Alfabeta - anno VII - n. 69 - febbraio 1985

improvvisamente visuale ed atten- vità di sfioramento; di navigazione te lasciano sospetti, perché le posi- letteratura ha una forte importan- possibilità di allinearmi accanto zione, addita e sembra afferrare all'esterno è molto importante. zioni, gli interventi metaconvegno, za, perché dobbiamo andare a cer- agli altri amici e a colleghi in un l'essenziale: 'Rimase l'inspiegabile Non perché si voglia evitare di af- sono sempre un poco prepotenti; care nella letteratura quelle figure esercizio, ed è questo quello che montagna rocciosa. - La leggenda frontare il discorso forte dei mass perché in ogni caso uno si mette in che una certafilosofia ha così spo- secondo me è stato importante, per tenta di spiegare l'inspiegabile. Sic- media, soprattutto della TV, ma una posizione, così, trascendente; destato, dobbiamo andare a cerca- tentare la via di nuovi testi. come proviene da un fondo di veri- affrontarlo di petto potrebbe ·voler e cade anche in un vizio logico, re cioè nei romanzi quelle figure Io ritengo di aver fatto nei miei tà, deve terminare nell'inspiegabi- dire rimanere stritolati e quindi si quello che noi filosofi chiamiamo i metafisiche (io non sono metafisi- interventi un lavoro mo[tQteorico le'». sperimentano percorsi a/ternativi, circoli viziosi o le definizioni im- co), cioè quelle situazioni focali ed anche molto letterario; ma per La montagna rocciosa, metafora fuori dalle rotte prestabilite, certa- predicative, per cui uno parla di della riflessionefilosofica che sono me è filosofia; non saprei dire del senso, della realtà, che rimane mente più sicuri per le lepri della una cosa di cui però fa parte. E ora state espunte dai testi filosofici. In quanto è più letteratura quanto è intangibile, ma rimane là, c'è, la letteratura, perché altrimenti ver- mi spiace che l'onorevole senatore breve, andiamo a cercarela meta/i- più filosofia, me ne infischio se sia vediamo, lapossiamo indiçare, ad- rebbero raggiunte rapidamente e Arbasino sia là al Parlamento, al sica nei romanzi e io per esempio filosofia o letteratura, perché quel ditare, non raggiungere. E appun- sbranate dai cani. Senato, afare una leggt:nella quale nella prossima settimana discuterò che conta è quel che si vuol dire, e to questa metafora della montagna Segnalo anche un interessante penso che forse farà diversamente nel mio dipartimento di filosofia quel che si vuol dire è il senso delche viene da Paolo Del Colle per intervento di Remo Pagnanelli del- da quello che ha fatto ieri qui, do- Joseph Conrad e Ingeborg Ba- la letteratura. definire il senso della letteratura. la rivista Verso, ha un linguaggio ve, avendo fatto un intervento bre- chmann, perché? Perché si ravvi- Il problema è soprattutto qui ne/- Successivamente tenta una definì- qbbastanza duro. Segnalogli scritti ve, in sede di discussione·ha detto sano delle importanti figure catego- l'interno, cioè il problema è che gli zione dell'uso della tradizione, ma di Antonio De Lzsca, e poi un bre- poi «ma non è stato fatto questo, ria/i dentro dei testi che sono emi- scrittori e i poeti-siano critici, che non della tradizione appunto gene- ve intervento di un simpatico per- non è stato fatto quell'altro». Ciò nentemente letterari. producano un'opera attraverso un ricamente intesa; evidentemente sonaggio genovese, Ettore Bones- appunto evoca quelle antinomie lo- Oso molto, forse, ma per me il autoesercizio critico, e questo pasPaolo Del Colle sceglie la sua tra- sio di Terzet, chepubblic(! una gra- giche in cui uno parla di una totali- senso della letteratura, e per me fi- sa per vie teoriche, passa per riflesdizione. Come ricordava ieri San- ziosa rivista, Il Cobold. E il cobol- tà di cui però fa parte, e di cui do- losofo, epistemologo, teorico, ec- sioni di teorie della letteraturaeper guineti non è possibile parlare del do o il fato inteso come maschio vrebbe quindi assumersi la respon- cetera, significa eventualmente il riflessioni critiche sulla tradizione rapporto tradizione-avanguardia dellafata. Noi diciamo sempre fata sabilità. tentativo (parlofuori di valutazioni passata. Spero ché non ci sia bisose prima non si definisce a quale al femminile, ci diméntichiamo, e Quanto al teorico, all'insegna e quindi continuo a parlare di me gno di ricordare ancora una volta tradizione un'avanguardia si riferì- questo è proprio della tradizione dei fraintendimenti, alcuni hanno senza che vi sia pregiudizio di au- quel notissimo passo delle Verwirsce. Prima bisogna individuare i inglese, che ci sono anche i fati o parlato di «pesantezza degli inter- tocompiacimento, narcisismo, rungen des Zoglings Torless, cioè bersagli e dopo quei bersagli even- coboldi (Shakespeare, Sogno di venti teorici», ecc. Il fatto è che c'è ecc.), per me significava anche ten- I turbamenti del giovane Torless, tua/mente colpire. Si trattadi un'o- una notte di mezza estate). Il co- teoria e teoria, oppwe false sofisti- tare un nuovo tipo di testualità. Vi dove il problema dei numeri immaperazione limitata in due sensi, la boldo è un omuncolo apparente- cate teorie. L'intervento teorico sono aspettifigurativi o metaforici, ginari è qualche cosa che viene a tradizione è infatti articolatain in- mente debolissimo. Rimaniamo non ci sta affatto male, in una va- allegorici, che sono propri, detto coincidere coi problemi della sa/- finite, possibili tradizioni. nel cerchio della debolezza pro- rietà di significati. Certamente molto grossolanamente, del testo vezza, della destinazione dell'aniEcco, Paolo Del Colle individua grammata, cosciente, e il coboldo quello che annoia e che io credo letterario, con dei problemi che in- ma e della teologia, per cui cavalla tradizione che lo interessa so- gioca scherzi agli umani, burle per appaia mortifero, proprio mortife- vece hanno anche una fisionomia care i numeri immaginari in cui si prattutto nei sentimenti alti; i senti- lo più innocue, si rifugia nel sotto- ro agli scrittori e ai poeti è, dicia- concettuale più generale. Quando parte da numeri reali, poi facendo menti alti sono gli unici, secondo bosco, si può nascondere tra i ce- mo, quell'intervento teorico un po- ieri mattina parlavo come situazio- l'arcata di numeri immaginari, che Qel Colle, a interessare la poesia. spug/ietti, sotto una pianta di mir- co standard in cui ci sono raffiche ne esemplare di un uomo davanti non ci sono, che non corrispondoE un ritorno al classico, non neces- tilli. Il Cobold è una rivista molto di citazioni di Benjamin e Adorno al mare e di tutta la cultura che ha no a valori reali, però poi si approsariamente neo-classico. A partire viv~~e, tiene fede al suo nome. Ri- e_cc~terau,na dop? 1~: lt~a,epoi pe- accatastatodentro di sé, io cercavo da ali'altra sponda dove ritroviada determinati sentimenti fonda- ~,w..._M,.._._...._M,..W*-~M•W-*~-~-,...._.~-*~M.,...-.*-~M,..W*~MWW*M"W*~,._.,.._.,._.._ mo valori reali, questo corrisponmentali dell'esistenza, che io nobi- ' Letterad·1Bales1,·1n·1 : de anche ad una specifica tensione lito già con la mia scelta, comincia del nostro animo. la poesia. Naturalmente ho qual- ' che obiezione da fare, perché i : maestri del nostro secolo hanno di- • Sulconvegno mostrato che anche i sentimenti di sensodellaletteratura» considerati infimi possono essere (Palermo8,-10novembr1e984) trasfiguratida un linguaggioartisti- Notiziabibliograficdai stampa. co. Perfino un pissoir diventa una M.Bua, «LanuovaSardegna» 3/10/84; scultura se Duchamp la prende e la Palermo, 7 novembre 1984 : tu;if!fiì, «!~:~~~~s!~» s4/i\~1:/s~ mette su un piedistallo, e resiste, Da Parigi, ore 19.00 Bonura, «Avvenire» 6/11/84; L. Paodopo cinquant'anni. Comunque è Protestoperché, mentre sono libero da ogni accusa penale ed ho intenzione di partecipare al convegno «Il tozzi,«l'Unità» 7/11/84; P. Mauri, «La una posizione precisa quella di , senso della letteratura»di Palermo, ciò non è possibile perché da cinque mesi senza motivo non mi viene ' Repubblica» 7111814 ; G· Marrone, Braci; poi bisogna leggere le loro , concesso il passaporto. «Giornaledi Sicilia» 7/11/84; F. Gampoesie. Rico rd iamoci di una ele- , E cioè sono di fatto impedito a svolgere la mia attività di intellettuale in Italia. ' baro, «L'Ora» 7111184; S. Cesari, «Il mentare verità, che tra progetto e I li l l d , manifesto» 9/11/84; F. Gambaro, Invito gli atri inte ettua i presenti a Pa ermo a unirsi a questa mia protesta. , «L'Ora» 9/11/84; M. De Luca, «L'Aopera c'è una distanza inçinita. A ·1 • 1· t ,ç_ d t d' • • d' • :J' _uguroi mig wre successo a ques o convegno, sono pro 1on amen e ispiaciuto i non poter partecipare. vanti!» 9/11/84: E. Regazzoni,«EuroQuando Sanguineti dice: «biso- Buon lavoro. peo» 10/11/84; G. Massari,«IlGiornagna sabotare la letteratura»voglio : Nanni Balestrini le» 10/11/84; N. Orengo, «LaStampa» sapere come fa, come opera quan- i 10/11/84; F. Durante, «Il Mattino» do mette in atto questo presunto 10/11/84; P. Melati, «Cronache» sabotaggio. Sanguineti precisa: sa- , 10/11/84; S. Troisi,«IlGiornaledi Sicipere bene come scrivere male. Ma ' lia» 11/11/84; G. Marrone,«Il Giorna- /ui non scrive affatto male, scrive , le di Sicilia» 11/11/84; G. Marrone, «Il benissimo. Infatti dice: un sabota- Firme di adesione Lavoro» 11/11/84; A. Arbasino, «La d b·t· • A Fabrizio Garghetti, Jon Snyder, Giovanni Giovannetti, Adriano Spatola, Severino Cesari, Repubblica» 11-12/11/84; F. Gambaro, tore eve essere a i issimo. que- , «L'Ora» 12/11/84; G. Massari, «Il sto punto mi pare che tutto il di- Antonio Tabucchi, Giuseppe Conte, Eleonora Fiorani, Paolo Bertetto, Marco Leva, Angelo Guglielmi, G' 1 13111184 S S r L s· . Sco ..so risc· hi'di' tornare su se stes.~o Roberto Di Marco, Giovanni Giudici, Francesco Leonetti, Lucia Re (UCLA), Cesare Viviani, : JOrnae» ; • ca ia, « a ici- ,. , lia» 13/11/84; E. Seminara,«LaSicilia» e di annullarsi. È interessante la Christian Descamps, Antonio Porta, Niva Lorenzini, Romano Luperini, Gianni Sassi, Guido Guglielmi, 13/11/84; A. Porta, «Corrieredellasesua provocazione, ma l'opera va Maurizio Ferraris, Nadia Fusini, Carlo Formenti, Stefano Agosti, Giorgio Celli, Biancamaria Frabotta, ' ra» 13/11/84; G.C. Ferretti, «l'Unità» da un'altra parte. L'opera va Paola Nobile, Edoardo Sanguineti, Carla Vasio, Maurizio Cucchi, Elio Pagliarani, Aldo Gargani, ' 14/11/84; C. Sughi,«Il Restodel Carlisempre da un'altra parte, si potreb- Giancarlo Ferretti, Milo De Angelis, Giovanni Raboni, Gigliola Nocera, Alberto Boatto, no» 14/11/84; G. Bonanno,«L'Avvenib d' t f' d't Francesco Muzzioli, Arnaldo Pomodoro, Michelangelo Coviello, Giancarlo Majorino. re» 15/11/84; G. Conte, «La Stampa» e ire, come sos engono g i e i 0 - _ _ in Tuttolibri 17/11/84: O. Del Buono, ri di una nuova cooperativa edito- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - «LaStampa»inTuttolibri 17/11/84; o. ria/e di Reggio Emilia, che si chia- ferisco una frase di Bonessio: «Il rò non si vede dietro di esse la per- di produrre non un intervento per Calabrese,«Rinascita» 24111184 n. 46; ma Aelia Laelia. Già il nome è un poeta non è lo strumento dellapoe- sona che ha utilizzato questi ingre- un convegno di letteraturadove un R. Luperini, «Rinascita» 24/11/84 n. evocativo, tra l'infantile e il favo/i- sia». Il poeta, vuol dire, non subi- dienti, non solo per fare un discor- filosofo viene infilato o si insinua, 46; A. Porta, «La Stampa»in Tuttolistico. Beppe Sebaste, ideatore e di- sce lapoesia, né deve subirla, caso- so in proprio, ma per dare un poco ma dove trova la situazione; e io bri 24/11/84; M. Corsinovi,«LaNaziorettoredi questa iniziativa editoria- mai deve fuggire dallapoesia efar- carne, sangue, polpa alla teoria... ringrazio per questo di esserestato ne» 7/12/84. (Non abbiamoovviamen- /e, insiste proprio su questo, pun- si raggiungere in questo gioco fin- Perché la teoriapare mortificante e invitato a questo convegno, perché te qui registratoi pezzidi cronaca.) tando su una attività che lui defini- guistico. Pound diceva che la poe- mortifera? Quando appunto è affi- mi ha dato l'opportunità di poterlo sce debole rispetto a quella forte, sia nasce come opposizione alla data a questi interventi standard, fare e raramente me lo dà un conegemone della letteratura, della poesia o come critica alla poesia, secchi, che si celano dietro le cita- vegno di accademici, alla maggiopoesia o della cultura in Italia. Tra intesa come tradizione forte, dun- zioni, dietro gli assiomi, i presup- ranza dei quali mi tocca ahimè di i forti accomuna, a torto o a ragio- que come opposizione critica alla posti ipotetico-deduttivi, ecc. ecc. prender parte; mi ha dato l'opporne, l'Enciclopedia Einaudi e Alfa- • poesia che ci viene data. La poesia Ma questa è la cattiva teoria! tunità di produrre un nuovo tipo di beta. si fa debole per poter rinascere e il E per esempio (mi spiace molto testualità, pessima, sciagurata per Il nostro discorso lo f'1teressama poet(Jnon può subire o prendere il parlare di me) nel mio intervento di riprendere l'aggettivo che ha usato lo vuole schivare, cioè paventa gli peso di tutta la poesia sulle sue ieri mattina io non ho nominato Mauri sulla Repubblica parlando schiacciasassi. Non ha tutti i 'torti. spalle. nessuno; ho fatto un intervento teo- del convegno. Ma non importa Allora, come dire, l'atto del 'debo- Per concluder_emi auguro che il rico, certamente, perché non sono niente, non mi importa delle valule' è quello appunto di scansarsi, di rapporto di collaborazione tra le uno scrittore, ma ho cercato di ca- tazioni, mi importa del tipo di rinascondersi, di fuggire nel canne- riviste, che si è instaurato a partire larequesto interventoteoricodentro cerca. to. Aelia Laelia persegue questo da questo convegno, possa conti- una fisionomia che avesse anche E giustamente Porta e gli altri Nota bene programma, e pubblica opere, nuare. Bisogna mettere a punto gli una maggiore concretezza di rilie- colleghi qui hanno parlato anche operine, opuscoli, che abbiamo in strumenti perché questo possa ac- vo su un piano di scrittura; questo proprio di un convegno di ricerca sé questo senso dellafuga, dellafu- cadere, e cercheremo di farlo. , mi pare il teorico che può in una perché, per esempio, per me signiga controllata, dello schivare, della certa dimensione (non è l'unica) ficava, dalla posizione particolare debolezza assunta come program- Àldo Gargani. anche afferire a un convegno come in cui mi trovavo, laproduzione di ma. Del resto lo saprete, lo saprete Se sia filosofia O lettentura questo sul senso della letteratura. un certo tipo di testualità, non vosenz' altro, uno dei dibattiti che og- Perché? Perché è noto che adesso glio dire che sia nuova, non mi vogi sta appassionando molti in Italia ci sono molti travasifra letteratura glio attribuire dei meriti di questo è proprio questa opposizione fra e filosofia; negli Stati Uniti diparti- genere, ma per me era importante pensiero debole e pensiero forte. Si menti di linguistica hanno fatto ir- di produrre e di fare, insomma, coidentifica il pensiero forte nella tra- ruzioni nei dipartimenti di filosofia me dicevo ieri, ripetendo una batdizione metafisica, si identifica il al punto da indurre filosofi, venuti tuta di un grande cosmologo amepensiero debole nella negazione di dal training analitico, a rimeditare ricano, il passato cambia. 9.uestaegemonia. Però il pensiero proprio sulla testualità letteraria, E che il passato cambia significa aebole è sostanzialmente una meta- sulla letterarietà e a un bel mo- che la filosofia, per esempio, o le fora, non è affatto debole il pensie- mento anche sulla ricercafilosofi- teoriepossono, anche per un indeNella serata del giovedì 8 novembre, nella stessa sala dell'Hotel delle Palme dove si teneva il convegno teorico «Il senso della letteratura», sono stati letti testi letterari inediti da parte di alcuni scrittori invitati al convegno, con loro libera scelta di svolgere tempestivamente questa lettura. C'era lo scopo di un primo laboratorio di ricerca, con informazione reciproca (e non di intrattenimento del pubblico); tuttavia non si è trattato di una parte organizzata, o pre- ~ cisamente prevista, del convegno >o:: stesso; inoltre alcuni scrittori han- ~ no riletto alcune proprie cose già .s edite (e ricordiamo fra questi Elio ~ Pagliarani, che pur non interve- c::i.. nendo nel dibattito ha partecipato ~ alle giornate del convegno). I testi ...,. letti, dunque, non avevano un .9 nesso voluto col tema o con _gliar- ] gomenti svolti a Palermo; e non .Q vengono pubblicati in questo ~ «Supplemento>>.E però, nel pros- ~ simo numero di Alfabeta, marzo i:: 1985, ne daremo alcuni, secondo -l:! <U la scelta degli autori stessi, per ,.Q ro debole. Il pensiero poetico è ca. Proprio per questo intreccio, e bolimento che oggi subiscono dei sempre per definizione «debole», per ilfatto che per esempio noi filo- loro vari assetticoncettuali di base, rifiuta l'egemonia. Aelia Laelia è I ntendo dire delle cosemolto ra- sofi certe volte ci s~ntiamo un po' avviarsi verso nuove destinazioni, alla ricercadella debolezza al mar- pide e però anche molto con- stanchi di certi apparati categoriali verso nuovi destini di testualità. lo gine di questo pensiero, che fonda vinte. E cioè che naturalmente che sembrano un po' mortiferi, e per esempio sono stato molto concome debole. le valutazioni metaconvegno, come abbiamo bisogno di passare per tento di aver preso parte a questo Oggi l'attività di margine, /'atti- sono emerse ieripomeriggio, a voi- delle circonvoluzioni nelle quali la convegno, perché per me è stata la l'interesse loro proprio e per !'oc- g r;::s casione in cui sono stati letti, co- .9 minciando con una poesia manda- 5 ta da Andrea Zanzotto, come atto !:: di partecipazione all'iniziativa di ~ ~krmo, t ::s ..,

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