Alfabeta - anno VI - n. 66 - novembre 1984

Autori vari Livelli di realtà a c. di M. Piattelli Palmarini Milano, Feltrinelli, 1984 pp. 552, lire 65.000 I I Questo è realmente un li- '' bro». Sono le prime fiere parole della presentazione di Livelli di realtà da parte del curatore, Massimo Piattelli Palmarini. Per un volume che raccoglie, riorganizza e commenta i testi e le discussioni dei molti e autorevoli relatori (Ayer, Calvino, Crombie, Dalla Chiara, Elkana, d'Espagnat, Finkelstein, van Frassen, Gellner, Goodman, Gould, Green, Gregory, Imbest, Laing, Leach, Llinas,Pollionisz, Putnam, Sperber, Toraldo di Francia) dell'omonimo convegno tenutosi a Firenze nel 1978, non poteva essere formulata proposizione più ambigua. E più provocatoria: «non si tratta del folito, magari anche pregevole, tomo celebrativo messo insieme dopo un convegno e pubblicato un po' per giustificare i fondi ricevuti( ... ). È realmente un libro perché come tale è stato riscritto e curato. I convegni finiscono e i libri, qÙellireali, restano. Il lettore di oggi può anche fare completa astrazione dell'occasione ·che ha prodotto il presente volume. O meglio, può decidere, quando e come vuole, di prendere parte al più coerente, più duraturo e più approfondito simposio ora aperto in queste pagine» (p. 7). Con questa 'semplice' mossa, il Livelldi i realtà lettore è rassicurato sulla realtà del libro, catturato entro lo spazio metaforico della realtà come libro e 'pre-orientato' a leggere Livelli di realtà come il testo della riunione degli «'stati generali' del realismo scientifico e filosofico». Una 'strana\ indicazione per la lettura degli atti di un convegno che si è pensato in modo più problematico e che pure è presentato come «il dibattito odierno sul realismo» (p. 9). Se è vero che «conviene pensare questo libro, cosl come lo fu il dibattito originale a Firenze, a mo' Federico La Sala di atlante storico-critico» che raccoglie e mette a confronto «mappe di varia natura, tracciate in modo largamente indipendente, disciplinare», e se è vero che «l'interrogativo di fondo, sempre ricorrente lungo tutto il volume, verte sui rapporti tra queste mappe, sui rapporti tra ciascuna e il suo terriM€ZZ Galep torio della conoscenza in genere» - e su domande preliminari quali: «Ha senso dire che mappe diverse possono essere mappe dello stesso territorio? Possiamo dire che la nozione di 'corrispondenza' tra mappe è la stessa, anche se i criteri di corrispondenza variano? Cos'è {se esiste) il territorio sottostante e come si può accedervi 'direttamente', senza alcuna mappa?» (p. 17)- sta di fatto che l' 'autoritario' incipit viene a togliere (in un senso hegeliano) al volume e al dibattito la sua stessa problematicità e a postulare - benché «il ventaglio di opzioni e di argomentazioni (... ) non consente una risposta, né potrebbe» (p. 34) - una visione 'biblica' dei livelli di realtà. Esso viene anche a dare ulteriore forza allo stesso titolo, «ad un tempo cauto e azzardoso» (p. 8), Attravt!!!figure Q uesto nuovo, affascinante li- sesso di una veritàa tutte lettere. Si rietà dei divieti, senza sostituire proprio la nostra 'caducità' essenbro di Franco Rella potrà potrebbe dire che la 'nuova sogget- con un colpo di bacchetta magica zia/e, la nostra costitutivafinitudiforse suscitare qualche in- tività' di Rella ricordi abbastanza l'ordine al caos. ne. confessata o inconfessabile per- da vicino la figura novalisiana del Metamorfosi è il senso di tutto La singolaritàdi questo libro, la plessitàse chi vi si accostaritienedi formulatore d'ipotesi che altro non questo; o meglio, per usare un'e- sua straordinariacarica suggestiva avergià liquidato un problema che è se non lo scopritore o inventore spressione cara al nostro autore, stanno proprio nell'aver individuaè al centro del dibattitofilosofico di (Erfinder) dinanzi agli occhi del potremmo dire che è inscrittanella to nellastessacontraddittorietàuna questi anni, quello del 'soggetto', quale, già prima della sua scoper- metamorfosi, nella sapienza di sorta di attrazione reciproca degli pensando che se ne sia già data - e ta, si profila, in una sorta di magi- Narciso, nel vaneggiamento di un opposti e di aver convertito nel/'alle 'sirene' della moda culturale in ca sospensione, la nuova terra da linguaggio che traduce in 'estasi' fabeto magico di una scritturaartiquesto lo riconfermano - una sorta lui raggiunta.Fuor di metafora, af- metaforico-figurale la vocazione colata dallo 'spirito del saggismo' di esecuzione capitale. Potrebbe ferma ancora Novalis, «attraverso moderna del 'saggismo', la possi- (epotremmo dire, con Musi/, «utoinfatti credere di cogliere in queste la libera comparazione, un molte- bilità di un «orizzonte di senso». pia del saggismo») quel fondo apopagine una 'resurrezione' del sog- plice contattoe attritodellesue idee Poiché è proprio verso un siffatto retico che si lascia sciogliere solo getto a un livello non onorevole, con l'esperienza», costui arriva in- orizzonte che si muove la fenome- dalle «immagini di pensiero» indal momento che tale dovrebbe fine a cogliere «l'idea che si rap- nologia del moderno, con tutti i nervate nel gioco ermeneutico delle considerarsisoltanto quello che ne porta negativamente ali'esperienza suoi innumerevoli punti di interfe- «costellazioni» di benjaminiana 'fissa' l'esistenza o la sopravviven- positiva», cosi che entrambe trova- renza e di rottura, con tutte le sue memoria. za a un gradino più basso, delibe- no per sempre il loro legame. stratificazioni nel/'«impensabile», Con sovrano magistero contrapratamente riduttivo, nellafigura di Le strategieconoscitivee descrit- con quella sua ricca germinazione puntistico Rella irretiscenelle maun soggetto 'debole', ricercatoredi tive di cui Rella si avvale sono in- di zone d'ombra dove si produco- glie della sua scrittura le figure litracce 'ontologiche~sul proscenio, fatti qualcosa di simile a ipotesi in no plurime dissonanze, ibridazio- minali e immaginali espresse dai o meglio, ·dietrole quinte dellafilo- cui si nasconde il sapore di una ni, sortite avventurose e arrischiate grandi interpreti del moderno, da sofia di Heidegger. scoperta, insieme allo «smarrimen- declinazioni, insomma tutta la bio- Valery a Proust, da Poe a Rilke, da Re/la invece confessa che pro- to» e al «senso di felicità» che na- grafia intellettuale,problematica e Nietzsche a Freud, da Musi! a Kaprio questo «Io che secondo alcune scono dal rivelarsidi quelleplaghe congetturale, di chi mira a coniu- fica (cui giustamente viene riconofilosofie attuali sarebbe sul punto inesplorate o ignorate della realtà, gare «anima» e «esattezza» (Mu- sciuta una posizione risolutiva in di svanire nell'indebolimento gene- di quei mondi inte'rmedi, di quei sii). Alla base di tutto questo sta ordine al prodigioso esito mitico di raie della soggettività( ... ) in realtà regni crepuscolari o notturni, di appunto, per Re/la, un pensiero «i- una «ragionenarrante»). Potrebbe tendeva a farsi sempre più forte, a quegli interstizi e di quei varchi in brido», «inedito e paradossale, in stupire <he grande assente in queemergere quasi come il protagoni- cui si annidano le figure invisibili grado di trasformare in vittorie le sto libro Sia Heidegger, ma, come sta di un romanzo che, anziché del possibile ancoranon scoperte o proprie sconfitte». già si è detto, è questa un'assenza ~ muoversi attraverso eventi real( o inventate. «L'uomo come confine», aveva significativa, nel senso che per -~ fittizi, si muoveva attraverso im- L'equazione Hypothetiker-Er- appunto scritto Nietzsche in una quanti ancora non riescono a pen- ~ magini e figure del pensiero». finder (formulatore d'ipotesi-sco- sua annotazione postuma - e Rella sare l'ulterioritàdel soggettose non ~ Non è difficile accorgersi come pritore) non è dunque la base di un dimostra di aver ben compreso in termini heideggeriani,questaas- i la stradapercorsa da Rella sia ben recupero della soggettività nella l'intima ricchezza che si nasconde senza vale esplicitamentecome in- .._ altra da quella dove si esorcizza, sua identità immutabile e normati- nellaformulazione sibillina di que- vito a pensare questa ulteriorità ~ .Q all'insegna di una rassicurante • va (questo non lo era neppure per sto enigma, l'enigma centralee de- senza rpercorrere una strada già ~ 'moderazione' non priva di dissi- Novalis), bensi la sostanza di un cisivo di una modernità nella quale fin troppopraticataanche come via che già sollecita a chiedersi se una conoscenza per livelli deve o può avere «come referente una realtà a livelli», ma altrettanto ad accettare e a presupporre che il referente sia in ogni caso la realtà; o, diversamente, se «una conoscenza per livelli trova (o produce o riorganizza) una realtà essa stessa 'necessariamente' organizzata per livelli» (p. 34), ma non· a porre in discussione l'unicità del riferimento - la realtà o, meglio, una metarealtà (un mondo) e un meta-discorso (un libro) che raccolgono rispettivamente i livellidella realtà e i livelli del discorso. S . e è vero questo, e se è vero, come si dice, che «non c'è un luogo centrale nella conoscenza scientifica» e, anzi, «l'intera conoscenza è, in un termine diventato molto attuale, modulare» (p. 33), e nonostante questo (per quel che comporta sul piano degli assunti e dei presupposti epistemologici e ontologici) si è realizzato realmente un libro, è evidente che alla base dei discorsi dei vari relatori (filosofi, fisici, logici, biologi, antropologi, psichiatri, psicoanalisti, neurofisiologi, scrittori) ha agito - al di là delle possibili convergenze e, soprattutto, delle irriducibili divergenze - un consenso generale su ciò che è reale. A questo punto, però, il problema non è risolto. E, invece di venirne a capo, ci si trova risospinti a interrogarsi ulteriormente sulle ragioni dell'incipit e, nello stesso tempo, al centro del dibattito. discorso filosofico-musicale le cui 'riprese' sembrano obbedire al ritmo rigoroso di uno spartito saggistico, dove le citazioni o la contaminatio delle citazioni, che ricorda quello splendido irregolareche è il Norman O. Brown di Corpo d'amore, non sono meri supporti, bensi tracciati di un progetto di fondazione, figure da cui prende vita il movimento interminabile della riflessione. Raramente oggi è dato incontrare un'opera come questa che, al pari di tutti gli scritti dove spira aria nuova, indica oltre di sé proprio perché esaurisce e esalta in se stessa il senso di una cultura non museale né velleitariamente eccentrica, una cultura concepita come termine di un'appropriazione realee come la base stessa dell'utopia. Per tornarea Novalis, da cui abbiamo preso le mosse, vienfatto di ripensare, a conclusione di questa lettura, alla lineaproblematica grazie alla quale questo libro lasciain noi, ne~'assenza o nella consumazione di ogni certezza, il presagio di un avvicinamento realeal fondo oscuro dellanostra avventura umana. Le parole del grande poeta-filosofo romantico potrebbero costituire, in questo senso, una sorta di viatico ideale: «Pienamente comprenderci non lo potremo mai, ma potremo assaipiù che comprenderci». ~ mulate implicazioni ideologiche, la «Io forte» che non si rassegna al- è in gioco la possibilità stessa di d'uscita. ~ possibilità di un soggetto 'forte', l'invalicabilitàdei confini, ma pen- una 'metamorfosi', vale a dire la La compattezza di questo libro Franco Rella senza tròppo curarsi del fatto che sa se stesso - nietzscheanamente - decifrazione del segreto di una for- sta nella sua sottile architettura te- Metamorfosi. i.i S questa forza non discenda più da come un «confine», e proprio per ma in cui ci è dato 'consistere' nel matica, nella funzione 'poetica' Immagini del ~nsiero ~ un fondamento o da un presuppo- questo a lui è consentitooltrepassa- mutamento e per la quale si il/umi- delle sue clausole immaginali che Milano, Feltrinelli, 1984 ;g_ sto ontologico-metafisico, dal pos- • re la leggedelle antitesi, laperento- na di una sua seduzione indicibile sono poi le cellule germinali di un pp. 168, lire 20.000 1!L--------------------------------------------------------------'

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