Alfabeta - anno VII - n. 68 - gennaio 1985

Il cromatisQJvlododJ Eizenltein V eaceslav Vsevolodovic lvanov è ricercatore-capo nell'Istituto di Studi Balcanici dell'Accademia Sovietica delle Scienze. Ha condotto studi di linguistica e di linguistica storica (e in particolare sulla lingua e l'alfabeto ittita, sulla tradizione culturale e sul folklore russo, e in genere sulla tipologia ·delle culture (una prospettiva che in Italia è nota principalmente grazie ai lavori della Scuola di Tartu). Gli abbiamo rivolto qualche domanda intorno alla sua prospettiva di ricerca. Tatiana Nicolescu. Qual è la visione delle scienze umane e delle scienze della natura - e soprattutto dei loro reciproci rapporti - nella prospettiva della semiotica? Veaceslav V. lvanov. Lo sviluppo rapidissimo dei vari campi della conoscenza umana in questo secolo ha consentito la definizione di un quadro generale, dotato di certi tratti comuni per quanto, ovviamente, le singole discipline presentino caratteristiche specifiche non unificabili. In particolare, credo che oggi sia possibile un confronto . unitario fra i vari stadi dell'evoluzione, in ambiti molto diversifiéati: lo sviluppo dell'Universo nell'a- • strofisica, qu_ellodel vivente nella teoria molecolare dell'evoluzione, quello del linguaggio nella linguistica storico-comparativa. Roman Jakobson sottolineava la necessità di rinunciare, nelle ricerche di linguistica e di poetica, alla contrapposizione fra descrizione sincronica e indagine diacronica propriamente evolutiva; mi pare che oggi questo suo auspicio si sia generalizzato. D. E in concreto, è possibile fare un esempio di questa prospettiva unitaria? lvanov. Basti pensare ai rapporti fra scienze umane e biologia. Se il grande successo della biologia moderna e della biotecnologia è stato favorito dalle precedenti acquisizioni della fisica e della chimica, oggi lo sviluppo della biologia può aiutarci a chiarire problemi-chiave • delle scienze umane, delle scienze che sì occupano dell'individuo. Basti pensare alla neurolinguistica ealla neurosemiotica: le indagini sulle varie parti del cervello urna- . no, sulle loro interazioni normali e sul loro funzionamento patologico, hanno favorito le ricerche sul rapporto fra sistemi di segni e parti del cervello. Ora, è chiaro che la neurosemiotica non si occupa soltanto del rapporto fra sistemi di segni e cervello, ma anche il rapporto fra il. cervello e la società a cui appartiene l'individuo. Per esempio, prendiamo la neurolinguistica. Nel recente volume Lavori sui sistemi di segni stampato dall'Università di Tartu, si studiano precisamente le interazioni tra cultura e funzionamento cerebrale, attraverso un insieme di analisi sia teoriche sia applicate. Ora, io credo che indagini di questo tipo, soprattutto quelle riferite alla differenziazione fra gli emisferi cerebrali, possono aiutarci a capire fenomeni complessi e non semplicemente neurologici. Penso ad esempio alla discussione intorno al «miracolo giapponese». In questi anni c'è stato un dibattito molto acceso, in Giappone, che verteva sul problema di stabilire se il 'cervello giapponese' sia diverso dagli altri o no. Ora, vi sono aspetti semiotici interessanti: come lei sa, vi sono due tipi di scrittura giapponese, una sillabica (kana) e una geroglifica; la lettura richiede quindi un impiego di entrambi gli emisferi cerebrali, quello sinistro, che si connette al sistema fonologico, linguistico e grammaticale, e quello destro, che serve alla percezione e all'utilizzazione di segni non-linguistici (pittura, musica ecc.). Abbiamo quindi a che fare con un problema che investe tanto le scienze sociali quanto la neurofisiologia, e che può essere illuminato da indagini di tipo semiotico. D. Questo tipo di approccio può essereesteso anche alproblema dello sviluppo delle arti? lvanov. L'emisfero destro, che ha una grande importanza per la creazione artistica, è anche un deposito di impressioni non verbalizzabili che risalgono alla prima infanzia. Non a caso i più noti maestri del cinema, come Fellini, sembrano avvalersi di questa riserva nei loro film. Se vuole, anche le categorie· freudiane di inconscio e coscienza, e le riflessioni di Freud sull'artista, sembrano andare in questo senso. Tatiana l'vicolescu U no dei problemi centrali nello studio semiotico della musica consiste nel definire le peculiarità per cui la musica si distingue dagli altri sistemi di segni e, in particolare, dal linguaggio naturale. .J numerosi studi che negli ultimi anni sono apparsi su questo problema pongono soluzioni pressoché oppostt. Da una parte 'si sostiene che il meccanismo del funzionamento interno della musicà vada studiato seguendo il modello della linguistica; questa proposta corrisponde alla concezione comune a diverse co"enti scientifiche moderne; che vedono la linguistica come un modello di descrizione struttura/è (morfologicà ne~'accezione di Goethe). D'altraparte si fa osservare la sostanziale differenza, tanto nel numero e nel caratteredei livelli del linguaggio naturale e nella musica, che nella lunghezza prestabilita di alcuni elementi primari (morfemi o motivi). Quest'ultima distinzione, comunque, appare meno significativa se si tiene conto che in molte lingue l'unità fondamentale, compatibile col motivo, non è costituita dal morfema, ma bensì dal lessema, la.·cui durata può variare entro confini molto ampi (le parole complesse nel sanscrito e nel tedesco, le proposizioni attributive nell'inglese moderno ecc.). Di gran lunga più essenziale è che, mentre nel linguaggio naturale lasemantizzazione spontanea di alcune sue parti è obbligatoria (non avviene solo in tipi specifici di discorso, come quello 'trasmentale'), nella musica, invece, appare solo in casi eccezionali. In questo s.ef;ISOp,iù giustificato del confronto musicologico-linguistico, ·confronto che presuppone l'intersecarsi dei metodi. dell'analisi linguistica e di quella musicale, appare piuttosto l'elaborazione di metodi semiotici di descrizione della musica, tali che, oltre ali'esperienza linguistica,prendano in esame anche i risultati di altre discipline semiotiche, in particolare della-semantica logica e della logica matematica. Uno dei possibili aspetti di uno studio che si proponga di chiarire il rapporto che interco"e fra la musica e gli altri sistemi di segni ha carattere pragmatico, nell'accezione semiotica del termine, vale a dire tale che si orienti verso la . natura dei rapporti esistentifra la musica e che Ji essafruisce ascoltandola, o la compone, o la esegue. :{ ---~ ili M~~m=

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