Alfabeta - anno VI - n. 64 - settembre 1984

.L'informaticnae- lleriviste Q u_a~vi en~i_milioni~i copie di nv1ste d1mformatlcà, stampate in Europa ogni mese, trecento testate di cui una ventina con tirature dichiarate superiori alle 100.000 copie. E ancora: tassi di incremento annuali che vanno dal 20 al 100per cento; case editrici con oltre venti pubblicazioni di informatica, con tassi di incremento intorno al 50 per cento, alla ricerca disperata di redattori; riviste con entrate pubblicitarie che raggiungono i 5 miliardi di lire all'anno; case costruttrici che, in mille ~odi, cercano di lanciare i loro prodotti e la loro immagine attraverso le riviste. Un pubblico che reagisce con curiosità e perplessità. Sono altrettanti indizi di un boom che pochi anni fa, quando il mercato era a meno di un decimo delle sue attuali proporzioni, nessuno avrebbe sospettato. Infatti, precursori di queste riviste erano pubblicazioni specializzate, the fino a tutti gli anni settanta conducevano una vita tranquilla, con tassi di crescita bassi ma costanti, e un pubblico composto da una minoranza specializzata. Una situazione completamente diversa da quella attuale, in cui la maggior parte delle riviste di informatica per home computer (e, in buona misura, per persona) come puter) copre esigenze contraddittorie, e tutt'altro che specialistiche, quali l'informazione, l' 'educazione' degli utenti, e l'intrattenimento. Ma tentiamo una tipologia, per orientarci in questo campo ormai intricatissimo. Distinguiamo, all'interno del gran mare delle riviste di informatica, le riviste per informatici e esperti (che definiamo di tipo A), quelle per persona! computer (tipo B), e quelle per home computer (tipo C). L e riviste di tipo A nascono a cavallo tra gli anni cinquanta e gli anni sessanta, e si rivolgono agli specialisti di informatica con finalità di aggiornamento tecnico; la vendita avviene esclusivamente per abbonamento. Ancora oggi queste riviste hanno un pubblico professionale, ma la fascia dei destinatari si è allargata (accanto agli specialisti cominciamo a trovare managers, venditori, ecc.), e le tirature hanno quindi superato di gran lunga i livelli iniziali. Le principali riviste di tipo A escono con una cadenza settimanale, con tirature che vanno dalle 15.000 alle 130.000 copie; in qualche caso, sono distribuite anche nelle edicole. Gli argomenti prfocipali sono il mainframe e il min.i, e in misura crescente - in qualche caso si arriva al 35 per cento· del totale - il persona! computer. L'organizzazione dei contenuti comprende hardware, software, rapporti su aziende, mercati e applicazioni (così come nei news magazines si trova la ripartizione in politica e attualità, cultura e spettacoli, economia). Le forme di finanziamento sono la pubblicità e gli annunci economici (offerte e richieste di impiego), per cui questi settimanali specialistici sono in molti casi distribuiti gratuitamente. • Generalmente, si ritiene che il mercato delle riviste di tipo A sia saturo, ma l'esempio della Gran Bretagna dimostra che anche in questo settore sono possibili ulteriori espansioni. I quattro settimanali di tipo A più diffusi, Computing, Computer Weekly, Data/ink e Computer Talk, hanno complessivamente una tiratura di 400.000 copie, superiore alla tiratura tota-. le degli altri settimanali di informatica di tutto il resto dell'Europa. Più ridotte sono le tirature delle riviste per venditori (che facciamo rientrare nel tipo A): il tetto è 25.000 copie, la media 10.000, con la sola eccezione del trimestrale SW-Index, che raggiunge le 33.000 copie. Le riviste di tipo B. Verso la fine degli anni settanta, nascono in Gran Bretagna (Which Computer. Practical Computing), in Germania (Chip), in Francia (L'ardinateur individuel, Micro systèmes) e in Italia (Bit), alcune riviste dedicate al frenetico sviluppo del mercato della microinformatica. Inizialmente, esse si interessano soprattutto dello hardware, e trattano problemi di base come la programmazione e i sistemi. Ultimamente, con l'espansione e la diversificazione del mercato, si sono delineate le seguenti tendenze: le riviste per dilettanti con interessi di carattere generale; le riviste con interessi tecnici e di base; le riviste standard; le riviste con interessi di applicazione professionale e commerciale; le riviste Kurt Hilgenberg orientate verso il tipo C (home computer). Nel tipo B, le riviste leader in Europa sono Pcw in Gran Bretagna, Chip in Germania, Science et vie micro in Francia, e Bit in Italia. Le riviste di tipo C sorgono all'inizio degli anni ottanta, con la éaduta dei prezzi e l'enorme diffusione degli home computer (il tasso annuo di incremento per ogni nazione sfiora 1'800 per cento). Il pubblico dei lettori delle riviste di tipo C va da coloro che stanno accarezzando l'idea di comprare un home computer a coloro che, possedendolo, hanno bisogno di amste standard. Ma vale la pena di tener presenti alcune peculiarità che, a partire da questa suddivisione di massima, risultano poco evidenti. Per esempio, le riviste di software si ripartiscono in due gruppi principali: quelle destinate a utenti con problemi di applicazione professionale (e rientrano quindi nel tipo A, più raramente nel tipo B); e quelle destinate alla utenza degli home computers (e dunque al tipo C). Il tentativo di pubblicare riviste comprensive di tutto il software non ha avuto troppo successo sinora. Per esempio, la rivista inglese Soft, dotata di indubbie qualità editoriali, ha cessato le pubblicazioni nel marzo di quest'anno. CADCAM --A--...,_---.---t-------1 B I pliarne le possibilità di applicazione. Accanto alle usuali presentazioni di prodotti, ai confronti, ai suggerimenti per le programmazioni e agli articoli di carattere generale, queste riviste comprendono pagine e pagine di listings (programmi per giochi, ecc.). Q ueste riviste sono attualmente la punta in espansione del mercato, e nel tipo C rientra la maggior parte delle riviGrande nasello al gratin e E, in genere, gli editori sono piuttosto cauti . in questo campo, dato che le case produttrici di software dispongono di minori mezzi pubblicitari. La tipologia delle riviste comprende molti altri casi. Anzitutto quello delle riviste con pretese culturali, in cui-l'intrattenimento predomina di gran lunga sulle discussioni di carattere tecnico, e che si orientano verso i tradizionali modelli delle riviste maschili o femminili (un esempio recente: Persona!. time, Milano, 140.000 copie di tiratura). Oppure le riviste di annunci, come MZ e ComputerBrief, pubblicate in Germania, che si avvalgono di una banca dati che ha memorizzato 52.000 utenti, e sono distribuite gratuitamente o a prezzi straordinariamente bassi. Vengono poi le riviste di associazioni, che di rado superano le 15.000copie di tiratura (in Germania, le più diffuse sono Computermagazine Online). In alcuni casi, per altro poco significativi, si è tentata la via delle riviste internazionali tradotte in varie lingue; oppure quella delle riviste transnazionali, come la rivista italiana Chip, che riprende il 70 per cento dei suoi articoli dalla rivista tedesca che porta lo stesso nome. Scarso il successo delle riviste delle case costruttrici, e ciò soprattutto per il loro bassissimo livello giornalistico; mentre il settore delle enciclopedie a dispense (in taluni casi senza pubblicità) è diffuso solo in Italia, con tirature dichiarate che giungono alle 380.000 copie. D a tutto quello che si è detto, emerge uno schema di mercato complessivo europeo del tipo allegato nella figura. Le case editrici. L'80-90 per cento del mercato è dominato da tre diversi tipi di case editrici: quelle. che pubblicano solo riviste di informatica, e pubblicano più di cinque riviste sull'argomento; le editrici di riviste specializzate; e i gruppi editoriali nazionali o internazionali, che coprono più settori del mercato. I primi due tipi di editrici possono eventualmente venire incorporati nel terzo, ma mantengono solitamente una notevole autonomia organizzativa. I quattro più notevoli rappresentanti del primo tipo sono il gruppo CW, che opera in tutto il mondo con 51 pubblicazioni periodiche (in Europa, soprattutto Germania e Francia); il Gruppo Tests, operante in Francia con quasi 20 pubblicazioni periodiche; il Grup-· po Editoriale Jackson, presente in Italia con più di 10 periodici; il gruppo VNU, diretto dall'Olanda ma presente in Gran Bretagna con quasi 30 periodici. Queste editrici si propongono di soddisfare tutto il mercato preso complessivamente, e quindi nella stessa casa editri-. ce si trovano pubblicazioni molto diversificate. Quanto alle editrici del secondo tipo, di solito posseggono un numero di pubblicazioni sensibilmente inferiore a quello del tipo precedente, ma spesso presentano caratterizzazioni più nette. La maggior parte di queste editrici ha avuto esperienze con riviste di elettronica, e si pone il problema delle grandi tirature (distribuzione, pubblicità, ecc.). Il terzo tipo, rappresentato dai grandi gruppi editoriali (Bertelsmann, Mondadori, Excelsior, ecc.), è generalmente entrato nel mercato solo quando il boom si era ampiamente delineato (fa eccezione la Ipc inglese); e non è affatto scontato il successo dei grandi in questo settore del mercato editoriale. In tutti e tre i casi, si registra ultimamente il tentativo di rafforzare il mercato tramite la pubblicazione massiccia di libri e cassette, talvolta con profitti superiori a quelli delle riviste.

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