Alfabeta - anno VII - n. 70 - marzo 1985

CENTRO DI RICERCA PER IL T,EATRD CATALOGO spazio multimediale CRT/Teatro· dell'Arte viale Alemagna, 6 Milano 11 marzo - 30 giugno programma internazionale di videoarte e videosperimentazione installazioni videotel e telefax videogiochi archiviazione, distribuzione e scambio di opere e programmi italiani e stranieri incontri, seminari, dibattiti mostre e eventi spettacolari Brionvega. Beli & Howell. Olivetti. Cappellini Informazioni: CRT 8439878/8466592 Botteghino: 865469 Guida editori s: US '.\.1pol1 - , i.1 \ .:nt.1glini S 1 1,·I. (:SI) .Hls-n Archivio del romanzo Carlo Dossi IL REGNO DEI CIELI. LA COLONIA FELICE Pref. di G. Davico Bonino A cura di T. Pomilio pp. 175 Lire 18.000 CuLo Doss, li Regno dei Cieli. la Colonia felice Giovanni Rajberti IL VIAGGIO DI UN IGNORANTE A cura di E, Ghidetti pp. 194 Lire 18.000 Richard Beer-Hofmann LA MORTE DI GEORG A cura di L.M. Rubino Con un saggio di G. Lukacs pp. 157 Lire 18.000 La morte di Georg Théophile Gautier ARRIA MARCELLA. JETTATURA A cura di P. Tortonese Pref. di L. Sozzi pp. 151 Lire 12.000 Clr. Out Off Tartarughe dal becco d'ascia regia di Antonio ·Syxty zone di attravérsamento: Nanda Vigo (luce), Giuliano Mauri (aria), Mauro Staccioli (territori) musiche a c. di Roberto Brunelli luci di Stefano Parazzoli attori: Francesco Paolo Cosenza, Daniele Demma, Lorenzo Loris Lo spettacolo segna un deciso passo in avanti del regista.Antonio Syxty e dell'Out Off, la piccola struttura teatrale milanese ~he vorrebbe dedicarsi alla sperimentazion~ teatrale di punta, .essenzialmente italiana. Il percorso di Syxty si è sempre segnalato per la rigorosa originalità delle intenzioni, se non per gli esiti. Dagli spettacoli con bodybuilders e fotomodelle di cinque-sei anni fa a un dramma fantascientifico costruito su palco con lo Studio Alchimia, nell'82, a un teatro di testo ma allestito in condizioni particolari come magazzini o appartamenti, ma finalmente con questo Tartarughe dal becco d'ascia le intenzioni si incarnano in un risultato di rilievo, che da ragione a una tenacia e indica una strada personale da cui cominciamo ad attendere i prossimi esiti. Il racconto all'origine dello spettacolo (Il figlio di Pedersen di W. Gass, in Nel cuore del cuore del paese, Torino, Einaudi, 1980) viene usato per la situazione e i personaggi che propone (tre uomini isolati in un paesaggio polare) e non certo per illustrarne la storia. Come in molto teatro recente lo spazio ignora il tempo, o meglio il frammento e un procedimento analogico sostituiscono una consequenzialità logico-temporale. I personaggi non sono «coerenti» e sviluppati dall'inizio alla fine della vicenda, ma svolgono la situazione rappresentando le diverse possibilità che essa può generare. Solo il finale accenna a un evento di rilievo: i misteriosi guanti gialli, simbolo del potere terrificante attribuito a una figura di cui si parla, sbucano dalla tasca di uno dei tre, anch'egli invece povero solitario del pack. La recitazione è sussurrata, ipernaturalistica ma molto accorta nell'effetto corale di contrappunto. Due dei tre interpreti soprattutto, giovani appena usciti dalla scuola Piccolo Teatro di Milano, offrono una prestazione di sorprendente leggera intensità. La realizzazione drammaturgica di Tartarughe corrisponde in pieno ai caratteri èmergenti di una produzione teatrale che abbiamo cercato di delineare in Alfabeta, n. 69, ma occorre richiamare un criterio fondamentale: da un'osservazione plurima si possono enucleare costanti e forse linee di tendenza ma ogni risultato valido è comunque emancipato da quei caratteri e costituisce un 'originale', né, d'altra part_e,l'omologazione a quelle regole garantisce una qualità. Il luogo, infine. Lo spettacolo è stato presentato in una cella frigorifera disattivata. Supponendo una scelta snobistica dei realizzatori, non si è voluta comprendere la semplice realtà. L'Out Off non ha una sede in cui mostrare i suoi spettacoli e dunque è costretto a cercarsene di volta in volta: la cella frigorifera, poi, oltre a essere idonea per le sue dimensioni allo spettàcolo che si voleva realizzare, ha consentito e anzi imposto un modo di provare: il freddo che pur c'era costringeva a prove brevi, a un'economia delle energie che si accordava con la situazione da rappresentare. Interessante e da segnalare è la collaborazione di tre artisti visivi: Nanda Vigo ha curato la luce, Mauro Staccioli l'ambientazione e la grata che fa da pavimento, Giuliano Mauri ha realizzato i lavori in legno sparsi per la scena. Tre operazioni leggibili distintamente·, eppure perfettamente ·funzionali allo spirito del" freddo ma inqu'ieto spettacolo. Antonio Attisani Evacuare Napoli zioni felicemente ondulatorie dell'imm~ginazione». Non un mov.i-• ·mento, certo, ma una situaziqne colta nel suo farsi, nell'incertezza dei suoi esiti, nella precarietà di un'aggregazione destinata a durare, forse, l'espace d'un matin. I dieci artisti coinvolti da Bonito Oliva in questa operazione, tutti di ottimo livello, sono: Fabrizia Abbagnano, Gabriele Di Matteo, Matteo Fraterno, Eugenio Giliberti, Sasà Giusto, Massimo Latte, Saverio Lucariello, Rosa Persico, Franco Silvestro, Giuseppe Zevola. Di alcuni di loro sentiremo certo riparlare. Felice Piemontese posta se il prodotto viene esportato, quelle .indirette sì) e fa. venir meno la progressività e una giusta ripartizione del carico dell~ spese sociali. Dalla seconda si intravede una nuova causa alla più alta propensione inflazionistica dell'Italia: l'inflazione da tasse opererebbe attraverso la traslazione degli oneri fiscali. Il tema trattato e lo spessore di argomenti e la chiarezza espositiva con cui i due autori lo dipanano sono un invito a curiosare nel pensiero dei classici. Una ricerca quasi sempre fruttuosa. Dice A. Smith nella Ricchezza delle NazioDieci artisti napoletani dell'ultima generazione 1----------------1 ni: «Ogni imposta deve essere mostra: Istituto Francese, Napoli 19 gennaio-19 febbraio 1985 catalogo: Napoli, Electa, 1985 pp. 76, s.p. Molti pensano tutto il male possibile di Achille Bonito Oliva. Ma .non gli si può negare una perfetta conoscenza dei meccanismi che regolano il funzionamento della società dello spettacolo; e la capacità di organizzare le proprie manifestazioni intorno a frasi d'effetto capaci di suscitare attese o di provocare polemiche rissose o di dare il via a fenomeni artistici o paraartistici di cui comunque si parla. Si pensi alla fortuna del termine transavanguardia, e dei pittori che con cooptazioni successive si sono Giorgio Fuà e Emilio Rosini Troppe tasse sui redditi Bari, Laterza, 1984 pp. 156, lire 10.000 Certamente i due saggi («Ridurre le imposte sui redditi» di Fuà e «La giustizia fiscale e le altre virtù cardinali» di Rosini) di cui si compone Troppe tasse sui redditi risultano irritanti per chi cerca di nascondere le dimensioni raggiunte dal deficit pubblico italiano dietro il dito che accusa l'evasione fiscale. E creano imbarazzo anche per quel riformismo economico che ispirandosi ai modelli socialdemocratici aveva creduto di poter ottenere una più equa distribuzione dei redditi attraverso le imposte dirette e la loro progressività. congegnata in modo tale da sottrarre e da tener fuori dalle tasche del popolo il meno possibile oltre a ciò che fa entrare nel tesoro pubblico dello stato ... ». Anche in tal senso, che !'«imposta eccessiva può ostacolare l'industriosità del popolo e scoraggiarlo a dedicarsi a certi rami di affari che potrebbero offrire mantenimento e occupazione a un gran numero di persone» e in questo modo riducendo anche il gettito. Infine, «un'imposta non assennata offre grande tentazione al contrabbando». Un dubbio: come può la classe politica italiana ripensare l'intero sistema fiscale, secondo le idee di Fuà e Rosini, senza rifondare il suo modo di fare politica, e politi- ________ __.______________ --1ca economica in particolare? ... 111111111~Quadrimestrale del Centro di Ricerca sulla Tradizione Manoscritta di Autori Contemporanei. Universitàd'iPavia Nel quarto numero: Pietro Gibellini: D'Annunzio, Fedra, il mito Massimo Bonafin: La parodia, il dialogo, il motto di spirito Flavia Ravazzoli: Viaggi tangenziali e storie ribattute Pierantonio Frare: Testo e macrotesto nel «Nastro di Moebius» di Erba Guido Lucchini: L'atra riiera. Note sulla prosa dell' «Adalgisa»(Il) In libreria a lire 8.000 Abbonamento per un anno (3 numeri) Lire 22.000 Inviare l'importo a Cooperativa Intrapresa Via Caposile 2, 20137Milano ContoCorrentePostale15431208 ritrovati sotto quell'etichetta, tanto per fare un solo esempio. Ugualmente ricca di suggestioni la frase/slogan che Bonito Oliva ha trovato per presentare (in una mostra organizzata dell' ARCI) dieci giovani artisti del tutto sconosciuti: Evacuare Napoli. La città cioè delle catastrofi e dell'attesa della catastrofe, la città immobilizzata nella contemplazione della propria agonia e nella quale improvvisi e inattesi sommovimentri rimettono d'un tratto tutto in discussione. Al punto che - dice Bonito Oliva - il «movimento a zig zag delle scosse telluriche è diventato il diagramma che segna il funzionamento afasico di una città che sembra acquistare di colpo l'identità di una città post-industriale, portatrice di valori, quali la discontinuità, il pragmatismo, l'intreccio tra manualità e automazione, il gusto dell'eclettismo, che invece altrove sono conquista conseguente allo sviluppo industriale». Ecco quindi che l'arte diventa «il prodotto di movimenti tellurici della sensibilità», ed «evacuare Napoli» indica, «il modo di essere organici al terremoto ed obliqui alla storia di una città che produce soltanto cronaca». Un'arte che non si affida a utopie, a sogni di riscatto, a speranze che sono fuori di se stessa, che non ha scopi «ma soltanto tremori legati alle oscillaDue le idee-cardine che mutano i termini del dibattito sulla finanza pubblica: 1) Non solo le entrate dirette dello Stato sono mal riscosse e mal amministrate, ma soprattutto sono troppo gravose; anzi vi è ragione di credere che è questo 'troppo' a : rendere difficoltosa la riscossione e (sostengono provocatoriamente gli autori) a far venir meno il senso civico dei contribuenti, alla cui collaborazione, anziché vessarlj, sarebbe opportuno ricorrere per rendere più agevole il funzionamento dell'apparato fiscale. 2) Non è vero che la traslazione dell'imposta (ossia la possibilità-capacità di trasferire su altri soggetti economici l'onere effettivo di un'imposta: ad esempio, i lavoratori che rivendicando una 'take-home pay' scaricano le imposte dirette a loro carico sui costi delle imprese, e/o queste ultime che traducono il maggior costo del lavoro in incrementi dei prezzi) riguarda solo le imposte dirette (principalmente !'IVA), come si era finora ipotizzato. Quali nuovi scorci della realtà economica ci svelano questi due cambiamenti di visuale? Dalla prima scopriamo che un'eccessiva imposta sul reddito causa diseconomie, penalizza le esportazioni (le imposte direttè non danno luogo a credito di imLuca Paolazzi L'affermazione negata Antologiadi «Altri termini~ Poesia Teoria Critica a cura di Matteo D' Ambrosio con un saggio di Marcello Carlino Napoli, Guida, 1984 pp. 262, lire 15.000 Il periodo storico è di quelli nodali per comprendere le vicende che hanno condotto la nostra società letteraria - e non solo quella, ovviamente - a questi anni Ottanta che sembrano soffermarsi in una nervosa attesa di qualche evento radicale. Tra il 1972 e il 1977 si sono attraversate, spesso bruciandole, esperienze tali, nell'ideologia, nella cultura, da rendere il panorama del tessuto sociale del nostro paese, alla fine del decennio, irriconoscibile per la memoria della grande vitalità che, in tutti i campi, aveva contrassegnato l'immediato post-sessantotto. Un'antologia di una rivista come Altri termini diviene così il luogo privilegiato per fare, al di.là di uno specifico bilancio, alcune ri- .flessioni più generali sul contesto culturale in cui quel periodico si muoveva e che esso stesso aveva contribuito a dinamizzare. Ricordiamo i dati di questa vivace e contraddittoria esperienza: dal maggio del '72 al febbraio del '77, escono a Napoli, sotto la direzione di Franco Cavallo, i quaderni internazionali di Altri termini: sono 10 fascicoli (tre numeri doppi) che ospitano scritti teorici e testi poetici; assieme, due analogie e quattro quaderni bimestrali, i Colibrì, che intendono presentare un panorama più vasto, ma sempre 'mirato' di ricerca poetica. A tutto questo lavoro che fa perno sul gruppo redazionale napoletano, di cui ricordiamo, oltre a Cavallo, Capasso, Perrotta, Piemontese, Vitiello (a proposito: quando la sociologia della cultura si occuperà di quel •vitalissimofenomeno costituito dalla ricerca artistica d'avanguardia a Napoli negli anni Sessanta e Settanta ?) è dedicata una ricca antologia curata e introdotta da Matteo D' Ambrosio e con prefazione di.Marcello Carlino. Nei due scritti che introducono

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