Einaudi Tregrandiritorni: ELSA MORANTE LO SCIALLE ANDALUSO La riscopertadi un libro magico: dodici racconti che toccano tutti i temi dell'arte dellaMorante. «Gli struzzi», pp. 219, L. 14 ooo. LALLA ROMANO TETTO MURATO Due coppiedi amici, isolate dall'inverno e dallaguerra, scopronol'amore della vita. Uno dei libri piu intensi e suggestivi di LailaRomano. «Nuovi Coralli», pp. 157, L. 12 ooo. MARGUERITE DURAS UNA DIGA SUL PACIFICO Il romanzod'ambiente indocineseche negli anni '50 ha rivelato la Duras. «Nuovi Coralli», pp. 3 IO, L. 15 ooo. 'O PENZIERO E ALTRE POESIE DI EDUARDO Un diario in versi 1937-84 che va al cuore delle ragioniprofonde dell'umano. «Gli struzzi», pp. Iv-86, L. 7500. ESCHILO L'ORESTIADE NELLA TRADUZIONE DI PIER PAOLO PASOLINI Una grande« interpretazione» pasolinianain chiave civilee antiromantica. «Scrittori tradotti da scrittori», pp. IV-181, L 9000. BRUNO BARILLI IL PAESE DEL MELODRAMMA Il Barillimusicologoe viaggiatore:Parigi e l'Italia in un giocodi riflessi, assonanzee contrasti. Continua la riscoperta di un protagonistamisconosciuto del '900 italiano. «Supercoralli», pp. x-281, L. 26 ooo. I RACCONTI DI ISE A cura di Michele Marra. Il« romanzofatto di poesie»che segnal'inizio della letteratura giapponesecla;sica. «Supercoralli», pp. xm-162, L. 20 ooo. GEORGES DUMÉZIL GLI DEI SOVRANI DEGLI INDOEUROPEI I riti, i miti, le idee politicosocialiin quattro grandi culture: l'India vedica, l'Iran, Roma, la Scandinavia. «Paperbacks», pp. x1x-240, L. 30 ooo. E.T. SALMON IL SANNIO E I SANNITI La storiadel popologuerriero che contese a Roma la supremaziasull'Italia. «Saggi», pp. xvn-462, L. 50 ooo. Cfr. Schede Il «Cfr. » ( confronta) è la sigla dei rimandi nella ricerca teorica, critica e saggistica. In questo giornale la sezione indicata «Cfr. » è la sola serie di recensioni in senso proprio, e raccoglie dunque Le scelte di lettura dei direttori e collaboratori frequenti del giornale. Noi non ci fidiamo più della sistematica delle varie discipline, e usiamo qui, riproponendo più fitto e continuo il nostro «Cfr. » bibliografico, vari modi di approccio (recensioni e notizie, soggetti, veline delle riviste, stato dell'arte, pagine degli editori, ecc-). Attualità del passato Salvatore Settis Di tutte le riviste (spesso solo tentate) che hanno cercato in questi anni di cavalcare il diffuso gusto del pubblico per l'archeologia, Archeo è senza dubbio quella che parte con più ambizioni. Diretta da S. Moscati (il più noto e attivo divulgatore di archeologie che l'Italia conti), e con un nutrito comitato scientifico che annovera nomi come M. Cristofani, P.G. Guzzo, P. Delogu, si articola in due fascicoli: la rivista propriamente detta, che vuol essere orientata sull'attualità (nel primo numero, i problemi dell'archeologia di Roma in un'intervista a P.G. Guzzo, gli scavi del Louvre, mostre e scoperte), e un dossier monografico (il primo è di Moscati, Così nacque l'Italia)_ La formula ricalca dunque l'esempio della fortunata consorella francese L'archéologie, e dei relativi dossier, che negli ultimi dieci anni hanno raggiunto un pubblico assai vasto. Rispetto al precedente d'oltralpe, Archeo si presenta (almeno al suo primo numero) più ricca per qualità della carta e delle fotografie, più smilza invece per l'informazione. Che cosa veramente saranno i suoi dossier, non si può per ora giudicare: perché un tema come quello affrontato da Moscati nel primo numero (occasione peraltro di ottime e ben scelte illustrazioni) è troppo vasto per potersi davvero chiamare «monografico»_ Il fascicolo, invece, della rivista punta molto sull'attualità delle notizie, con un taglio svelto e giornalistico che si vorrebbe veder compensato almeno da succose indicazioni del tipo «for further reading»: ché la diffusione delle conoscenze in questo campo è ben maggiore di quanto gli specialisti talora non credano; e perciò sarebbe pur possibile provare ad alzare il tiro. Archeo Attualità del passato anno I, n. 1, marzo 1985 Novara, Istituto Geografico De Agostini Scrittori e cinema in Germania Paolo Bertetto Atteggiamenti metadisciplinari, progetti di confronto con linguaggi diversi, con canali comunicativi differenti, sono oggi diffusi sempre più ampiamente. Si tratta di sperimentazioni sorrette non da una semplice volontà di estensione generica della creatività, ma dalla determinazione ad avvalersi della complessità simbolica dei singoli campi, a misurarsi con le strettoie linguistiche delle varie discipline, per costruire nuove significazioni e allargare l'orizzonte del simbolo medesimo. È logico che Milanopoesia, una manifestazione di scrittori e di poeti, abbia pensato in primo luogo a organizzare una rassegna di cinema realizzato dagli scrittori. Non si tratta solo di cogliere una articolazione della produttività artistica di alcuni scrittori significativi. Si tratta di osservare una complessità di scrittura, di vedere una ricchezza di immaginazione, ma anche di studiare e comparare diversi percorsi della significazione, interpretando le risposte differenziate suggerite dai vari codici linguistici. Cinema degli scrittori 1985 sarà dedicato all'area tedesca, che è probabilmente oggi la più rilevante, e presenterà, accanto ad un autore internazionalmente noto come Alexander Kluge, un giovane scrittore e drammaturgo poco conosciuto in Italia ma molto affermato in Germania come Thomas Brasch, un autore irregolare e originale come Herbert Achternbusch, scrittore, drammaturgo, poeta e attore stravagante, e uno scrittore come l'austriaco Peter Handke - uno dei vertici della ricerca letteraria contemporanea - che, oltre ad aver scritto alcune importanti sceneggiature per Wenders, è anche regista de La donna mancina e di un film televisivo, Cronache di fatti ordinari, realizzato per la Tv di Colonia, che verrà proiettato per la prima volta in Italia. L'esperienza di Kluge, che è l'iniziatore di tutta l'avventura del nuovo cinema tedesco, costituisce il punto di coagulo più complesso e problematico tra l'immaginario e lo stile del cosiddetto nuovo cinema degli anni Sessanta e il pattern ideologico del movimento antiautoritario tedesco. La sua opera, fondata su un'opzione di razionalità rigorosa, riflette un progetto utopico-sintetico di trasformazione radicale del linguaggio filmico e di realizzazione di un 'cinema della liberazione' parimenti sostenuto da una sperimentazione linguistica e da una forte scelta ideologica, e costituisce di fatto il trait-d'union tra ipotesi narrative e progetti estetici diversi. Accanto ai classici e da tempo non più visti La ragazza senza storia (Abschied von Gestern) e Artisti sotto Latenda del circo: perplessi (Die Artisten in der Zirkuskuppel: ratlos), Leone d'oro a Venezia nel 1967, la rassegna proporrà alcuni film più recenti non conosciuti in Italia (Der grosse Verhau, In Gefahr und grosster Not bringt der Mittelweg den Tod) e il film collettivo Krieg und Frieden (1983), firmato, tra gli altri, anche da Heinrich Boli. La proposta di Achternbusch e di Brasch, poi, consentirà di conoscere esperienze differenti di ricerca, segnate l'una da una irregolarità intenzionalmente cercata, l'altra da una estrema attualità e da una particolare consonanza con le tendenze più nuove_ Achternbusch realizza un cinema dell'eterogeneo e del grottesco, dominato da un'opzione per l'anomalia e il sarcasmo, la rabbia e la crudeltà. È un cinema a un tempo comico e drammatico, che si installa intenzionalmente in una dimensione di marginalità e di minorità, ricorrendo spesso al dialetto bavarese e ancorandosi in una realtà regionale, per esercitare con maggiore violenza la sua aggressione ai valo-. ri tradizionali della Germania. Di Achternbusch verranno presentati Bierkampf, Der Komantsche e Rita Rita. Di Thomas Brasch, invece, saranno proiettati Engel aus Eisen e Domino, inedito in Italia. Brasch, molto vicino agli autori della nuova scena letteraria berlinese, realizza un cinema dello sguardo, della penetrazione nell'oggettività, in cui le ragioni del narrativo e della rappresentazione diventano prevalenti, senza tuttavia cadere nell'appiattimento sulle cose proprio del vecchio realismo. Con Brasch forse inizia un'altra fase del nuovo cinema tedesco, la storia della terza generazione. Accanto alla rassegna cinematografica è previsto un seminario sul tema «Scrittura e narrativa nel cinema e nella letteratura», con la partecipazione di Alexander Kluge e di Thomas Brasch. Milanopoesia - Sezione Cinema Cinema degli scrittori. L'area tedesca (Milanopoesia avrà luogo dal 27 maggio al 2 giugno alla Rotonda della Besana) Un'avanguardia sconosciuta Paolo Bertetto Nella storia delle forme simboliche della contemporaneità, e del cinema sperimentale in particolare, c'è un'avanguardia sconosciuta, un movimento rimosso e sostanzialmente ignorato dal pubblico e dalla stessa critica specializzata, un'avanguardia che si è per lunghi anni volontariamente autoisolata per rigore e lucido estremismo. È un movimento poliedrico e metadisciplinare che ha assunto la lezione dell'avanguardia più radicale, del dadaismo soprattutto, e l'ha rielaborata controcorrente, in un'epoca difficile, dominata dalle misere articolazioni del realismo, sino a prefigurare alcune delle linee di ricerca dell'arte contemporanea. Alle origini c'è Isidore Isou, ebreo rumeno, come Tzara, che viene da Bucarest a Parigi e negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, mentre l'avanguardia è schiacciata in una marginalità coatta, inventa moduli formativi e modelli artistici assolutamente nuovi, teorizzando la necessità di una creazione cisélante, caratterizzata da un ripiegamento dell'arte su di sé e da un assunto metalinguistico. Pensa l'ipergrafia e l'arte infinitesimale, l'art corporei e l'afonismo, l'art supertemporel e la politanasia, nell'ambito di un progetto sintetico che collega il rinnovamento dell'arte alla trasformazione della vita. All'interno di questa ricerca creativa il cinema è un campo d'azione fondamentale. All'inizio degli anni Cinquanta, in un momento di silenzio dell'avanguardia cinematografica europea, Isou realizza il mitico Traité de bave et d'éternité, modello di film cisélant, che attua la prima sistematica messa in questione del linguaggio e del supporto stesso del cinema. Film metalinguistico, Traité de bave et d'éternité interviene sulle componenti essenziali del cinema per studiarle e disarticolarle. Sporca e cancella le immagini con inchiostri, acidi, macchie di varia natura, modifica radicalmente il montaggio, realizzando una separazione totale ( discrépante) tra la banda visiva e la banda sonora, introduce nello sviluppo dell'azione filmica sistematiche riflessioni sul linguaggio, superando la dimensione della mera narratività e dell'aneddoto. Nel 1952-53 Isou scrive un' Esthétique du cinéma, in cui sviluppa teoricamente (e alla luce di un'articolata considerazione della storia del cinema) le implicazioni formali del Traité de bave et d'éternité. Con Amos ou Introduction à Lamétagraphologie, Isou inventa nel 1952 il film hypergraphique, mentre Maurice Lemàitre realizza nel 1951 Le film est déjà commencé?, caratterizzato anch'esso da metodiche violazioni del linguaggio e molteplici interventi sull'immagine. Poi, con l'elaborazione di una teoria dell'arte supertemporale, il lettrismo pensa il film come opera totalmente aperta, da ricreare a ogni proiezione, grazie alle performances dell'autore, allo spostamento continuo dello schermo, agli interventi degli spettatori, all'attivazione nella sala di altri punti di interesse, secondo un progetto estetico tra happening e multimedialità che avrà ampia fortuna nell'arte contemporanea, ma resterà sostanzialmente marginale nel cinema. Sono film come Un soir au cinéma e Pour faire un film di Lemaitre e L'auberge espagnol e La novation cinématographique infinie di Isou. Su questa linea, con sempre maggiore radicalità, negli anni Settanta e Ottanta il lettrismo si propone di ampliare la forma del cinema, pensandone tutte le potenzialità e trasformandolo in un cinema tendenzialmente eidetico, aperto a tutte le invenzioni concettuali_ Un cinema all'infinito, capace di negare nel modo più totale il cinema diffuso, realizzandone tutte le implicazioni simboliche e distruggendone metodicamente i vari supporti. Film infinitesimali e film supertemporali, film ipernarrativi e film senza macchina da presa, film senza proiettore e film senza pellicola, film espansi e film scritti su pezzetti di carta: il cinema lettrista immagina e sperimenta tutto quello che non è presente nel cinema consueto, ma è pensabile nell'ordine del cinema, e allarga all'infinito l'idea di cinema e la nostra capacità di pensarlo. La rassegna che verrà presentata a Milanopoesia comprende una trentina di film, scelti tra i più importanti nella storia del lettrismo e tra le più significative proposte recenti_ Oltre ai citati film di Isou e di Lemaitre, ne saranno proiettati di Sabatier, di Poyet, di Satié, di Broutin, di Amarger, di Devaux, di Dupont, di Hachette e di RichoL Anche per il lettrismo è previsto un seminario con la partecipazione di Isidore Isou, Roland Sabatier, Anne-Catherine Caron e di altri esponenti del movimento. Milanopoesia - Sezione Cinema. Il cinema lettrista (Milanopoesia avrà luogo dal 27 maggio al 2 giugno alla Rotonda della Besana) Chi sono gli illuministi? Maurizio Ferraris Sull'ultimo numero del Centauro, Giacomo Marramao ha tradotto e presentato due testi brevi di grande interesse: «Che cos'è l'illuminismo? Che cos'è la rivoluzione?» di Miche! Foucault (apparso sul Magazin Littéraire del maggio 1984) e la risposta di Jiirgen Habermas, «Una freccia scagliata al cuore del presente» (pubblicata sulla Tageszeitung del 7 luglio 1984, cioè due settimane dopo la morte di Fou- . cault). In entrambi i casi si tratta di scritti molto densi. Lo spazio di una scheda non permette invece che poche considerazioni schematiche. 1. Il senso più genuino di una discussione filosofica sul postmoderno consiste, come lasciano pensare questi e altri testi degli ultimi anni, in una ridiscussione di comprensioni dogmatiche o unilaterali della modernità. E ripensare filosoficamente la modernità significa anzitutto rimettere in questione l'Illuminismo, che assolve per l'autocomprensione della filosofia contemporanea il valore di mito fondatore. Che si tuteli, si rifiuti o si dilapidi l'eredità del moderno, il I I '
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