Mensile di informazione culturale Giugno 1985 Edizioni Cooperativa Intrapresa Via Caposile, 2 • 20137Milano Spedizione in abbonamento postale gruppo 111/70• Printed in ltaly Numero 73 / Anno 7 Lire 4.500 Enigmistica-lndovilldeillEi co . ·Paginedi (CortiR, ovaHt1/lndexan: alisielello111le . , • CosaNostra(SpinellaP, orta) LuperiniL, eoneHiC, alabrese,DelPezzo Magrelli,BussottiI,lluminatiA, ccarino · Ponzio, PiemonteseN, egri •. Cosa Nost1a * N. Fenari: Lo «Tso» * S. Sacchi: Panait lsl■ ali * R. Luperini: L'insistente F. Leonellii li libro cli Livio Garzanti * O. Calabrese: Gli oggeNi teorici dell'arte Prove d'a1llsta: L. Del Peno /V. Magrelli / S. Bussotti * Traduzione contetnr.ranea: M. Mlncu Da IIINxelles * Da New York * Pagine di: M. Corti / P.A. RovaNi * Cfr. Testo: S. llarte-aa4llghi-:.:r_•:.tica conlelllpOl'Clnea / U. Eco: Dodici indovinelli * A. Zanini: Lo shv .. nto irriducibile M. Fv•■galll: Delle a11tiche * I. Pri'ogine e al.: La co•plessità Il * S. Zecchi: Sulla fine del •odemo A. lllu•lnatl: Welnlnger l'esorclsto..* B. Accanno: 11lenlpo della paura * A. Ponzio: Roui-Lancli e la scienza dei segni R. Madera: La terra .. ■-a il 1nale * F. De Lisa: Le costruzioni deliranti * R. Montuoro: ~ie per l'ani1na A. Colllla sa..- o - S...... • P. Culwdinb •- u.tais photog ...... ica • F. Ple-■teseti! ~bile A. Cavaliere: La ·•wl1a eletta di «Corrente» * Lettere * Giornale dei Giornali: Dopo le e i Indice della COIIIUhicwione: A99ioma .. 11tl * l•11N19ini:Una selli1nana di bontà
Einaudi ALBERTO ASOR ROSA L'ULTIMO PARADOSSO Un «discorso senza scopo» sulle questioni fondamentali dell'esistenza, una confessione in pubblico candida e provocatoria. «Gli struzzi», pp. vu-196, L. 12 ooo GIUSEPPE FIORI IL CAVALIERE DEI ROSSOMORI VITA DI EMILIO LUSSU Dalla Grande Guerra agli anni '70, la storia trascinante di un italiano irriducibile, un antifascista avventuroso, un socialista irregolare. «Gli struzzi», pp. v1-399, L. 15 ooo COMANDANTE AD AUSCHWITZ MEMORIALE AUTOBIOGRAFICO DI RUDOLF HOSS Primo Levi presenta «uno dei libri piu istruttivi che mai siano stati pubblicati, un itinerario umano a suo modo esemplare». «Gl_istruzzi», pp. x11-233, L. 14 ooo ADOLPHE DI BENJAMIN CONSTANT NELLA TRADUZIONE DI ORESTE DEL BUONO Il romanzo dell'incapacità d'amare tradotto da un narratore delle malattie dei sentimenti. «Scrittori tradotti da scrittori», pp. IV·I07, L, 8500 ENRICO CASTELNUOVO ARTE, INDUSTRIA, RIVOLUZIONI L'arte nell'età industriale, tra rivoluzioni politiche, trasformazioni del mercato e metamorfosi del gusto. «Nuovo politecnico», pp. xxu-158, L. IO 000 JACQUES LACAN IL SEMINARIO LIBRO lii. LE PSICOSI 1955-56 La teoria psicoanalitica rivisitata alla luce di un nuovo approccio al problema delle psicosi. «Paperbacks», pp. 1x-382, L. 36 ooo KENNETH J. DOVER L'OMOSESSUALITÀ NELLA GRECIA ANTICA Una vasta ricerca sugli aspetti quotidiani, sociali e culturali dell'omosessualità nella Grecia classica. «Saggi», pp. xm-248, L. 35 ooo PAOLO BERTOLANI SEINÀ Presentato da Giovanni Giudici un poeta che esplora il sortileg_iodel q_uotid~ano con una lingua dimenticata. «Collezione di poesia», pp. vm-95, L, IO 500 UN PUGNO D'ACQUA SOGGETTO DI EDUARDO. VERSIONE IN TRE ATTI DI RENATO IANNf Un «giallo» paradossale nato dalla scuola drammaturgica di Eduardo. «Collezione di teatro», pp·: 1v-55, L. 7500 PIEMONTE MEDIEVALE Un gruppo di studiosi che si sono formati alla scuola di Giovanni Tabacco ricostruisce le strutture del potere e della società in un territorio di confine. «Saggi», pp. xvr-289, L. 30 ooo Le immagindi questonumero Le illustrazioni di questo numero sono tratte da una delle più straordinarie opere di Max Ernst (1891-1976), Une semaine de bonté, portata a termine nel 1933 durante un soggiorno in Italia, e pubblicata in cinque fascicoli in tiratura limitata (828 esemplari) nel 1934 (Bucher, Parigi). Une semaine de bonté in unico volume è stata ripubblicata dalla Dover, New York, nel 1976 (ed è a questa edizione che ci riferiamo). • Max Ernst si trasferì a Parigi nel 1922 e subito si mise al lavoro con Paul Éluard impostando una serie di libri-collage; Répétitions e Les malheurs des immortels furono i primi, e l'ultimo quello di cui si sta dicendo. Proprio nel 1933 fu pronunciata la condanna nazista delle opere di Max Ernst, e questo potrebbe essere uno dei motivi che hanno acuito la curiosità di Ernst per i romanzi d'appendice, della fine dell'Ottocento, a soggetto criminale. L'ipotesi è suggestiva, ma evidentemente parziale,: la molla profonda di quest'opera è la sollecita- • zione a rifondare una cosmogonia in grado di mettere in evidenza le radici inconsce di quegli enigmi indecifrabili che sono gli atti dell'uomo (come, in fondo, rimane indecifrato l'enigma del nazismo, nonostante le decine di plausibilissime spiegazioni che ci sono state fornite). C'è senza dubbio una parentela stretta tra l'enigmistica (la sfinge, appunto) e· gli interrogativi surrealisti, con il vantaggio, per queSommario Cosa Nostra pagina 3 Niccolò Ferrari Lo «Tso» (Primaverae Autunno, di Confucio) pagina 4 Sergio Sacchi Panait !strati pagina 5 Romano Luperini L'insistente (Insistenze,di F. Fortini) pagina 6 Francesco Leonetti Il libro di Livio Garzanti (Una città come Bisanzio, di L. Garzanti) pagina 7 Omar Calabrese Gli oggetti teorici dell'arte (Teoria della nuvola - Fenetrejaune cadmium, di H.. Damisch) pagina 8 Una settimana di bontà sti ultimi, di non deludere mai con una risposta precisa. Sono sempre possibili, infatti, mille risposte diverse. Per questo motivo abbiamo scelto le immagini di Une semaine de bonté per un numero di Alfabeta che presenta gli enigmi scritti per divertimento, e anche molto sul serio - come è giusto -, da Umberto Eco. Ma rendere enigmatiche le illustrazioni «popolari» della fine de~'Ottocento è solo il primo passo che porta subito a quello successivo: mettere in questione l'inconscio ben rimosso di questi enigmi. In certa misura le illustrazioni popolari, a causa del loro soggetto, mettono già in scena il rimosso. Renderle problematiche significa costringerle a «dire tutta la verità» e nello stesso tempo togliere l'illusione che una verità dei fatti sia possibile. Un'operazione Da Bruxelles Bruno Accarino a curadi Augusto Ancarani Il_t_empo della paura e di MaurizioFerraris (Uberdie Zeit, di N. Elias) pagina 12 pagina 28 Pagine di: Augusto Ponzio Maria Corti Rossi-Landi e la scienza dei segni Un posto nella letteratura. 1 (Metodicafilosofica e scienza dei sepagina 13 gni, di F. Rossi-Landi) Pier Aldo Rovatti pagina 29 Modi di pensare. 1 Romano Madera pagina 13 La terra senza il male Da New York ( La terrasenza il male, di U. Galim~ a curadi StefanoRosso berti) e di MaurizioFerraris pagina 31 pagina 14 Fiorangela De Lisa Cfr. Le costruzioni deliranti Schede (Le psicosi e la maschera - Rom,a,18pagine 15-17 20 gennaio1985;La conoscenzatotaTesto: le, di M. Rossi Monti; La casadi De1: i,I, ~!I colta, dunque, con materiale di «sottocultura». Lo storico del/'arte W erber Spies ha identificato alcune fonti precise, Doré e il romanzo di Jules Mary Les damnés de Paris (I 883). Ma ritorniamo alla ridefinizione cosmogonica che Une semaine de bonté rappresenta. Ogni giorno della settimana, a partire dalla domenica, è dominato da un elemento, e solo due dei sette elementi scelti sono tradizionali: l'acqua e i7fuÒco. Gli altri cinque sono: il fango, il sangue, il nero, la vista e l'inconscio (o sconosciuto). Al sangue si lega Edipo, al nero «Il riso del gallo» e «L'isola di Pasqua», all'inconscio «La chiave dei canti», ecc. Siamo di fronte a una miscela cosmica irridente e insieme sovvertitrice e, per questo, intrigante, emozionante, non eludibile. Poiché le immagini scelte per Alfabeta sono solo una parte del racconto, non sembra opportuno proseguire il cammino di un'interpretazione globale de~'opera; meglio dunque rinviare il lettore ali'edizione italiana edita da Mazzotta nel 1980. Si può aggiungere che questo modo di interpolare le immagini non poteva che interessare anche il cinema in misura notevole. Va ricordato soprattutto il film di Hans Richter, Desire, del 1946 (Ernst ne scrisse i dialoghi e vi apparve come attore), che divenne poi il primo episodio del film Dreams That Money Can Buy (1947). Antonio Porta Indice della comunicazione Aggiornamenti pagina 38 Le immagini Una settimana di bontà a curadi Antonio Porta alfabeta mensiledi informazioneculturale dellacooperativaAlfabeta Stefano Bartezzaghi da/on. 2) Direzionee redazione: Enigmistica contemporanea pagina 31 Nanni Balestrini, Omar Calabrese, pagine 19 e 22 Rodolfo Montuoro Maria Corti, Gino Di Maggio, Umberto Eco Strategie per l'anima Umberto Eco, Maurizio Ferraris, Dodici indovinelli (Le storie che curano, di J. Hillman; Carlo Formenti, Francesco Leonetti, pagine 20 e 21 La terrasenza il male, di U. Galim- Antonio Porta, Pier Aldo Rovatti, Adelino Zanini berti) Gianni Sassi, Mario Spinella, Lo strumento irriducibile pagina 33 Paolo Volponi («Le immaginide/l'ambiente»llI) AJeM8Ddro Conti "'-rt director: Gianni Sassi pagina 23 Simone o non Simone Editìng: Marina Fumagalli pagina 34 Marisa Bassi (Asterisco-Milano) Delle arie antiche Paolo Costantini Grafico: Bruno Trombetti («Le immaginide/l'ambiente»Ill) Forma urbis photographica Edizioni Intrapresa Prove d'artista pagina 24 (Veneziaforma urbis, di Autori vari) Cooperativa di promozione culturale Lucio Del Pezzo Dya Prigogine e altri pagina 34 Redazione e amministrazione: Simboli dal «Sogno di Poliphilo» La complessità Il Alik Cavaliere via Caposile 2, 20137Milano pagina 9 • («Le immagini dell'ambiente/Antolo- La mostra detta di «Corrente» Telefono (02) 592684 Traduzione contemporanea gia») pagina 36 Coordinatoretecnico: Marin Mincu pagina 25 Felice Piemontese Giuseppe Terrone Falso trattato sull'agnello Stefano Zecchi L'irrappresentabile Pubblicherelazioni: pagina 10 Sulla fine del moderno (Artaud, il pubblico e la critica,di R. Monica Palla Prove d'artista: (La fine della modernità, di G. Vat- Bonacina - Il ritmo e la voce, di U. Autorizzazione del Tribunale Valerio Magrelli timo) Artioli - Les modernes,di J.-P. Aron) di Milano n. 342 del 12.9.1981 Amori pagina 26 pagina 36 Direttoreresponsabile: pagina 11 Augusto muminati Lettere Leo Paolazzi Sylvano Bussotti Weininger l'esorcista pagina 37 Composizione: Dal «Libro mio», alla maniera (Ueberdie letzten Dingen, di O. Wei- Giornale dei Giornali GDB fotocomposizione, . del Pontormo ninger) Dopo le elezioni via Tagliamento 4, 20139Milano pagina 11- pagina 27 pagina 38 Telefono (02) 5392546 1----------------..J..-----------------+-------------------1 ·Stampa: Rotografica, Comu.nkazione ai collaboratori core, titolo, editore (con dtta e data), collaborazioni su commissione. viale Monte Grappa 2, Milano di «Alfabeta» numero di pagine e prezzo; - Oécoiré in fine-tenere conto ètiè--i.l Distribuzione: Messaggerie Periodici Le collaborazioni devono presentare c) glì artfcolì devono essere1nv1at1m criterio indispensabile del lavoro inteli seguenti requisiti: triplice copia; il domicilio e _ilcodice lettuale per Alfabeta è l'esposizione· Abbonamento annuo Lire 40.000 a) ogni articolo non dovrà superare ,fiscale·sono indispensabili per .i pezzi degli argomenti - e, negli scritti recen- estero Lire 55.000 (posta ordinaria) le 6 éartelle di 2000battute; ogni ecce- commissionati e per quelli dei collabo- sivi, dei temi dei libri - in termini utili Lire 70.000 (posta aerea) zione dovrà essere concordata con la ratori·regolari. e evidenti per il lettore giovane o di Numeri arretrati Lire 6.000 direzione.del giornale; in caso contra- La maggiore ampiezza degli articoli livello universitario iniziale, di prepa- Inviare l'importo a: Intrapresa rio saremo costretti a procedere a ta- o il loro carattere non recensivo sono razione culturale media e non speciali- , Cooperativa di promozione culturale gli; proposti dalla direzione per scelte di sta. • • via Caposile 2, 20137Milano b) tutti gli articoli devono essere lavoro e non per motivi preferenziali o Manoscritti, disegni e fotografie non Telefono (02) 592684 corredati da precisi e dettagliati riferì- personali. Tutti gli articoli inviati alla si restituiscono. Conto Corrente Postale 15431208 menti ai libri e/o agli eventi recensiti; redazione vengono esaminati, ma lari- Il Comitato direttivo Tutti i dirittidi proprietàletteraria nel caso dei libri occorre indicare: au- vista si compone prevalentemente di e artisticariservati
1································cosa··10s1ra·······························1 • • • • • • . : :-------------~ ha netta l'impressione che non si comunista italiano). suoi strumenti sono quelli della gio di queste norme può suscitare • : Stupriomologati rinunci a imporre qualcosa che ri- Né si può dire, purtroppo, che il Produzione. perplessità, credo che il 90 per : • Antonio Porta mane violento (l'espressione «zoc- paese abbia saputo ricordare il Lo scandalo consiste nel fatto cento della pubblicità che coinvol- • • ----~--------- colo duro» suona infatti minaccio- quarantennio della Liberazione in che in questo gioco la Rai tv pren- ge i bambini andrebbe respinta dai : : A commento di un nuovo episodio sa e di fatto vuole minacciare). Si modo adeguato e unitario. Tanto de le parti del più forte e si dedica media. Ma non succede nulla. In : : di stupro (in un treno alla periferia dice che il modo di fare politica sta maggior rilievo acquistano perciò allo sfruttamento dell'utente come un libro, L'autodisciplina in Italia • • di Parigi, a mezzogiorno, e in pre- cambiando. Se è vero lo si vedrà incontri e convegni di studio come Canale 5, e in più pretende il pa- (Giuffré, 1983), che raccoglie la : : senza di altri viaggiatori tenuti a proprio sul piano delle omologa- quelli svoltisi a Milano («L'Italia gamento di un canone che dovreb- rassegna completa delle decisioni • • bada con i coltelli a serramanico) zioni: meno ve ne saranno, mag- nella seconda guerra mondiale e be invece essere uno strumento di del Giurì sulle infrazioni alle nor- : : Giuseppe Pontiggia ha scritto sul giare sarà il confronto critico e più nella Resistenza»), a Bergamo sul- salvaguardia dei valori culturali e me del Codice, su 243 pagine solo • • Corriere della Sera (18 maggio saremo sulla strada giusta per argi- l'influenza della Resistenza nella non un ulteriore supporto finan- 5 riguardano infrazioni all'art. 2 : : 1985): «Queste cose succedono nare la violenza. produzione artistica, a Pisa su an- ziario per il rafforzamento del sui bambini e 6 sono i casi di pub- • • non solo perché c'è una minoran- Tu, per il momento, «ipocrita tifascismo e Resistenza alla Scuola consumo coatto. blicità ritenuta scorretta e da con- : : za che le attua ma perché c'è una lettore», sospendi il tuo orrore per Normale e all'Università. dan?are. Condanna che non ~u? • • maggioranza che le prepara». gli stupri carnali, e denuncia le In ognuno di questi incontri es- Rispostea Porta sortue nessun effetto perche Ii : : Un'affermazione come questa cause, non piangere solo le conse- senziale è stato il contributo dell'I- Fausto Lupetti Giurì non ha riconoscimento giu- • • costringe a considerazioni politi- guenze. stituto nazionale per la storia del L-------------- ridico. Quindi sono d'accordo con : : che. Si respira, infatti, un clima di movimento di liberazione in Italia, Divi e pubblicità. Non credo sia la proposta di Porta. • • intimidazione che dal politico di- Dopo quarant'anni cui si deve, tra l'altro, una precisa possibile vietare ai divi Rai di fare Senza canone. Lo dico subito, : : scende direttamente al sociale. Si Mario Spinella intenzione di documentare, attra- pubblicità in privato. È invece non sono a favore di un ruolo per • • vedono sempre più di frequente in L_ ____________ ...., verso un'ampia ricerca, le motiva- possibile usare il danaro dell'a- la Rai simile a quello della Tv pub- : : giro dei giovanotti all'ultima mo- In un suo scritto del 1982, ora ri- zioni individuali - ai vari livelli so- zienda pubblica con un criterio co- blica americana minoritaria e mar- • • da, tipo neoclassico-nerboruti- preso in Insistenze (Garzanti, ciali - che hanno appunto fatto me dicono i francesi di «rentrabili- ginalizzata. Questo ci porterebbe : : abbronzato-monumentale-armani, 1985), Franco Fortini affronta da della Resistenza italiana un feno- té». Avviene nel caso della Rai diritti al monopolio privato e non • • che hanno tutta l'aria, dall'alto par suo - e a proposito dei giovani meno popolare e di massa. Un che essa paga degli ingaggi a dei capisco perché esso sia una cosa : : delle loro gigantesche jeep da su- - il tema del «controllo dell'o- orientamento ripreso da una pro- divi, che con merito professionale, buona quando il monopolio pub- • • periorità di classe, di non aspetta- blio», una pregnante espressione posta di Candiana Falaschi sull' U- amplificano il successo dello show blico era ritenuto una cosa cattiva. : : re altro che l'occasione per esercì- che egli trae da Le Goff. E, con Le nità, sulle fonti culturali e lettera- e al tempo stesso moltiplicano la L'abolizione del canone richiede • • tare violentemente la loro esibita Goff, ne sottolinea la funzione di rie dei soggetti della lotta antifa- loro notorietà di star. Successo delle leggi uguali per tutti che ga- : : efficienza muscolare che dovrebbe spietato strumento del potere, di scista. Rai e notorietà sono inevitabil- rantiscano la presenza nel mercato • • essere (e va da sé che non lo può sottrazione di ogni possibilità del Forse scavare, descrittivamente mente connessi. Bene. I divi poi in pubblicitario sia della Rai senza : : essere) anche potentemente ses- «patto» tra persone e generazioni. e criticamente, in queste direzioni sede privata vendono la loro noto- canone, che dei networks. Oggi • • suale. . Non si poteva avere migliore ri- potrà contribuire a restituire - al rietà per acquisire contratti pub- queste leggi non ci sono, in quanto : : Un segnale di costume che è pa- prova della validità e del valore di là delle interpretazioni ufficiali blicitari. la Rai opera nel mercato pubblici- • • rente stretto di certi commenti ai delle osservazioni di Fortini che e ufficiose - il suo vero carattere, In campo privato avviene, Ca- tario con il vincolo di non poter : : risultati delle elezioni ammini- attraverso il modo con cui, in Ita- così largamente permeato di una nale 5 per intenderci, che il danaro acquisire più di 620 miliardi di • • strative di maggio, in cui si è dato Jia e nel mondo, si è creduto di componente «etica», alla guerra di sborsato dalla rete televisiva per pubblicità (se le va bene e le viene : : per scontato che l'Italia intera si dover ricordare il quarantennio liberazione in Italia. Una strada l'ingaggio del divo viene recupera- concesso) mentre i networks pri- • • identifica con il pentapartito, li- della fine della seconda guerra che favorisce, se mai ve n'è una, il to, agganciando il successo della vati operano senza vincoli e infatti : : guidando a suon ·di titoli da prima mondiale e della vittoria delle ar- difficile compito di battersi contro trasmissione e la notorietà del di- raccoglieranno più di 1000miliardi • • pagina quel 42% di italiani che mi alleate, nonché, laddove vi era l'oblio, di riuscire a far rivivere, vo a una sponsorizzazione pubbli- di pubblicità nell'85. Quindi per : : non ha votato per l'attuale gover- stata, della Resistenza. Si è cioè nella coscienza di coloro che sono citaria del programma stesso o a non avere una Rai marginalizzata • • no. Un autentico tentativo di stu- fatto di tutto per sottrarre all'im- venuti «dopo», quella profonda, spot pubblicitari che i divi hanno è meglio che essa sia senza canone : : pro politico che in giorni successi- mane conflitto, che ha sconvolto e intensa, esperienza individuale e fatto. Nel primo caso la Rai lascia e abbia libero accesso al mercato • • vi, e più meditati, gli uomini poli- implicato tanta parte della Terra, personale. al divo i guadagni della sua noto- pubblicitario piuttosto che avere il : : tici avveduti hanno cercato di cor- ogni parvenza della sua particola- ---------------, rietà alla quale però ha contribui- solo canone e non la pubblicità. • • reggere. L'uomo saggio sa che rità di guerra contro il fascismo, Rai tv, propostefacili facili to. Nel secondo Berlusconi appli- Ma l'abolizione del canone è: : l'intelligenza del vincitore si mani- nelle sue varianti internazionali, e Antonio Porta ca il criterio di «rentrabilité». Non collegata a delle trasformazioni • • festa prima di tutto nella «clemen- per ridurlo invece a un mero scon- ,______________ __, ha alcun senso che la Rai accetti la politiche e culturali nel sistema in- : : za». . tro tra potenze in lotta per l'ege- Un amico mi ha fatto giustamente logica competitiva e perversa di formativo. Mi spiego. L'alto costo • : In una società i segnali culturali, monia mondiale. rilevare che parlare della Rai tv in mercato degli ingaggi televisivi del sistema dei telegiornali e delle : • piccoli o grandi, corrispondono Il rozzo gesto del Presidente de- termini di generica seppure indi- senza ripagarsi secondo la logica testate giornalistiche della Rai giu- • : esattamente tra loro (celo ha inse- gli Stati Uniti a Bitburg (un gesto, gnata protesta può non servire a del mercato. stifica il canone. Ma sono i partiti : • gnato Lotman insieme a altri). Ec- sia detto tra parentesi, che l'esito nulla, tanto ci sono abituati, loro, La proposta di Antonio Porta a imporre alla Rai quel sistema in- • : co, allora, la società letteraria che delle elezioni in Renania-Westfa- che hanno il bastone del comando. mi suggerisce una riflessione che formativo spartito, duplicato, : • omologa acriticamente falsi valori lia ha palesato persino contrario ai Ecco allora tra le molte possibili non va nella direzione di una pos- complesso e costoso. La riforma • : che hanno il crisma del successo suoi fini) ha espresso in maniera due proposte facili facili, che non sibile e vincente idea debole di della Rai aveva sancito il rapporto : • (come l'ultimo romanzo di Milan diretta un tale intento. Ma, se esso costano nulla ma che possono aiu- mercato. La televisione è il luogo che conosciamo fra informazione• : Kundera, decisamente scadente ha suscitato una certa, sia pur cau- tare a fare un po' di pulizia, al di là dell'irripetibilità delle star autenti- e partiti che con l'avvento dei net- : • rispetto al precedente ma quasi ta, protesta, non sembra che i della logica perversa dello sfrutta- che (quelle che vendono sogni ai works deve ora trovare un nuovo • : ignorato lavoro dello scrittore) op- mezzi di informazione si siano sof- mento del mercato (la legge del quali non si può applicare un listi- assetto complessivo. Si può infatti: • pure opporsi accanitamente al si- fermati su una realtà di per se stes- mercato non è affatto quella dello no prezzi) in star-prodotto. La te- notare che le poche trasmissioni • : curo valore di opere che hanno il sa assai più grave: il fatto che non sfruttamento). levisione purtroppo produce delle giornalistiche dei networks hanno : • torto di avere successo. vi sia stata alcuna celebrazione co- Primo: vietare per contratto, a vedettes e delle starlettes ed è tutte una impostazione che tende • : Anche questa babelica confu- mune degli ex alleati, o almeno dei chi lavora in tv e gode di un meri- quindi giusto che facciano pubbli- a garantire presenze pluralistiche: • sione è un segno di violenza, fatta maggiori tra essi, Stati Uniti, tato successo divistico, di fare cità. Marylin, Bogart, James sia nella scelta dei giornalisti che• : soprattutto a chi «sta fuori dai gio- Unione Sovietica, Inghilterra, pubblicità a qualsivdglia prodotto, Dean, Clark Gable e Brigitte Bar- collaborano, Giorgio Bocca, Arri-: • chi» ed è costretto a subire, da Francia, Cina, della loro ~torica siano le pagine gialle della Seat o dot non hanno mai fatto pubblici- · go Levi, Zucconi, Montanelli, sia• : semplice lettore ma anche da ope- vittoria di quarant'anni or sono. le caramelline alla menta o le cuci- tà. Potevano solo ispirarla. nelle presenze degli opinion lea- : • ratore culturale che si sente co- Così facendo non solo si canee!- ne «più amate dagli italiani». Bambini e pubblicità. Bastereb- der o politici invitati ai dibattiti. : : stretto, pena l'espulsione dal cir- la la storia, non solo si manipola Secondo: non accettare pubbli- be che i pubblicitari, agenzie, pro- Certo ci sono orientamenti prefe- • • colo, ad acconsentire. Il peggio è l'oblio, ma si falsifica quella pro- cità che coinvolga direttamente i duttori, ecc., i media, la Rai, i net- renziali ma proposti con cautela. I: : che chi si scaglia contro i «libri più fonda realtà che, al di là degli stati bambini e neppure pubblicità che works, ecc., applicassero le rego- comportamenti non sono di molto • • venduti» di norma persegue inte- maggiori politici e militari, ha sottolinei, invece che la qualità di le, che a parole dicono di accettare dissimili da quelli della Rai. : : ressi strettamente personali. Sca- mosso milioni di coscienze indivi- un prodotto, il premio che si riser- e hanno sottoscritto, presenti nel Questo ci fa meglio comprende-• • gliare pietre cartacee in perfetta duali, ed è stata la base stessa, la va ai consumatori bambini. Codice di Autodisciplina Pubblici- re che se Canale 5 continua a esse-: : malafede equivale, insisto, a uno ragion d'essere, della Resistenza. Se si leggono bene le conse- taria. Codice che nessuna legge re una specie di juke box, come• • stupro. Ma, lo si sa, è facile con- Particolarmente gravi sembrano gueJJ.Zedi queste due possibili de- dello Stato gli impone. Si dice nel- Berlusconi stesso lo ha definito, e : : dannare gli stupri degli altri: sono poter essere le conseguenze di una cisioni, si vedrà che passa di qui la l'art. 2 del Codice: i messaggi le News, i telegiornali, non li ha• • un perfetto alibi per i propri. tale impostazione per un paese co- linea di demarcazione tra il merca- «non devono inoltre abusare della ancora realizzati, ciò non è dovuto: : Chi stende questa nota non si .me il nostro, l'Italia. A differenza to selvaggio e il mercato di cui si loro (dei bambini) naturale credu- al fatto che non gli è stata concessa• • sente affatto innocente. Desidera che in Germania o in Giappone, in accetta e auspica il rafforzamento, lità o mancanza di esperienza o del l'interconnessione e la simultanea : : soltanto non rimanere solo a chie- Italia si è infatti verificata - attra- proprio togliendo di mezzo tutti loro senso di lealtà». In particola- ma perché Berlusconi si rende • • dere un minimo di chiarezza, di verso la Resistenza - una vera e gli strumenti di inquinamento e la- re, questa pubblicità non deve in- perfettamente conto che non può : "'"i : analisi, di motivazioni per quel propria rivolta popolare armata sciando al consumatore finale la durre a «ritenere che il mancato andare alla conquista del campo • o::s• che si dice e si fa, secondo l'antico verso il proprio regime fascista: scelta della qualità e del gusto. possesso del prodotto pubblicizza- dell'informazione allo stesso mo- •• .:; . ~ • principio della responsabilità. una rivolta che ha coinvolto in mo- Quando si parla di «fine delle to significhi inferiorità, oppure do in cui è andato alla conquista • c::i...• Nessuno pensa che non si debbano do attivo, direttamente o indiret- ideologie» non ci si rende abba- mancato assolvimento di loro della pubblicità. L'informazione è: ~ : prendere decisioni ma nessuno tamente, milioni di cittadini da stanza conto che si lascia tutto lo compiti da parte dei genitori; non merce particolare. Non siamo ne-• ......•, può credere che si possano pren- Napoli a Roma a tutte le regioni spazio all'ideologia più forte di deve sollecitare altre persone al- gli Usa. L'evoluzione complessiva : ~ : dere decisioni spinte dalla volontà del Centro e del Nord, e che ha tutte, quella che per mezzo del l'acquisto del prodotto pubbliciz- del sistema informativo che tocca • -~ • di sopraffazione. E questo vale, configurato in ampia misura le mercato cosiddetto «libero» sot- zato. L'impiego dei bambini e sia la Rai che i networks farà mol- : :': : evidentemente, anche per chi oggi sorti e gli orientamenti del nuovo trae sempre più spazio alle scelte. adolescenti nei messaggi pubblici- lare la costosa presa dei partiti sul- • ~ • è minoranza. Quando si sente an- Stato repubblicano (e basterebbe L'ideologia liberale, che si definì- tari deve evitare ogni abuso dei la Rai? È questa l'accanita partita: s:: : cora parlare, in casa Pci, di uno rifletter-e un istante sulla «anoma- sce «debole», coincide con un lais- naturali sentimenti degli adulti per che si sta giocando oggi. • ~- • «zoccolo duro» di resistenza, no- lia» - oggettiva e soggettiva - del sez faire tutt'altro che debole ma 1 pm giovani». : l : nostante la sconfitta elettorale, si ruolo e delle posizioni del Partito al contrario prevaricatore perché i Alla lettera, anche se il linguag- • ~ ....................................................................................................... .
Confucio Primavera e Autunno con i Commentari di Tso trad. dal cinese di F. Tomassini Milano, Rizzoli, 1984 pp. 1092, lire 55.000 N ella consueta ondata di libri pubblicati lo scorso dicembre non ha trovato molta risonanza un grosso volume: Confucio, Primavera e Autunno, con i çommentari di Tso, edito da Rizzhli. Forse anche perché Fausto Tomassini, che ha affrontato anni di lavoro per volgere in italiano il classico cinese, lo ha corredato di brevi indispensabili note, puntigliose e utilissime appendici, diagrammi, una cartina, anche cenni schematici sulla storia della Cina antica, ma ha confucianamente sdegnato di scrivere una prefazione suasiva o provocatoria. Un libro non letto, tuttavia, è spreco di pioppi. Nella Cina antica, letteratura e storiografia nascono molto presto. Già dall'epoca Shang (circa 17001100 a.C.) esistevano archivi di Stato delle divinazioni interpretate, scritte sopra le scapole di bovidi e i gusci di testuggine usati nelle cerimonie ufficiali. Si divinava per ogni decisione da prendere. Oltre centomila frammenti sono stati ritrovati e decifrati nell'ultimo secolo, quindicimila in un solo fortunato scavo archeologico di pochi anni fa. Avverte David Keightley che gli Shang credevano nella natura razionale della divinazione, e interpretarla era quindi un'attività razionale. A patto di seguire sempre rigidi schemi e non barare - si cominciò a barare quando il potere degli Shang era avviato a un drammatico tramonto. L'antropologo Evans-Pritchard, dopo lunghi soggiorni presso gli Aranda che praticavano la divinazione, concludeva (1937) che «regolare la vita pubblica e privata sulla divinazione è un sistema non meno adeguato di qualsiasi altro io conosca», compresa la democrazia parlamentare. Evans-Pritchard era un sincero democratico. Agli Shang successe la dinastia Chou (uso la trascrizione Wade-Giles adottata da Tomassini per non confondere il lettore, ma ormai anche le università america~ ne praticano la «pinyin» elaborata dagli studiosi cinesi). Nelle grandi distanze degli spazi cinesi il complesso sistema monarchico-feudale si rivelò impotente a controllare i feudatari grandi e piccoli, presto di fatto indipendenti: sono i periodi classificati «Primavera e Autunno» (770-476a.C.) e «Regni Combattenti» (475-221a.C.) fino all'unificazione nell'impero dei Ch'in, 221 a.e. Almeno dopo il 1000 a.e. esisteva in Cina una letteratura scritta su tavolette di bambù. La materia prima di costo esiguo contribuì a differenziare la letteratura cinese ad esempio dalla greca, che usufruiva di materiali costosissimi e quindi nasceva per essere recitata a voce in cenacoli e scuole - mentre la cinese si rivolgeva dagli inizi a singoli se pur privilegiati lettori, per mezzo di «libri». Gran parte di questi testi sono perduti, come le raccolte di canti e racconti popolari, cronache e leggende, la cui esistenza è documentata in cataloghi di antiche biblioteche. Pochi testi e frammenti sono stati preservati in trascrizioni Lo<<Tso>> molto più tarde (la carta è inventata in Cina nel 125 d.C. e la stampa litografica intorno all'800 d.C.), e qualcosa va emergendo in 'copie' originali dell'epoca su bambù dai nuovi scavi archeologici. Gli stati feudali stipendiavano uno storiografo ufficiale che registrava gli avvenimenti di maggiore importanza stagione per stagione, da qui la formula «Primavera ... Estate... Autunno... Inverno». Più o meno nel VI secolo a.C. furono compilate le grandi sillogi attribuite a Confucio, Il libro delle Odi e Il libro dei Documenti. A Confucio è anche-attribuita la stesura del Ch'un Ch'iu, ovvero Primavera e Autunno, riscritto dalle cronache del piccolo Stato feudale di Lu. Se stampato tutto di seguito senza commenti, il Ch'un Ch'iu, che comprende gli anni 722-469 a. C., anche in traduzione occuperebbe poche decine di pagine prive di qualsiasi significato per un lettore di oggi. Sono avare notazioni come «Shu Kung va a Chin», «Carestia», «I Ti fanno una incur- ·sione contro Wu» (scelgo tra le meno criptiche). L'egizia «Pietra di Palermo» è al confronto prolissa. Alcuni studiosi contemporanei ipotizzano che ci si trovi di fronte a un prontuario per tenere lezioni o discussioni. Ma il grande storico cinese Szuma Ch'ien (II-I sec. a.C.) nella sua biografia di Confucio scrive che «quando il significato di Primavera e Autunno si fece strada i ministri sediziosi e i figli scellerati ebbero timore» e attribuisce al Maestro il detto «Quelli che in futuro saranno con me lo faranno a causa di Ch'un Ch'iu, quelli che mi vitupereranno lo faranno a causa di Ch'un Ch'iu». Da allora, altissima è nella cultura cinese la fama di Ch'un Ch'iu che «usa espressioni concise ma le allusioni sono vaste», così come sono numerosi e prolissi i commenti esplicativi. L a maggior parte delle mille pagine del volume curato da Tomassini sono occupate dal Libro di Tso, per la prima volta tradotto integralmente in italiano dopo la versione inglese di Legge (1895), francese di Couvreur (1914) e altre, in russo inglese e tedesco, ma quasi sempre parziali. L'autore è un ignoto Maestro Tso forse contemporaneo o di poco posteriore a Confucio. Autorevoli studiosi moderni ritengono Il Libro di Tso nato come testo autonomo intorno al IV secolo a.e., in seguito adattato a commentario di Ch'un Ch'iu con interpolazioni, aggiustamenti e tagli. Si tratta in ogni caso di un libro straordinario, non solo per l'interesse storico. Pochi anni fa una rivista anglosassone indisse un referendum tra personalità della cultura per indicare «cento libri da salvare». Nella classifica finale la letteratura italiana era rappresentata dalla Divina Commedia, Petrarca tra i primi degli esclusi. La letteratura cinese da due titoli: lo Chuang Tze e lo Tso chuan. Nessuna sorpresa per lo Chuang Tze. Ma il meno noto Tso chuan era da tempo letto studiato e amato, per esempio da Joyce e Pound. Ai cultori della psicologia del profondo, primo Jung, è testo quasi'indispensabile: anche perché lo Tso contiene numerose e precise descrizioni di divinazioni eseNiccolò Ferrari guite con i bastoncini di achillea, sono le più antiche applicazioni pratiche documentate dello / Ching. Tomassini le ha scrupolosamente analizzate in nota una per una, e riprodotte tutte graficamente complete di mutazioni in una accuratissima appendice. Lo Tso chuan è il più antico testo cinese e non solo cinese di storia «narrativa». Non manca di descrizioni, da sempre famose quelle di battaglie, e i personaggi parlano in prima persona con dialoghi tra virgolette (un cinese non diceva mai «io» ma «questa modesta persona» o simile espressione, parlando in terza persona). Non sono prolusioni retoriche dichiarazioni o pubblici discorsi, per altro presenti, come nei testi egizi e negli storici greci, ma vere e proprie scene dialogate in scabra e altissima sintesi letteraria. Lontane dalla cronaca, tese in un disegno esclusivo. Dallo Tso in avanti, la storia cinese sarà narrativa. Pochi secoli più tardi Szuma Ch'ien elaborerà complessi schemi storiografici che diverranno canonici fino alla caduta dei Ching (1911). Ne saranno parte essenziale le «biografie» di personaggi ufficiali e no, compresi assassini briganti eremiti e cortigiani, sempre in forma narrativa e dialogata. Lo scrivere storia e le differenze tra storiografia occidentale e cinese (che dagli inizi non trascurò economia geografia e etnografia) non sono argomento di questa nota. Al lettore la riflessione suggerita da Tomassini su che cosa era l'Occidente; e il resto del mondo, nei secoli percorsi dallo Tso chuan. In Cina, secondo la tradizione in gran parte confermata dall'archeologia moderna, erano già tramontati quattro grandi imperi e si avviava allo smembramento il quinto. Ma senza soluzione di continuità. Stava formandosi come classe dirigente quell'originale corpo di letterati-burocrati che le lingue occidentali non hanno trovato parola per definire (è possibile leggere in italiano le opere fondamentali di Ji Chaoding, Needham e Balasz). Chiamandosi confuciani, in seguito avrebbero esercitato per due millenni e mezzo il potere politico, in un dualismo di cannibalesca simbiosi con l'assolutismo dei sovrani che potevano eliminarli fisicamente ma non farne a meno. Anche il «mandato del Cielo» per cui governavano i dinasti poteva essere messo in discussione e annullato se il mandatario si rivelava indegno: nel Libro di Tso il principio è già codificato, richiamandosi a un remoto passato. Sempre e fino a oggi, nella storia cinese, per legittimare il nuovo ci si appellerà all'antico. I maggiori rivolgimenti saranno giustificati ricorrendo alla tradizione. Lo Tso era tra le citazioni preferite di Mao Zedong. I personaggi dello Tso chuan sono per noi figure di un mondo lontano - ma non più di quelli raccontati da Beda il Venerabile, Gregorio di Tours o Geoffrey of Monmouth. I nostri prìncipi medioevali erano brutali tagliagola schizoidi raffrontati alle raffinatezze culturali di questi signori più antichi di millecinquecento anni, che attaccavano uno Stato perché un terzo fosse invaso da un quarto, o stringevano e rompevano complesse alleanze recitando antiche odi. L o Tso è ispirato da un intransigente e rabbioso moralismo, da aristocratica indignazione civile. Attribuisce tutti i mali al mancato rispetto dei riti - intende i riti non come vuoto cerimoniale ma legge prima, affermazione necessaria di princìpi senza la quale le altre regole sono prive di senso. Predire cattiva fine a chi infrange i riti gli è un po' troppo facile, in quell'epoca si moriva spesso di morte violenta. Se affiorano nel testo tutti i concetti base dell'ideologia confuciana, ossessiva è l'insistenza sul li, i riti. Superate le prime decine di pagine, un po' monotone per un lettore di oggi a parte la massa di informazioni preziose, lo Tso si infiamma e alza il tiro, come se chi lo ha scritto più non potesse reprimere il freddo furore. Descrive crudamente un mondo che vive nel sangue, nei complotti, nella sopraffazione, dove è assente il rispetto della personalità umana, dell'integrità fisica, della vita. Nel periodo «Primavera e Autunno» come registrato da Tso, morire nel proprio letto di morte naturale era eccezione poco spiegabile. Chi saliva al trono doveva immediatamente preoccuparsi di eliminare tutti i fratelli e gli zii per consolidare la successione e prevenire i complotti, che comunque puntualmente lo minacciavano. In harem signorili sterminati (le mogli arrivavano al nono grado, concubine a parte) rigidamente sorvegliati non mancavano tradimenti-, interferenze politiche di Stati stranieri, tresche, uccisioni. Le figure femminili sono generalmente nefaste, l'atteggiamento del confuciano Tso nei confronti delle donne non è molto diverso da quello di Paolo di Tarso. Già appaiono le figure femminili eroicizzate a difesa degli antichi costumi che le opprimevano, più tardi luogo comune nella letteratura ufficiale cinese. Come la vecchia principessa che rifiuta di uscire dal palazzo in fiamme perché non è presente un uomo della famiglia a scortarla in pubblico, anche se l'età la esonerava dall'obbligo, e muore nel rogo. Feroce e quasi sempre breve è la vita dei potenti, oppressi da ricchezza eccessiva e provvisoria, da un lusso che è necessario esibire, dominati da una rapacità sfrenata. I ministri finiscono bolliti vivi o in salamoia, più spesso viene loro graziosamente concesso il beneficio del suicidio, nei casi peggiori sono giustiziati con tre generazioni di consanguinei. A Ch'i così frequente è il supplizio del taglio dei piedi che il prezzo delle speciali scarpe ortopediche per gli amputati sale eccessivamente provocando proteste. Un povero giovane principe, oppresso dalla vergogna per le attività sessuali di una mamma un po' troia che non nascondeva di dividere il letto anche con il fratello, zio del ragazzo, tenta il matricidio ma è troppo maldestro e inibito, non riesce e ne nascono guai a non finire. Il duca P'ing è dedito a smodate pratiche sessuali e la sua salute finisce per risentirne. Consulta il grande medico Ho, che lo avverte del pericolo in una dotta e secca anamnesi ancora citata nei manuali di semeiotica. Il duca lo onora e lo rimerita, dopodiché si cura a suo modo, prendendo una nuova moglie giovanissima e di straordinaria bellezza, tutt'altro che passiva, un po' querula. Dopo un anno la giovane muore e il duca immediatamente la sostituisce, né aveva intanto smobilitato l'harem. Osserva Needham che l'umanitarismo in Europa nasce molto tardi, quando all'inizio del Rinascimento si diffondono le pratiche igieniche e quindi il rispetto per la propria persona. In Cina le pratiche igieniche erano già abbastanza diffuse. Si immagazzinava il ghiac- "'" cio in grotte profonde per il refri- <::s .s gerio estivo, e in caso di eccessiva ~ calura il ghiaccio era distribuito c::i.. anche agli anziani di condizione ~ modesta. ~ e ~ ~ .Òo Un lettore distrattamente ipocrita può attraversare lo Tso come un catalogo di crudeltà dove mo- . ~ notom sono solo gli omicidi familiari e sfilano sacrifici umani, ese- i::: cuzioni di cadaveri rimossi dalla ~ -e tomba (avevano avuto l'impuden- ~ za di morire per conto proprio), ~
G ià il personaggio è singolare: un autodidatta rumeno che inizia a scrivere a quarant'anni, in un francese esaltato e immaginoso lentamente assimilato in capo a un ventennio di esistenza errabonda, nonché spesso anche cenciosa e affainata - la pubblicazione del suo primo romanzo lo sorprende a Nizza, con il suo apparecchiuccio di fotografo ambulante (senza licenza... ) a tracolla. Romain Rolland aveva dovuto penare più di un anno per convincere /strati a mettersi all'opera (/strati stesso ha raccontato con un certo amaro buonumore l'ebbrezza-tormento di scrivere in una lingua idolatrata e non sua, quando ogni minuto doveva arrestare la «materia incandescente» sul punto di erompere, non sapendo senza. dizionario se questa o quella parola si scrivesse con due l o una e grave). Come in una fiaba, l'invito di Rolland era arrivato proprio nel punto di massimo buio: miseria sordida, aspro scontento di sé, aspra volontà di vendetta contro il mondo, silenzio e solitudine per un momento assoluti - /strati tenta di uccidersi, ma intanto (siamo all'inizio del '21) due sue chilometriche lettere-testamento hanno raggiunto l'autore di Au-dessus de la melée, e con straordinaria emozione in quei fogli Rolland sente già nascere un futuro «Gor'kij dei paesi balcanici». In effetti, il successo dei Récits d'Adrien Zograffi, di cui /strati va pubblicando dal '24 le diverse parti, sarà subito vivissimo, • eccezionale: forse anche perché (Jutrin-Klener) dopo il trauma della grande guerra Francia ed Europa hanno una fame mai vista di evasione esotica. In ogni caso, l'opera è singolare come l'uomo: si direbbe una sorta di epopea picaresca allignata nei bassi/ondi del suo Oriente balcano-mediterraneo; e veramente Romania Egitto Siria Grecia Libano Napoli Istanbul e via dicendo il giovane imbianchino, garzone pasticcere, portiere di notte, giornalista, lavapiatti, uomo sandwich (e interrompiamo l'elenco) li aveva dovuti conoscereproprio dal basso, vagabondando anni e anni per banchine di porti, caffeucci, ponti di navi d'emigranti, quartieri loschi e vii/aggetti miserabili, territorio manifestazioni di attivistica cautela come quando il re di Wu, per non avere testimoni scomodi, sgozza di sua mano sette fedeli seguaci. Ma mancano grottesche efferatezze di tipo bizantino e merovingio. Un signore cinese non si sarebbe mai comportato come il cristiano Clotario II, che per sbarazzarsi della nonna ottantenne Brunilde la fece torturare tre giorni in pubblico, poi esibire per tutto il campo dell'esercito e infine legare alla coda di un cavallo furioso che la sbranò a zoccolate. Il marchese pazzo di Wei non avrebbe mai acciecato quindicimila soldati prigioV) c::s nieri come Basilio il Bulgarocto- .::; no, la mano d'opera è essenziale ~ c:i., alla prosperità degli Stati. ~ La civiltà cinese è sempre stata ~ utilitaria, tendendo a rifuggire da- ~ gli sprechi - spesso i sovrani erano ~ prodighi ma per questo venivano 'òò eliminati. Anche oggi continuano ~ nel mondo i massacri e gli stermini I:! di milioni, è solo molto più dittici- ~ le che vengano chiamati a render- l ne conto i responsabili a livello di ~ governo. Panaitlstrati di una moltitudine umana assente dalla storia, eppure sorprendentemente disseminata di destini fuori serie. Per parte sua, /strati ha ragione di non sentirsi uno «scrittore», e davvero la sua è piuttosto l'opera di un uomo che racconta: tutte le sue storie le ha dette in dieci, venti, trenta forme leggermente diverse ai suoi amici, prima di stenderle finalmente sulla carta. Romain Rolland paragona il loro svolgersi ai meandri familiari del Danubio: «una volta iniziata, nessuno, nemmeno lui, sa se la storia durerà un'ora, oppure mille e una notte»; e il lettore è a poco a poco preso dal libero e gratuito scivolare della narrazione. Aedo, rapsodo, erede di un'arte «più antica dell'alfabeto» (J. Kessel), spontaneamente /strati innesta nella prosa francese modi e motivi di un secolare, umile epos della sua terra: così eroi di tutto un suo ciclo sono gli haiduc, i generosi fuorilegge dal Seicento in rivolta contro l'oppressione di pascià turchi e boiari rumeni; eroi giganti di un'altra età, spesso barbaricamente scatenati, ma perché per natura si muovono dentro la vita con tutto il loro esserepossente dispiegato· (quando Cosma il brigante si stira, tutta la terra sembra farsi «più piccola», e al culmine della sua gioia il corpo stesso pare ormai diventato troppo «stretto»). Certo, la scrittura di questo·naif letterario è nel complesso abbastanza diseguale, prendendo a volte anche apparenze incontrollate, convulse, declamatorie, proprio per lo stesso carattere trepidante e appassionato dell'uomo: che non per nulla - nota un suo biografo, Raydon - in ogni tappa della sua vita sembra aver cercato (e regolarmente attirato) un «fratello maggiore», cioè la compagnia e l'appoggio di uomini più adulti e meglio inseriti nella normalità. La seconda grave crisi lo colpirà, con crudele giustizia, esattamente nel più intimo: cioè non in punti' di lui più o meno protetti, ma nel cuore profondo delle sue stesse difese: per il decimo anniversario della rivoluzione d'Ottobre, il nostro nomade percorre in lungo e in largo, durante sedici mesi, la terra sovietica: dapprima felice come un bambino, con H o indicato episodi quasi a caso nel grandioso affresco a spirali concentriche - scene tratteggiate in bianco e nero con segni rabbiosi come nelle antiche grafie degli ideogrammi cinesi. Peccato che il curatore del volume non abbia aiutato con confuciana «benevolenza» i lettori indicando con un asterisco gli episodi di maggiore incisività, come hanno fatto i curatori dell'antologia su Bisanzio, ché tanto è sempre possibile cambiare asterischi. Lo Tso rispecchia un mondo in sfacelo, in realtà sopravvissuto ad altri sfaceli e vitale su solide basi di una cultura che da secoli, forse decine, indagava se stessa e pulsava di fermenti, idee nuove. Qualche personaggio si permette la riflessione malinconica. Come un vecchio statista che usando prudenza estrema ha raggiunto età veneranda per vedere la sua discendenza sterminata. Un sovrano al quale comunicano l'uccisione del figlio e erede risponde: «Tanti figli di altri ho già ucciso». Tra la pratica di superstizioni ancestrali, apparizioni di spettri Serg o Sacchi scoppi e trasporti di entusiasmo davanti a questo nuovo mondo che pare aprirsi, poi via via sempre più sgomento per le realtà che col tempo è portato a scoprire. Natura estrema, per così dire ineducata, /strati vive le cose a pelle nuda: invano il suo compagno di viaggio Kazantzaki lo richiama al savoir vivre: «In te il cuore sopravanza l'intelligenza. Non perderti nei particolari!»; invano Victor Serge, benché lui stesso perseguitato dal regime, lo ammonisce con prudenza: «Bisogna guardare in alto, verso l'avvenire e la storia»; dopo quei sedici mesi nella terra pietra di paragone del tempo, /strati è diventato un «vinto», cioè, come dice lui stesso, un uomo «in disaccordo con i migliori tra i suoi simili»: atroce solitudine. Gli stessi amici e modelli lo abbandonano: Rolland gli chiede di non pubblicare le sue impressioni sul/' Urss: tutto vero, ma colpendo il regime si fa il gioco della reazione europea (sillogismo infallibile nella storia della logica novecentesca); lo stalinista Barbusse gli consiglia con sprezzante condiscendenza di non mettere il naso fuori dalle sue storie di briganti; la trockista Magdeleine Marx rimpiange il puro «narratore»: «Allora sì che il suo messaggio era prezioso!»; reazione che però /strati non ha poi tutti i torti di decifrare più crudamente, una volta per tutte, in questi termini: « Tu non sei una 'guida'. Le guide siamo noi». È proprio vero: il «selvaggio» (così a Mos_calo vedeva il suo poi caro amico Pierre Pascal) ha di fatto finito per disturbare seriamente l'intelligenci ja nel/'esercizio delle sue funzioni. Eppure anche nel suo tempo di bravo e puro «narratore», /strati si era sempre rifiutato di servire solo alla «distrazione» del s110 p11bblico. Il conflitto nasce dunq11eda 1111 motivo ben più radicale: di fauo la stessa figura del «narratore» non è più essenzialmente compatibile con l'insieme dell'età contemporanea; lo dice acutamente proprio in quegli anni un saggio ,di Benjamin sul maestro de~'Ottocento russo Leskov: una nuda «informazione» oggettiva ha ormai sostituito nel profondo l'antico «racconto» dispensatore di «saggezza». lnf ormazione, non più iniziasanguinari e il vegetare di costumanze talmente arcaiche da risultare incomprensibili ai contemporanei (autore compreso), si fa luce un severo razionalismo. A chi lamenta che esiste la morte, Yu Tzu dice: «Se dai tempi antichi non vi fosse stata la morte, come avresti tu avuto le gioie che sono state degli antichi?». Durante una grande inondazione, causata nella creden~ za popolare da lotte di draghi sul zione: ma proprio al centro di tutta l'opera, come della vita, d' /strati è una drammatica fame di iniziazione, la seconda nascita finalmente umana, l'altra essendo ancora solo puramente materiale. Per lui l'uomo, soprattutto moderno, tende per sua natura ali'«aborto», pura presenza di «superficie» compiuta nei primi impulsi, desideri «facili» e aspirazioni fantastiche (altra faccia, questa, semplicemente dell'istinto di conservazione): avidità, speranze, godimenti, per lui tutto il rigoglio della vita altro non è in molti casi che paura e paralisi, revulsione organica di fronte al fantasma di una rigenerazione profonda come la morte; un breve abbandono e, al contrario, sarà subito la bestia, la grezza e poverissima pulsione a «divorare». Già tutta la storia passata della sua stessa terra gli offre uno sterminato campionario di abiezioni e di bestialità; ma, guardando bene, anche il progresso contemporaneo non è da meno e, semmai, per sua natura incrementa (non diminuisce) questa passiva pesantezza della materia umana: alla fine del secolo le lotte haiduc sono riuscite sì a detronizzare i tiranni, ma per portare al loro posto un ancor più avido e brutale «regno dei servi» (i domestici arricchiti degli antichi boiari, i ciocoi), proprio come l'Ottobre lasciato a sé deve sfociare - logicamente, secondo /strati - nella vittoria tutta moderna degli «automi dell'americanizzazione»; lo schiavo di per sé non è più «umano» del padrone: unica ragione di speranza, soffre di più. Così nel '26 il ciclo haiduc è bruscamente interrotto, prima della fine già programmata: impossibile continuare a occuparsi degli orrori e vergogne di un secolo prima proprio quando, in questi stessi anni Vemi. si andava ufficialmente massacrando (e con una ferocia «ben altrimenti medievale») la Bessarabia appena inglobata nello Staro rumena vincitore della guerra; fauo ugualmente significativo, poco dopo Les chardons du Baragan sarà da /strati espressamente offerto «agli undicimila assassinati», sempre a cura delle truppe governative, in un feoce repulisti di vent'anni prima. A questo punto, tutto il suo pasfondo dei fiumi, Tzu-ch'an proibisce di sacrificare ai draghi: «Quando noi ci azzuffiamo, i draghi non ci guardano. Perché dovremmo occuparci dei draghi quando si azzuffano?» A Chin, una pietra si mette a parlare. Interpellato, il grande musicista (era una carica ufficiale) K'uan così sentenzia: «Le pietre non possono parlare ... Ma se nel popolo insorgono scontenti e lamenti, allora le cose mute parlai!! no ... Sempre più alti sono i palazzi dei signori e lussuosi gli arredi, le forze del popolo sfruttate all'esaurimento. Nessuno può preservare la vita. Non è giusto che le pietre parlino?» Eppure Maestro Tso scrive dal punto di vista esclusivo di un intellettuale aristocratico e conservatore - ben più sensibili e compresi dei problemi sociali saranno, dopo lo stesso Confucio, Mo Tzu, Mencio, Hsun Tzu, i legalisti. Tso - nota Burton Watson - sembra non avere neppure saputo che cosa accadeva ai soldati semplici sui campi di battaglia. O al popolo non combattente che subiva migliaia di salo refrattario prende un pieno senso: scegliendo la «strada» (tra l'altro alla ricerca di compagni non secondo il sangue), strappandosi dalla vita comune e dalla comunità protettiva, l'«autodidatta errante» (l'espressione è del suo amico Souvarine) ha nei fatti intrapreso una sorta di moderna morte iniziatica; ma è proprio questa a salvarlo per quanto è possibile dall'impregnamento capillare delle mentalità di massa, rompendo, si direbbe, quella specie di «macadam» che per un altro maestro di non conformismo (Thoreau) tendeva ormai a rivestire, come il suolo delle città moderne, così anche lo stesso individuo: quasi un secolo dopo, la «disobbedienza civile» non ha perso il suo significato. E dunque in /strati proprio la sua fondamentale condizione di autodidatta, suo limite, è al tempo stesso la sua forza: impòtente perché uomo del disordine, però proprio non barattando, in nessun campo, la certezza delle sue emozioni contro i pur meglio ordinati sillogismi de~'epoca, non aderendo mai «a niente» (formula sua, in un momento di estrema autocoscienza), questo radicale déraciné ha di fatto tenuto aperta una via solida verso tutte le virtualità del- ['avvenire; di più non poteva, ma oggi, a cent'anni dalla nascita e a cinquanta dalla scomparsa, la ragione da lui seguita nel profondo non ci appare certo meno efficace e autentica di quella, che i vari maestri e «guide» di professione hanno servito durante tutto il nostro secolo. I Récits d'Adrien Zograffi (Kyra Kyralina, Oncle Anghel, Présentation des hai'doucs, Domnitza de Snagov), la Jeunesse d'Adrien Zograffi (Codine, Mikhai'l, Mes départs, Le pecheur d'éponges) e la Vie d'Adrien Zograffi (La mai.son Thuringer, Le bureau de placement, Médite"anée) oltre a un vo-. lume miscellaneo (Nerrantsoula, Tsatsa-Minnka, La famille Perlmutter, Pour avoir aimé la terre), sono stati recentemente ripubblicati, in occasione del centenario istratiano (1984), nella collana tascabile «Folio»di Gallimard; Vers l'autre fiamme nella collezione 10/18; Les chardons du Baragan nella collana ~Les cahiers rouges» di Grasset; Gallimard ha inoltre pubblicato una raccolta di testi autobiografici finora in gran parte inediti, sotto il titolo Le pélerin du coeur. In Francia esiste infine un'attiva «Fondation Panalt !strati» (18, rue Colbert - 26000 Valence). incursioni, razzie, assedi che spingevano al cannibalismo, registrati quasi a ogni pagina. Il popolo non è considerato soggetto degno di illustrazione, ma la sua presenza attraversa le pagine. Dai primordi la storia cinese è una storia di ribellioni popolari e feroci repressioni. Anche nel periodo di cui si occupa Tso, che non le racconta. Ma la voce del popolo risuona negli antichi canti (le ·«odi») che citano sovrani e ministri, nelle canzoni di protesta contemporanee spesso menzionate nel testo, due riprodotte integralmente. Maestro Tso non può fare a meno di riferire che, dopo ogni colpo di Stato o un pesante mutamento di governo, era necessario ottenere l'approvazione del popolo, senza la quale unica salvezza era la fuga. V erso la metà del libro, appare una corrusca sprezzante figura di formidabile guastafeste: è Chung Ni, o Kung Ch'iu, ovvero Kung Fu Tzu (ahimè, i cinesi usavano molti nomi), in Occidente Confucio. Sono le testimo-
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