Alfabeta - anno VI - n. 66 - novembre 1984

I I Pensiero debole», «onto- '' logia del declino» sono espressioni efficaci e suggestive. Indicano la fine di ogni pensare fondativo che pretenda di costituirsi sulla base di principi o di evidenze assolute e inconfutabili. La pretesa del pensiero di corrispondere all'essere vien meno, e lo stesso essere tramonta come problema essenziale e fondativo. Il pensiero non può più «appellarsi» (a Dio, al mondo, a se stesso), cioè trovare e darsi garanzie, senza nel contempo riconoscere la precarietà, provvisorietà, relatività dei suoi punti d'appoggio. D'altra parte il pensiero, pensando, non può non dar ragione, cioè parlare e giudicare e quindi decidere (decidersi), e infine scegliere; ma lo fa con la cattiva coscienza di chi sa di avanzare una pretesa ingiusta e insostenibile. Per così dire, il pensiero pensa con rispetto parlando, perché ogni pensare (fondare) è sconveniente; lo si tollera come si tollerano tacitamente i bisogni fisiologici dei gitanti che stanno sull'autobus sin dalle prime ore del mattino: ogni tanto è necessaria una fermata. Se capisco bene, allora, il pensiero debole sarebbe un pensiero che, come ogni pensiero, non può fare a meno di pensare (rimemorare) l'essere, ma che nel contempo è consapevole a) di pensare sempre qualcosa di diverso dall'essere, qualcosa di provvisorio, e insomma un finto essere o un essere effimero; b) di pensare perciò debolmente, inconclusivamente, per commemorazioni più che per vere e proprie rimemorazioni. Ma siccome pensare l'essere ( = pensiero forte) non si può (come la storia della metafisica sta a dimostrare), riconoscere questo fatto ( = pensiero debole) è, dopo tutto, una buona cosa: significa che i filosofi, tanto per cominciare, hanno imparato la modestia, e poi significache tutta la nostra cultura (già da gran tempo metafisica, sia in senso teologico, sia storicistico, sia scientistico) riconosce i propri limiti, si fa tollerante, condiscendevole, pronta a riconoscere, come diceva Nietzsche, «diritti uguali per tutti», cioè per tutte le ragioni. S e le cose stanno così, quanto meno alla grossa, si impongono allora varie osservazioni che cerco di sintetizzare, di nuoBi lietti dg .. a VISila Al servizio si accede per abbonamento annuale. Da un minimo di 6 inserzioni a un massimo di 33 inserzioni. I moduli disponibili sono: semplice cm. 5,JxJ,4 Lire 30.000 doppio cm. 5,Ix3 Lire 50.000. Per informazioni più dettagliate scrivere o telefonare a: Cooperativa Intrapresa, via Caposi/e 2, 20137 Milano. Telefoni (02) 5451254 - 5451692. Ufficio Pubblicità, servizio Biglietti da Visita. Riviste Musica/Realtà rivista quadrimestrale diretta da Luigi Pestalozza n. 14, agosto 1984 saggi di Hanns-Wemer Heister, Enrico Fùbini, Sergio Sablich, Luigi Pestalozza, Franco Fabbri, Michela Garda, Francesco Tasini Edizioni Unicopll Via R. Bonghi 4, 20141Milano Debole/forte 8 lmp"'5ioni vo alla grossa. 1. Il pensiero debole è un pensiero totalmente metafisico (ancorché si lusinghi del contrario), e ciò per più ragioni. Anzitutto, esso pensa pur sempre nell'ambito del problema dell'essere (o a partire da quel problema), sul che non ha nulla da eccepire o da dire, salvo che l'essere non c'è (non si dà, non si mostra, come già dicevano Empedocle e Gorgia). Ma che pensare sia essenzialmente cor-rispondere all'essere è accolto come pacifico (e allora è poi impossibile replicare alle obiezioni di un pensiero «forte» come quello di Severino). Perciò si dice che non è più possibile pensare, visto che l'essere (il fondamento) scompare; perciò si aggiunge che non c'è che accomodarsi a questa età del tramonto dell'essere corrispondendovi con un pensare deb6le - il quale però è tale in quanto assume, come unità di misura del pensiero e di ogni possibile pensiero, la metafisica «forte» e il fondamento (peraltro impossibile) dell'essere. Va da sé che questo «accomodarsi a» non è affatto un pensare l'eclissi del fondamento e l'imporsi dell'interpretazione infinita. È piuttosto un «che fare?», visto che, ecc. In secondo luogo, il pensiero debole pensa ancora e del tutto «storicamente» (ancorché si ritenga opposto allo storicismo), poiché la sua unica provenienza e giustificazione è la storia della metafisica (dell'essere) e la consapevolezza tipicamente storica della sua relatività (infondatezza). Affermare che la storia dell'essere è una delle tante, e che questa storia è «finita», non cambia evidentemente i termini «storici» della questione. Soprattutto non pone il problema essenziale (che, a suo modo, per esempio Foucault poneva): cosa è lo sguardo storico (il quale ordina il mondo per epoche e storie)? come nasce tale sguardo? Di tutto ciò non è fatta parola e neppure questione, come se la cosa fosse pacifica, dopo che Nietzsche ce l'ha insegnata, e noi non avessimo da farne nulla o ripensarla. Heidegger almeno diceva che domandare è essenziale al pensiero; ma il pensiero debole sembra aver già tutto deciso e non aver più niente da domandare. Non è nemmeno curioso ma, si direbbe, solo compiaciuto di constatare che la cosa sta come sta, cioè La Gola 25 Mensile del cibo e delle tecniche di vita materiale. 32 pagine, 16 a colori, Lire 4.000 Edizioni Intrapresa In questo numero: Corrado Cantarelli, La vigna, le braccia e la macchina/ Antonio Piccinardi, Cucina con lo zafferano n. 2 / Edoardo Raspelli, Cattivi esempi di cucina nuova Massimo Montanari, Cibaria multa Il piccolo Hans 42 aprile/giugno 1984 Il volto delle parole scritti di S. Finzi, G. Gabetta, G. Cacciavillani, V. Giordano, L. Amodio, S. Borutti, G. Frasca, C. Viviani, E·. Krumm, L. Klobas, L. Conti, G. Sasso, G. Maragliano cas. postale 362, Bari Edizioni Dedalo Antonio Carollo Mattinale Prefazione di Antonio Porta La poesia, nuda presenza pulsiva, si mostra nel luogo scavato a/l'interno dalla trama che unisce la cosa, il nome, l'immagine ... Lire 5.000 mediante versamento sul c.c.p. n° 12621652intestato a Coop. Tracce ar.l. Via Liguria, 6 - 65100 Pescara Edizioni Tncce che niente sta, ma tutto passa e va. 2. Il pensiero debole è tranquillamente nichilistico. Se l'epoca dell'essere è finita, cioè tutte le ragioni e sragioni hanno uguale diritto, niente impedisce di trescare con sociologie, antropologie, semiologie e via dicendo, purché anch'esse disponibili a dichiararsi deboli. È un curioso modo di prendere alla lettera Heidegger, facendo tramontare, con l'essere, anche ogni critica radicale all'antropologismo moderno e alle cosiddette scienze umane. Con l'essere è tramontata anche la Lettera sull'umanismo. Ma ogni nichilismo è poi il colmo (in senso letterale) della metafisica. Proclama il disincanto e il non senso universali rendendo dogmaticamente assolute le sue evidenze, non si sa proprio in base a che. Dichiara il non senso assoluto, ma ciò comporta una logica o un pensiero assoluto del senso, che però non dovrebbe esistere (o non esistere più) o, di nuovo, riAndrea Pazienza dursi al senso dell'essere come unico possibile senso. Chissà perché noi declinanti dovremmo saperla più lunga dei Babilonesi, dei Cinesi o dei Bororo di Lévi-Strauss, o infine dei metafisici del Seicento. Se il fondamento non c'è, non c'è neppure per chi dichiara il non senso e il non fondamento o la loro estinzione, e queste dichiarazioni - come tutto il nichilismo in genere, sia esso gaudioso o lacrimoso - sono una pura insensatezza del pensiero (del pensiero dell'essere, appunto). 3. Il pensiero debole passa oltre Heidegger, perché non ama le (o meglio, non trova comodo e conveniente stare all'altezza probleIl Cobold 12/13 diretto da Ettore Bonessio di Terzet C.P. 707 16100Genova Abbonamento annuo lire 15.000 Coboldprima: Bonessio di Terzet, Perrotta Coboldimpero: Bernstein, Freeman, Pereira / Coboldarte: Carretta, Olivari, Sozzi, Zwack / Le Muse Italiche: Giorgio Barberi Squarotti, Brandolino Brandolini d'Adda Gli Arcoboldi n° 4: Valesio/Porta Versus-37 gennaio-aprile 1984 Semiotica della pittura: Daniel Arasse, Annonciation-Enonciation remarques sur un énoncié pictural au Quatrecents / Omar Calabrese, il problema _ d_çl@lore.o.ci tJll(\ati.d'~rte d~I Cinquecento / Lucia Corrain, il punto di vista nell'«Annunciazione» di Leonardo da Vinci Lire 7.000 EditoreBompiani Quarantacinque anno VI • Numero 11 novembre 1984 mensile a cura del Comitato regionale Lega cooperative e mutue del/'Emilia Romagna Abbonamento annuale Lire 25.000 C/C postale n. 18812404 EditriceEmiliaRomagna Soc. Coop. Viale Aldo Moro, 16 48100 Bologna matica delle) sue critiche «forti» alla cultura moderna, nonché di certe nostalgie arcaicizzanti che non hanno indubbiamente più ragion d'essere, se l'essere tramonta. Malgrado ciò, il pensiero debole giura nel contempo sulle parole del maestro. Dà per pacifico e per acquisito che la ricostruzione critica della storia della metafisica avanzata da Heidegger sia impeccabile e senza problemi; crede ciecamente che non si possa più pensare perché Heidegger si è intrappolato nei paradossi pre-hegeliani dell' Ereignis; non dubita punto (mentre Heidegger, va detto a suo onore, qualche dubbio l'aveva) che pensiero ermeneutico e pensiero dialettico siano cose opposte, contrarie e incompatibili e che il primo sia più «avanzato» o «attuale» (come si deve dire? forse «fondato»?) del secondo. Assume Heidegger come certi compositori alcuni anni fa parlavano in tono serio e meditativo di John Cage: «Dopo Cage non si può più comporre musica». Proibito fischiettare, non pensatelo nemmeno, se non volete passare per dei nostalgiconi forzuti e autoritari. 4. «Pensiero debole» è una formula che riassume, in forma descrittivamente impressionistica, una certa situazione di certi strati di esperienza e di vita all'interno dell'attuale società industriale e tecnologica, in Europa e in altri siti. In questo senso il pensiero debole è un fenomeno, molto significativo, di questa stessa situazione. Col che, però, la situazione resta del tutto impensata, sia in senso forte sia in senso (supposto) debole. Dichiarare che il pensiero è debole, limitato e finito, non è di per sé molto originale; è anzi un luogo comune della cultura cattolica e cristiana in genere. Ma in generale tutti i pensatori, antichi e moderni, credenti o no, sono stati ben consapevoli della debolezza del pensiero. Forte era (come disse Kierkegaard) la loro relazione con l'assoluto, ma nessuno pretese (neppure Hegel, checché ne dicano coloro che non l'hanno mai studiato davvero) di parlare in nome e a partire dall'assoluto. «Pensiero debole» è perciò, in se stessa, una formula senza concetto, ovvero è un'espressione che non «veicola» alcuna informazione nuova. La sua suggestione è, come dicevo prima, impressioniAutografo l, Febbraio 1984 Saggi di Segre, Grignani, Ravazzoli Mortara Garavelli. Inediti di Moretti. Il Fondo Saba. «Margini» 84 pagine, Lire 8.000 Autografo 2, Giugno 1984 Saggi di Lotman, Kemeny, Martignoni, Corti, Segre, Lagorio. Racconto di Palaizeschi. Il Fondo Flaiano. «Margini» 13&pagine, Lire 8.000 Edizioni Intrapresa Autografo3 Maria Antonietta Terzoli: Il pozzo sepolto di Ungaretti Luigi Baldacci: R. Jacobbi critico Marzio Porro: Le pagine morte Giovanni Bardazzi: Lucia e il corpo Guido Lucchini: L'atra riiera Lettere di Saba a Montale Materiali critici di E. De Marchi Abbonamento annuo Lire22.U(j() Edizioni Intrapresa Il Cavallo di Troia S Quadrimestrale della Cooperativa Scrittori e Lettori Abbonamento annuo Lire 22.000 Edizioni Intrapresa Questo cavallo: Victor Sklovskij: Lettere inedite da «Zoo o lettere non d'amore» Sette domande di Shuhei Hosokawa a Umberto Eco. Dante della Terza: Due manifesti stica, poiché essa allude e sottintende tutta la vasta_gamma di fenomeni esistenziali che oggi viviamo nella cosiddetta società dell'informazione, della cultura di massa e dello spettacolo. Allude e sottintende senza pensare nulla al riguardo. Il pensiero debole è in sostanza una presa di posizione «morale»: proclama che il mondo va bene, o meglio, così. Ma la domanda del pensiero non è mai «che cosa preferite?», ma, caso mai, «come vi accade di preferire ciò che preferite?» Nel suo moralismo «democratico» (curiosamente, in questo, pre-nietzscheano e pre-heideggeriano), il pensiero debole è fortissimamente ideologico, sebbene si opponga, o creda di opporsi, alle ideologie, anche loro «tramontate». È così che affascina, dando in sovrappiù ai suoi lettori l'illusione di pensare, come oggi si conviene, e di essere culturalmente «oltre» (Heidegger, la metafisica, John Cage, ecc.). Un'ultima considerazione. Quando si assume l'abito della critica, l'abito prende fatalmente la mano. Esso impone le sue regole e determina una peculiare cecità e insensibilità alle ragioni dell'altro e ai suoi più profondi e autentici motivi. Inoltre, la critica spinge fatalmente a costruire un'immagine fittizia di ciò che si vuole criticare; la critica crea un fantasma su misura per averne facilmente ragione. L'altro si stupisce sempre di poter essere stato così incredibilmente frainteso. Non dubito che ciò sia largamente accaduto alle osservazioni svolte qui. Ma quale dialogo è mai possibile (e costruttivo, infine) se non in base a fraintendimenti? quale mai verità si regge se non su un malinteso? Infine, confesso: il sottile e acuto gioco di simulazione del pensiero che è l'essenza del pensiero debole mi piace troppo perché io mi possa mai augurare di averne ragione; auguro invece sinceramente che la cosa continui, perché è così bello e confortante aver da criticarla. Questa rubrica, iniziata in Alfabeta n. 60, con un intervento di P.A. Rovatti, ha accolto finora interventi di F. Re/la e E. Greblo (n. 62/63), G. J.ervis, G. Bottiroli e A. Illuminati (n. 64), G. Franck I (n. 65). Scienza Esperienza 19 Mensile della Cooperativa Nuovo Sapere 32 pagine, Lire 4.000 Edizioni Intrapresa Varie La pratica freudiana . Corso Plebisciti 6, Mila-no,tel. 794515 Insegnamento di teoria e clinica • psicoanalitica inizio giovedl 15 novembre 1984, ore 18,00 Sergio Finzi terrà un corso di lezioni ogni , quindici giorni, il giovedl, da novembre a marzo, sul tema: Le origini dell'angoscia (viaggio di uno psicoanalista intorno a Darwin) L'eco della stampa dal 1<)()1legge e ritaglia giornali e riviste per documentare artisti e scrittori sulla loro attività per informazioni: Telefono (02) 710181-7423333 L'eco della stampa Via Compagnoni, 28 - 20129Milano

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==