Alfabeta - anno VII - n. 71 - aprile 1985

4. Poesia. Rassegna Internazionale Direttori: Sem Benelli, F.T. Marinetti, V. Ponti Uffici: Via Senato, 2, Milano (s.d., ma 1906) Mon cher Maftre et ami - le viens de lire votre admirable et exaltant «Inno Secolare a Mazzini» qui a soulevé mon ame d'enthousiasme littéraireet d'orgueil patriotique. Je l'ai relu trois fois avec un emouvant et grandissant pla~firintéllectuel. Cela me pousse à vous écrire sans retard pour vous prier de vouloir bien ne pas oublier Poesia qui ne peut se passer de votre vaste génie poétique! Veuillez aussi cher Maftre et ami nous envoyer le plus vite possible quelque chose de vous... tout ce que vous voulez, pour vu que ce soit inédit. Agréez l'expression de ma gratiiude anticipée et les hommages de mon admiration profonde. Votre ami dévoué 5. Poesia. Rassegna Internazionale Direttore: F. T. Marinetti Uffici: Via Senato, 2, Milano (s.d., ma 1907) Illustre Maestro, F.T. Marinetti Ella avrà ricevuto un numero del Gil Blas, dove pur conservando il massimo rispetto per d'Annunzio, io sottolineavo la sua ridicolissima posa di successore del Grande; e proclamavo la gloria immortale dei Suoi Poemi conviviali Ella avrà appreso da tutti i quotidiani d'Italia l'esito magnifico del concorso di « Poesia» per uno studio critico sulla Sua opera. Sono lieto di annunciarLe che i due studi premiati (quello dello Zanette Le sarà sottoposto presto in «Poesia») sono assolutamente degni e destinati a scombinare la stupidissima chiacchierata del Croce. Le ho inviato «L'Incubo velato» di Enrico Cavacchioli, un giovane poeta dagli impeti selvaggi e temerari, la cui ispirazione è ·sempre però sincera e vivacemente originale. Egli, sarebbe lietissimo di conoscere il Suo giudizio, per trarne i massimi vantaggi e la più sicura guida nella penosa ma instancabile ascesa verso gli Ideali assoluti dell'Arte. Confido nella Sua squisita gentilezza perché Ella voglia fare così con una Sua lettera opera buona, utile e altamente generosa. Le presento gli omaggi di tutta la redazione di Poesia e quello fervido del Suo entusiasta e fedele ammiratore ed amico F.T. Marinetti Le note che Marinetti dedica a D'Annunzio sul Gil Blas appaiono successivamente nel volume Les Dieux s'en vont, d'Annunzio reste (Paris, Sansot, 1908). In questa pubblicazione sarà riciclato lo scritto «Gabriele D'Annunzio intime», apparso già su La vogue, il 15 giugno 1900, e su Verde e azzurro, il 19 aprile 1903, nonché stampato in fascicolo, dapprima nel 1903presso le edizioni di quest'ultima rivista, poi, in versione italiana, per le Edizioni di Poesia (s.d., ma 1907). Il vincitore del premio, Emilio Zanette, ha pubblicato il saggio Giovanni Pascoli. Studio critico (Milano, Edizioni di Poesia, 1907); il lavoro viene presentato a puntate sulla rivista marinettiana (anno secondo: n. 9-10-11-12, ottobre-novembre-dicembre-gennaio 1906-1907; e anno terzo: n. 1-2-3-4, febbraio-marzoaprile-maggio 1907). La «chiacchierata» del Croce sul Pascoli è apparsa nel 1906, suscitando accese polemiche (cfr. Benedetto Croce, «Giovanni Pascoli», in La letteratura della Nuova Italia, Bari, Laterza, 19546, voi. IV). Enrico Cavacchioli ha pubblicato L'incubo velato (Milano, Edizioni di Poesia, 1906, con copertina di Romolo Romani). 6. (s.d., ma 1907) Illustre amico, La mia rivista internazionale « Poesia» sta per entrare nel suo quarto anno di vita non ingloriosa. Uscirà ormai regolarmente ogni mese, e - sorretta dalle mie cure assidue, munita di una solida amministrazione - non tarderà a raggiungere, in Italia e all'estero, una diffusione veramente straordinaria. Lo affermo con la sicurezza che mi dà l'essere riuscito - benché con sforzi e sacrifici non indifferenti - a conquistare, in tre anni, un'autorità indiscussa e il plauso incessante dei cenacoli letterari e della stampa europea. E ora dunque, mentre mi accingo a nuove conquiste, mi rivolgo ancora a Voi perché vogliate onorare la mia rivista di una vostra poesia inedita, possibilmente dell'importanza stessa di quei mirabili Gemelli che mi mandaste per uno dei mifli primi numeri. Confido nella vostra simpatia per la mia impresa ardua e disinteressata, e vi prego di gradire i miei ringraziamenti anticipati e i miei ossequi. Vostro devotissimo F.T. Marinetti P.S. - Per la poesia che vorrete mandarmi, il mio amministratore tiine a vostra disposizione la somma di cento lire. F.T.M. Romolo Romani, Ritratto di Marinetti, in Poesia. Il poema I gemelli è stato pubblicato su Poesia (anno primo, n. 3, aprile 1905). Successivamente il Pascoli ha inviato altri lavori: la prosa Lo Zì Meo, dedicata all'acquafortista Vico Viganò (anno quarto, n. 1, febbraio 1908) e le poesie Das Tischtuch (La tovaglia, traduzione di Senno Geiger, anno quarto, n. 10, novembre 1908) e Die Mutter (La madre, traduzione di Senno Geiger, anno quinto, n. 1-2, febbraio-marzo 1909). ÉDITIONS DU "MEKCURE DE FRANCE.,· PARJS ~ J LE ROI BOMBANCE - t~t. Pllrlqut. de F. T, MARINE'f_T_I ______ _, 7. Gentili e illustri amici, non diano, prego sinceramente, a me lodi che mi fanno tremare. E poi, a dire il vero, poesia non patisce più o meno, e primo o sec.ondo: non c'è oro più oro d'altro oro - a meno di tristi leghe. Tolto questo, io sono gratissimo a tutti e due dell'invito che, se non posso per il primo numero della Rassegna, atterrò pei numeri seguenti. La scuola e altri impegni m'occupano, in questi giorni, troppo. E ringrazio M. r Marinetti del suo magnifico libro. Da un pezzo seguo con la profonda simpatia di adoratore dell'unione latina e di preconizzatore d'una grande letteratura trilingue (almeno, trilingue!), seguo i trionfi italici di questo cantore italo-francese. Ora ne vedo più da vicino i trofei', e ne gioisco. E ringrazio l'altro di molte gentilezze, ch'egli mi fece per istampa, e gli auguro quello che auguro anche a me, di poter fare sempre cose migliori e maggiori. E per lui giovane l'augurio è più facilmente adempibile. Di tutti e due dev.mo e aff.mo Giovanni Pascoli Pisa, 12 dicembre 1904. Nota (1) Qui il poeta ha cancellato «le ragioni». La lettera, inviata a Sem Benelli e Marin'etti, compare sul primo numero di Poesia nel febbraio 1905. Il volume cui allude Pascoli potrebbe essere Destruction, poèmes lyriques (Paris, Vanier-Messein, 1904; trad. italiana in versi liberi di Decio Cinti, Milano, Edizioni futuriste di Poesia, 1911; poi Milano, Sonzogno, 1920). 8. Cari amici, eccovi il poema conviviale, di metamorfosi mitica. Vorrei mandarvi l'esemplare seccato dei due fiori, ma l'ho unico, e senza foglie. Se non arriva in tempo per il 2° numero, s'intende che per il 3° ve ne manderò un altro, e questo l'userò altrimenti. Gradirei le,bozze, e vorrei saper subito se è giunto per il 2° numero. Io torno a Pisa. Quindi scrivete là. Un abbraccio dal vostro Giovanni Pascoli 20 marzo 1905 - Caste/vecchio Il Pascoli invia il poema inedito I gemelli, che apparirà per la prima volta su Poesia, nell'aprile del 1905, e poi confluirà nella seconda edizione dei Poemi conviviali (1905). Esso prende spunto, come l'autore stesso ricorda, da un racconto di Pausania sull'amore di Narciso per la sorella gemella. Il Pascoli vi raffigura il fratello come leucoio o campanellino e la sorella quale galantho o bucaneve. 9. Illustre e gentile poeta, va bene. Ma si ricordi di mandarmi le bozze a ogni modo, ché in fine qualcosa c'è da cambiare. E tanti auguri dal suo Giovanni Pascoli Pisa [31 marzo 1905] Cartolina postale indirizzata a F.T. Marinetti, Via Senato 2, Milano. L'indirizzo è cancellato e sostituito così: Grand Hotel, Parigi. Senza data, ma il timbro è in data 31 marzo 1905. 10. Carissimo Poeta, non so giudicare del vers libre presso i Francesi. Essi avevano forse necessità d'uscire dall'eterno alessandrino e dalle solite rime. Quanto a noi', un verso libero dai mille atteggiamenti, capace coi suoi accavallamenti delle più imprevedibili sorprese ritmiche, l'avevamo e da un pezzo: il verso endecasillabo2 sciolto. Più in là, con la libertà, non andrei, prima d'avere sperimentato le migliaia di metri nuovi che noi possiamo edificare sulla base dei vecchi nostri versi, più diligentemente distinti, più variamente e musicalmente accoppiati e intrecciati. Procaccerò di mandarvi presto qualche poesia; ma ora non ho ozio da ciò. Vi ringrazio cordialmente della vostra affettuosa memoria. Di quel concorso da voi bandito, vorrei pur ringraziarvi, ma non so... Che volete? Io non ho finito. Morissi ora, lascerei tutto a men che metà. Quindici o venti anni di mia vita mi furono tolti, e non contano. Un abbraccio dal vostro Giovanni Pascoli Barga, 10 aprile 1906 Note (1) Segue parola cancellata. (2) Il Pascoli ha aggiunto la parola «endecasillabo» in un secondo momento, in interlinea. La lettera qui presentata viene pubblicata nel corso dell'inchiesta sul verso libero su Poesia (anno secondo, n. 1-2, febbraio-marzo 1906 - il numero è uscito in ritardo); figura poi nel citato volume Enquéte internationale sur le Vers libre, pp. 41-42.

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