Alfabeta - anno VII - n. 68 - gennaio 1985

René de Ceccatty. Lei è un cinquantenne. È lettoredi ungiornale gay che esisteda due anni. L'insieme dei suoi discorsi è una cosapositiva per lei? Miche/ Foucault. È positivo e importante che il giornale esista. Quello che chiederei è di non dovermi porre, leggendolo, la questione della mia età. Ma la lettura del giornale mi obbliga a pormela; e non sono stato molto contento del modo in cui sono stato indotto a farlo. Molto semplicemente per me non c'era posto. D. Forse dipende dall'età dei collaboratori e dei lettori: tra i 25 e i 30 anni. Foucault. Certo. Più è scritto da giovani, più concerne i giovani. Ma il problema non è quello di far posto a un'età vicina a un'altra, ma di sapere cosa si può fare in rapporto alla quasi identificazione dell'omosessualità con l'amore fra giovani. L'amicizia Un'altra cosa di cui bisogna diffidare è la tendenza a ridurre la questione omosessuale al problema del «Chi sono io? Qual è il segreto del mio desiderio?» Forse è meglio chiedersi: «Quali relazioni si possono stabilire, inventare, moltiplicare, modulare attraverso l'omosessualità?» Il problema non è di scoprire in sé la verità della propria sessualità ma piuttosto di usare ormai la propria sessualità per svilupeare una molteplicità di relazioni. E questa la vera ragione per la quale l'omosessualità non è una forma di desiderio ma qualcosa di desiderabile. Dobbiamo quindi insistere a diventare gay e non a ostinarci a Unostiledivita riconoscere che siamo omosessuali. Lo sviluppo del problema dell'omosessualità sfocia nel problema dell'amicizia. D. Lo pensava già a vent'anni, o l'ha scoperto nel corso degli anni? Foucault. Per me aver voglia di ragazzi è sempre stato aver voglia di avere delle relazioni con i ragazzi. Per me è sempre stato qualcosa d'importante. Non necessariamente sotto la forma di coppia, ma come questione di esistenza: com'è possibile per degli uomini stare insieme? Vivere insieme, condividere il loro tempo, i loro pasti, la loro camera, i loro divertimenti, le loro tristezze, il loro sapere, le loro confidenze? Cosa significa questo stare tra uomini, «a nudo», al di fuori di relazioni istituzionali, di famiglia, di professione, di cameratismo obbligato? È un desiderio, un desiderio-inquietudine che esiste in molte persone. Conversazione con Miche/ Foucault D. Si può dire che il rapporto che si ha con il desiderio e il piacere, e con la relazione che si può avere, dipende dall'età che si ha? Foucault. Sì, profondamente. Tra un uomo e una donna più giovane, l'istituzione facilita le differenze di età; le accetta e le fa funzionare. Due uomini di età notevolmente diversa quale codice avranno per comunicare? Sono uno di fronte all'altro, disarmati, senza parole convenzionali, senza niente che li rassicuri sul senso del movimento che li porta l'uno verso l'altro. Hanno da inventare dalla A alla Z una relazione ancora senza forma, e che è l'amicizia: vale a dire la somma di tutte le cose attraverso le quali ci si può far piacere l'un l'altro. Il '8tere d'inquietudine E una concessione fatta agli altri di non presentare l'omosessualità che sotto la forma di un piacere immediato, di due ragazzi giovani che s'incontrano per strada, si seducono con uno sguardo, si mettono la mano al culo e se la spassano in un quarto d'ora. Abbiamo qui una specie d'immagine pulitina dell'omosessualità, che perde così ogni virtualità inquietante per due ragioni: corrisponde a un canone rassicurante della bellezza, e annulla tutto ciò che ci può essere d'inquietante nell'affetto, la tenerezza, l'amicizia, la fedeltà, il cameratismo, l'essere compagni, cose a cui una società che ha toccato il fondo non può dare spazio senza temere che si formino delle alleanze, si annodino linee di forza impreviste. Penso che sia questo a fare del1' omosessualità qualcosa che 'turba': il modo di vita omosessuale molto più dell'atto sessuale stesso. Immaginare un atto sessuale non conforme alla legge o alla natura, non è questo che inquieta la gente. Ma che degli individui comincino ad amarsi, ecco il problema. L'istituzione viene presa di contropiede; delle intensità affettive l'attraversano, a un tempo fattori di coesione e di perturbazione: osservate l'esercito, l'amore fra uomini viene continuamente evocato e biasimato. rcodici istituzionali non possono convalidare queste relazioni che hanno intensità multiple, colori variabili, movimenti impercettibili, forme che cambiano. Queste relazioni fanno corto-circuito e introducono l'amore là dove dovrebbe esserci la legge, la regola o l'abitudine. Ascesi omosessuale D. Lei diceva prima: «Invece di piangere su piaceri che appassiscono, m'interessa quello che possiamo fare di noi stessi». Potrebbe precisare? Foucault. L'ascetismo come rinuncia ai piaceri ha cattiva reputazione. Ma l'ascesi è un'altra cosa: è il lavoro che ognuno fa su se stesso per trasformarsi o per fare apparire questo sé che felicemente non si raggiunge mai. Non è forse questo il nostro problema di oggi? L'ascetismo è stato congedato. A noi ora d'avanzare in un'ascesi omosessuale che ci fa lavorare su noi stessi e inventare, non dico scoprire, una maniera d'essere ancora improbabile. Sfuggire i clichés D. Vuol dire che un ragazzo omosessuale dovrebbe esseremolto prudente nei confronti delle immagini dell'omosessualità, e lavorare a qualcos'altro? Foucault. Mi pare che il nostro

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