L a contraddizione è in apparenza stridente: un' associazione giovanile che ha come tratto fondante il rifiuto del giovanilismo, la negazione dell'oggettività biologico/cronologica del!'essere giovane, e che di conseguenza perentoriamente afferma: «essere giovane non è più una condizione coatta ma una libera scelta». Una libera scelta che però, pur fondata su assunti in negativo, è correlata ad alcuni presupposti e felici intuizioni: a) il tempo e lo spazio sono ormai variabili dipendenti (specie per i profondi mutamenti indotti dal sistema integrato delle comunicazioni di massa) piegati al dato dell'immediatezza e ad un uso intelligentemente «strumentale» comArci/Kids Mogwat.!s~remlins === ◄ ~\ l \ \ ,...J \ \ . " \ \ • -- / ' ◄ ◄ • \ • ....-. -\ I \ ,'~ I : • I /'- ~ \ I \ \ ~ I parato alla propria soggettività, bisogni, stile; b) l'irriducibilità della singola esistenza ed esperienza è il dato «nuovo» con cui bisogna fare i conti, senza la pretesa di frettolose sintesi ideologico/organizzative che annullino le differenze mortificando nel contempo possibilità e attenzioni; e) consapevolezza che l'univer·- so «giovanile» è segno evidente della crisi delle forme della politica e dei limiti delle rappresentanze codificate: è espressione di nuove (meglio, «altre») domande e bisogni - certo ambigui e non lineari - che dilatano i tradizionali confini del politico chiedendo spazi per la propria diversità ed innestando contaminazioni in altri territori. - \ J \ I \ ~ ~ ... -~--·~ } \ I \ I I I I I \ : \ I \ I ~ -" • Un rinnovamento dell'agire della politica - intesa come tensione utopico/progettuale di trasformazione - non può non partire perciò dai segnali provenienti dal Pianeta Giovani. È per sollecitare, decodificare e intelligentemente far proprie queste tendenze individuali/collettive che l'Arei/ Kids si è data una struttura agile, trasversale, omogenea ma duttile, in grado di parlare molte lingue (non per trasformismo ma per mutazione) e comunicare con «popoli» diversi; Arei/Kids non è quindi un partitino, non è un gruppo di giovani intellettuali di grido, non è una banda giovanile, non è un assessorato alla gioventù. È la capacità di creare ex novo segmenti di conflittualità ( \ \ I ' I • I ~J originali verso la zona «politica»; il puntare la telecamera su ciò che, guardato oggi, dà segnali di tendenza, con estrema attenzione anche agli aspetti di nuova produttività, professionalità e managerialità dei singoli soggetti. In quest'ottica Arei/ Kids ha dato vita a iniziative che sono riuscite a interloquire anche con le frange più aliene dell'arcipelago giovanile: ricordiamo, tra le altre, il convegno internazionale «I love you, fuck you» sulla complessa realtà delle bande giovanili, « Tendencias - prologo alla Biennale della produzione giovanile» tenutosi a Barcellona, il convegno europeo sulle nvtste giovanili «Creatività e Confusione» di Reggio Emilia, l'associazionismo studentesco già concretizzatosi a Firenze, Torino, Vicenza, l'Arei Comics con relative scuole di fumetto, Compra o muori, primo catalogo della produzione discografica indipendente italiana, Submarine, guida alle aggregazioni giovanili europee, un circuito di discoteche, un catalogo video specializzato, mostre varie, ecc. Tutto questo all'insegna di uno slogan provocatorio ma efficace: «Né mercenari né uomini di partito, ma giovani degli anhi 90 che usano le metropoli degli anni 80». E che per fare ciò hanno l'antica saggezza del mogwai e - se necessaria - la violenta irriverenza di infiniti Gremlins.
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