vi Roma. Gli dei suppongono il problema risolto; gli dei, come al solito, rispondono con una tautologia: voletefondare Roma là sopra, ebbene, metteteci Roma. Ciò suppone che si sappia cos'è Roma. Per una volta l'indovino fornisce la natura della domanda: questo lago nel mezzo di Roma è Roma. Allora ci siamo. Mi fermo. Supponiamo che ci sia stato un terremoto: questo non è un prodigio. E allora la terra si apre, ma in quel caso avete assistito a delle scosse e avete forse visto dei crepacci prodotti da esse. Sapete che il baratro non ha una profondità infinita, lo si colma sempre, non è un prodigio. Ma è un prodigio se e soltanto se laprofondità è infinita, e io comprendo la natura del prodigio dal momento in cui ascolto gli' dei. Gli dei dicono: è Roma, metteteci Roma e lo colmerete. Dunque la spiegazione fisica, come poco fa, corre fino a un certo punto e quindi si arresta e devo darle il cambio con un'altra spiegazione: quella degli dei. Continuo la mia storia. Arriva dunque il giovane, quando gli dei avevano risposto in virtù dellamediazione degli indovini con leparole che vi ho detto. Il giovane, esperto ne~'arte della guerra, di nome Marco o più esattamente Marco Curzio, si mette a biasimare coloro che non avevano compreso il significato del/'àugure e improvvisamente il racconto - come avesseprovocato una biforcazione - dice che Marco Curzio si mette a biasimare il popolo, si mette ad arringare il popoGesù appare sul lago di Tiberiade quando i Romani portano delle pietre e delle offerte nel crepaccio, esso si chiude, il baratro si chiude. Ciò che si legge è soltanto la devotio; ignoro in quale lingua si esprima l'oracolo, ma in genere l'oracolo viene detto esprimersi in greco, e Plutarco dice da qualche parte che Roma è ~wµfJ, ovvero in piena forza. Ciò chef a la forza di Roma, ecco la tautologia, è Roma. E ora sappiamo che Curzio è nella posizione della vestale Tarpea; si è gettato nel baratro, il nero baratro si è chiuso e sul cadavere di Curzio piovono di nuovo pietre e terra, offerte e tutto quanto il popolo romano può offrire in una tale circostanza. Ecco allora, Roma è fondata. Vorrei raccontarla, questa storia, un po' meglio. Tentiamo. Ecco che parla - parlava ed è morto mentre parlava, parlava ancora quando è caduto nel baratro dellamorte; e la folla romana è là in silenzio, sono convenuti là in centinaia di migliaia, e ciascuno depone nel luogo dove è stato gettato e interrato offerte, fiori, un pugno di terra; e questo luogo, questa tomba, questo lago profondo di cui parla il testo, si chiama il collettivo, la comunità. Tutto il popolo di Roma si spinge attorno alla sua tomba. Dov'è Roma? Cos'è Roma? Cos'è la città collettiva se non questa folla che si spinge là e che fonda con questa stessa attività la sua esistenza interrando i suoi eroi, che si fonda e ritorna sul proprio tempo interrando in centinaia di migliaia qdesto eroe che è morto un terremoto; e' è anche il lago Curzio. Ebbene, il racconto di Marco Curzio va dal terremoto al sacrificio, dal terremoto al sacrificio umano, dalla violenza naturale alla violenza umana. Ricorderete che all'inizio ho detto che la narrazione di Tito Livio affermava esserestata prodotta, questa apertura spalancata nel mezzo del Foro, da un terremoto o da qualche altra violenza che non so definire. Tentiamo di definirla. Non e' è più questo corpo nel Foro: un buco, questo Foro in mezzo a noi, un abisso incolmabile e' è nelle nostre relazioni. Non sappiamo cosa vuol dire essere insieme. Il collettivo è scosso da un avvenimento, da una crisi, con istituzioni che vacillano; il contratto sociale che ci lega è disfatto. Ciò vuol dire che le tombe sono riaperte e che bisogna ricominciare un'altra storia e che quella di Marco Curzio è il ricominciare di tale storia. Ma questo inizio, questa condizione è multipla, vi si ritorna senza posa perché a partire da un certo momento il caos sbadiglia [baille] ed è aperto di nuovo. La teoria etnologica, la teoria del sacrificio, si ritrova in un solo racconto; il racconto diviene ormai perfettamente tollerantegrazie al discorso. Con la teoria del terremoto la storia non sarà mai del tutto riaperta. Osservate, facciamo una teoria fisica, spieghiamo il racconto, ma a un certo momento esso :Siferma, non spiega perché è venuto fuori il buco. E se fornisco una spiegazione di questo racconto per mezzo di una scienza umana, lo ritrovo quasi del tutto. Ma a un certo momento le scienze umane ritrovano il mito e si fermano. E tra questi due discorsi nel momento in cui uno tace e l'altro non ha ancora la parola si forma uno iato4 - ed è forse anche il lago Curzio - che è lo iato nel quale si pone la domanda «Cos'è la religione?». Vorrei ora semplicemente parlare con il nome degli dei. Sapete che si racconta che il nome Juppiter è un nome doppio, che il nome Juppiter significa il giorno per ciò che concerne la prima parte del nome e significa il padre per ciò che concerne la seconda parte, la parte «piter» vuol dire pater, ovvero padre. Da questo nome possiamo rispondere ancora alla domanda. Ed ecco la risposta che ho cercato nei racconti e che ora posso dare in una sola nominazione. Juppiter è innanzi tutto il giorno, ovvero un tempo, una luce, una bellezza, un insieme di fenomeni che hanno luogo senza gli uomini; quel giorrio è la natura, è l'oggettivo, ci sono stati e forse ci saranno giorni senza nessuno di noi, il giorno veglierà il mondo senza che l'umanità vi sia più, senza che forse l'umanità vi continui a vivere. Dunque Juppiter è il dio del mondo che non ha niente a che vedere con la società, è il giorno, è molto grande, è la luce, il fulmine, il tempo. In secondo luogo, Juppiter è poi il padre, il padre degli dei, il re degli dei, il padre degli uomini, il principe, il padre dell'umanità, egli è vostro padre, nostro padre. E i Romani rispettavano e veneravano Juppiter-dio sotto la nominazione del padre. Cosa vuol dire ciò? Vuol dire: i nostri rapporti, le relazioni che instauriamo tra di noi, nella nostra famiglia, nella nostra società, nel nostro lavoro, l'autorità, la dignità maestosa. Juppiter è dio: risposta molto grande nel caso del giorno, molto buona nel caso del padre. Juppiter è un dio. Cosa vuol dire ciò? Cosa vuol dire la religione? Risposta: in un primo luogo tutta la religione - dicevamo quando ci trovavamo nell'età dei lumi, nel tempo in cui ci sentivamo schiacciati dinanzi alleforze della natura--, gli dei sono l'intenzione del lampo, il soggetto che tiene il fulmine, la potenza della germinazione in primavera, le viscere buie e anguste della terra. In breve, gli dei sono fatti della natura del/'astronomia, delle meteore, della genetica, delle attività agricole. Questa è l'interpretazione del XVIII e del XIX secolo. Cos'è la religione? La religione rappresenta le forze fisiche della natura e dunque non c'è più religione dal momento in cui abbiamo una fisica, o piuttosto dal momento in cui abbiamo una fisica allo stato nascente. Fatescienza esattae non avrete più religione, in altre parole Juppiter è la notte; nel corso di questa notte resa sensibile dal lampo non e' è alcun dio che si ponga dietro questo lampo. Fate dellafisica, non avretepiù religione. Qualcosa è venuto alla luce. E tuttavia Juppiter non è soltanto il giorno, è anche il padre; in altreparole la storia di Marco Curzio non è soltanto quella del terremoto, è anche il problema di sapere cos'è un collettivo umano. Fate dellafisica, non avretepiù religiolo, a dire al popolo che ciò che costituisce la sua forza mentre parlava, quale che sia il nome di chi è deposto in ne e tuttavia rimane il padre. Cosa vuol dire ciò? Vuol dire principale è il suo esercito e che in questo esercito ci sono i terra, quale che sia il giorno o la pietra sepolcrale che si _ che tutto lo sforzo secolare delle scienze della natura non migliori soldati. Ma immediatamente si comprende che se chiuderà su di lui, quale che sia il tempo della sua sepoltura? impedirà che la maggior parte di noi si ingiJiocchidavanti al Marco parla vuol dire che e' è qualcuno, se arringa il popolo Roma è la città delle tombe. Roma è il collettivo attorno a padre, davanii al quale si inginocchiavamio padre, o davanvuol dire che e' è il popolo, e se parla vuol dire che tutto il questa tomba, come sappiamo ancora oggl3.Essa è oggi la ti al principe della città. Allora bisogna ricominciare, bisopopolo è riunito nel Foro per seguire i capi. città delle tombe, è la città dove la pietra fa posto alla carne, gna ricominciare a sapere che la spiegazione che ora chiameE il testo dice: si produsse il silenzio, si stabilì il silenzio. Il dove nei buchi delle tombe si trova la pietra di ciascuno e la rei fisicalista delle religioni, quella che abbiamo ereditata popolo romano è in attesa di ascoltareCurzio, sul bordo del carne del cadavere, e dove questa carne diviene pietra nella dal/'età dei lumi, indietreggia dinanzi alla spiegazione delle lago. Ma vediamo, gli dei hanno risposto: se volete riempire tradizione antica, cristianae contemporanea, dove la statua scienze umane. Ovvero che il testo del Diluvio non pone più l'abisso, bisogna mettervi Roma. Ma Roma è là, sono tutti là si trova al posto del cadavere. Qual è il seguito? Nel mezzo molti interrogativi ai fisici del globo, ma li pone ai teorici ad ascoltare Marco Curzio. Allora Marco Curzio leva le del Foro e' è precisamente questo caos senza fine che chiede e della violenza_collettiva, che ora per noi il Diluvio non è più braccia al cielo e si mette a parlare, si trova ora davanti al chiede senza posa tanto e tanto, perché è sempre aperto, che una trasgressione marittima, ma è l'esplosione di tutta una crepaccio e davanti a lui, attorno a lui, al suo fianco e' era deve essere colmato da chi muore, e dalla folla attorno al violenza sociale. E da quando abbiamo ormai una spiegatutto il popolo di Roma nel Foro. Egli volge lo sguardo ai morto, e dallafolla che getta sul cadavere la sua offerta e la zione di Juppiter dal lato del padre, non abbiamo più cerca- ;::; templi che dominano il Foro, leva le sue mani verso il tem- sua pietra, ciascuno per la sua parte, ciascuno il suo pezzo. to la verità dal lato del giorno, bensì dal lato del padre. ~ pio, le abbassa verso il fondo del crepaccio e fa voti solenni. E il lago Curzio è la tomba delle tombe di Roma; esso è Di conseguenza, cos'è la religione? Fate delle scienze -~ E ciò per dire che su un cavallo magnificamente bardato, ne~'antichità il caos che ci annuncia le tombe della fonda- umane e non avretepiù religione;ascoltate,fate dellescienze ~ perché era un guerriero, si precipita poi nel baratro. Alcuni zione. Roma è questa somma ricorrente e redditizia e mai fisiche e non avretepiù religione. Ma lo sforzo secolaredella ~ raccontano che nel momento in cui Marco si precipita nel integrabile. Non si perviene mai a integrare la parte di eia- vita non farà ancora delle scienze tali da impedire che vi sia ~ baratro le labbra della città si chiudono su di lui, ed altri scuno e talvolta vi si arriva e ad ogni tomba si rappresenta il ancora il padre. Ebbene, in quel caso fate dunque delle ~ .è; dicono- scrive in particolare Tito Livio- che, nel momento momento di una formazione, il momento ricorreritedi una scienze umane e non avretepiù religione. Cos'è la religione? § in cui il giovane precipita nel baratro, tutti i Romani lancia- formazione. Ma il lago Curzio reclama, esso è ciò che è La religione sono le scienze umane allo stato nascente. Ov- ~ no nel baratro offerte, terrae tutto quanto si poteva offrire in infondabile nella serie delle fondazioni. vero, gli dei non sono più degli antropomorfismi. Ora non ~ un momento così solenne. Vi sarete accorti che per parlare di Marco Curzio ho par- ho più paura della pioggia, ma quando vedo_la violenza i::: Riassumiamo. <Jiascunoporta delle pietre o della terra in lato da antropologo, da politico; anche perché sto riferendo collettiva, quando vedo la violenza politica, so bene che la ~ questo crepaccio, e il crepaccio non si chiude; un giovane si un avvenimento politico, ho parlato nel linguaggio delle maggior parte di coloro che vi si adattano sono religiosi, e ~ sacrifica, si precipita nel crepaccio, e in quel momento, scienze umane, poiché da parecchio tempo non parlo più di che di conseguenza la scienza mi chiede di spiegare questa ..::;, I c::s ,
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