Alfabeta - anno VI - n. 66 - novembre 1984

e: .m o e: @©) edizm costa & nolan 8 Testi della cultura italiana collanadirettada EdoardoSanguineti Leon Battista Alberti Apologhi ed elogi a curadi RosarioContarino presentazionedi LuigiMalerba Testi dela aAt1.1a itaiir1a Ap,:qt'iedelogi l.eooBattista Allerti 00111 pubblicatinella stessacollana Torquato Accetto Della dissimulazioneonesta a curadi SalvatoreS. Nigro presentaziondei GiorgjoMangpnelli Giovanni Faldella A Vienna a curadi MatildeDillon Wanke presentazionedi EnricoFilippini Giovanni Faldella A Parigi a curadi Luigi Surdich presentaziondei SebastianoVassalli Carlo Gozzi Il ragionamento ingenuo a curadi Alberto Beniscelli presentazionedi Elio Pagliarani Le proprietà degli animali Bestiario moralizzato di Gubbio Libellus de natura animalium a curadi AnnamariaCarrega e PaolaNavone presentazionedi GiorgioCelti Giammaria Ortes Calcolo sopra la verità dell'istoria e altri scritti a curadi BartoloAnglani presentazionidi Italo Calvino e GiampaoloDossena Se oggi il realismo scientifico non coincide più con il realismo ingenuo e i fisicivanno addirittura «alla ricerca del reale» (cfr. il lavoro di d'Espagnat con l'omonimo titolo di poco posteriore al convegno, Torino, Boringhieri, 1983), falliti come sono sia gli sforzi di far rivivere la vecchia ingenua concezione sia il sogno di trovare i costituenti ultimi della materia; e, in generale, se nessuno condivide più «l'idea che vi sia una e una sola storia che è la versione vera, la vera teoria del mondo» (p. 61) e, anzi, viene sottolineato (ad esempio, da parte di Putnam e Goodman) «il fenomeno dell'esistenza di una pluralità di descrizioni equivalenti» (p. 62), di quale consenso e di quale realtà si tratta o, detto diversamente, qual è l'orizzonte meta-ontologico che non soltanto ha reso possibile il convegno e il libro, ma avvolge anche il lettore sì da permettergli un 'attraversamento' dei livelli di realtà? Prima di procedere oltre, è opportuno tornare per un attimo indietro. La situazione di partenza, ridotta ai suoi termini essenziali, è per gran parte simile a quella presentata da W.V.O. Quine (assente al convegno, ma costante interlocutore di molti relatori) nel suo saggio «Su ciò che vi è» (cfr. Il problema del significato, Roma, Ubaldini, 1966, pp. 3-19): «Immaginiamo ora che McX ed io, entrambi filosofi, abbiamo diverse opinioni in materia di ontologia. Supponiamo che McX sostenga che un certo qualcosa esista e che io sostenga il contrario (... ). «Un disaccordo in ontologia implica un disaccordo di base nei rispettivi schemi concettuali; eppure McX ed io, malgrado codeste divergenze di base, troviamo che i nostri schemi concettuali convergono sufficientemente nelle loro ramificazioni intermedie e superiori per porci in grado di comunicare con successosu argomenti come la politica, il tempo e, in modo particolare, il linguaggio». O, meglio considerando, se non cj lasciamo abbagliare dalla lucidità paradigmatica di Quine, la situazione è la stessa. Siamo di fronte a due (o più, generalizzando - come è il caso del convegno) persone con diverse opinioni in materia di ontologia, che sono in grado di dialogare con successo. Quine pensa che sia possibile dialogare su argomenti come la politica e il linguaggio ma non sulle rispettive visioni ontologiche, perché gli schemi concettuali sono diversi e non convergono alla base ma soltanto in determinate ramificazioni. Ma, se è così, quali sono le ragioni di tali convergenze? Quine non lo spiega. Sposta il problema «su un piano semantico» ma non lo risolve. Quine pone le premesse - benché fondamentalmente contrario («non si deve finire avventatamente per concludere che l'ontologia sia tutta una questione di parole») - per un illusorio azzeramento del1a distinzione e del rapporto tra semantica e ontologia (su questo, ·èfi. S. Korner , Sistemi di riferimenio categoriali, Milano, Feltrinelli, 1983, p. 53: «Gli oggetti della grammatica e della semantica sono solo una sottoclasse degli oggetti dell'ontologia. Non si guadagna niente ad offuscare questa distinzione ( ... ). Ciò nonostante, poiché quello che si può esprimere in un linguaggio comprende ciò che il parlantè crede esistente, la grammatica e la semantica sono utili per la scoperta dei presupposti ontologici dei suoi parlanti») e una 'confusione' del rapporto tra mappa e territorio, tra mappa e mondo (in tale direzione, ad esempio, N. Goodman sostiene EdizionÌICosta & Nolan Genova che la domanda su cosa sia il monVia Peschiera 21 Tel. 010/873888/9 do al di fuori della «rappresentaDistribuzione in libreria Messaggerie Libri •'-------------- zione geografica» è priva di senso o, diversamente, che se si tolgono tutte le mappe non resta più alcun territorio). P aradossalmente, proprio all'inizio del saggio, nell'avviare la sua riflessione, Quine intuisce pure quale potrebbe essere la 'soluzione' della questione, ma subito la scarta. «Una strana caratteristica del problema ontologico - egli scriveè la sua semplicità. Esso può essere posto, in italiano, con solo tre parole: 'Che cosa esiste?', cui si può rispondere, per di più, con una sola parola: 'Tutto', risposta che sarebbe accettabile per chiunque, ma che tuttavia equivale solo e soltanto a dire che esiste tutto ciò che esiste. Rimane pur sempre la possibilità di essere in disaccordo in qualche caso particolare; e così la questione è rimasta in piedi nei secoli». E giunge a vietarsi di capire che quegli elementi - colti con magistrale perspicacia - quali la semplicità del problema, la risposta accettabileper chiunque, la possibilità di essere in disaccordo e, non ultimo, il fatto che la questione è rimasta in piedi nei secoli, non sono soltanto elementi per fare chiarezza sulla questione stessa, ma definiscono l'orizzonte di tutti gli orizzonti, il fondamento e la forza dell'intera cultura occidentale. Quel «tutto», infatti, individuato e custodito - fin dalle origini - dalla filosofia (I 'interrogarsi sull'origine di tutte le cose muove appunto proprio dal presupposto che tutto è) non indica altro che il generale e comune orizzonte ontologico - e, nello stesso tempo, il postulato, il campo di lotta e la posta in palio - entro cui da sempre hanno dialogato e combattuto tra di loro sia filosofi (come «McX ed io») sia fisici, teologi, mistici, logici, et cetera, su questioni propriamente ontologiche come su questioni politiche o altro. È, detto diversamente, l'esperienza-base di tutta la nostra cultura: «L' 'esperienza', che ci serve per la comprensione della logica, è non l'esperienza che qualcosa è così e così, ma l'esperienza che qualcosa è: ma ciò non è un'esperienza. La logica è prima di ogni esperienza - d'ogni esperienza che qualcosa è cosi. Essa è prima del Come, non del Che cosa» (L. Wittgenstein, Tractatus logico-philo sophicus, 5. 552, Torino, Einaudi, 1968, p. 61). L o sforzo di tutti i metafisici (compresi i teologi, i mistici e, non ultimi, gli scienziati) è stato sempre caratterizzato da una volontà di mettere fine al movimento della ricerca e dire· l'ultima parola su ciò che vi è: «Collaborare a che la filosofia si avvicini alla formula della scienza, - alla meta raggiunta la quale sia in grado di deporre il nome di amore del sapere per essere vero sapere, - ecco ciò che io mi sono proposto» (G.F.W. Hegel, Prefazione a Fenomenologia dello Spirito, Firenze, La Nuova Italia, 1970, p. 4). r Questo sforzo è fallito continuamente, ma ciò non ha impedito che nuovi contendenti scendessero . sul «campo di queste lotte senza fine» (Kant). E, se la questione - come si fa rilevare - è rimasta in piedi nei secoli, non è stato certamente per la poca intelligenza dei vari combattenti. È, per così dire, la stessa risposta accettabile per chiunque a vanificare ogni illusione di soluzione definitiva e a impedire che la partita venga chiusa - la possibilità di essere in disaccordo rimane sempre. Infatti, se esiste tutto ciò che esiste e «nient'altro esiste o esisterà all'infuori dell'essere» (Parmenide, fr. 8, vv. 36-37), è evidente (come Nietzsche ha compreso in tutta la sua portata) che non si danno punti archimedici da nessuna parte e per nessuno, né uomo né dio; che non è possibile alcuno sguardo pan-oramico ( «capace di vedere il tutto», Platone) o, diversamente, che nessun sistema di riferimento categoriale può essere identificato come vero, corretto, o pienamente adeguato. Ora tutto questo, se segna - come mostrano di condividere i maggiori protagonisti del dibattito contemporaneo, a cominciare dallo stesso Quine - la fine dell'esilio cosmico (a riguardo, cfr. la relazione al convegno di E. Gellner, Tractatus sociologico-philosophicus, pp. 487-505)e di «ogni illusione di extraterritorialità teorica e pretese di questo tipo» (cfr. Prigogine-Stengers, La Nuova Alleanza, Torino, Einaudi, 1981, p. 18), e ci porta ragionevolmente a «supporre che i metafisici che, a se stessi e agli altri, si sono mostrati impegnati nella determinazione del sistema di riferimento categoriale vero, stessero in realtà facendo qualcos'altro» - quanto meno «rendevano espliciti o modificavano i sistemi di riferimento categoriali utilizzati da loro e dai loro contemporanei, avanzando proposte speculative di sistemi di riferimento categoriali radicalmente nuovi e giustificazionio dello status quo categoriale, o del mutamento categoriale» (Korner, Sistemi, p. 52), - non toglie, però, alla questione metafisica il suo senso e la sua vitalità. Anzi, come si è compreso sin dagli albori della nostra tradizione, la risposta accettabile per chiunque assicura l'orizzonte e Ìl fondamento a ogni scienza (compresa la metafisi'ca)e indica la vera via della ricerca - «il cammino della Persuasione, che segue le tracce della Verità» (Parmenide;fr. 2, v. 4). Questa strada non può portare a conoscere completamente ciò che è, proprio perché «fuori del tutto non c'è nulla» (Nietzsche, Crepuscolo degli idoli), tuttavia libera dai pericoli dello scetticismo e dalle illusioni del misticismo come dell'assolutismo e del relativismo radicale, e restituisce all'uomo, e al suo procedere nel tutto, la tensione di una socialità critica e il senso di un'avventura comune. Una' tale prospettiva, da una parte, dà ragione e fondamento a' quell' «atteggiamento a due livelli: realismo all'interno del nostro· quadro conoscitivo, relativismo tollerante (Quine parla di 'principio di carità', Putnam di 'beneficio del dubbio') nel confronto tra quadri diversi» riscontrato in molteplici ambiti di ricerca da Yehuda Elkana (cfr. la sua relazione al convegno, Relativismo e filosofia della scienza dal baconianesimo vittoriano al giorno d'oggi, pp. 205-33)e da lui stesso considerato «di fatto, empiricamente» come la posizione che «salva tutto il salvabile, che è presupposta da ogni autentica ricostruzione razionale di culture del passato, o di culture diverse dalla nostra, e che è ugualmente presupposta dalla costruzione del nostro sapere attraverso la creatività, la critica e la crescita della con'oscenza» (M. Piattelli Palmarini, p. 202). D'altra parte, mostra lo stesso Livelli di realtà, che è «in tutti i _§,.ensei fino ail'ultima riga ( ... ) il risultato di un lavoro collettivo durato ben cinque anni» (1978-1983) e, insieme, «uno 'spaccato' della struttura concettuale delle scienze contemporanee>>(p. 8), come la testimonianza di chi ha saputo inoltrarsi nel 'mare aperto' - dove «la rotta da seguire e l'andatura da tenere sono ugualmente oggetto di continue revisioni, né tutti gli equipc!-ggiconcordano_ tra . loro» (p. 32) - possa fornire un ottimo resoconto del proprio 'viaggio'. LABIRINTI collanadi scienzesociali ' dellereligioni direttadaArnaldo Nesti R. Bendana, D. Camacho Monje, A. Carbonaro, C. Corghi, F. Delich, A. Filippi, G. Girardi, F. Houtart, G. Lemercinier, D. Liano, A. Melis, A. Nesti, A. Opazo Bernales, J. Ortiz, R. Peter, A. Radaelli, H. Rodriguez, E. Segre, J. Solis RELIGIONIE SOCIETÀ NELCENTRO. AMERICA a curadi A. Nesti in stampa R. D. Baird RELIGIONE E RELIGIONI Ricercadi una definizione Prefazione di Petro De Marco .A. Rizzi INFiNITOE PERSONA Ermeneutichecristiane • difronte apa_crisdi i S~f!SO fffl!ffifdtm via A. Riboty n. 18 00195 Roma telefono 06-3589470 6 bertanieditore Via S. Salvatore Corte Regia, 4 37121 - Verona - Italia -Tel. 045/32686 FILIPPO DI FORTI TI AMOCHENONSI PU6 DIRE appuntis11Il'erotlsmo , • O 1 ', 1, I ,; ~ ~-· ?if, ; >::,;?·~~ ?. > UGODESSY .,. ,,.. 'v' QUALI BANDITI? 1977-1983 controlnchlestasullasocietàsarda voi. Ili FOTOGRAMMA - rivistamonografica di cinemadirerrada GianMaria Vo/ontl n. 2 - "Fannye Alexander" di I. Berpian e rubriche I F I Li a ......... : ... DISTRIBUZIONE: RETI REGIONALI 6 bertariieditore I

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