le quali diventano «impure» rispetto al loro singolo autore ma devono armonizzarsi nello scopo comune della rappresentazione. Dal che si deduce che definizioni come Gesamtkunstwerk sono state fino a oggi generalmente frainese: la traduzione «opera d'arte totale» non rende certo il senso di un lavoro d'arte (o manifattura) comune (collettiva). E nella rappresentazione è centrale l'azione scenica, ovvero l'incarnazione dell'opera da parte di regista e interpreti che sono i soli artisti specializzati in questa impurità. R. De Angelis, Café-chantant, a cura di S. De Matteis, Firenze, La Casa Usher, pp. 222, ili., lire 28.000. Il volume fonde due libri scritti da De Angelis nel dopoguerra, con aggiunta di repertorio fotografico e di un'accurata presentazione del De Matteis. Nato in un momento di trasformazioni sociali, il café-chantant accoglie artisti provenienti dal teatro e dalla strada, dal circo e dalla canzone, e li mescola in spettacoli eclettici, di puro divertimento, ma in cui si esprimono ansie e contraddizioni della società italiana tra Otto e Novecento. L'intenzione del curatore viaggia proprio su questo doppio binario: da una parte operare un'analisi delle classi sociali, dal/'altra evidenziare la ricchezza di sapere teatrale che si concretizza nei generi cosiddetti minori. Le memorie di De Angelis ben si prestano a questi scopi. Egli, dagli anni Dieci agli anni Trenta, è stato protagonista e animatore instancabile del café-chantant e poi del varietà. Nel 1920, quando il Futurismo già da tempo si occupa di varietà, De Angelis entra in contatto con il movimento. È finito il tempo delle provocazioni, ci si prova con il «teatro della sorpresa»: è l'ultima importante sortita teatrale dei futuristi che poi si dedicheranno, Marinetti in testa, ad altro. L'eccezionale importanza di questo libro sta nel suo essere scritto sul filo di una memoria ricca e capace di collegamenti e nel costituire uno dei più importanti contributi alla comprensione del teatro popolare dell'epoca. A. Ginna e B. Corra, Manifesti futuristi e scritti teorici, a cura di M. Verdone, Ravenna, Longo, pp. 276, ili., lire 20.000. Il curatore propone, per la prima volta integralmente e in edizione accertata, gli scritti futuristi di Ginna e Corra a partire dal 1910. Citiamo: «la regia del teatro morto risente di molte influenze straniere e il suo stile improntato a un estetismo asessuale è di marca esterofila derivata dall'illustre e scocciatissimo Max Reinhardt» (1938). S. Kracauer, Jacques Offenbach e la Parigi del suo tempo, Casale Monferrato, Marietti, pp. 305, lire 30.000. Di nuovo una delle letture teatrali più importanti dell'anno è un libro che non parla di teatro in senso stretto. Kracauer voleva scrivere una «biografia sociale», ma il suo atteggiamento è più di percezione aperta che di recensione ideologica - percezione che si realizza in una scrittura discreta, di acutezza e eleganza per niente gotica, e tutta tesa a mettere in rilievo la complessità e le varie sfaccettature dei fenomeni culturali del tempo. Così che le «masse», uno dei miti del secolo, si rivelano composte da individui che temono le masse stesse e che si realizzano in una polverizzazione di comportamenti i quali forse non costituiscono un lo forte ma certo li preservano dal/'essere ciò che altri vorrebbero. La considerazione del/'operetta come fenomeno di cultura inserisce idealmente questo libro nel filone cui appartiene pure quello di De Angelis-De Matteis, ora con un taglio più «microstorico» che di memoria. Siamo di nuovo alla restituzione dell'importanza della vita materiale da parte di una scrittura d'autore. Che è ancora la migliore alternativa al vecchio saggismo ideologizzato. F. Marotti, Il volto dell'invisibile. Studi e ricerche sui teatri orientali, Roma, Bulzoni, pp. 180, lire 13.000. Raccolta di saggi su un soggetto che l'autore ha collocato da molti anni al centro dei suoi interessi. C. Meldolesi, Fondamenti del teatro italiano, Firenze, Sansoni, pp. 577, lire 26.000. Opera che porta a conoscenza un imponente lavoro di indagine sulla «generazione dei registi», ovvero sulle personalità che in questo dopoguerra diventano protagonisti nazionali di un ammodernamento del teatro: nel repertorio, nel mondo di produzione, nello stile. E con un'intenzione comune di rivolgerlo a un grande pubblico e di farlo interagire con le Grandi Tematiche della società post-resistenziale. L'analisi si arresta alle soglie degli anni Settanta, ma suggerisce di riflettere su ciò che è seguito tenendo presente l'incidenza del teatro di regia precedente (con tutto il complesso corollario relativo al suo carattere di «lavoro culturale»). in tale abbondanza, diverse sono le dissertazioni con cui varrebbe la pena di misurarsi e diverse sarebbero le segnalazioni di particolari significativi (per esempio, un testo dimenticato di Gadda). Emerge appieno, in ogni caso, la particolarità del teatro italiano, dovuta essenzialmente alla maggiore influenza della cultura letteraria rispetto a quella della scena. F. Perelli, Strindberg e Nietzsche, Bari, Adriatica, pp. 199, lire 14.000. L'autore: «l'incontro fra i due intellettuali cominciò presto a sembrarmi qualcosa di più d'un episodio interessante e circoscritto; esso poteva in effetti consentire di risalire a certe specificità profonde e emblematiche dell'opera strindberghiana, porsi come chiave d'.interpretazione complessiva o almeno molto estesa». Una lettura da consigliarsi assieme a quella del primo volume del teatro del drammaturgo svedese. La chiave ultima suggerita è quella di uno Strindberg che sancisce l'impossibilità di ogni fede, ma che conserva la speranza nello scandalo della croce e del dolore. Il sogno del coreodramma, a cura di E. Raimondi, Bologna, Il Mulino, pp. 377, lire 25.000. Quest'opera collettiva su Salvatore Viganò è stata recensita, tra gli altri, da M. Guatterini, « il poeta muto Viganò», in Alfabeta, n. 62-63. E. Tamburini, Il luogo teatrale nella trattatistica italiana dell'800, Roma, Bulzoni, pp. 125, lire 12.000. F.·Tonelli, La caduta della sfinge, Ravenna, Longo, pp. 203, lire 20.000. L'autore, un italiano che insegna ali' Università di California, rilegge l'Edipo di Sof oc/e, compara tutte le teorie critiche contemporanee relative a esso, e perviene alla conclusione che la tragedia interroga se stessa, diventando lo spazio teatrale di una riflessione teorica. B. Traversetti, L'operetta, Milano, Mondadori, pp. 167, lire 8.000. Dagli Oscar Musica ancora un volume di utile divulgazione e al tempo stesso di approfondimento critico: dall'età di Offenbach al recupero di Brecht, dai Bouffes Parisiens alla versione italiana, l'operetta come genere in cui si manifesta la trasformazione del/' Europa. E. B. Vachtangov, Il sistema e l'eccezione, a cura di F. Malcovat_i, pp. 181, ili., lire 25.000. il grande regista russo ha lasciato poche tracce scritte della sua attività. il curatore Fausto Ma/covati le raccoglie integralmente qui, per la prima volta in traduzione italiana. Si tratta di note da taccuini e diari, di lettere, un materiale in cui l'appassionato e lo studioso potranno trovare materia per comprendere quali fossero le ispirazioni e il metodo di lavoro di un regista che merita di essere conosciuto al di là del mito. 3. Attualità e ricerche G. Azzaroni, L'arte del kabuki, Firenze, La Casa Usher, pp. 175, ili., lire 20.000. il volume propone la registrazione integrale di tredici incontri tenuti a Bologna da uno dei più grandi interpreti del kabuki, lchikawa Ennosuke JJ 1, capo della troupe che sta per tornare in Europa con il suo repertorio. Nel contatto con un gruppo di giovani professionisti della nostra scena, Ennosuke non pretendeva di trasmettere il complesso meccanismo del kabuki ma di farne comprendere, per via concreta, la filosofia. E c'è riuscito, a giudicare dall'impressione che quel seminario ha lasciato. Anche il libro di Azzaroni rimane come utilissima traccia, se non altro come occasione che ha permesso a un grande attore di scoprire il gusto dell'incontro e del riconoscimento delle «differenze culturali». M. Castri, Ibsen postborghese, a cura di E. Capriolo, Milano, Ubulibri, pp. 192, ili., lire 12:000. S. Colomba, La scenà del dispiacere - Ripetizione e differenza nel teatro italiano degli anni Ottanta, Ravenna, Longo, pp. 226, lire 20.000. Su questo volume cfr. la recensione di A. Attisani, in Alfabeta, n. 62-63. E. Groppali, Cinema e teatro: tra le quinte dello schermo, Firenze, La Casa Usher, pp. 131, lire 15.000. Vengono concretamente repertoriati i teatranti nei loro tentativi cinematografici, e i cineasti nei loro approcci al palcoscenico, oltre che sostenuta, con dispiego d'apparato critico, la complementarità dei due linguaggi. S. Maiorana, Lo spazio diviso, Venezia, Marsilio, pp. 208, lire 23.000. Il sistema teatrale inglese registra una divisione piuttosto netta tra l'establishment e un teatro di presa sociale. Il governo conservatore, poi, ha usato del potere economico e di censura per chiudere i conti con gli autori e i gruppi scomodi, e in una certa misura dev'esserci riuscito se un'osservatrice come C. ltzin nega qualsiasi incidenza politica al teatro di questi ultimi anni. L'autore del libro ricava però da un'analisi dettagliata delle forze in campo una prospettiva più ottimista: la qualità dei soggetti impegnati nel rinnovamento della scena inglese lascerebbe sperare in lavorazioni che nei pross1m1 anni riportino quel teatro in àmbito europeo. Una buona metà del volume è dedicata a lunghe interviste con i protagonisti, di orientamento progressista, della scena inglese, tra cui i noti E. Bond, H. Brenton, S. Wilson, M. D'Arcy, C. Itzin e C. Chambers. Il Patalogo 7. Annuario 1984 dello spettacolo, voi. secondo: Teatro, pp. 198, ili., lire 38.000. Ormai obbligatorio per l'uomo di teatro o l'appassionato l'appuntamento con il Patalogo, che in questo volume riferisce per esteso della stagione 1983184, in Italia e in Europa. Oltre alla messe di dati, il volume accoglie analisi e saggi sul teatro in versi, sulla prospettiva Cechov, su Wagner, i giovani 1 registi italiani, la pubblicità teatrale e altro ancora. Si segnala la trascrizione di un violento dibattito spontaneo tra Bene e Gassman. U. Ronfani, Il teatro in Italia: testimonianze e interventi, Milano, Spirali, pp. 282, lire 15.000. L'autore ha registrato diversi incontri con protagonisti della scena italiana, registi e primattori. La loro testimonianza in presa diretta sullo stato dei lavori. R. Schechner, La teoria della performance 1970-1983, a cura di V. Valentini, Roma, Bulzoni, pp. 312, lire 22.000. La curatrice del volume dice che «il percorso di Schechner è il percorso del teatro - non solo americano - di questi ultimi venti anni, seguirlo permetterebbe di ricostruire storicamente ideologie e poetiche, estetiche e pratiche». in realtà la prefazione realizza sinteticamente questo scopo, mentre i saggi di Schechner selezionati testimoniano solo dell'incontro tra antropologia strutturale e performatività nell'ambiente universitario statunitense più attento al teatro di ricerca. C. Segre, Teatro e romanzo: due tipi di comunicazione letteraria, Torino, Einaudi, pp. 184, lire 16.000. L. Trezzini, Geografia del teatro n. 2, Bologna, Patron, pp. 259, lire 16.000. Una buona metà del volume è occupata da documenti relativi alla situazione normativa e amministrativa, statale e regionale, del teatro di prosa. L'intenzione di mappatura critica delle strutture teatrali, poi, è già evidente nell' elenco dei capitoli che compongono la prima parte: 1. Le strutture dello spettacolo di prosa, 2. il teatro come pubblico servizio e per un pubblico nuovo, 3. L'organizzazione del teatro di prosa come gestione culturale tra il vecchio e il nuovo, 4. il ruolo della cooperazione teatrale, 5. il teatro di sperimentazione tra avanguardia e restaurazione, 6. il teatro e la censura di Stato, 7. La questione delle sovvenzioni e la babele legislativa, 8. Il mercato teatrale e sua evoluzione, 9. Gli enti locali e la società dello spettacolo: nuovo ruolo degli assessorati alla cultura. 4. Spettacoli, gruppi, vita d'arte C. Bene, G. Di Leva, L'Adelchi o della volgarità del politico, Milano, Longanesi & C., pp. 114, lire 9.000. Assieme allo spettacolo manzoniano di Bene, uno dei successi della scorsa stagione, è uscito il libro che ne dice le ragioni e che perviene a conclusioni di grande attrito con l'aria del .tempo. « La Politica· ha escluso la Poesia dalla storia. Motivazione: chi pratica la Poesia, vede solo davanti a sé, e davanti a sé vede solo ciò che vuoCfr. Bibliografia analitica le vedere. Sulla possibilità che le cose stiano diversamente, che le cose possano stare in modo opposto ... su questo, la politica si è arrogata il diritto di non avere dubbi». C. Bene, Sono apparso alla Madonna, Milano, Mondadori, pp. 168, lire 4.500. Oscar per il pamphlet autobiografico di Bene (già edito da Longanesi nel/'83). Una lettura che le giovani generazioni non dovrebbero mancare. Famiglia d'arte - Ottanta anni di teatro nella storia dei Carrara, a cura di S. De Matteis e R. Molinari, prefazione di U. Volli, Firenze, La Casa Usher, pp. 120, ili., lire 20.000. Figura da burattino - Mappa del teatro italiano di marionette, pupi, burattini & C., a cura del Centro Teatro di Figura di Ravenna, Ravenna, Longo, pp. 168, ili., lire 15.000. D. Fo, Il teatro dell'occhio, Firenze, La Casa Usher, pp. 152, ili., lire 25.000. V. Gassman, Un grande avvenire dietro le spalle, Milano, Mondadori, pp. 249, lire 4.500. Riedizione in economica Oscar delle memorie già uscite da Longanesi nell'81. I Magazzini 7, Quaderni dei Magazzini - Teatro di Scandicci, numero speciale dedicato al Progetto Agamennone, cura di G. Manzella con la collaborazione di O. Ponte di Pino, Milano, Ubulibri e Magazzini Criminali, pp. 143, lire 10.000. Densa pubblicazione che si propone di restituire il clima di lavoro dell'ultimo periodo della formazione toscana. Uscito in occasione della prima di Genet a Tangeri (aprile), il quaderno comprende le seguenti sezioni: Materiali intorno a «Genet a Tangeri» (S. Lombardi, F. Tiezzi, M. D'Amburgo, J. Anzilotti, G. Manzella, F. Bolelli, F. Quadri, e uno scritto di Genet), Conversazioni sull'osceno (R. Giorgi, /. A valli, P. V. Tondelli), Dialogo sull'Orestea (tra P. Stein e F. Quadri), Opera prima (sul debutto della nuova formazione Parco Butterfly, il testo dello spettacolo e una nota di F. Tiezzi), Occasioni ai Magazzini (su L'homme blessé di P. Chéreau), oltre naturalmente alle Premesse e a un' Appendice sulla produzione dei Magazzini. Y magier Singulier, Fastes-Foules, a cura di U. Volli, Firenze, La Casa Usher, pp. 63, ili., lire 12.000. Il teatro belga dell'ultima generazione sta fornendo diversi esempi interessanti di nuova drammaturgia. In particolare l'Ymagier si è fatto conoscere in Italia con questo spettacolo ispirato a Germinai di Zola e ambientato in grandi spazi di recupero. Il giovane gruppo spiega nel volume i suoi presupposti operativi e chiarisce il senso di Fastes-Foules, come confronto con una problematica sociale e nello stesso tempo con una matrice del teatro contemporaneo, il naturalismo. Uno degli sviluppi del teatro di gruppo.
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