Alfabeta - anno VI - n. 62/63 - lug./ago. 1984

,. Dario Lanrnrdo Dame e cavalieri nel Balon di Torino. Sguardo fotograf"ICO sul mercato dell'usato contributi di Gianni Carchia, Albino Galvano, Liliana Lanzardo Milano, Mondadori, 1984 pp. 120, lire 25.000 «Archeologia: un nuovo concetto in Europa, una nuova follia. Il passato vien salvato, depredato. L'Antichità è un'utopia. Da esaminare e riprodurre. I turisti comprano fa.e-simili. Il Classicismo edifica le rovine del futuro» scrive Enzensberger in Mausolewn; e varie considerazioni (dall'estetica del postmoderno a quella del crepuscolarismo) avallano l'auraspecifica dell'antico, del vecchio, e più semplicemente dell'oggetto di se1 conda mano, anche prescindendo dalle obiettive ragioni economiche su cui si fonda la 'convenienza' dell'usato (per esempio, come in , una rappresentazione apocalittica, 1 molti europei sono da gran tempo rivestiti con gli abiti smessi degli americani). L'usato, anche non antico, anche istantaneo e prodotto ad hoc da rigattieri e antiquari, gode di uno statuto 'ontologico' speciale. E proprio questo statuto peculiare costituisce il nucleo delle fotografie di Dario Lanzardo sul Balòn (vecchio mercato della 'seconda mano' torinese). Lanzardo, infatti, non cerca il pallido 'colore' subalpino a uso dei non-torinesi, tipo La donna della domenica, ma effettua una precisa operazione estetica: ritrarre le merci e i compratori del Balòn (tono documentario), ma colorando a mano, leggermente, parti delle fotografie, oggetti che risultano isolati e astratti dal contesto (tono lirico, pop art, iperrealismo). Ne vien fuori una vera e propria estetica delle rovine. Oggetti invecchiati in un mercato altrettanto vecchio; ruderi recenti, portatili e generalmente non costosi (bambole, comò, orologi, uniformi), resi importanti dalla fotografia e dalla sua azione di storicizzazione istantanea. Tutto l'armamentariodi un sublime domestico, ma certamente cti un sublime che rinnova una vecchia domanda: per quale motivo un oggetto anche mediocre trae dalla propria sopravvivenza un certo aplomb estetico di cui era privo all'origine? (Contemporaneamente, si apre una consolazione estetica per il futuro: è molto probabile che i bruttissimimobili e i servizi per dodici persone venduti nei nuovi mercati popolari, cioè negli spot delle televisioni private, divengano con il tempo decenti, e a costeggiare colla sua poesia iterritori dell'immaginario costruendo quasi un «grado zero» dell'ironia. Da Area di rigore (Roma, Cooperativa scrittori, 1974) a Ricreazione (Milano, Società di poesia, 1979) la fedeltà a questa cifra si è tradotta in una fedeltà a alcune metafore istitutive, come quelle attinenti il campo della strategia militare, del gioco, della scacchiera, dei percorsi «necessari» o prevedibili. Ora, con Pagine di gloria e un primo tentativo di romanzo, Tana per tutti, questo inquadramento critico deve forse sottoporsi a qualche non secondario aggiustamento. Perché con Pagine di propria biografia, al nocciolo di vita costituito dalle proprie scelte, quasi d'un Simonide postmoderno, porta Zeichen a scoprire piano piano, nel gioco degli azzeramenti, il risvolto «pratico» della leggerezza. A interrogarsi sul senso delle sue metafore. L'apparato tecnico-linguistico di Area di rigore non ha più in Pagine di gloria la funzione di consentire una distanza, di stendere un velo ironico sul materiale poetico, di permettere gli alleggerimenti del «vissuto», ma si accampa finalmente come senso profondo, progettuale, dell'opera letteraria. La retorica diventa la «verità» della poesia, perché non ..... .,,uadrimestrale del Centro di Ricerca sulla Tradizione Manoscritta di Autori Contemporanei. Universitàdi Pavia Nel secondo numero: J. Lotman: Idee semiotiche. T. Kemeny: Nomi della poesia contemporanea. C. Martignoni: Autobiografismo metafisico vociano. M. Corti: Un economista scrittore, Raffaele Mattioli. C. Segre: Le lettere di Praz. P. Lagorio: Palomar. Un racconto di-A. Palazzeschi. Il Fondo Ennio Flaiano. In libreria ·alire 8.000 Abbonamento per un anno (3 numeri) Lire 22.000 Inviare l'importo a Cooperativa Intrapresa Via Caposile 2, 20137Milano Conto Corrente Postale 15431208 gloria, pur senza svolte, senza movimenti «bruschi», Zeichen ha scritto un libro che per molti versi ha varcato, rispetto ai due precedenti, una frontiera. «Per una ineluttabile convergenza anagrafica / celebro il mio compleanno abbinato / al quarantesimo anniversario / dall'inizio della seconda guerra mondiale» leggiamo in «Primo settembre 1939-1979».È l'inizio, dunque, di due serie di avvenimenti che non sono ancora finite, né possono finire, proprio come la cadenza deera una retorica fra le altre, o perché probabilmente era la sola possibile, e ora si manifesta. In questo senso, allora, il titolo. Le «pagine di gloria» sono quelle della quotidianità, dell'essere poeta ma anche del calendario. Sono quello strenuo esercizio letterario che, per allontanamenti, ha condotto Zeichen a celebrare i propri quarant'anni e la propria maturità. E a scoprire una nuova tenerezza, come in «Amici»: «Amici, I sparlando di me nei giorni / non siate affrettati / coniuganGiovanni Giudici possano, tra dieci o trent'anni, es- t-----------------,.-------------------1 sere rivenduti decorosamente al Balòn). Maurizio Fe"aris Valentino Zeichen Pagine di gloria Milano, Guanda, 1983 pp. 93, lire 8.000 Tana per tutti Roma, Lucarini, 1983 pp. 145, lire 9.800 Di Valentino Zeichen si è sempre sottolineata la leggerezza, quella levità nel tratto, quell'orrore della metafora «forte», quell'amore dei margini che lo ha portato gli anniversari inganna e svia ogni cesura della storia. Così, quando Zeichen riesce a pronunciare la parola «fine», deve subito correggersi, riaprire la catena del discorso: «Finalmente, anche in me la guerra è finita/ i ricordi rispettano l'armistizio/ ma continua il dopoguerra. / Fin d'allora vivo a piano terra; / da quindici anni sono baraccato / in una abitazione di fortuna / arrangiata con materiale edile e di scarto. / Il genere di insediamento urbano che preferisco / è il campo profughi dell'infanzia». Fra inizi certi e improbabili fini, la fedeltà tutta metonimica alla domi a verbi del passato/ ma dosatemi con risparmio / all'indicativo presente / e non impensierite / ché di questo soggetto del verbo / non rimarrà ingombrante memoria». Le metafore a «grado zero», le più astratte, hanno rivelato il loro spessore. La guerra non è stata solo espediente tecnico-linguistico. È stata «combattuta» nelle pagine della gloria quotidiana. Ma se questo è vero, allora Tana per tutti fa rispetto alle poesie un mezzo passo indietro. Le storie di vita romana, di piccole truffe e poveri orgogli, di «combattimenti» fra artisti e fra corteggiatori che in essa si dispiegano come in un castello dei destini incrociati, restano nell'ambiguità di un gioco degli allontanamenti. In esse, come in un Tropico del cancro stilizzato e rastremato fino alla sua cifra più remota, si gioca ancora- o di nuovo - tutta l'ambiguità della poetica di Zeichen, che instaura le retoriche e poi le confina nell'ambito, appunto, di espedienti di difesa. Se nelle poesie questo velo viene squarciato con una difficile e sofferta esibizione e quasi sventramento di esse, nel romanzo - ma forse questa è la forma del romanzo - la maglia strutturale «tiene» disperatamente contro il ribollire dell'immaginario, di quei giorni del calendario che vogliono dichiararsi pagine di gloria. Il risultato è godibilissimo per un motivo imprevedibile: perché in Tana per tutti, in fin dei conti, è questa «guerra» a essere messa in scena. Ma come un simulacro. Mario Baudino Autori vari Scrittura immaginario magia Milano, Unicopli, 1983 pp. 287, lire 14.000 Dal catalogo sterminato della letteratura fantastica, gli autori di questo lavoro hanno scelto quattro autori - una 'visionary company', come direbbe Harold Bloom - che hanno modellato le loro opere in uno spazio comune in cui filosofia, occultismo, scienza e alchimia si intersecano e si confondono. Il racconto fantastico va qui considerato come una grande categoria in cui si collocano testi molto diversi tra loro per struttura e appartenenza culturale: oscillando tra la necessità di circoscrivere l'ignoto e il desiderio di ingrandirlo, esso trova una sua identità nel rapporto tra natura e immaginazione. Questo rapporto è la metafora testuale attorno a cui sono organizzati i quattro saggi che compongono il volume. Gli scrittori analizzati infatti (Ch. Nodier, E.A. Poe, M.G. Lewis e H. De Régnier) sono accomunati da una visione della natura come oggetto imprevedibile, come doppio inaspettato della creazione artistica. Utilizzando soprattutto la semiotica (e avvalendosi anche di psicanalisi e antropologia), gli autori propongono un modello di lettura che è anche un'utilissima tipologia del magico: accomunato al fantastico, il magico costituisce un percorso paradigmatico del discorso letterario, un percorso che va letto con strumenti specifici, come ogni altro genere letterario. Il saggio di Margherita Giulietti su Il monaco di Lewis è rivolto ai meccanismi attraverso cui la parola magica diventa «atto di possessione». La magia come mediazione del desiderio è anche il tema dello studio di Francesca Melzi d'Eril, che analizza i rapporti tra magico e esperienza onirica nei testi di Nodier, leggendo certi elementi naturali (e culturali) come labirinti che promettono un ritorno all'origine, allo spazio inaccessibile della verità e del senso. Gli stessi labirinti, in cui si confondono natura e creazione umana, sono alla base del saggio su Poe di Franca Balestra, che spiega lo sviluppo di una poetica del magico attraverso l'ossessione poesca per la presenza animale. Conclude il volume lo studio di Liana Nissim (su un racconto 'minore' di De Régnier) che utilizza un modello fornitole dalla rielaborazione di teorie diverse (Genette, Eliade, Durand). Il testo è completato da un'appendice in cui appaiono alcuni brani tratti da Il monaco e le versioni integrali' degli altri testi, in lingua originale. Roberto Cagliero LaGola • • com1nc1a dove lalingua finisce LaGola Mensile del cibo e delle tecniche di vita mareriale Abbonamento per un anno (11 numeri) Lire 35.000 Inviare l'importo a Cooperativa Intrapresa Via Caposile 2, 20137 Milano Conto Corrente Postale 15431208

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