Alfabeta - anno VI - n. 60 - maggio 1984

.... ducooo al lumicino le speranze di un «sì» entro il 16, mentre Il Giorno apre con Decreto: un muro di 9.000 minuti. Il giornale della Confindustria Il Sole 24 Ore dà per scontata la decadenza del decreto e titola su ciò che accadrà dopo il 16 aprile: Verso un nuovo decreto/ Anche il testo cambierà. A partire da sabato 7 aprile il punto cruciale, anche se non sempre in primo piano, riguarda proprio ciò che accadrà dopo la caduta del decreto; su di esso indirizzeremo soprattutto l'attenzione. Mentre molti quotidiani titolano sulla decisione del governo di porre la fiducia e sulle dichiarazioni di Craxi circa la necessità di riformare i regolamenti parlamentari per consentire alla maggioranza di governare, De Mita rilascia una intervista alla Stampa (De Mita: se il decreto cade, ci vorrà fantasia) e al Giorno (De Mita: no al «muro contro muro» - Se il decreto non passa dovremo fare tutti uno sforzo di fantasia). Alla domanda «È vero che la Dc chiederà di ridiscutere tutto, se il decreto dovesse essere ripresentato?» De Mita risponde: «No. È vero quello che ho detto ieri a Camiti lasciandolo [in clinica Ndr): tu che sei a riposo forzato, comincia a pensare che fra dieci giorni è il 16 aprile. Caro Pierre, se il decreto non passa, tutti dovremo fare uno sforzo di fantasia, se non vogliamo riproporre le stesse difficoltà di oggi». Domenica 8 aprile. «In un'intervista al Giorno il presidente del Consiglio risponde al segretario dc», Craxi ribatte: E io vado avanti (titolo· di testa). «Uno sforzo di fantasia? Certo che ci vuole - dichiara Craxi - l'ho detto anch'io. Ma se non arriva, il governo va avanti». E con trasparente allusione alle interpretazioni date da Nilde Jotti al regolamento della Camera: «Il decreto ha già avuto l'approvazione del Senato. Potrebbe avere anche quella della Camera, se l'ostruzionismo non trovasse di fronte a sé la via in discesa e i semafori sintonizzati sul verde». Se Il Giorno dedica il titolo di testa a Craxi, Corriere della Sera e La Repubblica titolano sul segretario Dc. De Mita: evitare lo scontro è l'enunciato del primo, De Mita frena Craxi/«In corsa le regole del gioco non si cambiano» quello del secondo. Dal canto loro, La Stampa e il Giornale evocano un terzo personaggio. Berlinguer si rivolge alla Dc: titola il quotidiano torinese, mentre il quotidiano di Montanelli dice Berlinguer tuona contro Craxi/sul decreto e nuovi regolamenti e, sotto, in corpo più piccolo, De Mita: disimpegno dc se il «taglio» non passa. Si impone qui una prima osservazione. Considerando la temperatura dello scontro politico, i maggiori quotidiani presentano. nei giorni testé esaminati. una insolita rarefazione di editoriali e di articoli di fondo sull'argomento. Sui quotidiani citati, domenica 8 aprile si possono leggere, per esempio, solo due articoli di fondo: sulla Repubblica un editoriale di Eugenio Scalfari, Parlamento e .governo si sono incartati; sulla Stampa una «spalla» di Gianfranco Piazzesi, Maratona a più voci. I _ due commenti vanno in direzione, tutto sommato, antitetica. In ap- ~ • ~ndice ne riportiamo alcuni stral- ~ Cl. -~ Lunedì 9 aprile. Craxi ha dichia- ~ rato: «I prossimi giorni saranno i giorni neri per la storia della Re- -. pubblica, perché con l'ostruzioni- .9 smo si tenterà di impedire alla ~ maggioranza di governare». Il J, E Tempo gli fa eco nel suo titolo di ~ testa ( Craxi: giorni neri per la re- ;: pubblica), mentre il Corriere del/li ~ -Sera annuncia già la Battaglia per ~ il dopo decreto. Stranamente. sui ~ quotidiani del lunedì. dominati dagli avvenimenti sportivi e dai 500 milioni della lotteria di Agano, gli articoli di commento sono più numerosi anche se. bisogna dire, spesso in tono minore. Sul Giornale, Domenico Bartoli affronta la questione dell'interpretazione del regolamento della Camera, individuando alcune procedure che potrebbero consentire di evitare la caduta del decreto. Sul Corriere della Sera, Antonio Padellaro traccia una sintesi della situazione, concludendo che il presiDue punti di vista Il Ma - si domanda - la cau- '' sa era giu_sta?Su_quest? punto la risposta e unamme: sì, la causa, cioè il contenimento dell'inflazione da raggiungere anche attraverso /'attenuazione degli automatismi salariali. era e rimane giusta. (... ) Perciò: buona la causa, cattivo il metodo. E proprio perché cattivo il metodo, modestissimo il risultato, se mai si avrà. Tre punti di contingenza per /'84 è parecchio per chi sopporta quel taglio, ma è quasi nulla nel mare dell'inflazione, tenuta su soprattutto da un disavanzo del bilancio al quale non pensa più nessuno (siamo sempre a I IO mila miliardi, non è vero ministro Goria?). (... ) Infatti: il decreto è così morbido e modesto nella sostanza perché è profondamente sbagliato nella f orma. Ma a questo punto è doveroso aggiungere che è sbagliato nella forma (e quindi morbido nella sostanza) perché i suoi autori si proponevano in realtà obiettivi diversi da quelli puramente economici della lotta all'inflazione. Si proponevano primariamente obiettivi di lotta politica e sindacale. Questa verità riguarda contemporaneamente il presidente del Consiglio e Carniti da una parte, Berlinguer dall'altra. (... ) L'obiettivo di Carniti è chiaro, se non altro perché l'ha indicato lui stesso con apprezzabile se pur brutalefranchezza: diventare /'interlocutore privilegiato del governo in un sistema neocorporativo di relazioni industriali. L'obiettivo del presidente del Consiglio è altrettanto chiaro: toglierepotere al Pci e, a questo fine, cambiare i regolamenti parlamentari. L'obiettivo di Berlinguer è poi addirittura cristallino: impedire che gli obiettivi di Craxi e di Camiti si realizzino. (... ) L'amara conclusione di questa diagnostè la seguente: non si è 'incartata' soltanto la maggioranza parlamentare, si sta 'incartando· il paese». Parlamento e governo si sono incartati di Eugenio Scalfari, in La Repubblica dell'8 aprile 1984 «Anche in Italia, finalmente, comincia a farsi strada un concetto che in tutti i paesi occidentali è considerato addirittura ovvio. All'opposizione va garantito il diritto di controllare il governo, denunciandone le inadempienze e gli errori; al governo va assicurata la possibilità di rendere operativi nei tempi più rapidi programmi e propositi. Anche in Italia, finalmente, nessuno osa difendere a oltranza un sistema che suscita la divertita curiosità di tutto il mondo occidentale.- dente del Consiglio ha davanti a sé due strade: accogliere le proposte di mediazione della Dc oppure ripresentare il decreto tale e quale. in vista delle elezioni europee («È la soluzione più drastica. ma anche la più pericolosa»). Sul Giorno. Massimo Franco. partendo dalla dichiarazione di Craxi sui «giorni neri della Repubblica». traccia anch'egli una sintesi delle posizioni delle varie forze politiche. Martedì IO aprile. La stanchezza della maratona parlamentare sembra trasferirsi almeno in parte sui giornali. La Stampa e I/ Giorno relegano l'argomento a metà della prima pagina. Ma non per questo il clima è meno teso. Il quotidiano del Psi. l'Avanti!, titola a tutta pagina Una settimana nera per le istituzioni. Il Corriere della Sera apre la prima pagina con Tensione nella maggioranza/La Dc e il Psi in disaccordo sul dopo-decreto. Le informazioni assumono aspetti contraddittori. La Repubblica, per esempio, titola I partiti già al lavo- (... ) Il Pci ha un oggettivo interesse a modificare il meno possibile /'attuale assetto del Parlamento. Questo partito, che non è più rivoluzionario ma non sa diventare riformista, trov·a quanto mai conveniente condizionare i governi dall'esterno ed evitare qualsiasi diretta responsabilità; è il solo modo per restare 'diverso' e mantenere un ruolo importante. (... ) Più complesse e non sempre comprensibili sono invece le riserve dei democristiani. I notabili di questo partito, a cominciare dal segretario, ricordano giusta-' mente di essere stati, insieme ai repubblicani, i primi a reclamare la lotta all'inflazione, mentre Craxi si diceva contrario a usare 'la corda del boia'. Ma ora che il leader del Psi ha cambiato parere e sta f acendo la sua parte, i dirigenti democristiani dovrebbero rallegrarsene. Non è per coinvolgerlo, per responsabilizzar/o, che gli hanno offerto Palazzo Chigi? » Maratona a più voci di Gianfranco Piazzesi, . in La Stampa dell'8 aprile 1984 «La Democrazia cristiana si sta. in queste ore adoperando pfr stendere un ponte tra maggioranza -e opposizione sul tema del decreto concerne_nteil _costodel lavoro. Si può"facilmente ironizzare sul ruolo dei 'pontieri'; si può - anzi si deve - ricordare che la mediazione a tutti i costi, praticata per lunghi anni come unico metodo di governo, ha finito per portare il paese in pericolose strette. Ma è anche opportuno distinguere tra ponte e ponte come tra decisione e decisione. Di notte tutti i gatti sono neri, di giorno no. (. .. ) Ora il tempo della ragionevolezza è venuto per tutti perché la corda è stata tirata fin troppo. Tirata da Carniti, tirata da Craxi, tirata da Berlinguer. Quando la corda rischia di spezzarsi, bisogna dare acqua alle funi e ricominciare la partita». Acqua alle funi di Eugenio Scalfari, in La Repubblica del 13aprile 1984 «Una cupidigia di cedimento trapela in alcuni settori della maggioranza. 'Aspiranti mediatori, spuntati come funghi dopo la pioggia, auspicano una tregua, un accordo purchessia' scrive con rabbia ed esemplare chiarezza Pterre Carniti rivolgendosi soprattutto alla Dc. (... ) Ci appare riduttivo e pericoloso il richiamo delf'on. Galloni sul Popolo alla 'flessibilità· e ad altre categorie mentali alla plastilina che ci hanno dato nell'ultimo quindicennio una delle peggiori legislazioni della storia d'Italia». Gioco a tre punti di Mario Pirani, in La Stampa del 13aprile 1984 ro per cambiare il decreto, aggiungendo subito dopo Ma Craxi intende ripresentarlo; i/ Giornale porta in prima pagina una intervista al ministro del Lavoro. Ripresenteremo il decreto tale e quale, dice De Michelis. Passato il lunedì calcistico. gli articoli di commento tornano a diradarsi. Mercoledì I I aprile. La maggior parte dei quotidiani in esame. nei titoli. dà la priorità ai provvedimenti decisi dal governo in materia di lotta alla droga. Fanno eccezione Il Giorno e il Corriere della Sera che pongono ancora il decreto nei titoli di testa. Il quotidiano dell'Eni annuncia a tutta pagina La Dc per un decreto diverso, mentre il Corriere titola Decreto: la Dc propone un vertice a cinque. La maggior parte dei quotidiani esce senza articoli di fondo di alcun genere. Giovedì 12 aprile. La contraddittorietà delle informazioni raggiunge l'apice. Il quotidiano della Confindustria Il Sole 24 Ore annuncia seccamente Sul costo del lavoro il governo decide per un decreto bis senza modifiche. Si veda. per contro, il Giornale che, sotto l'occhiello «Tutti sembrano d'accordo dopo lo scontro frontale alla Camera», titola «Questo decreto è da modificare» / ma sul come le opinioni divergono. Da notare che sulla prima pagina della Stampa non c'è alcun articolo sulla vicenda del decreto, ma solo un rinvio alla seconda pagina che recita: Le possibili modifiche al decreto della scala mobile. In seconda, l'articolo è sotto il titolo Partirà dalla scadenza a soli sei mesi / la via per la soluzione del caso decreto. Come si vede, il basso profilo formale si accompagna, nel quotidiano della Fiat, a una presa di posizione alquanto esplicita, di carattere indicativo. Continua, invece, sugli altri quotidiani la sempre più eloquente assenza di articoli di commento sulla spinosa questione. • Venerdì 13 aprile. La maggior . parte dei quotidiani titola sull'io-' tervento di Berlinguer alla Camera, nel quale il segretario del Pci ha invitato la maggioranza a ritirare la questione di fiducia. Ma, a poche ore dalla data di scadenza del .decreto, gli interrogativi vanno in ben altra direzione. Il Corriere della Sera (La Dc proporrà di modificare il decreto) e La Repubblica (De Mita vuol trattare / La Dc sta elaborando le modifiche al decreto) pongono in evidenza le i"niziative di parte democristiana, contrariamente agli altri giornali. Ancora una volta la via del éommento viene imboccata dalla Repubblica (Scalfari) e dalla Stampa (Pirani); dei loro articoli"riportiamo in appendice alcuni brani. A essi si aggiunge Il Gio;no con un fondo di Gianluigi Brigantini, Le possibili modifiche al decreto. Sabato 14 aprile. Mentre concludiamo questa rassegna, la vicenda del decreto sembra avviata a una probabile conclusione basata sulle proposte di modifica annunciate, per conto dell'ufficio politico De, dal vicepresidente del Consiglio Forlani. Ancora una volta le modalità di presentazione degli eventi si divaricano. II Corriere della Sera (Ultimatum di Forlani sul decreto), Il Giorno (Forlani illustra il decreto-bis) e La Repubblica (La Dc sblocca il decreto) dedicano vistosi titoli di testa all'iniziativa democristiana; di essa non si trova invece traccia sulla prima pagina della Stampa. Il quotidiano della Fiat apre invece su cinque coionné con un «incontro con il leader della_Cisl ancora ricoverato in ospedale», Carniti: avanti con ii decreto. In seconda pagina si legge: La Dc: si presenterà un decreto bis. uguale nella sostanza al precedente. Anche il Giornale pone nettamente in ombra la proposta Forlani. Sotto il titolo, a metà della prima pagina, Il Pci ora rivede la propria strategia: con le modifiche opposizione più morbida, si legge semplicemente: «Forlani ribadisce che il provvedimento è indispensabile al risanamento economico». Forse la battaglia sul decreto è finita e ne è già cominciata un'altra: quella per stabilire. agli ciechi dell'opinione pubblica. chi ha vinto la prima. Altiero Spinelli Come ho tentato di diventare saggio lo, Ulisse Clandestinità, carcere, confino: un'awentura del cuore e dell'intelletto contro tutti i dogmi, contro il settarismo di ogni colore MichelAlbert Una sfida per l'Europa Presentaziondei NinoAndreatta Si può ancora scommettere sull'Europa? Contro la miopia delle politiche nazionali., un documentatissimo appello per il rilancio dell'economia comunitaria HerbertA. Simon La ragione nelle vicende umane Il ruolo, i limiti, le imperfette procedure della ~azionalitàumana nelle scelte individuali e nel comportamento sociale GeorgeL. Mosse La nazlonallzzazlone delle masse Slmbollamo polltlco e movimenti di mana InGermania (1815-1933) Tutto il potere sul popolo, dalla fine delle guerre napoleoniche all'awento del nazismo; le tecniche di manipolazione delle masse attraverso la suggestione nazionalista il Mulino PELLICANOLIBRI Via A. Di Sanliuliano, 20 ,/\ IJ Catania ..,.( I Iftediti nari e diwni a:elti cl4 Dario Bellezza RENZOPARIS FUORI ROTTA pp. 100, L. 8.000 ,. GIANFRANCOROSSI IL TRIONFO DELLO SCIAMANO pp.132, L. 'l.000 ANNA MARIA ORTESE IL TRENO RUSSO pp. '12, L. 8.000 RICCARDO REIM .LETTERE LIBERTINE pp. 118, L. 'l.000 ... ANTONINO FINCX::CHIARO CHIAREZZA SUI TUMORI pp. 58, L. lZ.000 Pri-I•PG41i~ CICKftldilleppeCCJata GIOVANNI ARCURI VILIPENDIO ALLA TOLLERANZA pp. IO, L. 'l .000 • GIANNI BUSCO ·LO SGUARDO FINITO pp. 90. L. 8.000 • • con incisione oriplaie numerata da 1 a 100 L. 40.000 La NGve CMi ToUi RICCARDO REIM BELLO L'AMORE MIO CHE SE NE ANDÒ INMARINA pp., •• L. 8.000

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