Cfr. l'antologia, D'Ambrosio illustra le posizioni degli autori dei testi teorici e creativi qui raccolti a documentare l'ampia gamma delle tendenze che nelle pagine della rivista si incontravano: Cordelli, Faye, Conte, Rothenberg, Ruhm, Viviani, Baudino, Pignotti, Barberi-Squarotti; Carlino, con uno sguardo più ampio alle diverse dinamiche che delineano i connotati del periodo, ricostruisce un «quadro d'epoca». Il post-sessantotto vuol dire in letteratura, per una precisa corrispondenza di scansioni storiche, post-neoavanguardia: vuol dire riformulazione delle istanze antagonistiche, che negli anni Sessanta avevano trovato voce nel Gruppo 63, in «ritorno, libero da orpelli id~ologistici e da fumisterie teoriche, alla poesia; ( ... ) alla rivoluzione implicita in un diffuso pratiquer l~poèsie» (Carlino). Ovviamente questa rivalutazione della scrittura non codificata in strategie culturali comporta, per la rivista, la frequentazione spregiudicata ed attenta delle più diverse sperimentazioni linguistiche ed analisi teoriche. Se, scorrendo le pagine dell'antologia, ripercorriamo le analisi divergenti della contemporaneità letteraria - boom della poesia, poeti «selvaggi», «parola innamorata» - di Giuseppe Conte («io faccio poesia: godo»), J.P. Faye («notre tentative est de rendre manifeste /es tendres qui relient les hommes, et opèrent en eux à travers l'inconscient des langues»), Giorgio Barberi-Squarotti («Il segno della scelta e dell'opposizione della poesia ( ... ) è nella poesia stessa»), Franco Cavallo («Un nuovo tipo di opposizione ( ... ) che ( ... ) cerca di far convergere attorno a quei pochi nuclei di lotta ancora facilmente individuabili in mezzo . al generale marasma il maggior numero di forze possibili»), ci rendiamo conto di quanto sia necessaria una riflessione analitica (anche attraverso materiali come quelli presentati da questo volume) sull'intreccio di tensioni diverse nate dalla stessa matrice storico-cuiturai!!. Interessante, importante, utile a comprendere quanto accade oggi nella nostra poesia, tra grande stile, postmoderno, scrittura materialistica, è lo studio dei dettagli di una mutazione delle forme della poesia che, nel corso di vent'anni, è riuscita a riflettere le grandi trasformazioni del sociale. Giorgio Patrizi Di versi in versi I:estival internaziona.le di ·poesia Parma, Teatro Due 9-10-11 novembre 1984 Cercherò di rendere conto di questo evento senza pronunciare mai la parola 'moderno', né qualcuno dei suoi derivati. Premetto che, lo sento, mi riuscirà cosa facilissima. Di versi in versi è un festival di poesia coordinato da Daniela Rossi (dunque uno dei pochi, forse l'unico, ad essere curato da una donna) ed è giunto quest'anno alla sua terza edizione senza tradjre, anzi semmai accentuando, la sua vocazione programmatica: quella di essere una sorta di caleidoscopio vivente di quanto avviene, e di quanto si metamorfosa, nella letteratura e nelle forme in cui la scrittura letteraria arriva al pubblico in Italia e fuori. Non a caso si è festeggiato, nell'ambito del testival, l'uscita del quarto libro delle edizioni Aelia Laelia, il poema Pericolo di Carlo Bordini, al cui vernissage hanno partecipato, tra gli altri, l'attore Nanni Garella e lo scrittore Aldo Rosselli. Così, se nel festival di Parma quest'anno si sono rammaricate alcune assenze dovute al concomitante simposio di Palermo sul Senso della letteratura (ma l'assenza più ingiusta, nell'uno e nell'altro appuntamento, è stata quella di Nanni Balestrini, cui le autorità competenti non hanno concesso il nullaosta per poter scendere in Italia), ha comunque giovato quel senso quasi di positiva ubiquità, quale viene oggi spontaneo attribuire alla situazione della ricerca letteraria in Italia: dal logos di Palermo al melos di Parma, il senso della letteratura sta oggi nella sua disseminazione, nella sua proliferazione di sensi. Ricca dunque la rassegna. Alcune voci le conoscevamo da tempo: come gli squarci lirici e ritmici che vengono ad interrompere la modulazione 'classica' di Amelia Rosselli, il gesto intenso e Jucido dei poemi epici di Patrizia Viçinelli, il rigore freddo di Corrado Cos!a e Franco Beltrametti, gli umori di Hoogstraten e i rumori di Spa..: tolà. Poi, da segnalare con gioia, l'energia degli anni Sessanta ritrovata nel californiano Lewis MacAdams, la cui poesia è però, si badi, . stivai, i 5 minuti di science-fiction di Roberto Costantini ( Gulf Stream), la favola di Toni Brunello, Dalle parti di Zlotogrod, il vi-· deo-poema Futuro remoto di John Gian, Rita Degli Esposti, Alberto Masala e Steve Liparesi, i Simulacri di Sabini e Degli Alberi, la riflessione sullo scrivere (Questo periodo non finisce mai) del gruppo Aelia Laelia - per non citarne che alcuni. Nessun dubbio, quindi, che si debba parlare a proposito di Di versi in versi, di polifonia, come ha messo in rilievo Antonio Porta a proposito di Milano-poesia (Alfabeta, n. 64). Polifonia non solo delle voci poetiche, ma anche dell'ascolto, se è vero che il pubblico convenuto nelle sale del Teatro Due è stato un pubblico atteµto e trasversale, non assimilabile ad un'esperienza isolabile dall'insieme, in grado di assoggettare le diverse proposte artistiche presenti. Questo grazie, anche, alla dolcezza e alla ricettività (nel senso proprio del!' I King, «il ricettivo») del presentatore ufficiale delle serate, il poeta Alberto Masala. Notiamo, in finale, che basterebbe questa verità - il pubblico delle letture pubbliche di poesia non coincide se non in parte con quello delle librerie e dei teatri - per incoraggiare la promozione di queste manifestazioni. Per conti~ nuare la ricerca. Beppe Sebaste Svevo nei.Meridiani. ROMANZI - A cura di Pietro Sarzana. con un'introduzione di Franco Gavazzeni. I capolavori di Svevo. Per la prima volta; un' edizione critica condotta sulle prime edizioni a stampa e corredata dall'apparato delle varianti.Un'occasione unica per conoscere a fondo un grande scrittore, i suoi ripensamenti, il suo metodo di lavoro. E negli Oscar. LA COSCIENZADI ZENO - A cura di Gabriella Contini. SENJLn'A' ~ Introduzione di Giuseppe Pontiggia (in preparazione). UNA J//TA - Introduzione di Giacinto Spagnoletti (in preparazione). I grandi romanzi della maturità e della giovinezza. Volumi pratici, economici, corredati da note critiche sull'autore e sul testo. Un'edizione ideale per gli studenti e per chi desidera accostarsi per la prima volta all'opera di Svevo. L------ MONDADORI___ ____, tutta anni Ottanta, e senza nostalgia. Un avvenimento è stata pure la presenza, anch'essa nuova per l'Italia, dell'inglese Tom Raworth (cfr. Giovani poeti inglesi, Torino, Einaudi, 1976), poeta intelligente e garbato, di cui Ted Berrigan ebbe a dire: «Quando lo leggo mi sento fiero di essere un poeta». Si aggiungano le bellissime inedite Ballate della signorina Richmond di Nanni Balestrini («la' piccola borghesia che si fa stato») perfettamente danzate da Valeria Magli, la performance di John Gian, Rita Degli Esposti e il pittore Giovanni D'Agostino - quest'ultimo dipingeva «a braccio», sulla scena, al ritmo verbale dei due poeti -; la poesia-narrazione di Beppe Sebaste, quella demenziale degli Skiantos, la commovente Sax poetry di Steve Lacy, generosamente intervenuto en poète, e abbiamo un quadro abbastanza esauriente dell'avvenimento. Si capisce a questo punto che quanto più sopra chiamiamo scrittura va inteso in senso opportunamente molto vasto, perché scrittura è insieme canto, racconto, suono, ma anche andatura, portamento, segno - come i segni imprendibili e zen di Giovanni D' Agostino, cui si deve anche il manifesto della rassegna. Scrittura, anche, i numerosi video presentati nel corso delle lunghe notti del feDipingere rotondo Amalfi, Antichi Arsenali 15 dicembre 1984-8gennaio 1985 Per Picasso «sentire rotondo» significava immaginare e dar corpo a un'opera fortemente autonoma nelle sue valenze espressive: è così allora che, nel suo caso, un quadro non è solo un quadro oppresso e mortificato nella sua bidimensionalità; e di conseguenza,. una scultura non esaurisce la sua qualità in uno stretto rapporto di vuoti e di pieni, così come classicità vuole. In Picasso le differenze si confondono, e i confini dell'opera si dilatano in un orizzonte ad enne dimensioni. Il sentire rotondo di Picasso è l'anima pensante di tutta l'Arte Moderna, il filo rosso che ha guidato il divenire dell'arte e il. suo stesso apprendimento: se il pubblico non accetta una tale sintonia altro non fa che legittimare un qualunquismo dilagante che ·vuole tutta l'Arte Moderna facile, banale, altamente falsificabile. Se a questo poi si aggiunge il fariseismo di Guttuso si arriva a quadrare il tragicomico cerchio delle polemiche degli ultimi giorni: chi è senza peccato scagli il primo falso! La rassegna internazionale di arte contemporanea negli antichi Arsenali amalfitani, ha fatto di questo Dipingere rotondo ( è questo il titolo della mostra-).un motivo e un obiettivo provocato.rio· al fine di evidenziare l'inesaus.ta vitalità dell'arte contempornea·: «Lo scultore come il pittore - ha scritto Arcangelo Izzo nel catalogo che accompagna la mostra - si occupa dell'essenza dell'arte e non della rappresentazione di cui essa è rivestita; sente che essa può manifestarsi plasticamente e visivamente attraverso i soli elementi del segno e del colore o della figura, avvertendo che l'aspetto peculiare dell'arte non può manifestarsi o esprimersi attraverso la tecnica dello scolpire o del modellare, di duro e di morbido, che impegnano lo spettatore nell'esperienza sensoriale della scultura attraverso il tatto e la vista». I sedici artisti protagonisti della rassegna (Ableo, Alfano, Cragg, Fabro, Haring, Kounellis, Longobardi, Ontani, Paladino, Vettor Pisani, Pistoletto, Pollack, Sali~, Scharf, Schnabel e Sevilla) sono stati scelti di certo non in funzione di documentare quanto si agiti all'interno della ricerca d'arte con" temporanea (se così fosse andrebbero esibite valide giustificazioni per documentare tante altre assenze), ma come provocazione nei confronti degli altri artisti e in particolare dello stesso pubblico. In questo caso infatti il coinvolgi~ mento del pubblico vuole essere obliquo e spiazzante, proprio perché le opere scelte mirano a responsabilizzar~ e a lacerare il visitatore con e nei suoi deliri e gusti. Insomma nell'idea e nella pratica della rotondità devono calarsi anche gli altri. In quest'ottica della provocazione, del ritrovare e legittimare nei nomi scelti una situazione certamente più ampia, il discorso delle presenze e delle assenze si esclude automaticamente: il puntare per esempio su Carlo Alfano e su Nino Longobardi, come uniche presenze napoletane, è avvalorato dall'essenza stessa della loro opera, che si pone come la punta più alta che condensa in sé umori e vicende delle generazioni precedenti. Nel loro lavoro si può quindi decodificare tutta una storia locale, ritrovando allo stesso tempo le connessioni con un'altra più ampia e internazionale. Così come la presenza di Haring, di Scharf, o di Salle sono il metronomo oscillante del delirio americano, della storia intesa come cronaca dinamica e in continua contraddizione. Lo zigzagare dello sguardo porta a ritrovare nella mostra le esperienze forti di ideologia delle ope~ re di Kounellis o di Fabro; o quelle tutte cariche di calda e morbosa sensualità di Vettor Pisani o di Luigi Ontani; o quelle ancora del misterico nomadismo linguistico di Mimmo Paladino, o la superficialità nella pittura di Pollack o di Sevilla. «Nella pittura - afferma ancora Arcangelo Izzo - non c'è progresso in direzione lineare e continua, ma ci sono tappe, balzi in avanti, nuovi orientamenti, nuove idee e nuovi sentimenti sulla pittura, senza sperimentalismi e senza preliminari mozioni di sfiducia. Il dipinto si può dire non è tanto una aggiunta alla realtà già conosciuta, ma un farsi coscienza con l'assaporamento dei fatti ... » Michele Bonuomo I I . I r '[ I ~ s,\ ./J ~ Bimestrale di critica dell'emergenza N.1 Per liberarsi dalla necessità del carcere e delle istituzioni totali. Per la critica dell'emergenza come forma _di governo. Scritti di Agamben Bronzini Cacciari Cenerino Converso Ferrajoli Gallini Guetta L. Radice Magnaghi Manconi Mosca Neppi Modona Novak Palma Pavarini Ramat Rossanda Vetrone Zevi Nelle edicole e nelle librerie di tutta Italia Una copia L. 4000 Abbonamento annuale L. 20.000
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