo questo agnello vagisce_ di dolore come un bambino avevano detto guardando il disegno è troppo gracile ora e non ne ricaviarn,onulla aspettiamo piuttosto che pubblichi il pòem·a da qualche parte (d'improvviso l'agnello • • disegnato . sfondò la finestrà e uscì • nei prati a pascolare) e l'agnello si nascose dietro un ciuffo di spirea non vi spaventate amici io sono il vostro guardiano ho princìpi e la legge vi protegge li guardava con tanta tenerezza e li avrebbe baciati con amore noi non mettiamo in dubbio la legge che ci governa disse l'agnello stupidello ma del lupo abbiamo molta paura perché ci ha sempre divorati forse il lupo selvatico vi ha fatto di certo gran male ma io sono il vostro guardiano e rispondo di v.oi con la vita bene disse l'agnello bene ma perché nascondi.le tue zanne sotto baffi posticci per non mettervi paura per non mettervi paura poiché avete il complesso della paura ereditato io vi difendo e provo pena nel vedervi tremare ma non ·sarèbbe meglio lupo lasciarci incustoditi forse così ci togliamo lf:lp-aura .. . forse così ci togliamo la paura e.. . così fu fatta la legge come puoi tu agnello cambiarla qual è il tuo ruolo nel mondo su dimmelo senza esitare pascolare signore pascolare signore 8. chi è l'agnello si chiesero i cani o i lupi perché vuole essere più astuto degli altri chi gli dà perdio questo diritto perché si allontana e se ne scappa tutto solo (che ha aperto la finestra che l'ha invitato a parlare ecc.) il poeta si appoggia soltanto al verbo scrivere 10. dietro la macchina per scrivere l'impronta lasciata dal dito premuto sul grilletto non rimane che la parola rola ., la .a. .. '· 11. mi stupisce la mano che scrive_questo verso_ che si muova pigramente e Mario Mincu è nato a Slatina (Romania) il 28 agosto 1944. Laureato in Lettere all'Università di Bucarest, è stato docente di Letteratura romena a Constanta e poi, dal 1974, in Italia. Attualmente è professore.associato ajla facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Firenze. Per la sua ampia attività letteraria conta'tra i più importanti scrittori della letteratura romena contemporanea. È conosciuto nel suo paese come poeta, saggista, romanziere e traduttore. Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: Cumpana, Bucuresti, EPL, 1968; Calea robi/or, Bururesti,CarteaRomàneascà,1970; Etericanoapte, Bururesti, Albatros, 1972; Vai/e vegherii, Bucuresti, Cartea Romaneascà, 1974; Discurs impotriva mortii, Bucuresti, Eminescu, • 1977; Pradll realului, Bucuresti, Cartea Romaneascà, 1980; Proba de gimnastica, Bucuresti, Albatros, 1982. Romanzo: Intermezzo, Bucuresti, Albatros, 1984. sì che noi dobbiamo correre con la lingua fuori tra i dirupi • Critica e_saggistica: Critice I, Bucuresti, EPL, 1969; Crilice Il, Bucuresti, Cartea Romaneascà, 1971; Poezie si generatie, Bucuresti, Eminescu, 1975; fon Barbu cornentat, Bucuresti, Albatros, 1975; Repere, Bucuresti, Cartea Romaneascà, 1977; Luceafarul cornentat, Bucuresti, Albatros, 1978; fon Barbu - eseu despre textualizarea poetica, Bucuresti, Cartea Romaneascà, 1981; Avangarda literara romaneasca, Bucuresti, Minerva, 1983; Lucian Blaga comentat, Bucuresti, Albatros, 1983. f-la tradotto e introdotto poeti italiani contemporanei e testi di semiotica letteraria . per riportarlo·ali'qvile egli appartiene a un gregge e non dev'essere lasciato sbandare piccolo com'è può smarrirsi e gli può accadere di tutto In Italia ha pubblicato i libri Poesia romena d'avanguardia (in collaborazione con Marco Cugno), Milano, Feltrinelli, 1980, e La semiotica letteraria italiana, Milano, Feltrinelli, 1982. (Traduzione di Mario Mincu e Alfredo Giuliani) .
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