Giornale dei Giornali Il dollaroe la secondraivoluzionaemericana La settimana si era aperta, lunedì 4 febbraio, con il progetto del bilancio federale 1986, inviato da Reagan alle Camere. Mercoledì 6 febbraio, il Presidente degli Stati Uniti festeggiava il suo settantaquattresimo compleanno leggendo davanti al Congresso (e alle telecamere) l'annuale messaggio sullo stato dell'Unione. Il discorso annunciava enfaticamente l'avvento di una «seconda rivoluzione americana». Venerdì 8, al termine di un'ascesa che si era prolungata ininterrottamente per tutta la settimana, il dollaro s'impennava nuovamente nei confronti delle monete europee. Sulla piazza di Milano raggiungeva la quotazione di 1995lire e, poche ore dopo, a New York raggiungeva le 1999 lire, non senza aver prima superato per un po' la fatidica «quota 2000». Già martedì 5 il quotidiano economico Il Sole 24 Ore titolava Dollaro senza freni/In vista quota 2000; esattamente una settimana dopo si ripeteva con Dollaro senza freni/2010 lire a New York. Per molti dei grandi quotidiani d'informazione italiani il «giorno del dollaro» è stato sabato 9. Superdollaro oltre quota duemila/Cosa cambia per l'azienda Italia era il titolo di apertura del Corriere della Sera, seguito a ruota da analoCome l'aereo, la radio e il telefono abbiano rimodellato Lestrutture spaziotemporali del pianeta è cosa, da una parte, ben nota; dall'altra, forse, ancora da comprendere in profondità. Che cosa faranno, nel prossimo secolo, le reti globali di comunicazione computerizzata, ad alta capacità e a basso costo, resta in gran parte da stabilire. Nello scorso numero, abbiamo accennato alle prospettive, in buona parte divergenti, disegnate da due Libri (uno inglese, l'altro americano) scritti entrambi da autori di indubbia competenza e che, per di più, muovevano da premesse comuni sugli sviluppi delle tecnologie elettroniche. Ciò ammonisce su quanto possano essere fuorvianti espressioni suggestive, come «villaggio globale», o apparentemente tecniche, come «telematica». Esse suggeriscono l'idea di una realtà già attuale, mentre essa è soltanto in una fase aurorale, sia in termini quantitativi, sia - soprattutto - per quanto riguarda Le strutture e le modalità entro cui prenderà forma. Una buona occasione per rendersene conto è costituita dal/'ampio survey che occupa un inserto del Financial Times, dal titolo «International Telecommunications ». Contrariamente a ciò che alcuni possono aver pensato, indotti dalla ,./2 '~ra «divulgativa» imperver- . - . sante in materia, una struttura mondiale di telecomunicazione capace di integrare le strutture informatiche nazionali non è alle nostre spalle; è una prospettiva che solo ora comincia a realizzarsi, creando lndex - Archivio Critico dell'Informazione ghi titoli di testa della Stampa e della Repubblica. A dire il vero, quest'ultima, due giorni prima, portava come titolo principale Il dollaro scuote le monete europee; nella stessa prima pagina, un articolo di Francesco Alberoni iniziava: «Quasi tutti gli intellettuali italiani sono impegnati a scrivere o a partecipare ad un dibattito su Santa Maria Goretti». autentici terremoti. « La struttura tradizionale delle ·telecomunicazioni a livello mondiale - scrive il Financial Times - sta per essere scossa sin dalle fondamenta da una confluenza di f orze economiche, tecnologiche e politiche, cancellando le rigide linee di demarcazione che hanno tenuto a lungo questo settore separato ed autosufficiente». L'ottimo termine, di conio francese, «telematica», suggerisce Lafusione di due aree di attività (quella delle comunicazioni e quella del/'elaborazione automatica dei dati, o informatica) che è iniziata da tempo dal punto di vista delle tecnologie, ma non dal punto di vista del/'applicazione su vasta scala alle strutture esistenti. È interessante notare che il lessico angloamericano non ha neppure un termine equivalente a «telematica». La dizione proposta, compunications, ha trovato una debole ricezione in una mentalità pragmatista che fatica a dare un nome a un insieme non ben definito di tecnologie, di sistemi, di strutture operative. Ciò non significa che in ogni paese industrializzato non si stia procedendo (a ritmi e in modi diversi) alla trasformazione delle reti telefoniche esistenti, basate sulla tecnologia digitale, la stessa impiegata nei computers (adatta perciò a una comunicazione «unificata» di suoni, dati, immagini, ecc.). Fino a quando Lariconversione delle reti telefoniche tradizionali non sarà completata, il matrimonio fra telecomunicazioni e computers resterà limitato ad alcuni segmenti del siRoma 63, 1967 Può darsi che da un punto di vista sostanziale (vale a dire delle conseguenze a largo raggio) il più importante dei tre eventi sia il progetto di bilancio federale Usa ·per il 1986. Dello stesso parere è l'autorevole quotidiano inglese Financial Times, che a dedicato all'argomento i titoli di testa per quattro giorni consecutivi. Lunedì 4 febbraio: Reagan Indice della comunicazione sterna. Rimanendo a casa nostra, qualunque utente italiano può sperimentare di persona quanto sia complicato ottenere lapossibilità di collegare il proprio computer con quello di un altro .utente, senza ricorrere a costose linee «speciali». « L'ideale - scrive il Financial Times - sarebbe una retemondiale di telecomf,fnicazioneoperante solo in modo digitale, ma ciò è ancora di là da venire». Una ISDN (lntegrated Services Digitai Network, o rete digitale di servizi integrati) su scala nazionale è in preparazione in diversipaesi (in Giappone, per esempio); ma, allo stato attuale, le reti telefoniche si limitano a trasformare L'informazione in forma digitale solo fra una «centrale» e un'altra «centrale.»,mentre i circuiti Locali che collegano La «centrale» agli utenti sono, per Lopiù, ancora analogici. Su questo sfondo si gioca La grande partita. Stati Uniti e Gran Bretagna, apartire dallo scorso anno, hanno posto fine ai monopoli che gestivano Lereti telefoniche (rispettivamente A T&Te British Telecom), aprendo il mercato a una pluralità di imprese che opereranno su scala mondiale, integrando servizi di comunicazione e servizi informatici. La «deregulation» angloamericana rappresenta una sfida per i sistemi di telecomunicazione europei, che restano in Larga parte affidati alle aziende monopolistiche nazionali e ai rispettivi ministeri PTT (poste e telecomunicazioni). Il survey del Financial Times passa in rassegna, con articoli spelaunches drive to rein in overspending, cioè Reagan lancia una campagna per mettere le redini alla spesa pubblica. Martedì 5: Reagan abandons hope of balancing budget this term (Reagan abbandona la speranza di un bilancio in pareggio durante il suo mandato). Mercoledì 6: Reagan criticizes Fed over volatile monetary growth cifici, Lesituazioni esistenti, al riguardo - oltre che negli Stati Uniti e nel Regno Unito - in Germania, in Francia, Italia, Spagna, Olanda, Svezia, Belgio, Giappone. Il servizio sull'Italia, firmato da James Baxton, è intitolato Changes proceed at a glacial pace (I cambiamenti procedono a un ritmo glaciale). Ma, sotto la crosta glaciale, qualcosa si sta muovendo. Com'è noto, nello scorso autunno, il ministero delle Poste e Telecomunicazioni, SIP e Italcable hanno siglato - dopo anni di negoziato - un accordo che conserva al ministero la gestione del telex e dei futuri sistemi di posta elettronica, ma lascerà alla SIP la gestione e la commercializzazione del grosso delle telecomunicazioni nazionali, a cominciare dal sistema ISDN denominato Itapac, le cui basi fondamentali, stando alle previsioni, dovrebbero essere completate per la fine del corrente anno (più difficile capire quando ltapac diventerà un sistema accessibile all'intera utenza). La realizzazione della rete digitale Itapac pone alla SIP la scelta dei partners per l'offerta di servizi telematici cosiddetti «a valore aggiunto», nei quali il segnale non si limita ad essere trasportato, ma viene «elaborato» in vista di servizi specifici all'utente. Qui sta il midollo dell'affare. L'IBM sembrava prossima a raggiungere con LaSIPSTET un accordo che le avrebbe dato una supremazia forse incolmabile. Poi, però, /'Olivetti, spalleggiata dal nuovo socio A T&T, ha esercitato. una pressione sufficieTJtea congelare per un po' le co- (Reagan critica la Federai Reserve per l'incostante crescita monetaria). Un sommario, sotto il titolo, informa che il direttore del bilancio Usa, David Stockman, ha messo in guardia da una incombente «catastrofe economica», nel caso che il Congresso non si adoperi per mettere in atto i profondi tagli alla spesa federale contenuti nel bilancio proposto da Reagan. Giovedì 7: U.S. budget deficit «could top$ 400 bn. by end of decade» (11 deficit del bilancio federale Usa potrebbe superare i 400 miliardi di dollari entro la fine del decennio). La dichiarazione è di Rudolph Penner, direttore dell'ufficio bilanciio del Congresso, il quale ha formulato questa previsione nell'eventualità che si verifichi una recessione nella seconda metà del decennio. In Italia, persino nel quotidiano specializzato ILSole 24 Ore l'articolo sul progetto di bilancio federale Usa si trova (martedì 5 febbraio) in pagina interna. Risparmiamo ai nostri lettori il noioso elenco delle collocazioni negli altri giornali. Tradizionalmente, il cambio della lira (in ispecie se si avvicina a qualche «soglia psicologica») costituisce, per la stampa italiana, uno dei pochi stimoli capaci di scuotere il dormiveglia che accomse. Nel frattempo, la decisiòne del governo Thatcher di evitare, in base a criteri antimonopolistici, un accordo analogo fra British Telecom e IBM, ha modificato non poco lo scenario europeo entro il quale la SIP-STET dovrà decidere quale sarà il ruolo dell'Italia nel sistema di telecomunicazione globale. Gli aspetti che abbiamo finora sintetizzato coprono solo una piccola parte delle informazioni e delle analisi del survey. Oltre alle rassegne della situazione dei singoli paesi, L'insertodel Financial Times contiene anche articoli dedicati ad argomenti quali: Le alleanze fra i grandi gruppi multinazionali innescate dalla crescente convergenza delle tecnologie di comunicazione e di elaborazione dei dati; la produzione di sistemi privati di comunicazione (PBX); Lecomunicazioni militari; i sistemi mobili; satelliti e cavi; i sistemi pubblici di commutazione; le fibre ottiche; le telecomunicazioni nell'office automation. Come si vede, un ampio materiale di aggiornamento, utile anche agli specialisti; per gli altri, una buona occasione per avere un panorama attendibile, e senza miti, ·dei lavori in corso verso la telecomunicazione globale del prossimo secolo. International Telecommunications in Financial Times 14 gennaio 1985
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