Alfabeta - anno VI - n. 65 - ottobre 1984

Segni di segni Quaderni . di Filosofia del linguaggio e Antropologia culturale del/'Università di Bari ADRIATICA EDITRICE Via.A. da Bari 119-121, Bari Tatiana Slama-Cazacu: Analisi contestuale dinamica del testo letterario, Introd. di G. Mininni, L. 16.000. Una poesia «ermetica» nell'analisi contestuale dinamica dell'opera letteraria: «L'uovo dogmatico» di fon Barbu. Un poeta contraddittorio per eccellenza - Charles Baudelaire - e i suoi «Ciechi». Alla ricercadei segni nascosti: un frammento di «Il nome della rosa» di Umberto Eco. Augusto Ponzio: Tra linguaggio e letteratura, L. 8.000, Massimo A, Bonfantini: Semiotica ai media, L. 20.000. Semiotica applicata allo studio dei testi prodotti ed emessi dai mass media; ma anche, in secondo luogo, semiotica che si rivolge ai media; e, infine, un po' sul modello di «gelato alla vainiglia»o «alpistacchio», semiotica ai media vuole avere il senso di semiotica che «prende gusto» dai media, semiotica pervasa dai media, ispirata nei suoi principi dalle pratiche semiotiche diffuse dai media, Giuseppe Mininni, Psicosemiotica, L. 12.000. Giuseppe Mininni, Dialogo e argomentazione, L. 14.000. «"Psicosemiotica" rappresenta indubbiamente lo sforzo maggiore di chiarificazione teorica, in chiave epistemologica e interdisciplinare, e di revisione concettuale della attualepsicolinguistica. La proposta di una semiotizzazione di tale scienza è audace e affascinante, I grandi nomi chiamati in soccorso in questa impresa, da K. Popper a K. BiJ.hlera F. Brentano, sono interpellati con vivace senso critico, e il loro contributo è filtrato rigorosamente. In "Dialogo e argomentazione", Mininni propone una indagine rigorosa sul dialogo e sul/'argomentazione contribuendo seriamente alla fondazione di una «argomentologia». La buona conoscenza della filosofia, della logica, della linguistica, della psicologia, gli permettono di costruire un discorso assai convincente e degno di attenta considerazione. Linguisti e psicolinguisti d'ora in poi non potranno più ignorare questo tema né questo libro» (R. Titone, «Rassegna italiana di linguistica applicata»), Maria Solimini, La materia culturale. Strutture, miti, riti, scambi, maschere, L. 10.500. La cultura si articola attraverso significanti e rapporti fra significanti. Un complesso groviglio di maschere, in cui i rimandi, le relazioni metaforiche e metonimiche, i rapporti segno-interpretante non rinviano a qualcosa «dietro», ma, come in un gioco di specchi, sono rapporti di superfici, Riconoscere il gioco volto/maschera come un gioco di superfici, afferrare la materialitàdella maschera e porre sullo stesso piano il volto in quanto esso stesso maschera, significa togliere al potere uno degli elementi della sua forza argomentativa e della realizzazione del consenso. Certamente questa consapevolezza non fa magicamente sì che tutti i giochi siano riaperti, ma perlomeno contribuisce a mostrarne i meccanismi e toglie il vantaggio del ricorso ai valori dell'Autenticità, della Naturalità, del Fondamento, della Verità. Augusto Ponzio, Mariagrazia Tondo, Eugenia Paulicelli, Lo spreco dei significanti. L'eros, la morte, la scrittura, L. 12.000. Patrizia Calefato, Tempo e segno, L. 6.000. Augusto Ponzio, Spostamenti. Percorsi e discorsi sul segno, L. 6.000. Polifonie. Soggetto e scrittura, desiderio e devianza, moda e fiaba, a c. di A. Ponzio, L. 12.000. «Itinerari nel fascinoso mondo del romanzo, che ne mostrano le specifiche modalità strutturali; e insieme vogliono sottolineare come le costruzioni della letteratura contraddicano fecondamente la logica lineare cui sembrano sottoposti, aprano nuovi spazi, sempre nuovi "universi possibili"» (M. Spinella, «Rinascita»), Augusto Ponzio, Soggetto e alterità. Da Uvinas a Uvinas, L. 8,000. Francesco Corvino et Alii, Linguistica medievale. Anselmo d'Aosta, Abelardo, Tommaso d'Aquino, Pietro Ispano, Gentile da Cingoli, Occam, L. 18.000. ........................................................... ., ! Da Parigi • ! • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • ■ --------------, possibili - certo, è quella che ho un caso tipico del nostro tempo. Ne Dostoevskij, èperché sentiamo che ■ : Quattro domande a Todorov fatto io. Di per sé, l'elaborazione esistono altri, come per esempio egli cerca di dire la verità dell'esse- ■ ■ L---------------" di unapoetica, l'insistenza sulla ne- quello di Kundera, che non è un re umano. Se così non fosse, sareb- : ■ Questa corrispondenza com- cessità di un discorso teoricogene- dissidente e parla di tutt'altro, ma be un divertimento di breve durata, ■ ■ prende circa metà di una lunga in- raiesulle categorieusate dalla criti- che, come Solienicyn, prende mo/- come le parole incrociate. ■ ■ tervista rilasciata da Tzvetan To- ca, non predetermina affatto lana- to sul serio la letteratura, la fa par- D. E qual è il rapporto della cri- ■ ■ dorov a Stefano Rosso, a Parigi, il tura del metodo di cui ci si serve in tecipare a un dibattito di fondo. tica con la verità? ■ ■ 12 giugno 1984. concreto. Dirò di più: se è vero che Proprio questa mi pare la novità: Todorov. Anzitutto, la critica ha ■ ■ D. Lei ha cominciato a lavorare un discorso metodologico prepara tanto la critica quanto la letteratu- un rapporto con la veritàattraverso ■ : a Parigi circa vent'anni fa. Vuole gli strumenti di cui ci si serve nel ra, quali che siano le loro scelte il testo letterario che essa studia. ■ ■ parlarmi delle trasformazioni in- lavoro critico, è anche vero che particolari, quali _chene siano le Non nel senso che quel testo abbia ■ ■ tervenute sia nel panorama degli non bisogna passare tutta la vita a sfumature, hanno scoperto di avere un significato ultimo, ma nel senso ■ ■ studi letterari francesi, sia nel suo affilare quegli strumenti. un rapporto diretto con la verità. che fra il dire «non vi sono che in- ■ ■ specifico ·modo di lavorare, nel Personalmente, non ho mai avu- La letteraturanon è una sempli- terpretazioni» e il dire «vi sono so- : ■ corso di tutti questi anni? to alcun interesse nel raffinare le ce costruzione gratuita, non è solo lo fatti», esiste un terreno interme- ■ ■ Tzvetan Todorov. Quando, nel forme del discorso critico; piutto- un meraviglioso gioco con i propri dio in cui si situa la critica lettera- ■ ■ 1963, mi sono trasferitoin Francia, sto, dopo aver ricordato un oblio elementi - per quanto sia anche ria. Essapuò accertarealcunipunti ■ ■ vi era un predominio quasi assolu- massiccio come quello che vedevo questo. Il che non significa consi- incontestabili a proposito di un'o- ■ ■ to, nella criticauniversitaria, di un in opera nella tradizione francese, .-----, ------------, pera letteraria;e, d'altraparte, può ■ : approccio di tipo storicistico. Pa- ho cercato di servirmi dei nuovi lasciaredelle zone d'incertezza, di ■ ■ rallelamentea essa, vi era una criti- strumenti per leggere i testi. È un indecidibilità... ■ ■ ca generalmente extrauniversitaria, po' questa l'evoluzione che ho con- Ma la critica ha anche un altro ■ ■ la cosiddetta «nouvelle critique», statalo nel mio lavoro: negli anni rapporto con la verità. Il critico, a ■ ■ che lavorava in modo tematico, sessantaho sottolineato la necessità mio avviso, deve comunque porsi ■ ■ cercando di interpretare le opere a di una poetica, insistendo sugli la domanda se l'autore di cui parla : ■ partire da alcuni aspetti molto spe- aspettinarrativie stilisticidelleope- ha ragione o meno, se è o non è ■ ■ cifici, cioè, nella tradizione bache- re letterarie,che venivano trascura- veridico. Insomma, non posso ■ ■ lardiana, dagli elementi del mondo ti; negli anni settanta, ho lavorato scrivere un libro intelligentesu Do- ■ ■ materiale, dalle sostanze che costi- piuttosto nel senso di una teoriage- stoevskij se non mi chiedo se ha ■ ■ tuiscono l'immaginario dei poeti. nera/e del simbolismo, che non ragione o no quando afferma una ■ : Di fronte a questa situazione, e concerneva strettamente la lettera- certa concezione dell'uomo. Il che ■ forse perché avevo avuto una for- tura; ma a partire dagli anni ottan- non vuol dire che io debba avere ■ : mazione diversa (avevo studiato in ta sono impegnato in un lavoro che più ragione di Dostoevskij. ■ ■ Bulgaria, e leggevo molti libri rus- definirei di interpretazione dei testi In sostanza, non sono favorevo- ■ ■ si, ma anche tedeschi e inglesi), io in senso stretto - ho un soggetto le a una pura e semplice inclusione ■ ■ ero interessato a aspetti de~'opera specifico, che studio attraversotesti della critica nella letteratura, dal : ■ letterariache non trovavano alcuno scritti in Francia nell'arco di quat- momento che quest'ultima non de- ■ ■ spazio in quelle categorie. Direi tro secoli, e in cui inevitabilmente ve render conto di nulla a nessuno; ■ ■ che l'impulso iniziale del mio lavo- utilizzo gli strumenti che avevo cer- ma questo non vuol dire che si pos- ■ : ro concerneva l'oggetto piuttosto catodi elaborare in un primo tem- sa far critica comunque, come ci ■ che il metodo: mi balzava agli oc- po. pare e piace. Ritengo che la critica ■ : chi ilfatto che in granparte l'ogget- D. Che cosa pensa della evolu- sia una costruzione: l'opera critica, ■ ■ to letterarioerapressoché cancella- zione attuale della letteratura? il genere critico, produce delle co- ■ ■ to dai criticie dagli storici della let- Todorov. Per quanto riguardala struzioni a partire da elementi di- ■ ■ teratura. Francia, e secondo il mio persona- spersi presenti nel testo di un au/07 ■ ■ Per ovviare a queste carenze, ho lissimo parere, ritengo che non vi re, o in vari testi diversi, e, muo- ■ ■ cominciato con il tradurre in fran- sia una letteratura troppo interes- vendo dalla critica, crea un libro. : ■ cese i testi dei formalisti russi. Poi sante, oggi. Quando mi chiedono Dunque, è necessario fare delle ■ ■ sono diventato direttoredella colla- quali siano attualmente gli scrittori scelte, come quellefatte da uno sto- ■ ■ na «Poétique» presso le Éditions più interessanti a Parigi, rispondo rico o da un etnografo, senza chiu- ■ ■ du Seui/, che ha pubblicato anche Beckett, Cortazar e Kundera, cioè dere gli occhi di fronte a questa ne- ■ : testi tedeschi, inglesi, ecc., introdu- un irlandese, un argentino e un cè- cessità. ■ cendo in Franciaun discorsosu al- co. È una battuta, ma è vero che se Tutte le scienze urna.neinterpre- ■ : tre parti de~'oggetto letterario - cerchiamo opere davvero incisive, ,________ L------' tative, cioè l'etnografia, la storia, la ■ ■ cioè, essenzialmente, sulle strutture che modifichino l'attuale panora- Sul P 0st0 di lavoro critica, la sociologia... , si scrivono ■ ■ narrative da una parte, e dall'altra ma letterario, notiamo che si tratta come un romanzo. Si è spesso det- ■ ■ su ciò che tradizionalmente si chia- per lo più di traduzioni. Tuttavia, derare l'opera letteraria come una to che la storia è un romanzo vero; : ■ mava 'stile': i problemi di retorica, credo che si possa parlare anche di sorta di pamphlet, o di sermone, di bisogna ripeterloaproposito di tut- ■ ■ di figura, di figuralità, ecc. una certa evoluzione della lettera- traduzione diretta delle idee politi- ti gli altri generi propri al discorso ■ ■ D. E lo strutturalismo? tura francese (per difficile che sia che, morali, religiose,di un autore; delle scienze umane: quando si fa ■ ■ Todorov. Ciò che allora si chia- giudicare un campo in cui escono ma tra l'escluderequestapartecipa- una costruzione, si è impegnati in ■ ■ mava strutturalismo negli studi let- in continuazione migliaia di li- zione diretta, e il negare qualsiasi un lavoro che assomiglia moltissi- ■ ■ terari, in Francia (non so se questo bri... ); un cambiamento che consi- rapporto fra il testo letterario e la mo a quello del romanziere - con ■ : termine avesse lo stesso senso in al- ste, in termini generalissimi, in un verità, ne passa. Dicendo «rappor- elementi dispersi, con atomi di sen- ■ ■ tripaesi, e in genere nei varistudio- certo riflusso, in un ritorno indietro to con la verità» non voglio soste- so, si crea un oggetto unico nel suo ■ ■ si), era per me il nome dato alla rispetto a una fase sperimentale e nere che vi sia una verità trasmessa genere. ■ ■ elaborazione della teoria letteraria.· avangubrdista. Ma non credo nep- dal testo (si tratterebbeancora una Per quel che mi riguarda, in La ■ ■ Ho sempre creduto che, come in pure che si debba dare troppa im- volta di un sermone); ma che vi è Conquete de l'Amérique e in Cri- : ■ linguisticasi deve pensare simulta- portanza a questo riflusso, si tratta una ricercadella verità, e che la ve- tique de la critique (un libro sulla ■ ■ neamente la descrizione delle lin- di un moto pendolare del tutto spie- ritàpuò essereposta come un oriz- criticaletterarianel Novecento, che ■ ■ gue particolari e la teoriagenerale, gabile. zonte lontano e però possibile, che uscirà la primavera prossima), ho ■ ■ la cosiddetta linguistica generale, Ciò che più mi stupisce è che, se permette, come direbbe Habermas, scelto un genere letterarioche defi- ■ ■ così negli studi letterarisia necessa- oggi cerchiamo alcuni scrittori di regolareil dialogofra gli interlo- nisco «raccontoesemplare».Di fat- ■ : rio praticare sia la descrizione in- molto influenti, troviamo per esem- cutori. to, racconto sempre una storia; ■ ■ terpretativa (interprétationnelle) pio Solienicyn. Ora, sicuramente Vi è una certaeticadellacomuni- penso, come Goethe (semi si passa ■ ■ delle opere particolari, sia la rifles- qualcuno potrebbe obiettare che la cazione a cui, volente o nolente, il riferimento), che la pura astra- ■ ■ sione sulle stesse categorie del di- risonanza dei suoi romanzi è dovu- partecipa lo scrittore - perché vuole . zione sia sterile, e che i fenomeni ■ t ■ scorso critico - una riflessione che ta al loro contenutopolitico. Ma va rendere partecipe il lettore di certe sono di per sé teoria, una teoriqpiù ■ ~ ■ richiede una sorta di linguisticage- anche tenuto presente che quel con- convinzioni, e dunque postula la ricca di qualsiasi altra teoria. Per- : ·g ■ nera/e, di criticagenerale. tenuto politico era già del tutto di- possibilità di un accordo, cioè di ciò non mi interesso a un discorso ■ e ■ Ora, proprio lo strutturalismo sponibile in mille altri modi: stam- una verità consensuale. Questa filosofico puro, ma allascoperta di ■ ~ ■ ha contribuito alla formazione di pa, studi storici, studi politici, ecc. possibilità è stata spesso tradotta in una dimensionefilosofica - nel mio ■ - ■ questa·critica generale, che ora in Che cosa cambia nel vedere quel una letteratura propagandistica o caso, etica - in singoli casi e in con- ■ ] ■ Francia viene chiamata - ripren- contenuto trasposto in un roman- dogmatica, così da risultarespesso testi empirici particolari. ■ ~ ■ dendo una tradizione che va, come zo? Il fatto che, per esempio, L'ar- compromessa. E si è creduto - a Stefano Rosso ■ ; • ■ si dice in modo un po' approssima- cipelago Gulag ha avuto un impat- torto - che il solo modo di soprav- ■ 'C Sergio Moravia, Il ragazzo selvaggio ■ deU'Aveyron. Pedagogia e_Psichiatria ■ tivo, da Aristotele a Valéry- poeti- to da libro, cioè un impatto «d'au- vivenza della veritànella letteratura (Pagina a cura s nei testi di J. Itard, Ph. Pinel e dell'a- ■ ca. Ma l'adozione di una poetica tore», sull'immaginario dei lettorf fosse la propaganda e il dogma. di Nanni Balestrini ■ ~ nonimo della «Décade», 2• edizione, L strutturale è solo una delle scelte francesi, italiani, tedeschi, ecc. E Ma se oggi continuiamo a leggere e di Maurizio Ferraris) ; ~ ~L_._2_0._00_0__.____ ~ ·••·•···•·····•••·•····••■••····•······•••··•••·•···••••·· ~

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