Nuoveèollane SAGGISTICA Roland Bechmann LE RADICI DELLE CATTEDRALI Un saggio affascinante che offre una vivissima e articolata rappresentazione dell'ambiente in cui nacque l'architettura de1/e cattedrali gotiche: un felice incontro tra storia de~'architettura, storia • sociale ed ecologica. David Easton L'ANALISI SISTEMATICA DELLA POLITICA Introduzione di Gianfranco Pasquino (collana «Minima Marinetti») La viva politica come sistema dinamico di comportamenti: un'analisi nuova della politica che permette di conoscere come funzionano, resistono, si sfaldano i nostri sistemi politici, al di là di facili «ideologismi». STUDI RELIGIOSI Alfred lager DIO. IO tesi Introduzione di Maria Cristina Bortolomei-Derungs Dopo gli anni delle «teologie,; (della speranza, della liberazione, teologia femminista, teologia nera ecc.) un ritorno al cuore della teologia: il discorso su Dio. Un bilancio del dibattito recente e nuove strade per pensare Dio. Kart Barth LA RESURREZIONE DEI MORTI Introduzione di Alberto Gallas Il messaggio cristiano della resurrezione dei morti come provocazione e critica della religione in nome dell'assoluta gratuità della fede. I grandi temi del/' Epistola ai Romani rivisitati a pochi anni di distanza (/926) in un testo esemplare del Barth «dialettico». FILOSOFIA Etienne Gilson INTRODUZIONE ALLO STUDIO DI S. AGOSTINO li più apprezzato medievalista del nostro secolo ricostruisce la dottrina originaria del Padre della chiesa latina in un'opera di rara acutezza e profondità, e insieme di facile lettura. • caseaditrimcearietti •••••••••••••••••••• ■ ■ ■ ■ • • • ..A- • I ti'~,~~ edizioni I ■ del ■ • • ■ cavaliere ■ • • ■ azzurro ■ • • . --------- . • • I le novità: I • • • • I Giorgio i I Cremonini I • • I Le straordinarie I • • I avventure I • • I del signor M. I • • • • • • I René Daumal I • • I Mugle I • • • • • • • • I Egon Schiele I • • I Schizzo per un I • • ■ autoritratto ■ • • •■ • • ■ I Dada Russo I ■ ■ I a cura di I • ■ ■ Marzio ■ • ■ I Marzaduri I • • . --------- . ■ ■ I via del pratello 35 I I 40122 hologna I I tel. 051 • 277170 I • ■ • ■ •••••••••••••••••••• validità di un testo si intenda un enunciato in prosa chiaro e inequivocabile, in 'cui il contenuto è più importante della forma. «Lavoratori del mondo, unitevi» è traducibile, e così «Le strappò la camicetta e divorò i suoi seni con avidità insaziabile». In entrambi gli enunciati l'effetto è più importante del materiale usato per ottenerlo. Né l'uno né l'altro sono enunciati propriamente letterari. Il primo è propagandistico o didattico; il secondo è pornografico. Il lavoro di Solzenycin è oggetto di ammirazione quasi universale. I nostri compagni dell'Unione sovietica naturalmente lo rifiutano, ma la causa di questo rifiuto è la stessa per cui il mondo democratico lo approva. Egli viene considerato come una forte voce del dissenso contro l'onnipotenza di uno Stato repressivo centralizzato. Oppure viene considerato come una forte voce del dissenso contro l'onnipotenza della causa dei lavoratori sovietici. Comunque lo si consideri, la preoccupazione principale del mondo non è per il modo in cui scrive. I russi non lo leggono, e gli altri non leggono il russo. Il modo in cui egli utilizza esteticamente il linguaggio viene raramente fatto oggetto degli encomi o delle condanne del suo lavoro. Ma la cosa significativa è che i grandi nomi della letteratura contemporanea, cioè i nomi universali, di solito tendono a avere qualcosa a che fare con la politica. La politica è una semplificazione della vita umana, come il sesso. Entrambi forniscono la vera pseudoletteratura internazionale. Il didattico e il pornografico si spartiscono il mondo. La letteratura genuina, invece, ha difficoltà a ottenere un visto. Il tema del mio discorso è volutamente vago. «Letteratura travestita». È così vago che posso rovesciare la frase e restare in tema con l'argomento generale. Sto parlando di altre cose travestite da letteratura. E definisco la letteratura lo sfruttamento del linguaggio a fini estetici. Giudicare questa pratica in base all'ortodossia o eterodossia politica, al valore o alla mancanza •di valore religioso, a preoccupazioni di carattere ecologico (e quant'altro volete), non è ammissibile. Quando ero un giovane insegnante e facevo lezione per i corsi della Workers' Educational Association in Inghilterra, i miei datori di lavoro mi dissero di condannare The Waste Land di T.S. Eliot perché sembrava proporre un miglioramento della società attraverso la rigenerazione religiosa. La mia replica (ritenevo che la poesia fosse scritta in modo interessante) venne considerata frivola. Mi dissero anche che potevo citare Ulisse e Finnegans Wake di James Joyce, ma solo per condannarli come testi tecnicamente rivoluzionari, il che naturalmente significava politicamente reazionari. In altre parole, mi si impediva di organizzare un corso di letteratura. ( ... ) L a finzione dell'universalità della letteratura viene regolarmente fatta esplodere ai congressi come questo. La Russia ha un'ottima opinione di A.J. Cronin e si chiede perché la perfida Albione non produca biografie e esegesi critiche di questo scrittore progressista, e c-ioè pessimo. La Francia adora Charles Morgan e si chiede perché i britannici lo ignorino. Ogni letteratura nazionale viene vista in una varietà di termini nazionali,_dettati dal temperamento di un paese, dalla disponibilità di traduzioni, dall'ortodossia politica dominante. Dobbiamo dare per scontato che due delle più grandi (o, meglio, più estese) nazioni del mondo non abbiano un'idea chiara sulle attuali condizioni della letteratura occidentale. Perché siamo così preoccupati per l'universalità, e perché pensiamo che una riunione internazionale di intellettuali possa fornire qualcosa che non sia solo confusione? Non saremmo forse più saggi a considerare la letteratura come il campo di azione di lingue specifiche, come fenomeno totalmente avviluppato in quelle lingue e riluttante a svelare i suoi segreti al profano? Se vogliamo l'internazionalismo artistico, faremmo meglio a cercarlo altrove. Nel cinema, ad esempio, o nel suo figlio nano, lo schermo televisivo. Qui forse è possibile trovare la letteratura travestita. I romanzieri come me si accorgono fino a che punto i mass-media visivi si sostituiscano alla nostra funzione, che è quella di presentare un'azione narrativa e di delineare dei personaggi, utilizzando al minimo quello strumento inefficiente che si chiama linguaggio verbale. Alcuni di noi, infatti, per guadagnarsi da vivere sono pronti a lavorare per i media visivi, sempre con apprensione ma mai con troppa vergogna. Personalmente, ·non incoraggerei in ogni caso la pornografia o la propaganda politica che si fondano, credo, su uno stesso, vergognoso sistema cinetico; però farei molte altre cose. Nel dubbio, dobbiamo sempre ricordare che Shakespeare ci ha è sempre più convinta che solo i libri pubblicizzabili contemporaneamente a un film o a una serie televisiva possano fruttare dei soldi. Roots o Radici o Racines di Alex Haley è un buon esempio o, in termini estetici, un cattivo esempio. N on credo qui di dovermi scusare per aver accennato alla vendibilità. Vengo da un paese che non sovvenziona (o per lo meno non in modo determinante) la produzione letteraria. Se fossi in un'università americana, dove in effetti sono stato, potrei considerare la produzione di romanzi di qualità come un'attività che sollecita elucubrazioni piacevoli, lunghe revisioni, e che seda ogni preoccupazione per il pagamento dell'affitto. Se fossi un membro del Sindacato degli scrittori sovietici, venderei il mio milione di copie di ortodossia meccanica nel Dom Knigi, e potrei avere un'automobile e una dacia. Da come stanno le cose, mi vedo sempre di più come uno che scrive per gli occhi gonfi di un pubblico non-letterario, uno che usa i proventi per sostenere una letteratura incontaminata dalla corruzione dei mass-media. Io miro a una prima edizione di duemila copie oppure, se faccio bene il mio lavoro, di duecento. Quest'anno, con l'aiuto di una stamperia di Verona, ho raggiunto una tiratura di Alberto Savinio, bozzetto per siparietto di Racconti di Hoffman, 1948-49, Milano, Teatro alla Scala lasciato una tragedia disgustosa, Tito Andronico, un guazzabuglio mal scritto di violenza carnale, mutilazioni e cannibalismo. Senza dubbio c'erano dei critici, al tem- · po di Shakespeare, che uscendo da una rappresentazione dell'Amleto si dicevano: «Ah, la cosa più bella che ha fatto è stata Tito Andronico». Se posso fare unimmodesto paragone contemporaneo, c'è gente che del sottoscritto dice: «Ah, la cosa più bella che ha fatto è stata A Clockwork Orange o Uhrwerk Orange o La Naranja Mecanica» - eccovi l'internazionalismo. sole ottantuno copie. Dirò sottovoce queste parole: «valore della scarsità»; non sono scemo come sembro. Riprendiamo questo titolo vago e generale, «Letteratura travestita»; voglio ancora soffermarmi sul problema dell'internazionalismo. Nel XIX secolo compositori come Berlioz, Verdi e Richard Strauss decisero improvvisamente che il povero William Shakespeare era stato obbligato con la forza a scrivere teatro: in realtà, avrebbe voluto essere un romanziere, ma il romanzo non esisteva perché Samuel Richardson non aveva ancoLa violenza carnale e la mutila- • ra cominciato a fare lo stampatozione sono proprietà identificabili, re. Era compito dei compositori temi letterari che si trovano a loro romantici del XIX secolo trasforagio quando vengono strappati al- mare Shakespeare nel romanziere le parole e lasciati esibire nudi sul che, senza saperlo, avrebbe voluto palco o sullo schermo. Non ho essere. Non potevano certamente obiezioni a occuparmi di immagini riscrivere i suoi testi teatrali come nude e di dialogo inarticolato, pur- romanzi, ma potevano per lo meché mi paghino per farlo. L'unico no orchestrarli. problema è che tendo a vedere le Così l'imperfetto Falstaff de Le proprietà tradizionali della narra- allegre comari di Windsor divenne zione - i personaggi e l'intreccio - il perfetto Falstaff di Verdi e di come elementi che non le sono più Boito. Romeo e Giulietta divennenecessari, poiché vengono ampia- ro Romeo et Juliette di Berlioz, con mente sfruttati sul grande e sul • R~meo come clarinetto e Giulietta piccolo schermo. come oboe. C'era qui (come nei In effetti, si vede un numero poemi sinfonici di Richard sempre maggiore di opere di nar- Strauss, Don Chisciotte e Macrativa che sono dei semplici sotto- beth) il tentativo di creare una Jetprodotti del cinema o della televi- teratura realmente internazionale. sione - artefatti a opera di mestie- La maledizione di Babele era inranti, rappezzati tra gli scenari e franta: il linguaggio della musica travestiti da letteratura. L'editoria non richiede interpretazione. Richard Strauss proclamava che nel suo Don Juan c'era tra le amanti del libertino una donna dai capelli rossi, e che ogni ascoltatore attento avrebbe potuto riconoscerla (al rigo 125 ad esempio, nei comi in sordina). Diceva di poter rappresentare musicalmente un cucchiaino d'argento e anche uno d'acciaio. In musica la letteratura non giunse tanto a un travestimento quanto a un'apoteosi. Naturalmente si trattava in gran parte di pura fantasia romantica. Anche se Richard Strauss poteva raccontare tutto il romanzo di Cervantes in sessanta minuti di musica e rappresentare la morte del cavaliere folle in una sola battuta (un glissando discendente di violoncello), l'ascoltatore sprovvisto di un programma esplicativo non aveva indizi per capire cosa stava succedendo nella musica. Se gli avessero detto che il poema sinfonico Don Chisciotte era in realtà A/so Sprach Zarathustra, l'ascoltatore non avrebbe rilevato alcuna incongruenza nel contrasto tra i piano e i forte, tra i momenti culminanti e le fasi di sviluppo e tra gli epiloghi. Ciò che in realtà i compositori romantici ci stavano dicendo, forse senza saperlo, era ed è che ci sono possibilità di scambio tra queste due arti auditive. I musicisti sono stati più attenti degli scrittori a queste possibilità di sposare letteratura e suoni puri. È ora che gli scrittori comincino a muoversi in questa direzione, che offre un futuro possibile alla loro arte trascurata. Limitandomi alla forma che mi compete, il romanzo, ritengo che esso debba proclamare la sua libertà dalle catene della propaganda, da una parte, e della pornografia, dall'altra, imparando a muoversi come la musica, prendendo nota delle possibilità della struttura pura, sfruttando le parole come i musicisti sfruttano le sonorità. E per quanto riguarda la vecchia faccenda della motivazione psicologica (il pianto senza fine del capo dell'ufficio sceneggiature di Hollywood: «Motivazione, motivazione, dove diavolo è la motivazione?») possiamo lasciarla ai nostri servi insieme all'intreccio, ai personaggi, allo svelamento e al resto delle 'razionalità' tradizionali della narrazione. I nostri servi sono, naturalmente, il cinema all'angolo della strada e il televisore nell'angolo del soggiorno. Si tengano pure il monopolio del vecchio stile narrativo. I romanzieri devono imparare nuove libertà e discipline. L'analogo del romanzo non deve più essere l'opera teatrale o il film, ma la sinfonia o il concerto. Perché dunque i nostri personaggi dovrebbero essere mossi dalla gelosia, dall'odio, dall'ambizione, dalla lussuria (naturalmente), e non dalle esigenze della forma sinfonica? Proviamo a scrivere un romanzo ambientato nel periodo di Jane Austen, oppure de / promessi sposi; e invece di concatenare le scene secondo la logica della moralità o di un peccato contro di essa, sceglieremo lo sviluppo formale, l'accordo enarmonico che trova un equivalente verbale nell'ambiguità o nella paronomasia. I nostri personaggi bevono il té sul prato della canonica; nella scena successiva eccoli su vari letti a indulgere in una varietà di atti oo .... lussuriosi; nella scena che segue ~ sono di nuovo sul prato della cano- -S ~ nica, un po' arruffati ma per altro Cl. impassibili. Folle? Impossibile? ~ Non è impossibile nel primo movi- --. mento di una sinfonia di Mozart. g (Traduzione di Roberto Cagliero) ~ .So .... 'O Brani dell'intervento di Anthony ~ Burgess al convegno «L'identità ~ culturale europea» (Venezia, 30 l marzo 1984). ~
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