una relazione tra soggetto individuale e mondo. Quello che qui è nuovo, lo si riconosce nel modo migliore con un confronto col principio d'individuazione della filosofia di Leibniz. Anche Leibniz determina già l'individualità con una corrispondenza mondana, ma la corrispondenza viene riferita alla rappresentatività nella dimensione materiale (metafora: specchio). Soltanto nel corso del XVIII secolo sopraggiungono - si può dire: sulla bàse di esperienze con il nuovo principio di individualità? - la dimensione temporale e, soprattutto, la dimensione sociale. L'influsso di Leibniz su questo sviluppo sarà da determinare difficilmente; in ogni caso si riempie gradualmente ciò che come mondo costituisce l'individualità e come individualità il mondo, con tratti storici e socio-pratici, e solo questa triade di dimensioni di richiamo decifra l'individualità personale nella sua unicità mondana. Allo stesso tempo soltanto così, accanto ali'educazione e alla socievolezza, entra in funzione l'amore: lo sviluppo temporale dell'unicità materiale di un punto di vista mondano esige una azione dell'uomo sull'uomo e assume in sé quest'azione. Ma nuovo è, soprattutto, un momento, che non è così facilmente riconoscibile nella semantica di amore e individualità, e precisamente La funzione per Laquale si ricorre all'unicità individuale. Nel contesto dell'amore essa serve come orientamento che arresta l'entropia e che fa resistenza al disfacimento. Per decifrare ciò risaliamo ancora una volta alle riflessioni di teoria dell'attribuzione presentate nel terzo capitolo. Nell'impegnarsi in rapporti intimi (e questo specialmente nell'intimità sessualmente fondata) si va alla ricerca di certezze che vadano al di Làdel momento, e Lesi trova alla fine nel modo in cui il partner si sa identico con se stesso: nella sua «soggettità». La soggettità va al di là del momento perché è anche alla base di ogni cambiamento della propria essenza. Così la persona dell'altro, ed essa soltanto, nella sua dinamica stabilità, può conferire durata all'amore, e questo, specialmente se essa è intesa come relazione soggetto/mondo, comprende così in sé, già in anticipo, ogni mutamento. La momentaneità di ogni intimità realizzata era nota nella sua fatalità - lo si poté controllare in John Donne o in Bussy Rabutin, in Claude Crébillon e infine in Stendhal. La formula del soggetto con l'inaccessibilità di un Io che accompagna tutte le variazioni offre una risposta a ciò pertinente e alla sua altezza. Essa non esclude certamente il mutamento, bensì lo include. Anc~e in maniera incerta gli amanti, e chi lo saprebbe meglio dei romantici, sono soggetti. Dipende, dunque, da ciò, come in ogni prassi che si orienti al soggetto dellafilosofia trascendentale, ilfatto di portare il soggetto al livello delle operazioni quotidian..ee provar.lo nell'uso. Si deve oJservare e vedere nel comportamento ciò che gli si può attribuire in fatto di atteggiamenti stabili. Tali esigenze devono toccare e cambiare la semantica dell'intimità. Quanto più individualmente viene pensato ciò che è personale, tanto più improbabile diviene anche il fatto che s'incontri il partner con qualità att~se. L ·avviamento e la fondazione della scelta del partner non possono più poggiare, allora, su tali qualità; vengono spostati nei simboli del mezzo di comunicazione, nella riflessività dell'amore e nella storia dello sviluppo di un sistema sociale di intimo legame. Le condizioni evolutive di un tale ulteriore sviluppo del mezzo di comunicazione «amore» e per il modellamento, provvisoriamente conclusivo, del Romanticismo si raccolgono non in 'Francia, bensì in Germania, e precisamente nell'ultima decade del XVIII secolo. La concettualità veteroeuropea, qui ancora sopravvivente, solo leggermente modificata, orientata innanzi tutto sulla fondamentale differenza tra amore sensuale e non sensuale, viene esposta ali'assimilazione di elementi inglesi efrancesi: alla sentimentalità (Richardson), all'indeciso oscillare di Rousseau tra amore e amicizia, al romanzo che dal galante degenera nel frivolo, ma tuttaviapreciso nell'osservazione. Misticismo e Illuminismo convivono. La ricusazione della sessualità ridotta al bestiale si vede laceratadallo Sturm und Drang. La sensibilità viene portata, su terreno pietistico, al livello di ciò che è fondamentalmente autotormentoso, mentre si vuole, allo stesso tempo, concedere alla sessualità il suo diritto a salvare i matrimoni (con Rousseau) come amicizie. Verso Lafine del secolo diviene, inoltre, obbligatorio prender posizione sulla filosofia kantiana approvando o rifiutando. Si ha, in complesso, l'impressione che le distinzioni da autore ad autore, in questo periodo, siano più grandi che le distinzioni tra le epoche storiche. Non può affermarsi alcuna differenza-guida - né sensuale/non sensuale, né plaisir/amour, né amore/amicizia. Sono tutte valide e il diretto risultato è, in primo luogo, solo un accrescimento di autovalore delle donne (che Leggono). Le linee di separazione s'incrociano, i contrasti perdono i loro univoci contorni. Come mai prima (e il contrasto con il tempo della formazione dell'amour passion nel XVII secolo è particolarmente evidente) ciò che è personale si realizza nella poesia e la poesia viene reinterpretata sulla base di ciò che èpersonale. La semantica dell'intimità agisce temporaneamente come un caos strutturato, come una massa in fermento, che si accende da sé e che stimola ognuno a conclusioni proprie e così favorisce ulteriormente l'individualizzazione, al di là della mera autopresenza nel sentimento. Alcuni scrittori, nella Letteraturacome nella loro vita, per ragioni semantiche ritengono necessarie due donne per sfruttare le possibilità dell'amore. Altri utilizzano dettagli riconoscibili della loro vita. Tutto questo produce, nei modi più diversi, variazioni che solo nel concetto romantico dell'amore coagulano di nuovo in risultati chiaramente tangibili. ILrinnovamento non è sufficientemente capito se si chiede un mutamento dell'atteggiamento verso dati temi. Esso mtrq ad una nuova fondazione dell'amore che poi fa apparire come nuovo anche ciò che è tramandato. Non si è d'accordo sui criteri del romantico: è l'intenzione della sintesi (che non si può più realizzare), è l'affermazione dell'unità di soggetto e mondo, è il deviare dalla normalità, che tutto questo rende possibile? Nel campo della semantica dell'amore è soprattutto evidente il fatto che la vecchia differenza nelle tipiche forme della semantica, la distinzione di idealizzazione e formulazione di puradossi, viene assorbita in una nuova unità. L'amore stesso è ideale e paradossale nella misura in cui pretende di essere l'unità di una dualità. Si tratta di conservare e accrescere il sé nell'autodedizione, che pienamente e al contempo riflette l'amore, effettuarlo estaticamente e allo stesso tempo ironicamente. In tutto ciò si afferma un paradosso di nuovo genere, tipicamente romantico: l'esperienza dell'accrescimento del vedere, vivere, godere attraverso la distanza. La distanza rende possibile quell'unità di autoriflessione e impegno, che andrebbe persa nel godimento immediato. Così dal riempimento l'accento viene spostato sulla speranza, sulla nostalgia, sulla lontananza e si deve allora tanto cercare quanto temere il progresso nel processo dell'amare. Palesemente, ora, non possono più essere gli attributi o Le virtù specifici del ceto ad essere affermati e onorati con l'amore. Si tratta dell'essere individuo nel proprio mondo. In questo caso l'asimmetria dei sessi resta conservata come asimmetria della posizione assunta nei confronti di questo problema. L'uomo ama amare, Ladonna ama l'uomo; essa ama, perciò, da una parte, in modo più profondo e originario e, dall'altra, anche in modo più inviolato e meno riflesVera Cruz 272, 1973 so. Ciò che il Romanticismo postula come unità resta così esperienza dell'uomo, sebbene e proprio perché Ladonna è colei che ama in maniera primaria e gli rende possibile l'amare. La socialità dell'amare viene così intesa come accrescimento della «chance» dell'autoformazione autocosciente - cosa che porta ~d una definitiva risposta negativa per quanto riguarda il concetto di sé. Unaprima conseguenza è la piena inclusione della sessualità e la congiunta permissività di tutto ciò che, prima, sotto l'alternativa di amoretto frivolo e matrimonio arido non aveva ottenuto giustizia. Ora, per quanto riguarda la sessualità, si tratta di qualcosa di più del solo sforzo problematico di continuare a riconoscere la bestia nell'uomo; e, per quanto riguarda il matrimonio, di qualcosa di più di un comprensivo consenso soltanto nell'adempimento dei doveri del ruolo; Il matrimonio è amore e l'amore è matrimonio - così almeno secondo il «diritto di natura» di Fichte. La maggior parte dei matrimoni sono, allora, in verità, solo tentativi di matrimonio, ma almeno si sa da che cosa dipende. Si mette fine ali'errato sviluppo della semantica dell'amore nel Leggero e nel frivolo, e altrettanto superfluo diviene sovrapporre all'amore un'amicizia a cui si dà un valore più alto perché più continuo. Tutto questo si adatta ali'esaurirsi generale della semantica veteroeuropea, che si può osservare attorno al 1800. Anche per altri aspetti l'uomo ora non è più determinato dalla sua differenza rispetto ali'animazione. La sua più altafacoltà, per esempio, non è più la capacità di riconoscere gli universali, bensì Lacapacità della costituzione autoreferenziale di un rapporto mondano. Questa facoltà lo individualizza come soggetto nella differenza rispetto al mondo - e non più come particolare essere generico uomo nella differenza rispetto all'essere generico animale. Nella cornice di questa trasformazione generale della semantica umana risultano, anche per il tema «amore», nuove connotazioni e nuovi mezzi di formulazione. Se nell'amore si trattamolto semplicemente dell'uomo come individuo, viene ulteriormente approfondita anche Lacomprensione della riflessività sociale (e non soltanto della riflessività individuale del sentire): La riflessività sociale - in ogni caso al Livellodella interpenetrazione interumana - diviene condizione costitutiva della «formazione» dell'autoriflessione individuale e viceversa. Abbiamo sopra abbozzato i fondamenti storici e teoretici della comprensione di questo sviluppo. Nel corso dell'estensione e universalizzazione del medium «amore» si deve rinunciare ad appoggi a qualità pre-date, e L'amoredeve essere fondato sulla sua propria fatticità. Dapprima viene formulato con più precisione il fatto che l'amante, nell'orientamento all'altro, si riferisce sempre anche a se stesso: egli vuole trovare nella felicità dell'altro Lasua propria felicità. Questo viene fissato, in primo Luogo, in concetti generalmente considerati come bisognosi di essere soddisfatti a livello individuale quali felicità, voluptas/taedium. Mal' auto- , . riferimento dei soggetti non è ancora riflessività del processo. Attorno alla metà del secolo, però, il dare rilievo alla sensibilità fa da ponte, allora, nei riguardi della riflessività - già perché così viene sottolineato il dinamico del soggettivo e, anche sotto questo aspetto, non viene formulata alcuna distinzione tra i sessi: entrambi devono essere sensibili. L'autoaccrescimento della propria sensibilità fa, però, alla fine apparirJImotivo di dubbio se e come nell'intimo si è per l'altro. Inoltre la rinuncia alle qualità che fondano l'amore quali ricchezza, gioventù, bellezza, virtù è palesemente difficile e ha bisogno di essere sostenuta dal diritto proprio dell'individualità. Finché dipende dalle qualità, si può già amare per sentito dire. Soltanto la soppressione di questi presupposti pone il processo su se stesso. L'amare per sentito dire viene sostituito dall'amare l'amare, che si cerca il suo oggetto e costruisce la riflessività nell'amore ricambiato. La riflessività dell'amare è, dunque, più che un semplice cofungere della coscienza dell'Io nell'amore, anche più che La mera coscienza del fatto che si ama e si viene amati. Anche il co-agire dell'intelligenza nell'amore e il raffinamento corrispondente, che in Francia si celebra come délicatesse, non tocca lo stato di fatto. A tutto ciò si può rinunciare, se ci si è trovati per la riflessività dell'amore. Rientra in ciò il fatto che si afferma in modo sentimentalmente conforme e si cerca un corrispondente sent(mento; che si ama come amavte e amato e si ama anche l'altro come amante e amato, dunque si riferisce il proprio sentimento precisamente a questa coincidenza dei sentimenti. L'amore si volge verso un io e un tu, nella misura in cui entrambi stanno nel rapporto dell'amore, cioè si rendò•noreciprocamente possibile un tale rapporto - e non perché sono buoni, o sono belli, o sono nobili, o sono ricchi. La riflessività dell'amare è, vista astrattamente, una possibilità per tutti i talenti e per tutte le situazioni - in nessun modo un'occasione esoterica che resta riservata solo a pochi grandi amanti o specialisti di seduzione. Non pretende in- . condizionatamente il lavoro pesante della passione. Può, ma non ne ha qisogno, andare a finire in un rafforzamento del sentimento. Ciò che essa rafforza, è, almeno per il Romanticismo, la capacità di godere del sentimento ed anche la possibilità di soffrire nel sentimento. «Amore per amore» diviene laformula esistenziale, e il suo profeta più incisivo è Jean Paul. Tuttavia nel Romanticismo non si ·perviene ancora alla «democratizzazione» in sé pensabile dell'amore nel senso di una possibilità tenuta pronta allo stesso modo per tutti. La forma, nella quale viene celebrata la semantica, cioè l'unità di idealizzazione e formulazione di paradossi, blocca ciò che sarebbe stato possibile. Amare con «ironia romantica», questo non è pensato per operai o cameriere. Senza essere issato in termini specifici di ceto, l'universalismo dell'amore romantico (come l'universalismo borghese dell'Europa in generale) negli atteggiamenti presupposti è una idea altamente selettiva. Alla conquista di un'autonomia riflessivamente fondata nell'amare privo dei presupposti dell'amare corrisponde un nuovo tipo di coscienza differenziale. L'amare dell'amare non può essere mero amor amicitiae, non può essere mero amore dell'altro; e non può essere altrettanto ristrettoal semplice amare. Anche la tensione tra elementi capricciosi e razionali, che aveva tollerato il modello classico, sparisce nel Romanticismo. A esercizio avvenuto della riflessività nell'amare, è vicino il rovesciamento del sentimento più alto in disgusto. Non si è liberi di nuovo dal re/azionamento interno. Si vive sulla propria pelle il fatto che il sentire non corrisponde completamente al sentimento sentito. È infranta Laspontaneità, il sentimento immediato diviene, come sensibile, evidente, entrambi i livelli di sentimento cominciano a differenziarsi nella loro collocazione temporale. Colui che ama l'amore si ammira, si meraviglia, si arrabbia per se stesso come amante - per la maniera, per esempio, in cui compie gesti in accordo con ilpartner, non domina tecniche, manovra il suo corpo accostandolo al suo corpo - e viene contaminato. La problematica non può essere superata con l'ironia romantica; essa, più che mai, non risiede più nella riflessione pensante sul proprio interesse nell'amore; si è spostata sul restare identico dell'Io che deve sentire i sentimenti, amare l'amore, e questa identit~può diventare differenza per entrambe le parti e per ognuno nell'altro - con la conseguenza che viene messo in libertà ciò che, in quel momento, si sente come incatenato. (. ..) • ~ I::! .s ~ c:i... ~ °' ...... e ~ ~ ~ ~ ~ <u .o ~ ~----------------------------------------------------------------------------' .I::!
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==