Il testo e l'autore Il poemetto di Po Chii-i, Strada a sud-est, che fa parte dell'antologia Coppe di giada di prossima pubblicazione nella collana «I grandi scrittori stranieri» della Utet, è del tutto inedito in Italia e comunque scarsamente tradotto nell'area occidentale in genere. Dei tre grandi poeti T'ang (618-907) che fanno parte di questa antologia, Li Po, Tu Fu, Po Chii-i, ai quali la tradizione ha assegnato alternativamente la palma di «più grande», l'ultimo, vissuto ormai nella fase di declino della grande dinastia, rivela una sorprendente consapevolezza nei confronti della propria creazione poetica, teorizzata anche in forma di vera e propria poetica. imperiale, Ch'ang-an, la città più popolosa e cosmopolita del tempo, punto di incontro di civiltà e esperienze culturali diverse. Tra questi due poli, temi ricorrenti in gran parte della poesia T'ang, pur con rese diversissime, si consuma la vita del poeta-burocrate, stemperandosi in una serie di esperienze artistico-biografiche, trasmesse spesso in forme metaforiche dal messaggio poetico. Il poemetto, apparentemente di difficile lettura, è in realtà concepito come una serie di flash-backs autobiografici che rimandano costantemente dalla condizione di funzionario caduto in disgrazia e esiliato in una selvaggia e barbara regione del sud-est, a quelle di privilegio, come poeta di corte nella fastosa e raffinata capitale Qui i due piani, presente/male-passato/bene, si intersecano e si accavallano ..creando effetti di ambiguità e di spaesamento. Il parallelismo ·(nterno, che dà al distico settenario una totale autonomia semantica, determina la cadenza marcata, quasi ossessiva, che costantemente sottolinea il fluire delle immagini. Nota redazionale Del poemetto Strada a sud-est pubblichiamo 139 versi su 196 per evidenti ragioni di spazio. A sud passi per i tre Ch'u Da est attraversi i cinque laghi Dai monti guardi la terrazza dei saluti Sull'acqua cerchi la lunga strada La terra è lontana, oltre il regno dei fiumi Il cielo è basso, ai confini del mare Ondeggia e si stacca come una foglia Si allarga e si stende come zattera sull'acqua A poco a poco ti accorgi dei campi non eguali Più fondo distingui i frutti della terra Parole dal suono barbaro, goffe e stridenti Costumi rozzi e ridicoli che osservi con stupore Mercati sul fiume, attraversando portoni e vie Nebbiosi villaggi confusi tra la poppa e la prua Dai pescatori i funzionari esigono le tasse Dei campi bruciati la gente paga la rendita Nel giorno hai c'è abbondanza di gamberi e granchi Ne~'anno yen sono molte le tigri e i giaguari Diventa adulto l'uomo e lega le ciocche Insegue i diavoli la donna e diviene maga Nelle oscure stanze le donne di piacere Tra i fragori del molo la folla dei mercanti Barche di notte, si discute il pr:ezzo del nolo Vino di primavera, dalle brocche rotte si svende I frutti che vedo sono solo arance nere Gli uccelli che odo sono sempre pernici Il canto dei monti è l'urlo della scimmia solitaria Il gemito della prateria è il grido incrociato degli uccelli Sulle giogaie le nubi gettano un ponte Alle spallette l'acqua oppone una muraglia La luna è alta, si leva la gru sul pilastro Alita il vento, il corvo gracchia sui pali La tartaruga chiude il varco, infido è il lago Atterrisce il drago, l'onda si fa cup_a Il gracidare del rospo scaturisce dalla caverna Il serpente marino respira nell'ondoso disegno L'albero squarcia l'antro degli elfi di montagna La sabbia trattiene l'asse della balestra d'acqua Ansante il bue ara la rossa patata Macilenti cavalli indugiano per la verde avena Di chi è la schiava dal volto tatuato? Quanti anni ha il servo dalla testa di corvo? Nel fango raccogli castagne e gigli d'acqua Dopo l'incendio prendi ramoscelli e paglia da ardere Il tripode è grasso, attento a cucinare la tartaruga La scodella è rancida, guardati dal tagliare il pesce persico Chung I inutilmente predilesse Ch'u Chang Han stoltamente ebbe a cuore Wu Volger delle stagioni, freddo poi ancora caldo Alternare dei giorni, albe poi di nuovo tramonti Il mio corpo ora insegue gli steli ondeggianti I miei anni già si avvicinano ad olmi e gelsi A nord del Wei, campi e giardini abbandonati Ad ovest del Fiume, anni e mesi trascorsi Desiderio del ritorno, continua è la tristezza Memoria del passato, improvvisa è l'inquietudine Ricorda se stesso lo straniero di Hsien . Un tempo seguace di Tsou e Lu Ho affinato l'arte di traversare il paese Ho trascurato la fascia di seta della frontiera La forza dei miei versi supera il « Pappagallo» Le mie frasi taglienti gareggiano con la «puleggia» La mia prosa di battaglia ha consumato la sella I miei spunti subito tendevano l'arco Ts'ui e Tu, con la frusta insieme scendiamo Yuan e Wei, con le redini uniti avanziamo La nostra fama incalza quella di Yang e Ma La nostra intesa supera quella di Hsiao e Chu Le vicende del mondo a cuor leggero affrontiamo La via dei Chou di nascosto abbiamo bramato Vento e nuvole tutti abbiamo raccolto Pioggia e rugiada, ciascuno vi si è immerso Insieme incontro ad un'epoca di pace lo solo vergognoso della mia rozzezza A Chiara Fama notte dopo notte trascorre Ai Fissati Riti rapida l'alba rischiara La veste splendida si addice al palazzo reale Prelibati cibi scendono dalle cucine imperiali Elevati discorsi circolano per la Bianca Tigre Presentando petizioni, si prostrano sulla verde stuoia Nella sala di cedro vanno insieme a banchetto Nella torre fiorita già si levano ubriachi Divini stendardi spargono uccelli e fiori Musica celestiale muove flauti e zampogne Sfere e lame risplendono, miriadi di stelle Il pesce e il dragone con il lampo incalzano Fissato il luogo si dispongono gli ospiti Han Seduti accanto intoniamo i canti di Wu Indistinta, quasi una musica immortale Piena di grazia, più che dipinti e quadri Nel canto piovono dai capelli le piume turchesi Nella danza il sudore scende in perle rosate Divisi, scegliamo i compagni del vagare ozioso In segreto si radunano i bevitori in gruppo Una coppa, la tristezza è già spezzata Tre tazze, lo spirito si fa rozzo e greve Soave e armonioso è il vino di Chiu Solitaria e indolente la bella di casa Ko Diecimila giuste per averne una misura Due volte otto proprio davanti alla bettola Si discute e si ride della fessa voce di Shao Si commisera -Kung, tardo nel rispondere Li, ubriaco, troppo sparla di Tou Yu, alticcio, sempre più si annebbia e confonde Cavallo sellato, si grida e si sta fermi Al piatto dei dadi si accalorano e perdono A lungo incitando: Bianche onde rifrangenti Gettate a catena: Chiaro diventa scuro Traduzionecontemporanea Po Chu-i Strada a sud-est [Alfa beta 71] Insieme si calcola, in fretta si va via Maestoso è il calice, si aggiungono altre coppe I calici ricolmi come tracannarli? «Giada disfatta» non regge più il vino Entro a guardare l'erba del/'Asse Centrale Torno al galoppo dentro la Stalla Interna Ebbro, mi scontro con il Primo Ministro Orgoglioso, rifiuto l'inchino alla scorta imperiale In giorni recenti, sebbene grande il favore regale Con le nuvole alte fui orfano del mio potere Il mio corpo disfatto cadde dall'alto cielo Dal piedistallo scivolai nel fango e nella polvere A Po-wang ho trasferito i registri di casa A Hsun-yang fui assistente del Governatore Passano le stagioni dal caldo al freddo Al mondo trae profitto il piccolo e il poco In quel giorno abbandono la duplice porta Il mattino seguente mi separo dalle nove strade Fui trasferito nella lontana prefettura Uno dopo l'altro lasciammo la città imperiale Sul picco Ch'in, al galoppo per le tre stazioni Sul monte Shan, scalando i due Yu Il padiglione di Hsien-yang è solitario e vuoto La strada di Hsia-k'ou s'inerpica aspra La grande strada ovunque ostruiscono i rovi I veterani sono trafitti dalle lance I guadi sul Fiume non ancora difesi Per i banditi del Huai è tarda l'esecuzione Sulla foresta si affacciano i templi de~'est e dell'ovest La montagna divide la Fanciulla Grande dalla Piccola Il loto del picco Lu dallo scalpello è inciso Il nastro del fiume P' en si snoda in spire I nove rami ingoiano l'Erba Azzurra La città orfana invade il verde prato Cheta cheta la campana del giallo crepuscolo Stride stride il corno dell'alba chiara (Traduzione di Vilma Costantini)
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