Non si spaventi il lettore, non intendiamo infliggergli una dissertazione su quanto pubblicato sulla nostra stampa circa geli e nevicate che hanno contrassegnato l'inizio d'anno della penisola. Non perché, magari, l'argomento non possa offrire qualche. delizia semiosociologica, ma perché (da quando abbiamo chiuso a metà dicembre la nota precedente sul disastro di Bophal) altri fatti e flagelli hanno colpito il nostro paese. Un'altra strage su un treno, le ennesime polemiche su piste perdute e servizi cosiddetti segreti, altri misteriori assassinii a sfondo più o meno politico, l'avvio (dopo tre lustri) dell'ennesimo processo sulla prima delle stragi, quella di Piazza Uno degli aspettipiù «divertenti» di una ondata di innovazioni tecnologiche è che essa pone in grado di immaginare, con una certa credibilità, mondi possibili e venturi, del tutto coerenti con le tecnologie attuali e con i loro prevedibili sviluppi. Ed è curioso notare come, da premesse molto simili, si possa giungere a costruire mondi per molti versi opposti. Ciò accade non solo con inguaribili sognatori o con futurologi domenicali, ma anche con autorevoli e competenti osservatori. Prendiamo come esempio due libri recenti, che hanno avuto una certa eco nella stampa anglosassone. The 2024 Report: A Concise History of the Future 1974-2024 di Norman Macrae è stato ospitato (in estratto) in tre pagine dal quotidiano Times, nello scorso settembre (ne parlò, in Italia, La Gola, ottobre 1984). Norman Macrae, ascoltato vicedirettore del prestigiogo The Economist, ha scritto un libro pieno di spirito, dove si traccia, appunto, una «concisa storia» del mondo dal 1974 al 2024. Ma non si tratta di un libro soltanto spiritoso. È da ricordare che l'autore scrisse, nel 1976, un famoso «survey» dell'Economist, «The Coming Entrepreneurial Revolution», nel quale si prevedeva il declino delle grandi burocrazie pubbliche e private, a causa di una nuova «rivoluzione imprenditoriale», appoggiata alle nuove tecnologie e a microimprese in grado di sfrutta.me a fondo la flessibilità. Oggi, lo slogan «piccolo è bello» è addirittura una stucchevole (e forse ingannevole) banalità, ma proprio per questo il «survey» di Macrae Giornale dei Giornali Maltempoe altro Index - Archivio Critico dell'Informazione Fontana. E ancora, se non bastasse: il grande «affare» macropoliticoeconomico della Mediobanca; l'inizio del «semestre bianco» che porterà alle elezioni amministrative e all'elezione del Presidente della Repubblica; il processo d'appello per il «caso Moro» in pieno svolgimento ... L'elenco, del tutto incompleto, giustifica, ci sembra, che qui si intenda «maltempo» innanzitutto, molto scolasticamente, come mala tempora. Abbia pazienza il lettore: la nostra rubrica, come il giornale che la pubblica, attraversa il suo settimo anno, proverbiale portatore di crisi coniugali. Anche il nostro rapporto con questa rubrica, com'è nella natura delle cose, si è un po' logorato. Non del tutto per colpa dei curatori: negli anni trascorsi troppo spesso abbiamo dovuto occuparci dei Misteri d'Italia, delle nuove puntate del mostruoso «romanzo» che tesse e disfa la vita pubblica (e non solo quella pubblica). Dopo la strage del 23 dicembre scorso, dopo aver letto decine e decine di articoli e commenti, dovremmo ora fornire al lettore qualche apporto di analisi, di documentazione e, chissà, di sintesi su ciò che i media hanno detto. C'è da chiedersi se bastino una decina di cartelle e le nostre limitate risorse ermeneutiche. Forse sì, come ce le siamo fatte bastare altre volte. Forse quello che manca veramente è la voglia di ripetere coIndice della comunicazione se dette (e lette) già troppe volte. Non si tratta di un atteggiamento di stanchezza e di dimissione. È che siamo sempre meno convinti che sia appropriato prendere sul serio questi Misteri d'Italia, che ormai di misterioso hanno ben poco agli occhi degli italiani più onesti e anche sol mediocremente informati. Vediamo di spiegarci meglio. Probabilmente, al riguardo di tali Misteri, non sono i dettagli - pur importanti - a contare: la storiografia potrà (se lo potrà) recuperarli fra qualche decennio. Basterebbe la vicenda processuale di Piazza Fontana a mostrare che, in fondo, trenta o quarant'anni non sono poi un tempo così lungo! Quanto conta sapere, tra mille dubbi, che Caio o Sempronio era connivente - nel capitolo XII e XIV del «romanzo» - con il servizio segreto XY o XZ, a sua volta collegato con la Cia o il Kgb o con gli arabi o con gli israeliani? Non perché ciò non importi, ma perché, nelle grandi linee, queste cose le sappiamo a memoria, bisogna darle per acquisite, non è possibile far finta che ogni volta sia la prima volta. Ogni pezzetto di verità, anche spurio, è benvenuto. Ma occorre guardarla anche in faccia per intero questa verità, questo mistero così poco misterioso, senza farsi abbagliare dall'enormità del suo contorno, senza attendere che dalle stanze del potere (di qualche Neoturi~!J A!o l!.!!!figiani? In queste poche righe è impossibile restituire il nocciolo dei due libri, ma vale la pena - rispetto a quanto si diceva a/l'inizio - mettere in rilievo alcune premesse comuni e due punti di arrivo del tutto divergenti. Macrae e i due docenti del MIT condividono, essenzialmente, la convinzione che le nuove tecnologie elettroniche, informatiche e telematiche possono segnare lafine della produzione industria/e di massa, delle strutture gerarchiche giganti, e di molte altre cose che si fondavano su di essa. di società che potrebbe nascere da questa nuova tipologia economica, stranamente, le strade si diramano in direzioni opposte. Per Macrae, lo Stato tradizionale è destinato ad essere minato dal radicale neo-nomadismo dei «telelavoratori»: i terminali computerizzati di comunicazione personale renderanno possibile a un numero crescente di imprenditori-lavoratori la totale separazione fra centro «produttivo» e luogo di residenza. Ne conseguirà che la gente «voterà con i piedi», andandosene ad abivolta a favo re di una rinnovata «yeoman democracy», cioè di una democrazia di «piccoli proprietari di terra», che in .questo caso sono proprietari di una tecnologia neoartigianale, il cui humus naturale è fornito dalle comunità territoriali (l'esempio di Silicon Valley non è evidentemente estraneo a questa visione). Dunque, in entrambi i casi, un netto distacco dalle nozioni obsolete della proprietà e dello Stato; ma, da una parte, in una dimensione aterritoriale, «turistica» e individualogie di informazione e di comunicazione. Le medesime tecnologie sono invocate da Macraeper sostenere una «post-società» nomade, collegata da una rete planetaria, e dai due americani per sostenere una «neo-comunità», dove il territorio comune rende possibile la «specializzazione flessibile», poiché «le imprese dipendono l'una dall'altra per la condivisione delle abilità, della conoscenza tecnica, dell'informazione sulle opportunità, della definizione degli standard». È difficile stabilire da che cosa derivi tanta diversità nel «proiettare» le tecnologie attuali in avanti e quale delle due tesi siapiù plausibile. Potrebbe anche darsi che le due ipotesi si rivelino, al fondo, complementari, più che opposte. Non è a questo livello superficiale di trattazione che conviene parlarne. Conviene invece sottolineare un altro aspetto, non del tutto nuovo, ma forse troppo trascurato: l'incidenza che questi «miti tecnologici del futuro» possono avere nel modellare le effettive tecnologie e i futuri effettivi. Per certi versi, una «profezia» non è buona tanto per l'esattezza delle sue previsioni, ma soprattutto per la sua capacità di autoavverarsi, modellando aspettative e scelte collettive. Forsehanno ragione Piore e Sabei ne/I'avanzare la tesi paradossale che la produzione industriale di massa non fu dettata dalla tecnologia, ma da una specie di «incidente storico»; ciò che apparve come un mutamento di rotta della storiapotrebbe rivelarsi solo un'ansa nel percorso del fiume. che, all'epoca, destò un certo eia- Lucien Sue!, lsbergues, Francia Norman Macrae more, merita di essere tenuto pre- The 2024 Report: A Concise Hi- ~ sente nel leggere The 2024 Report. Entrambi i libri prospettano tare in quelle parti del mondo dove listica, dall'altra in una dimensione story of the Future1974-2024 1:1 Il secondo libro, da poco uscito un'economia sempre più affidata a le condizioni di vita risponderanno comunitaria, territorialmente radi- Sidgwick Jackson, 1984, ls 9.95 -~ negli Stati Uniti, si trova invece microimprese cooperative, «amica- maggiormente al gusto individuale. cata e cooperativistica (che fa par- ripreso in The Times c., ampiamente recensito nel più noto li», basate su gruppi omogenei Ne nascerà ogni sorta di «comunità lare Business Week di «una visio- 3-5 settembre 1984 1- ~ settimanale economico americano, quanto flessibili nello sfruttare le politiche provvisorie»: complessi ne utopistica», «vaga in modo fru- ~ Business Week. Ne sono autori opportunità tecnologiche. Il picco- alberghieri, comuni autogestite o strante e quasi-socialistica»). Michael J. Piore, -9 due docenti del MIT, Michae/ J. lo «gruppo imprenditoriale» di «unità di vicinato» regolate da quo- Certo, si potrebbe scomodare la Charles F. Sabei ] Piore e Charles F. Sabei. Il titolo, Macrae (riedizione ipermoderna te assicurative. Nell'insieme, l'uni- buona memoria di Tonnies e ripen- The SecondIndustriaiDivide: ~ The Second Industriai Divide: del primordiale Branco di Caccia- tà politica elementare «esplode» a sare l'eterna oscillazione fra «co- Possibilitiesfor Prosperity 01 10 Possibilities for Prosperity, può es- tori) ha molte parentele con il livello planetario secondo traietto- munità» e «società». Qui però /'.o- Basic Books, 1984 i:: sere approssimativamente tradotto: «gruppo neo-artigianale» di Piore rie puramente individuali. scii/azione è veramente forte, date pp. 355, $ 21.95 S «Il secondo bivio ind~triale: le e Sabei. Quando però i due libri Anche per Piore e Sabei, lo Stato le premesse, e fa pensare ai diversi recensito in Business Week ~ possibilità della prosperità». cercano di immaginare il modello tradizionale deperisce, ma questa «modelli interpretativi» delle tecno- 14 gennaio 1985, p. 6 ~ _____________________________________________________________________ __.-a;
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