Alfabeta - anno VI - n. 62/63 - lug./ago. 1984

da Milanopoesia PieroDelGiudice fine di A. A. brucia sullo schermo fascia accesa nel varco apparso spettro del neon cartello della notte folta di lamine la città ali'orizzonte donne sciamano uomini sciamano dai palazzi di governo nella sera arrivano la luce scivola dai frontali di marmo da lamiere dal cotto annerito il silicio sfiora i volti brunati corpi d'argento vengono incedono alle quinte delle strade ai canions dai quartieri amministrati A. scorre letargo letame polpa in stille vinagre atmosfere condensa odore degli acidi nell'aria apre i giorni dove sul piano di legno frutta ostinano scuri blu viola tum_efatte elencazioni senza nome butterazioni foglie versano in pieghe grinze con colore di zolfo pelli recidono nelle tensioni le bucce seccano in calcine umori colati resistenti fiori di muffa sieri rassoda negli ovali la stanza è il palco la pedana che nel tanfo ammorba nell'aria di fuoco nella fine stendardo di luce braciere di messi serto di foglia catasta di collina che ha il colore della carne di rughe annerite pieghe di filari da macchie d'alberi f o/ture di lame odore di ozono Alienazione & allitterazione Lui:: Lei. I Qui:: là. I X:: X-essa. Il (il loro) sorriso passa di matJ,oin mano. Si inarca sino a diventare moneta. Dita cambiano valuta mentre vengono alle mani. I Si destreggiano diversamente da prima. Si dice: Anche per telecomunicazione il loro rapporto è okay e il loro contatto indirettamente finanziario quadra perfettamente: erotismo ad un braccio di distanza.:: Amore oggettivato - rotondo o quadrato - fa parte anche lui del loro mobilio, della loro fauna. La loro flora non muore, non muore mai: non ha bisogno né di acqua né di aranciata. Attraverso i vetri dellefinestre in-naturalmente chiari - blu-: vista su arte. Bene. Erba eternamente verde. Bene. Nessun tramonto di sole o luna intacca o scolora il colore della natura. Una capra magnetica bruca l'erba dell'aiuola, senza belare. Un cane a molle sta di guardia allaporta, senza abbaiare. - Silenzio. Pssst... È quasi un aldilà su questa terra: viticcio ghirlanda nella teca di A. di orde di contadini di torme nelle pezze di campo impigliate nei volumi dissodamenti scavi echi nei cameroni di cascina indi reliquiari di operai file successioni lungomacchine piazzali tenacia di automi che il tempo non ha lavorati nelle case di cemento negli equivalenti androni le storie non si distinguono sulle vite di insiemi calano celate sui•volti che restano nel declino che volge la luce e questi che insorti levano le teste dagli occhi bendati sopra il bacino di acque cloache arsenali di mari coste forate dai traffici squeri di fasciame derive di carcasse alle bocche di canali da ghetti da viottole da città mesopotamiche portano di entroterra di alture volti di terre cotte vasi di argilla alle metropoli del mare sulle strade sulle rotte sulle vie levantine sottobandiere di cacicchi trafficantes armatori di carghi narcotrafficantes mercantili sgravano le stive al largo per rami e alambicchi raffinano sublimano midolli della terra polpa che fila il mito dei nuovi Eldoradi apuli dai profili di greci isolani che hanno occhi di raso dai paesi del grano facce di mugnai pelle di lave ceneri contadini del Sannio genti addestrate di coltello eccita accieca Sybr8ii'Polet Poesia d'amore collettiva per 2 persone Le mie parole le ho investite in duocultura, le cellule del mio corpo socializzate, occhi & cuore democraticizzati, mano & lingua emozionalizzate e integrate con le tue. Tu: tu: finalmente un corpo senza dialettica, neppure nei tuoi occhi - strabici - c'è ombra di dialettica, per non parlare del tuo nome ambiguo e il tuo spirito è sicuramente meno lacerato di quello della signora Flaflip alla televisione. Tu dici: Amore: Amore: un accordo sindacale sul lavoro per 2 persone in effetti per I persona. Tu: tu: I Io: tu. Tu mi entri nell'orecchio, io ti esco dall'occhio. Tu mi tossisci (questo minuto), io ti starnutisco (un minuto dopo). Io sono la tuafebbre fredda, tu sei il mio caldo mal di testa, che io per giorni non riesco a togliermi e, vedi, persino le nostre cicatrici sono interscambiabili come monili, come la tuapelle, che spesso a malapena si distingue dalla mia. A volte mi saluti come un personaggio politico o mi cammini dentro come un'assistente sociale proprio mentre io sto esplorando la nostra nuova repubblica popolare infilano la lama nel corpo che abbracciano accompagna da curvate tane leva sghimbescio nasi schiacciati che fremono agguata stridore sonar forano l'aria sbucano su piste quanti movimenti prima che il cellophane si stenda la tenda rigata da vapori quella delle arti del corpo detta delle cere nel vetro della bara nel sonno nelle cronache di A. li conserva l'ora del pasto cala nelle bettole sulle tavole delle scolte mercenarie nel cibo tengono le mani afferrano il truogolo la nutrizione stercoraria non vi è permuta non del sé che muta figura alata scambio di bellezza la figura senza naufragio levitazione né dissolvenza in piedi contro la parete l'onda della luce smangia dal lato sinistro «quel lume di una finestra sola» si incrocia sopra i femori alla pancia le mani chiuse alza la stoffa per le stille la benda che deterge abrasa bocca dentata smeriglia chiama con il suo nome la piega concitata di parte del suo viso si calma nel corpo nel gorgo di curva deformità la molle ampiezza la piega del calore la vita diventata (San Vittore, 1984) alla ricercadi protestanti & altri dissidenti, ma benvenuta, benvenuta lo sei quasi sempre. E allora, vieni, mia piccola Time International, vieni come un articolo di giornale, vieni come un bollettino metereologico, ma vieni, vieni tutti i giorni. Vieni. dal ciclo Taalfiguren I (Figure linguistiche I), 1983. (Traduzioni di Gianfranco Groppo) Sybren Polet è nato nei 1924 a Kampen, una delle città più freddamente calviniste dei Paesi Bassi; è cresciuto psicologicamente in parte in Svezia e alle Canarie, ma soprattutto ad Amsterdam, dove si è arricchito di tensioni senza peraltro riportare lesioni di rilievo. La sua opera decisamente sperimentale (poesie, romanzi, favole, testi teatrali, collage,,mixage) è il resoconto di continue esplorazioni nei vecchi e nuo-. vi territori della psiche reificata nella società di massa - ma anche proposta insistente di aperture nuove e dimensioni imprevedibili.

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