...... ...... ~ c:::s s;:: .... ~ ~ "'t- ~ ...... e::, ... "' e::, 00 c:::s -- e::, ·~ - ~ - ~ -- ~ ~ s <li -e ~ - c:::s e::, ... s;:: ~ E ~ - ~ ::s "' Ermannlorumm " . . . Ho ancora un minuto «Dove l'ho udito chiamare?» Il giorn'Osta spuntando, amore mio, ascolta: stendi il manto, prega la bella di sedere. È finita la notte: e io sono innamorata come il giglio di un prato che il falciatore non ha falciato: ma tu non hai dormito dove ho fatto il mio giaciglio. Come tutto è diverso. Lei dice: «la mia pace è perduta» e fuori verso lui guarda - la finestra, questi fiori, questi vasi. Ode un uccello Virginie, e dice: «ascolta - c'è un uccellino che canta». E gli diceva: «No». È l'uccello della notte che canta: ho ancora un minuto - ricorda - ho diciassette anni. Ricordi? È una storia - Virginie - ma nemmeno una parte è cominciata. Gli compare l'angelo con la spada: oserebbe parlargli, portarglisi accanto e fargli segno che può, che è ora già sulla i1iadi avvicinarlo? Lo vede sedere sulla pietra come un'incisione primitiva gli vaga dietro con lo·sguardo, gli è insieme amico e nemico (mentre rotola delicatissimi apparecchi). Quando ho visto che aveva le scarpette rosse, come le mie, o meglio che le mie erano come le sue, ho riso e abbiamo riso. Era un sogno di riconciliazione: nelle mosse, mentre con lei ti addentri di uno straordinario benessere a rovesciargli addosso, ti segnalo delle filettature, delle sfaccettature, e un'imbarcata, una passeggiata sul letto o qualche minuto in quello paterno senza rumore, a fargli piacere, qualche minuto in passato. «Contessa, che è mai la vita?» In sé non si può dire che non rappresenti il proprio sogno, dormendo, muovendo; passeggiando anche e fumando io posso (e non è singolare che io possa?) dire che sì, che si immergono cose in punta che assaggio a contenere immensi dolcissimi contenuti che si accendono a lasciare intendere che si può, che oltre l'ora intesa su per i portali agli angoli a vociare per tempo, si svela - che tenta di resistere appena - l'anello. L'idea di un colore particolarmente bello io la posso gustare, come un cibo squisito, come una sigaretta sapendo che presto verrà la stagione che per le strade e per i viali si fanno piccoli necessari acquisti, senza fretta, senza sforzo si dicono cose piene di grazia e spiritose. Com'è pulito qui davanti: la gente spazia in abiti fini in ufficio, al bar salgono passi da gigante a postulare un'orchidea gigante anch'essa qui salgono con un caffè giardino da traversare, e una manciata di sfogliatelle. Ecco: «cosa prende?» qui un cappuccio sulla terrazza: qui: come è raro il momento, raro e perfetto. Anche l'alloro si stende sopra il muretto con familiarità, e dentro il suo cespuglio il tempo, dentro uccelli pesci e reti: ventagli volanti, nicchiette fuori mira, ovali - tutto è qui: lei è fuggita. E si uscivano barche nel porto e se ne uscivano scure e lucenti nel giorno senza cognizione loro, per letture notti sul mare, e lupi per terre tirano gonfie vele di pioggia: o navi felici che dal mare arabi numeri del sogno di Pessoa - e sogna castello triste Sigismondo nessuno, onde che nel porto molto ti remi triste castello, e dei marosi e degli alti in mare legni sospesi sagome scure che nel sonno, al porto segni scritti - e cognizione nessuna. PaoloRuff illi Piccoloinventario di cosenotevoli Dell'accelerazione E acqua fredda L'ora e quelle corte Pura e temperata Nella stanza piegata gettata sulla fronte pratiche rendono non torbida e infetta a settentrione. Appena alzato, e intorno al collo, volatile il pensiero frizzante nel sangue E, d'inverno, in giro il pettine percorra dietro, sulla nuca. più elastica la mente. e nella testa. acqua di lentisco tante volte Ma, di mattino, sopra Più acuto, l'orecchio E, se è offuscato e aceto e rosmarino il capo dallafronte, ai denti, niente pasta sente il suono e l'occhio grave il corpo, acqua nella casa alta indietro, sulla nuca e niente spazzolino. coglie i segni intorno. fresca e aceto, in casa. e volta a mezzogiorno. e, poi, le unghie grattino le tempie. Le frizioni escludono Che, poi, andando Erbe, semi, fiori Pelli di volpe gli umori e, nello stesso dentro al giorno e rami sparsi e lanefitte, Una spazzola di ferro tempo, aprendo i pori più lento, apoco nelle stanze: cime lenzuoli di cotone raspi la barba, tirano il sangue apoco, il corpo si di rovi, foglie sciacquati nella cenere tagliata di frequente verso ilfuori. dispone all'abbandono. di lattuga, canna e panni avvolti e non rasatamai. Che Rifanno duro e molle, Volge lo sguardo e essiccata, cimino in fiori di lavanda è tra i segreti, con spesso e raro. abbraccia il suo passato. e petali, di rose. e zafferano. lo strofinamento, della prontezza d'animo . Che si riscaldi e Solo accarezza quello Col caldo, scorze di Tela di lino sotto prenda il suo colore, che aveva dominato cedri e di limoni, alle coperte, canfora Due o tre starnuti avanti al cibo dall'alto della vetta, menta e mele cotogne. e cera, nelle mezze prima di lavarsi. e già svuotati il Più dolce, poi, ma E, quando è freddo, stagioni, e E due o trepeti in ventre e la vescica. fiacco, più offuscato. decotto di salvia fuoco di larice altrettantipiegamenti. E seguiti la quiete, di lì Senza il distacco bacche di ginepro per intenerire umori Sciacqui con acqua in poi, senza impedimenti. della linea retta. alloro e rosmarino. e sciogliere i pollini. di salvia e rosmarino, brevi efrequenti. L'acqua e il massaggio Notti odorose di Acqua di rosa, lento rimuovono le pino, nell'estate. intorno, e gocce E strofinato il naso, parti morte e rinverdiscono Dell'aria E imposte non serrate: di laudano, orecchie e mento. la pelle. Il sangue, che un filo d'aquilone pomo di ambra Le palme a conca effervescente, conduce Serena e chiara soffi /'a/chermes sopra al comodino, con l'acqua fredda l'ossigeno al cervello e, aperta a oriente della tazza dal carrube e due contro gli occhi poi, da quello in giro. e non corrotta balcone, alt'alba. castagne, in tasca. aperti e chiusi, di da nebbie e da vapori seguito, più volte. di stagni e fossi, Queste due poesie fanno parte di una e non seccata composizione più ampia, dal titolo Nada polveri e da fumi. tura morta.
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