Alfabeta - anno VII - n. 70 - marzo 1985

cetto dell'individuo, della sua definizione, data, ossia della separatezza e della indivisibilità. Lo sviluppo verso il mondo odierno, che dissolve l'antico concetto dell'individuo e impegna la parola in un nuovo significato, ha parecchi aspetti che devono essere accuratamente distinti poiché non solo vogliono dire qualcosa di fattualmente diverso, bensì pure si problematizzano reciprocamente. In primo luogo, nel passaggio da una differenziazione sociale stratificata ad una funzionale si perviene ad una più forte differenziazione di sistemi personali e sociali (cosa che, nel suo senso proprio, vuol dire: di differenze sistema/ambiente in luogo di sistemi personali o sociali). Motivo ne è ilfatto che, nella differenziazione funzionale, la singola persona può insediarsi non più in un solo sottoinsieme, bensì la si deve presupporre dal punto di vista sociale addirittura senza luogo. Il che vuol dire non solo che le persone stesse si distinguono ora per una maggiore diversità delle loro caratteristiche (cosa di cui si potrebbe benissimo dubitare), ma che, per il riferimento sistefnico dei sistemi personali si differenziano maggiormente i loro rapporti sistema/ambiente, sicché si deve trattare come caso del tutto accidentale (e non come caratteristica della specie) il fatto che ci siano persone che, nonostante ciò, presentino caratteristiche uguali. Questa tendenza verso la differenziazione, ben comprensibile nei termini della teoria dei sistemi teorico-sistemici, per la singola persona diviene sempre più un motivo per reinterpretare la propria differenza con l'ambiente (e nella dimensione temporale: la storia e il futuro di questa differenza) sulla base della propria persona, cosa per cui l'Io diviene il punto focale de~'esperire vivente e l'ambiente diviene relativamente privo di contorni. Per l'autoidentificazione come fondamento del proprio esperire vivente e agire non è più sufficiente, per conoscere l'esistenza del proprio organismo, avere un nome ed esserefissato con categoriesociali generali quali età, sesso, status sociale, professione. Piuttosto il singolo deve trovar conferma sul piano del proprio sistema dellapersonalità, e cioè: nella differenza dal suo ambiente e nella maniera in cui lo gestisce nella differenza rispetto ad altri. Allo stesso tempo, la società e le possibilità mondane da essa costituite diventavano molto più complesse e meno comprensibili. Ne deriva il bisogno di un mondo vicino ancora comprensibile, familiare, patrio (il senso press'a poco, insomma, dell'antico greco philos), di cui ci si possa ancora appropriare. Individualizzazione della persona e bisogno di un mondo vicino non corrono necessariamente in modo parallelo: anzi tendono alla contraddizione, poiché proprio il mondo vicino lascia all'individuo un margine di sviluppo minore che i macromeccanismi, fissati sul piano giuridico o monetario, politico o scientifico, di tipo impersonale. Perciò la «crescente individualizzazione delle persone» non è un concetto sufficiente per i problemi che, per l'individuo, sono da risolvere nel mondo moderno. Non ci si può ritirare semplicemente nella propria autonomia e nella implicita capacità di adattamento. Certo, anche questo, ma va aggiunto che la singola persona ha bisogno della differenza di mondo vicino e mondo lontano, della differenza di esperienze, valutazioni e modi di reagire, che valgono solo a livello personale, rispetto al mondo costituito anonimamente, che vale per tutti, per cogliere la immensa complessità e contingenza di tutto ciò che viene indicato come possibile. Il singolo deve poter utilizzare questa differenza per canalizzare l'informazione acquisita. Ciò è possibile solo quando, anche per l'elaborazione del vissuto e per la disposizione ad agire a livelli altamente personali sono pronte le conferme sociali e solo quando, per il conseguimento di queste conferme1 sono pronte forme socialmente convalidate. Il singolo deve poter ritrovare risonanza non solo in ciò che egli stesso è, deve trovarla anche in ciò che egli stesso vede. Si deve formulare la situazione di fatto in maniera così complicata per poter capire che ogni comunicazione, nelle occasioni di rilevanza massimamente personale, riguarda questo doppio aspetto dell'essere se stesso e del progetto mondano, e impegna quello che vi partecipa come alter ego in questo doppio senso appunto: per se stesso e per l'altro. Condizione per la differenziazione di un mondo privato comune diviene allora il fatto che ognuno possa portare con sé il mondo dell'altro (sebbene egli stesso viva in modo massimamente individuale), perché a lui stesso è assegnata una particolare posizione: in questo mondo dell'altro egli compare come colui che viene amato. Nonostante tutte le discrepanze possibili e assolutamente contrastanti tra la pratica dell'estrema individualizzazione e il bisogno di un mondo vicino - si pensi soltanto ai sentimenti di amicizia e di solitudine del XVIII secolo - è stato perciò sviluppato per entrambi i problemi un comune mezzo di comunicazione, utilizzando precisamente l'ambito semantico di amicizia e amore. La differenziazione di questo mezzo e la validità della sua semantica di fronte allaproblematica di fondo sono il nostro tema. La differenziazione acquista contorni più chiari nella seconda metà del XVII secolo. Essa poté a quel tempo basarsi su di una valenza propria, già riconosciuta, dell'individualità e sui compiti posti all'individuo in quanto tale,come padronanza di sé e controllo affettivo; ma non poté prendere le mosse dal fatto che gli individui si orientano in base alla differenza tra interazioni personali e impersonali e cercano una sfera per la comunicazione massimamente personale, intimo-familiare. E mancò del tutto, in una comunicazione ancora condizionata dalla stratificazione sociale, il bisogno di un mondo vicino da interpretare nel mondo. Come fu allora possibile, nonostante tutto, lo sviluppo di un particolare mezzo di comunicazione per la sfera intima? E come si è svolto? Questa questione - prima d'impegnarci in studi storici - deve essere elaborata, innanzitutto, con l'ausilio di una teoria generale dei mezzi di comunicazione generalizzati simbolicamente. Capitolo tredicesimo Amore romantico (. . .) Con tutti i progressi nella considerazione contestuale della sessualità, con tutto il favoreggiamento del sentimento, con tutto l'entusiasmo della intimità, nel XVIII secolo stagna lo sviluppo di un medium per i rapporti intimi; o, per lo meno, non assume, innanzitutto, cambiamenti importanti che cominciano a profilarsi. Restano, così, trascurate le tendenze non solo a pretendere l'amore nel vecchio senso di solidarietà fra i coniugi, bensì pure a proclamare l'amore appassionato come principio della scelta del coniuge, a pretendere, dunque, un matrimonio d'amore. Ciò viene prevalentemente ancora rifiutato nel XVIII secolo. Soltanto il motivo del rifiuto di non potersi amare riscuote ancor più attenzione (e con ciò è certamente aperta una importante breccia). Questo-problema può essere difficilmente riferito ad una differenza d'intendere l'aristocrazia e la borghesia, piuttosto è connesso al fatto che la famiglia era ancora concepita come unità che sopravviveva al cambio delle generazioni e, perc(ò, il matrimonio non doveva essere ammesso come fondazione di una nuova famiglia, bensì controllato come riproduzione della famiglia. Fino a tutto il XVIII secolo, perciò, la borghesia, alla «mancanza di morale» del ceto elevato, poté opporre solo l'insistenza sulla supremazia dell'uomo nel matrimonio e nella Vera Cruz 289, 1973 famiglia e sulla sottomissione della donna. Le idee su~'amore coniugale hanno un fondamento essenzialmente razionale. Esse poggiano sull'accettazione del posto nel quale si deve condurre la propria vita. Ne è un buon test il fatto che tìmore e amore non vengono considerati inconciliabili e ancor meno, poi, opposti - tanto nella relazione con Dio quanto nella relazione col padrone e nella relazione col padre di famiglia. Non dipende dallo sfogare le proprie passioni, ma dalla solidarietà sviluppata liberamente (e non in modo costrittivo o servile) in un ordine dato. E a ciò corrisponde la rappresentazione di un padrone che ama la sua proprietà: casa e possedimenti, moglie e figli. In questa comune struttura europea del dominio domestico le prime brecce vengono aperte in Inghilterra innanzi tutto. In Inghilterra questo è connesso col fatto che qui era diventata tema non tanto la posizione sociale della donna quanto piuttosto quella casalinga nello sfondo di un predominio religioso-gerarchico dell'uomo. Con analisi del tutto razionali e sensibili ai fatti psichici viene ricavata, in un primo movimento di riforma, l'uguaglianza di principio dei coniugi e la fondazione del matrimonio sull'amore, sulla ragione e sulla reciproca considerazione. «Love and peace» ne è la formula di Milton. Una famiglia, sana in questo senso, vale, per lui, come presupposto di ogni riforma de~'essenza dello Stato. Ciò bisogna avere di mira e non la mera riproduzione fisica dell'umanità; equesta differenza polemica rende, in primo luogo, superfluo lo spiegare meglio la formula «love and peace». Nello stesso Mi/ton essa è del tutto già legata a idee egualitarie, ma, al suo tempo, non è possibile imporre né queste né il programma del facile divorzio. Lo sviluppo specificamente inglese deve essere visto anche in connessione con l'avanzamento de~'economia finanziaria, in particolar modo con l'inclusione di proprietà terriera e lavoro nella integrazione monetaria del sistema economico. La vecchia idea, in realtà molto naturale, che si ama ciò che appartiene ad uno, perde con ciò la sua plausibilità. Non c'è assolutamente bisogno di negare qualità emotiva al vecchio amore della proprietà, che abbracciava casa e possedimenti, moglie e figli; il punto è che questa combinazione di legami personali e rappresentazioni possessive diviene più difficile con la crescente differenziazione funzionale dei due ambiti e, allafine, deve esserescreditata a livello semantico - anche questo, del resto, è un fenomeno che si estende alla nobiltà e alla borghesia, non è affatto specificamente borghese e non è nemmeno limitato alla gentry. Anche con la «industrializzazione» questo non ha niente a che fare, allo stato odierno delle conoscenze. Legami intimo-domestici e sforzi economici di sostentamento e guadagno devono essere concepiti come commitments di genere diverso, devono essere imputati a codici semantici diversi; e questo è già deciso prima dell'avviamento dell'industrializzazione. L'esigenza, che si afferma in primo luogo in Inghilterra, di una vita familiare intimo-personale si connette con un sentimentalismo morale di nuovo genere. Sotto ambedue gli aspetti, il rifiuto della sottomissione strutturale della moglie, il rifiuto anche del copiare la gerarchia politica all'interno della famiglia è la differenza che produce i soggetti (letterari). La più forte differenziazione strutturale di famiglia e dominio politico produce, dunque, da parte sua, la differenza semantica che accelera l'evoluzione del codice per i rapporti intimi. In ogni caso, è in questo sfondo istituzionale soltanto che si può capire l'intensità e il successo letterario della nuova semantica del sentimento. L'individuo, con ciò, non s'impone ancora pienamente. Gli si può concedere che voglia godere il suo amare, esprimere i suoi sentimenti, cercare e trovare la sua felicità - e tutto questo nell'altro; ma è un'altra cosa fondare su questo principio istituzioni quali matrimonio, famiglia, educazione. Un altro ostacolo sta nella concezione della stessa personalità individuale. Sebbene la letteraturasu temi dell'amore e dell'amicizia già all'inizio del XVIII secolo metta in rilievo che sono individui quelli che in tali rapporti cercano la loro felicità, con ciò non si intende dapprima molto di più che la negazione della condizione di ceto come punto di vista rilevante. Individuo si è nella misura in cui, in rapporti d'intimità sociale, non si dipende dal fatto che si sia nobili o borghesi. Passano in seconda linea la galanteria praticata solo nei ceti più elevati e la terminologia con cui, come presupposto per l'amicizia e l'amore, si erano marcati attributi specifici dello strato. Al posto della honneteté subentra l'onestà. Ma le caratterizzazioni restano generali. Anche la leggerezza, con la quale si cercano amici per corrispondenza, e il ritmo, con il quale si sviluppano le amicizie più intime, testimoniano che le caratteristichepersonali non giocano un ruolo troppo grande. Non si costruisce l'amicizia sulle caratteristicheche sono connesse solo con questo amico qui e lo distinguono da tutti gli altri. Soltanto nel corso del secolo, lo spazio di vuoto semantico, che viene tenuto a disposizione da questa rappresentazione dell'individuo astraente solo da vincoli di ceto, viene arricchito e riempito sul piano del contenuto. Soltanto per gradi ricrescono le visioni negli incisivi influssi dell'ambiente, del milieu, de~'educazione, dei viaggi, delle amicizie, e soltanto allafine del secolo (e, propriamente, solo nellafilosofia tedesca) vengono trovate quelle formule radicali che affermano la mondanità dell'Io e la soggettività dei progetti mondani. Soltanto in questa antropologia filosofica e nella letteratura romantica che ne è influenzata la concretezza e la unicità dell'individuo vengono proclamate principio universalistico. Due anime sono, per essa, due mondi. Anche Mme de Stael trova il modo di pervenire a simili formulazioni; anche a lei l'amore appare come accrescimento di tutto ciò che è rilevante attraverso il riferimento ad un altro uomo. Il Romanticismo tedesco contemporaneo passa tuttavia dal re/azionamento del mondo ad un altro alla rivalutazione del mondo attraverso un altro. Al raffinamento psicologico, che riguardava solo le persone stesse e il loro trattamento, segue ora una sorta di soggettiva apertura-mondana. Il mondo degli oggetti, la natura divengono terreno di risonanza dell'amore. Se si confrontano romanzi dell'inizio del XVIII secolo con quelli del XIX secolo, passa in seconda linea il dialogo degli amanti; viene completato o quasi sostituito dall'incantesimo degli oggetti nei quali gli amanti, in reciproco riferimento, sperimentano il loro amore. Se l'amore vive talmente del suo proprio spazio d'esperienza, a cui gli amanti si consegnano - e proprio questo è amore - sarà allora difficilmente possibile raccordare qui una teoria dello Stato o una teoria dell'economia ma il concetto corrisponde precisamente a quello che ci si può aspettare come amore, come adesione senza riserve alla unicità del mondo (e non soltanto delle qualità) dell'altro. Così l'ambito tematico, che può essere associato con l'amore, viene ampliato e, allo stesso tempo, condotto ad un principio centrale. L'amore non dipende più soltanto da un mettere in evidenza le qualità fisiche e morali. Anything goes - anche se la letteraturaborghese preferisce una semantica del pane scuro, la vita familiare, il giardino, ecc. Il mutamento non sta unicamente nelle situazioni, nelle immagini, nelle occasioni, che fanno diventare l'amore osservabile e descrivibile; esso sta nella loro espansione e riduzione. Le complicazioni, che ci si era procurate quando si cominciò a cogliere l'amore nella riflessività sociale, devono ora essere ancora una volta superate. Soltanto così si giunge al Romanticismo, la cui semantica dell'amore si riferisce ad

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==