ricostruire le vedute, combinando i frammenti dei puzzles; e queste, infine, verr.anno reimmerse nelle acque dei porti da cui nacquero. S e Balzac e i suoi seguaci avevano un intento positivo, di conoscenza, di arricchimento del sapere, Perec, da buon autore del Novecento, fa un solenne voto di inutilità, di «essere per la morte». Non ci sono fini estrinseci all'operare, alla scrittura, al fare arte: queste pratiche devono essere autogratificanti, a prescindere dal segno più, o meno, che le precede. Vale la pena di aggiungere che Perec non è solo l'intelligente erede del filone dell' «azione autre», ma anche dell'estasi epifanica, così presente nella tradizione francese, dalla nausea di Sartre all'assurdo di Camus all'oggettualità di Robbe-Grillet o di Butor (e all'origine ci stava, non dimentichiamolo, la madeleine proustiana). In effetti, il suo romanzo è anche una mostruosa raccolta di reperti oggettuali; ogni occasione è buona per collezionare aggeggi, cianfrusaglie, paccottiglia, nei regni del mobilio o dei profumi o della bibliofilia; di frequente, poi, l'autore non esita a superare anche il muro della traduzione in corretto e funzionale linguaggio tipografico, offrendo gli oggetti col sistema del ready-made, riportando cioè di pari peso iscrizioni, sigle, caratteri a stampa o a mano pittoVidal: pa Gore Vidal Duluth London, Heinemann, 1983 pp. 205, Ls 7,95 (e New York, Ballantine Books, 1983) L, idea portante dell'ultimo romanzo dell'autore di Myra Breckinridge è di comporre una parodia dell'universo dei serials televisivi. È una tentazione che si deve affacciare e si affaccia nella testa di molte persone, se non altro per il divertimento procurabile dall'infrangere un così rigido sistema di convenzioni com'è quello dei feuilletons televisiv1. Per esempio, ci aveva provato molto tempo fa Me! Brooks, che con il serial Get Smart affidava il compito di ridicolizzare i cliché dei telefilms polizieschi nelle mani di un ispettore imbecille e della sua collega 99, mentre ora anche in Italia (come si legge in «Se mi girano i cinque minuti ... », in Panorama, 23 gennaio 1984) circola un miniserial nostrano intitolato Echi d'occidente, parodistico già nel tempo di durata, cinque minuti a puntata. Ma in Duluth questa prima parodia è accoppiata a un'altra, che ha come bersaglio alcune idee comuni circolanti nei dipartimenti di letteratura delle università statunitensi. Altrettanto rigide ma meno popolari, le teorie accademiche vengono così riassunte appena il romanzo prende il via: stesso eppure diverso. Noi chiamiamo questo après post-strutturalismo». L'ironizzazione e la squalificazione del corrente pensiero critico letterario-universitario proseguono con l'affermazione che «la legge dell'assoluta unicità richiede ( ... ) la totale perdita della memoria da parte del personaggio che è morto o che ha fatto solo una breve comparsa nell'opera di finzione». Così, «quando la stesura del libro è terminata tutti i personaggi che giungono vivi alla fine risultareschi e stravaganti. Eppure anche Perec, come già Fruttero & Lucentini, resta a metà del guado. Roussel si divertiva enormemente a costruire le sue antistorie, il suo enorme regno dell'antifysis, e del resto ci ammetteva nel suo laboratorio stregonesco, dedicandoci un istruttivo e didascalico Comment j' ai écrit certains de mes romans. Perec invece non fa altrettanto; comprendiamo bene che segue regole sue, capricciose, o ingegnose, ironiche, demistificanti; fatto sta che non ci lascia partecipare al segreto, e ci espone quindi alla tentazione di prendere per buone le storie snocciolate, come se si svolgessero al grado zero della naturalezza e della realtà. O peggio, siccome non è possibile che qualcuno ci 'creda' veramente, resta solo afferrabile un evidente, scoperto intento di derisione, di beffa universale, abile ma sinistro e agghiacciante. Ciò che in Balzac era amore infinito, o quanto meno adesione, partecipazione, qui diventa senso di distacco incolmabile, di superio-. rità un po' sterile. E non c'è neppure il piacere del telecomando, la fede in questa nostra possibilità di rivivere tutto in una fase combinatoria. Anche perché un altro limite dell'operazione di Perec sta nel fatto che le varie storie sono incomunicanti tra loro, accumulate come in una panoplia, in una gigantesca natura morta. E qualcosa del genere vale anche sul versante oggettuale. La .nausea di Sartre o di Robbe-Grillet, anche se evidentemente ben diverse dal possesso rettilineo e scoperto caro alla psicologia ottocentesca, erano pur sempre uno stato di affezione, un provare sentimenti, anche se di tipo nuovo e sottile. Invece gli elenchi e repertori e catasti e inventari di Perec, benché abilissimi, eccezionali per grado di conoscenza e duttilità e stravaganza, sono attinti da un connotato mortuario. Come gli acquarelli di Bartlebooth, questa enorme impresa di orologeria potrebbe estinguersi senza lasciare tracce e rimpianti. iadelserial Alessandro Cogolo completezza sconosciuta persino all'impegnatissima Yale» (Duluth, pp. 12-13). I personaggi che animano l'immaginaria città del libro, Duluth - fornita di «tutti i possibili appetiti» e «capitale del mondo» degli anni novanta-, transitano e zompano dall'una all'altra delle varie «realtà narrative» che formano il libro. I sottogeneri che compongono l'insieme della produzione seriale televisiva si mescolano e intrecciano conseguendo il primo effetto comico dell'opera. I terroristi atzechi non chiedono un aereo per arrivare all'Avana o a Mosca ma per volare fino a Bonn; le cimici di una navicella spaziale assumono forme umane e giocano in borsa; la scrittrice di grido va avanti ripetendo: «Io ero a Hiroshima il giorno che è scoppiata la bomba atomica», mentre il giornalista di successo si sforza in tutti i modi di dimostrare che «non è vero!»; i presidenti della repubblica si alternano, anche a richiesta, alla televisione con nomignoli tipo «quello grasso», «quello magro», ecc. L'intero mondo che viene raffigurato, mediante questa metonimia letterario-televisiva che è l'ultimo romanzo di Vidal, nel corso dell'ultimo lustro era stato scandagliato e criticato dall'autore in saggi pubblicati a ritmo regolare e indefesso sulle maggiori riviste letterarie americane (Esquire, New York Review of Books, Commentary, ecc.). Tali saggi sono stati recentemente raccolti e pubblicati in un unico volume intitolato The Second American Revolution and Other Essays 1976-1982 (New York, Random House, 1983, seconda ed. dal titolo Pink Triangle and Yellow Starr). Ma il pregio di questa sua nuova opera narrativa oltrepassa l'immediata notazione umoristica scatenata dai numerosi paradossi e pastiches che contiene, e anche la sua carica di satira sociale. moria generale della nostra specie, e fruttificheranno nel suo seno quando sarà perita la gloria di colui che li scrisse e la lingua nella quale furono scritti» (Genette, Figure I), ecc. Esse, dunque, sono entrate in possesso dell'attuale sistema di circolazione e consumo universitario del sapere. Sminuzzate, riciclate, divulgate da un esercito di insegnanti e studenti allenati a diventare a loro volta insegnanti, hanno perso la loro 'aura', irrigidite in schemini e grafici ad uso di seminari semestrali. D'altro canto, il magazzino di caratteri e situazioni narrative messo a punto per il consumo di masse irretite dall'ascolto televisivo non ha troppa dignità se comparato ai modelli classici e più alti della cultura, ma pare sempre di più imporsi come uno di quegli 'scarti' che introducono un nuovo tipo di arte. Per andare ad un esempio molto antico, si può ricordare l'avvento nell'Atene del III secolo a.C. della 'commedia nuova' di Menandro, borghese (anche piccolo-borghese) e quotidiana, contro e in sostituzione dell'aristocratica, impegnata e fantastica 'commedia antica' di Aristofane. «Come la gran parte delle leggi assolute, la legge narrativa dell'assoluta unicità è relativa. Anche se ogni personaggio in ogni singola opera narrativa - così come in ogni tipo di vita e di scritto non narrativo - è assolutamente unico (anche nel caso non possiate distinguere un personaggio dall'altro), la verità della faccenda è più complessa. Quando un personaggio di un'opera narrativa muore o viene espulso dalla narrazione, riapparirà - prontamente - in una nuova narrazione, quanti sono i personaggi - e intrecci - disponibili in qualsiasi momento. Minoranza etnica U na volta completata la lettura, il senso del libro pare ribaltarsi, apparentemente a dispetto delle teorie proposte dall'autore. Il «burlatore» viene burlato dai suoi stessi bersagli. Entrambi i generi di materiali parodizzati dimostrano di possedere una vitalità e una capacità d'adattamento invidiabili. Essi possedevano già una storia. Non si sa ancora se i personaggi dei serials televisivi avranno la stessa longevità delle maschere e dei tipi della 'commedia nuova' ateniese, i quali si sono ripresentati nei secoli e nei luoghi più diversi, resuscitati dai commediografi più distanti (da Plauto a Molière), sicché questo paragone potrebbe suonare troppo aulico. Ma, pagato ogni debito al grande talento dell'autore, il romanzo di Vidal potrebbe essere uno dei primi segni della capacità di queste nuove icone della nostra vita contemporanea di migrare da un mezzo espressivo a un altro, cambiando magari trucco e intonazione, ma mantenendo intatta la propria notevole forza di rappresentazione. «Il corollario alla relativa legge narrativa dell'assoluta unicità è t-.... l'effetto simultaneo, che nella nar- (:;:! rativa equivale alla legge fisica di .s ~ Miriam Heisenberg. Essa significa ~ che ogni personaggio è in grado di ~ apparire, simultaneamente, in tan- ....., ti romanzi quanti il caso può riJ; chiedere. Questo corollario è cong testabile e non ci costringe a e preoccuparci oltre della possibilità ~ di considerare, di passaggio, che i:! ogni lettore è, da differenti punti ~ di vista e in differenti momenti, in· l un numero finito di differenti ro- ~ manzi dove questi è sempre lo no disponibili a rientrare nelle opere di altri scrittori. Alle volte questo è chiamato plagio, ma è un termine duro se si considera quanto scarse siano le possibilità per un personaggio e per un intreccio di andarsene in giro ( ... ). Di conseguenza ecco la prova - o una prova - dell'effetto simultaneo. . «Una volta che questa particolare verità narrativa o vera narrazione è portata a termine dal presente autore (uno capace di ricreare, così com'era, la visione che gli occhi dei vermi hanno di questa Duluth - il lettore è dunque avvertito), Bellamy Craig III, Darlene Ecks, Captain Eddie, l'intera vivida e vivente (per ora) squadra scivolerà via in una nuova ambientazione, sconosciuta a loro o a lui. Lo di- . menticheranno. Lui non li ricono- , scerà più - eccetto in quei casi di Provato Plagio quando la legge civile prenderà in serio esame la verità di un testo narrativo con una La rappresentazione di Vidal di questo «riflesso» della società americana («Se, com'è stato spesso affermato, ogni società ha la Duluth che si merita, gli Stati Uniti d'America nell'ultima decade di questo secolo si trovano alle prese con qualcosa d'assolutamente eccezionale», p. 1) smaschera e attacca l'ideologia che anima i racconti della società gemella e dal nome assonante, Dallas, insieme alle consimili narrazioni. L'idiozia e l'ignoranza vengono pesantemente sottolineate («Napoleone Bonaparte. Who is he?») e assurgono a caratteristiche dominanti: il perbenismo piccolo-borghese viene demolito mediante una pornografia allegrotta, esibente pesi e misure; le smanie, le fobie, i sogni e i luoghi comuni delle classi o caste che vi giocano un ruolo da protagonista vengono derisi elaborandoli in nonsense e gags verbali o comportamentali: Le leggi riassunte da Vidal nei termini «effetto simultaneo» e «assoluta unicità» si erano incontrate la prima volta nelle pagine sublimi di Borges e d'alcuni critici straordinari del secolo - per esempio: «S'è stabilito che tutte le opere sono opere di un solo autore, atemporale e anonimo» (Borges, Finzioni); «La quantità di favole e di metafore di cui è capace l'invenzione umana è limitata» (Borges, Inquisizioni); «La presenza atemporale, che è la qualità propria della letteratura del passato, può sempre interferire con quella del presente» (Curtius, La letteratura europea e il Medio Evo latino); «Di tutti i grandi libri si può dire quello che Borges scrive dei romanzi di Wells: essi si incorporeranno·, come la favola di Teseo o come quella di Assuero, nella meLa doppia parodia rivela inoltre come ormai, sempre di più, questo genere «camaleontico» (Bachtin) di comunicazione che è il romanzo stia tentando d'incorporare i modi espressivi della televisione. In quel piccolo Aleph che tutti hanno in casa, l'effetto simultaneo è garantito dal telecomando, e il letterato per scrivere ha ubbidito, sotto la maschera della commedia, a tutte le leggi che regolano il piccolo schermo. Per dirla con un'altra «frecciata irresistibile» dello scrittore ameri- . cano (anche questa una parodia non priva di•sarcasmo), parrebbe proprio che la televisione abbia sognato Vidal per una delle sue prime scorribande in intatte praterie.
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